Signori Giuseppe

Da LazioWiki.

Biografia

Dagli inizi al Foggia di Zeman

Attaccante. Nato ad Alzano Lombardo (BG) il 17 Febbraio 1968. Comincia con le minori dell'Inter dove rimane per quattro anni per poi passare, nel 1983/84, tra i dilettanti del Leffe dove resta per tre stagioni. I primi due campionati li gioca nell'Interregionale mentre nel 1985/86 disputa il torneo di C2. In quest' anno gioca 30 partite e segna 3 reti. Durante la permanenza nella cittadina seriana alterna gli allenamenti con il lavoro nello stabilimento tessile del presidente della società dove Beppe, forte del suo diploma di perito tecnico, aggiusta i macchinari guasti. Nel 1986/87 passa al Piacenza in C1 e la stagione si conclude con la promozione in serie B degli Emiliani. Questo è un anno molto formativo per calciatore che recepisce i consigli che i giocatori più esperti, Madonna, Degradi, Simonetta, gli danno per migliorarlo. Signori gioca 14 partite e segna 1 goal. Forte è la delusione quando il Piacenza lo cede al Trento in C1. In Trentino Signori disputa 31 incontri e segna 3 reti. L'anno seguente, 1988/89, si ritrova a Piacenza in serie B e gioca da titolare 32 partite e mette a segno 5 reti. E' una stagione negativa per la squadra che retrocede in C1. Per fortuna del giocatore da Foggia lo richiede Zeman che lo ha visto durante un incontro di campionato tra Messina, di cui il Boemo era allenatore, e il Piacenza. E' il 1989 e per la prima volta Beppe va così lontano da casa. Zeman, a sorpresa, gli affida il ruolo di punta in cui Signori non aveva mai giocato in quanto, precedentemente, giostrava a mezz'ala con il numero 10 sulle spalle. La spinta decisiva la fornisce un'ernia del disco e conseguente operazione, del centravanti del Foggia Meluso. Beppe prende il suo posto e comincia a inquadrare sempre più spesso la rete. Nel primo campionato segna 14 reti in 34 incontri. Confermato l'anno successivo tra i satanelli segna 11 reti in 34 gare e il Foggia sale trionfalmente in serie A. Nel massimo campionato Signori non si smentisce e in 32 partite segna 11 goal.Il miglioramento tecnico-tattico del calciatore è evidente e molto merito lo ha Zeman che, oltre e rivelargli le doti di goleador, lo rinforza nel fisico e lo abitua al tiro immediato.

Alla corte di Cragnotti

Finito il campionato Signori viene richiesto dalla Lazio del nuovo presidente Cragnotti. E' il campionato 1992/93 e c'è da sostituire il beniamino dei tifosi biancocelesti appena ceduto, Ruben Sosa, e Zoff crede ciecamente in Beppe. I tifosi durante l'estate sono perplessi sul nuovo arrivato ma nella prima gionata in Sampdoria-Lazio 3-3, Beppe segna due goal. Saranno le prime marcature del più prolifico realizzatore biancoceleste dopo il grande Silvio Piola. I dati dicono infatti: Piola reti 143 in 159 partite; Signori 107 reti in 127 partite. Signori è una furia, segna a ripetizione e in tutti i modi. Soprattutto con il prodigioso sinistro ma anche con il destro, come in un derby in notturna e per di più al volo dal limite, su rigore (li tira senza rincorsa), su punizione, in mischia, con tiri potenti da fuori, in acrobazia, su azione personale dopo aver dribblato l'intera difesa avversaria come contro l'Inter e contro il Torino, e segna con vicino qualsiasi punta centrale sia essa Riedle o Boksic. E' un vero idolo dei tifosi e diventa un personaggio a tutto tondo. E' un calciatore serio e un uomo responsabile. Non vince niente con la Lazio, a parte ben tre classifiche dei cannonieri nel 1992/93, 1993/94 e 1995/96, ma convincerà i dirigenti a potenziare ancora di più la squadra che a cavallo del secolo vincerà tutto. Degli anni in biancoceleste queste sono le cifre impressionanti: 1992/93 reti 26 in 32 partite; 1993/94 reti 23 in 34 partite; 1994/95 reti 17 in 27 partite; 1995/96 reti 24 in 31 partite; 1996/97 reti 15 in 32 partite; 1997/98 2 reti in 6 partite. Inoltre nelle coppe italiane, nei 6 anni trascorsi alla Lazio, disputa 24 incontri e segna 17 reti mentre nelle coppe europee mette a segno 3 reti in 19 partite. Dopo Zoff la Lazio viene allenata dall'antico maestro Zeman e poi, nell'ultimo anno di permanenza, da Eriksson, acquisito dalla Sampdoria,. Con lo Svedese Signori comincia ad accusare i primi sintomi di una dolorosa ernia del disco che gli impedisce di scendere in campo con continuità. Inoltre Eriksson ha voluto con sè a Roma Roberto Mancini e molti altri personaggi dell'ambiente blucerchiato. Si creano malintesi, gelosie e chiusure tra Beppe e il nuovo potere. Beppe è in difficoltà per via dell'infortunio e si accorge che si stanno occupando i suoi spazi. Per contrastare il dolore fisico fa uso di cortisone che lo gonfia e ciò, unito al normale ingrassamento dovuto all'inattività, lo rende impossibilitato a fornire risposte sul campo di gioco. La situazione non viene nemmeno gestita bene a livello societario e nel Novembre 1997 Signori viene prestato alla Sampdoria. Finisce così la permanenza a Roma di uno dei più grandi giocatori che abbia mai vestito la casacca biancoceleste. Un atleta che ha restituito dignità e prestigio ai sostenitori biancocelesti, che ha dato prova di attaccamento alla maglia giocando e vincendo molte partite in condizioni menomate, che nei derby ha trafitto spesso i portieri della Roma e ne ha terrorizzato i tifosi i quali, però, lo hanno sempre rispettato e ammirato. Il giocatore, insomma, che era necessario alla Lazio che si affacciava sui grandi palcoscenici del calcio.



Una Sommossa popolare

L'11 Giugno 1995 Cragnotti intavolò trattative con il Parma per la cessione agli Emiliani del bomber Giuseppe Signori in cambio di 22 miliardi di lire. Oltre 5000 persone sostarono sotto la sede per tutto il giorno, protestando vivacemente ma civilmente. Nel tardo pomeriggio il presidente, sotto la spinta dei tifosi, fu costretto a ritirare la parola data agli emissari parmensi e il giocatore restò a Roma. Fu la prima volta nella storia del calcio che la passione popolare costrinse un presidente a trattenere un calciatore. 



Una finale negata

nota di lavoro USA 94



Anni di gloria e l'addio

Dal Bologna alla panchina