Zanetti Diego
Nato a Invorio Inferiore (Novara) il 22 gennaio 1939. Difensore. Comincia a giocare al calcio nelle squadre giovanili del suo paese dove si mette in luce nel ruolo di centrocampista. Un osservatore del Novara lo nota in un torneo giovanile e ne consiglia l'acquisto. Nel Novara arriva nel 1957/58 ma senza esordire in prima squadra. L'esordio, in serie B, avviene l'anno successivo ma gioca solo sei partite in sostituzione di compagni indisponibili. Nel campionato 1960/61 Zanetti viene spostato in difesa con il compito di marcare una delle punte avversarie. Le prove sono molto convincenti tanto da giocare titolare in tutte le trentotto partite del torneo mettendo a segno due reti. In questo campionato si avvale dell'ottima intesa raggiunta con l'altro fortissimo difensore Udovicich. Alla fine del torneo il Novara viene retrocesso in serie C per un mai chiarito illecito denunciato da un giocatore della Sambenedettese e la società decide di vendere i suoi elementi migliori. La Lazio lo acquista cedendo al Novara Fumagalli e Mattei e da questo momento il calciatore diviene progressivamente uno dei protagonisti della squadra. E' una Lazio di serie B dove occorrono soprattutto cuore e determinazione. Zanetti ha in sè queste due qualità e le mette a frutto. Titolare inamovibile, nel campionato 1961/62 assomma 35 presenze nel ruolo di terzino destro e sotto la guida dei tecnici, migliora nettamente il suo profilo tecnico. Vengono apprezzate la sua umiltà e la sua dedizione che gli consentono di non perdere mai la concentrazione. Si dedica ore e ore al "muro" per migliorare il controllo di palla e il piede sinistro, sotto la guida del mister argentino Lorenzo che lo ritiene calciatore essenziale. Ancora in serie B nel 1962/63 non salta nemmeno una gara ed è uno dei protagonisti della promozione in serie A. Viene confermato e non subisce più di tanto il salto di categoria sebbene se la debba vedere con avversari del calibro di Corso, Menichelli, Pascutti, ecc. In tale campionato gioca trenta partite e segna una rete contro il Bari. Anche nel campionato successivo, sotto la guida di Mannocci, si conferma marcatore essenziale e affidabile. La Lazio lo utilizzerà fino alla stagione 1968/69 e sempre con ottimi risultati. Solo nel campionato 1966/67, a causa di seri infortuni, gioca solo diciassette gare e la Lazio retrocede di nuovo in serie B. Gioca per altri due campionati nella serie inferiore confermando le sue doti agonistiche e tecniche e contribuisce a riportare di nuovo la Lazio in serie A. Ma alla fine del campionato non viene confermato ed è ceduto al Vicenza dove resterà per due stagioni senza però riproporre le qualità mostrate a Roma. Ancora piuttosto giovane ma forse logorato da dodici stagioni durissime svolte in un ruolo usurante, abbandona il calcio professionistico e torna in Piemonte. Qui si dedica al lavoro di allenatore ma sempre in squadre di categoria inferiore. Possiede il patentino di seconda categoria e opera nella provincia di Novara. Nella Lazio ha giocato tra Campionati di A e di B e Coppe Italia per 258 volte, mettendo a segno due reti. Diego Zanetti è stato un terzino marcatore di modesto valore assoluto ma ammirevole per grinta, applicazione, dedizione alla maglia e volontà. Forte fisicamente, m 1,79 per 76 kg, veloce, potente e discreto colpitore di testa, non è mai stato surclassato da nessun avversario. A volte, infatti, l'avversario diretto può aver imposto i diritti della classe ma Zanetti non è mai uscito dal campo mortificato. Di carattere schivo, mai oltre le righe, sempre grato a chi gli ha insegnato il mestiere di calciatore, molto benvoluto dai compagni, ha lasciato un ricordo positivo ai tanti tifosi biancocelesti che lo hanno visto giocare. Per meglio capire il suo modo d'intendere il calcio è forse interessante riproporre un brano di una delle rare interviste che ha rilasciato, all'indomani del suo primo goal segnato con la maglia laziale contro il Bari: " ..ho visto lo spiraglio buono, mi sono buttato in velocità in avanti, ho chiuso gli occhi e ho tirato confidando nella dea bendata. Comunque la fortuna aiuta una sola volta e io non riuscirò più a fare il bis..".