Gli avvenimenti dopo la conquista dello scudetto 1974

Da LazioWiki.

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I Giorni seguenti la vittoria

12 Maggio 1974, il giorno dello scudetto

La città si era svegliata all'alba perchè alle 7 si aprivano i seggi per votare l'abrogazione della legge 898 Fortuna-Baslini del 1970, che aveva introdotto il divorzio in Italia. Era il primo referendum dopo quello del 2 giugno 1946 che aveva sancito che l'Italia era una Repubblica. Molti tifosi prima di recarsi allo stadio erano passati a votare e per le strade c'era un traffico inusuale per una Domenica di Maggio, anche se calda. I primi ad arrivare furono i tifosi senza biglietto che, armati di binocoli, si erano appostati in prossimità della statua della Madonna che domina Monte Mario e sugli alberi della collina stessa. I cancelli dello stadio furono aperti prestissimo perchè la calca alle 8 era già tanta e molti tifosi, anch'essi senza tagliando (introvabile da giorni), avevano approfittato della ressa all'ingresso per entrare gratis. Il clima era di festa, l'unico inconveniente era che si stava pigiati come sardine anche seduti. Ogni tifoso aveva una bandiera, acquistata nei banchetti più o meno abusivi che erano dislocati lungo ponte Duca D'Aosta i cui operatori erano giunti dalla vicina Campania già dalla notte, o fatta in casa (quasi tutte le mercerie di Roma finirono le stoffe bianche, azzurre e celesti). Furono arrestati alcuni bagarini che vendevano le curve a 15.000 Lire (prezzo iniziale £.2.500) ed altri con tagliandi contraffatti. L'Atac potenziò gli autobus N. 121 a tal punto che lasciò alcune zone della periferia romana quasi all'asciutto di mezzi pubblici. Finita la gara, ci vollero molte ore per lasciare la zona dello stadio perchè Roma si congestionò per la gran quantità di tifosi che invasero con le auto il centro storico, fino all'alba. Verso mezzanotte furono prese d'assalto le prime edicole del centro per acquistare la prima edizione dei giornali. Numerosi problemi ebbe anche la macchina elettorale del Viminale per via delle strade intasate e alcuni soldati comandati nei seggi non poterono ricevere il vitto. Da ricordare il tifoso cinquantenne Luigi Valeri che si sdraiò sul selciato di Piazza del Popolo e si fece annaffiare con una damigiana di 50 litri di vino dei castelli, per festeggiare la vittoria del tricolore.

La Lazio al centro del mondo calcistico

Aver conquistato per la prima volta nella sua Storia lo Scudetto, porta la Società Sportiva Lazio al centro dell'attenzione della stampa italiana ed internazionale. Numerose sono le iniziative per commemorare l'evento storico. Sette dischi fra 33 e 45 giri uscirono contemporaneamente nei negozi il giorno dopo. Dalle numerose richieste di amichevoli, sia in campo regionale, che internazionale, alla richiesta di far presenziare giocatori e dirigenti nelle feste organizzate dai vari Lazio club e nei ricevimenti ufficiali davanti alle autorità. La società finisce sulle copertine dei maggiori giornali nazionali che esaltano il gioco e la forza del sodalizio biancazzurro.

Da: La Stampa

Nicola Pietrangeli: "Anch'io ho vinto lo scudetto" Spero che Maestrelli mi scusera se mi prendo anch'io un po' di merito per questo scudetto veramente sudato e sofferto. Domenica è stata dura. Il Foggia non voleva perdere e la Lazio non riusciva a segnare, così abbiamo sofferto molto più di quello che si pensava. Adesso molti diranno che è merito loro se la Lazio ha conquistato lo scudetto e grideranno - Abbiamo vinto -. Certo, se la Lazio avesse perso, avrebbero proclamato « Hanno perduto », ma questa è la legge dello sport. Forse, qualcuno si ricorderà quando ho scritto per la prima volta della Lazio. E' passato più di un anno, e sono ancora lì quasi ogni giorno, con il bello o il brutto tempo, in momenti gioiosi o in momenti meno belli, ma sempre con loro. Per questo non credo di essere troppo presuntuoso se dico che questo scudetto l'ho vinto un po' anch'io. Domenica, quando l'arbitro ha fischiato la fine della gara con il Foggia, non so quanti mi hanno stretto la mano, e mi hanno detto bravo, perché - avevamo » vinto. Solo lo so quante altre volte, siccome • avevano » perso nessuno si congratulava. Comunque è andata, adesso bisogna ripetersi. Non so se sono più famoso da quando mi alleno con la Lazio 0 quando giocavo la finale di Coppa Davis. Purtroppo c'è anche il rovescio della medaglia. Per esempio, i tifosi romanisti non mi perdonano di stare non i cugini laziali, così ogni tanto mi tocca anche litigare. A Torino, dopo Torino-Roma del girone di andata, mentre uscivo dallo stadio sono stato assalito da un gruppo di giallorossi che mi accusavano di portare iella alla Roma. E pensare che vado alla partita perché mi diverte vedere giocare, e chi mi conosce sa che dico la verità. Ma torniamo ai Campioni. Sarebbe troppo facile, ma anche troppo presuntuoso, tirare delle somme, e dire perché la Lazio ha vinto il campionato. E' per questo che lascio tale compito ai tecnici. Posso solo dare un mio giudizio personale, avendo avuto il piacere di vivere con i giocatori momenti che altri non possono descrivere. Da un anno, grazie all'amicizia che mi lega a Maestrelli e a Lovati, mi sono allenato quasi tutti 1 giorni con la rosa dei giocatori laziali. Sono diventato uno di loro. Ho già detto come mi trattavano i primi giorni: bisogna sentire adesso, se sbaglio un passaggio o faccio qualcosa che non va: arrivano insulti che, per fortuna, non posso riportare. Debbo dire, però, che so difendermi e che, a mia volta, rimando le battute. Per esempio, Re Cecconi ignora di farmi un complimento quando, dopo l'allenamento, ci mettiamo a discutere su questo o quel passaggio più o meno buono. Vuol dire che pensa che io possa giocare al livello suo e dei suoi compagni: è un grosso complimento. Certo, quando si tratta di corsa vera, allora, 40 anni si fanno sentire. Mi è stato chiesto qual è il segreto della Lazio. Non sono un tecnico, ma credo che l'arma vera di Maestrelli sia stata quella di impedire che qualcuno si montasse la testa. E' vero che i laziali hanno giocato partita per partita, e fino a poche domeniche fa nessuno parlava di scudetto: l'incubo della Juventus era sempre a Tor di Quinto. Maestrelli non permette che si parli di futuro, vuole che si parli del presente: -Pensate a vincere domenica prossima, poi si vedrà-. Non vi sono dubbi che un campionato lungo come quello di calcio si vince anche fuori dal campo, ed è proprio così che la Lazio lo ha vinto, almeno secondo me. Vorrei precisare una cosa. La Lazio ha un altro grande merito, ed è quello di aver avuto l'intelligenza di capire che non era più una squadretta di serie B, ma una squadra all'altezza dei grandi nomi del Nord. Ma non è bastato pensarlo, ci sono voluti i sacrifici, ed è grazie alla serietà con la quale i giocatori si sono allenati che sono riusciti ad arrivare dove sono oggi. Le cose non vengono da sole: bisogna vedere dopo l'allenamento Chinaglia, Re Cecconi o Martini. Dai segni sulle gambe ci si accorge che anche durante le partitelle non c'è posto per i « lavativi ». Tutto si potrà dire dei laziali, ma certo non sono degli « scansafatica ». In campo non c'è tempo per pensare a quello che ti ha detto l'allenatore. Ciascuno fa quello che l'avversario gli permetterà di fare, in special modo gli attaccanti. E' solo, secondo me, e parlo per esperienza, grazie ad un lavoro di squadra che si ottengono grossi risultati e si riesce a terminare da campioni una serie di battaglie, perché sono proprio delle battaglie che si sostengono ogni volta. Cosa succederà adesso alla Lazio? Non so, spero che l'ambiente rimanga lo stesso e che si pensi seriamente al futuro, senza tante parole ma con qualche fatto. Spero che i miei amici juventini mi perdoneranno, ma adesso li potrò prendere in giro un po', come loro hanno fatto con me l'anno scorso. Non posso finire senza dire grazie alla Lazio per aver ridato negli ultimi due anni interesse al campionato che sembrava un po' spento. E credo che così la pensino molti sportivi.


Prima amichevole da Campioni d'Italia

Da "Il Tempo"
File:Ceccolzchampagne.jpg
Lenzini e Re Cecconi festeggiano
Articolo del Corsport
Chinaglia festeggiato a Tor di Quinto

Praticamente, nessuno o quasi era riuscito a chiudere un occhio la notte, per via dei festeggiamenti per la conquista dello scudetto. I giocatori hanno fatto l'alba nel noto night Jackie'O, assediati dai tifosi che hanno messo in allarme anche l'attigua ambasciata degli Stati Uniti, bloccando via Boncompagni. L'allenatore, assieme al presidente, ai dirigenti e le loro famiglie hanno festeggiato all'Hotel Americana tra fiumi di champagne e risate. Dopo il riposo concesso da Maestrelli i giocatori si ritrovarono martedi 14 maggio a Centro Sportivo Tor di Quinto-Tommaso Maestrelli per riprendere gli allenamenti in un clima di festa. Migliaia i tifosi presenti con bandiere ed enormi poster da autografare. Assenti Pulici in permesso speciale per la nascita del figlio, e Martini costretto ad una ingessatura alla spalla, dopo essere stato dimesso dall'ospedale San Giacomo, dove era stato ricoverato dopo l'infortunio in gara. Per la verità, molti giocatori si erano recati già la mattina di lunedi 13 maggio al campo di allenamento per incontrare i tifosi, ma di allenamento nemmeno a parlarne, escluso naturalmente i giocatori non impiegati in campo il giorno prima, che avrebbero dovuto giocare contro i cugini una gara valida per il campionato "Under 23". Giovedi 16 maggio i biancazzurri freschi campioni d'Italia si recano a Velletri per un'amichevole già programmata da tempo. L'accoglienza è calorosissima. Moltissimi tifosi accorrono allo stadio da tutta la provincia intasando la pontina e altre statali per molte ore. Festeggiatissimo l'idolo di casa D'Amico che riceve una targa ricordo donatagli da un noto operatore economico pontino. Anche Chinaglia è stato osannato dai sostenitori biancazzurri, che hanno tributato applausi per tutti. I giocatori, dopo la gara hanno fatto molta fatica per tornare a Roma, perchè i tifosi non li lasciavano partire e li hanno scortati per la strada con suoni dei clacson delle autovetture.

Il ricevimento in Campidoglio

L'articolo del Corsport del 21/5/74
L'articolo del Corsport del 21/5/74

Lunedi 20 maggio la Lazio si reca in Campidoglio dove viene ricevuta solennemente dal Sindaco On. Clelio Darida. Nel palazzo dei Conservatori i dirigenti, giocatori, tecnici vengono ringraziati dal primo cittadino per aver reso onore alla città con la conquista del tricolore. Poi dopo un breve discorso, viene offerto un suntuoso rinfresco. Il presidente Lenzini risponde al Sindaco promettendo di rinforzare la squadra per poter essere di nuovo ricevuti l'anno seguente. Vengono offerti dal Comune delle medaglie ricordo create dallo scultore Greco, mentre alla società viene donata una Lupa simbolo dell'Urbe. La Lazio ha contraccambiato con un quadro. Presente anche un rappresentante dell' AS Roma nella figura del consigliere Franco Cocco. Alcuni assessori comunali hanno preso l'impegno di costruire un centro sportivo per aiutare i ragazzi dei quartieri periferici dove mancano strutture adeguate ed intitolarli alla Lazio Campione d'Italia. Assente Maestrelli, per impegni personali. Fuori numerosissimi i tifosi che hanno festeggiato i loro beniamini invadendo la piazza. Qualcuno ha messo una bandiera biancazzurra sulla statua equestre di Marco Aurelio. Traffico impazzito fino a via dei Fori imperiali, con molto daffare per i vigili urbani.

I festeggiamenti ufficiali

La festa scudetto
La notizia riportata sul corspor

Martedi 21 maggio viene organizzata un'amichevole contro gli argentini del San Lorenzo De Almagro per festeggiare lo scudetto. La gara è prevista per le 21.30, ma prima dell'incontro vengono fatti sfilare le sezioni della Polisportiva e le vecchie glorie intervenute numerose. Assenti in campo, ma non alla festa, i 3 nazionali. Gran finale con fuochi pirotecnici per la gioia del pubblico accorso numeroso. Mercoledi 22 maggio è la volta della serata di gala a Villa Miani, aperta anche ai tifosi muniti di regolare biglietto. Anche qui baldoria fino a tarda notte fra musica, canti e balli.

Gli aneddoti e i ricordi di chi c'era