Ciotti Sandro

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Sandro Ciotti con la maglia della Lazio Ragazzi nel 1947
Sandro Ciotti cronista

Ex calciatore della Lazio e della Viterbese nel 1948/49, musicista e giornalista.

Nato a Roma il 4 novembre 1928 ed ivi deceduto il 18 luglio 2003. Figlio del giornalista Gino Ciotti, scrisse per numerosi giornali nazionali. Nel 1958 entrò alla RAI e divenne uno dei più bravi radiocronisti di sport e di musica.

Ebbe un grande successo anche in televisione e condusse numerose edizioni della Domenica Sportiva e di altre popolari trasmissioni. Non si contano le partite e i "Giri d'Italia" e "di Francia" che seguì e che raccontò con la sua voce roca ma piena e intrisa di toni ora secchi e ora epici che accompagnava con un lessico corretto e appropriato. Sandro Ciotti è stato «The Voice» in versione italiana, non bravo come Sinatra a cantare (ma come lui aveva un'immensa passione per la musica, lo testimoniano i reportages su 40 edizioni del festival di Sanremo), ma era il massimo per narrare le imprese degli eroi del calcio.

Quello in particolare degli anni Sessanta e Settanta quando allo stadio andavano ancora le famiglie e papà e mamma mettevano nel cestino il panino con la frittata e si poteva seguire la partita mischiati assieme ai tifosi avversari. Quello delle figurine che si attaccavano sull'album con la coccoina e Ciotti e Ameri non stavano sulla raccolta Panini ma era come se ci fossero.

Era il calcio di quando non si poteva sapere il risultato del primo tempo prima che cominciasse il secondo e allora tutti con la radiolina all'orecchio perchè Ameri, Ciotti, Bortoluzzi in studio, Provenzali, Ferretti, Luzzi dai campi della Serie B, svelavano il mistero mentre cominciava «Tutto il calcio minuto per minuto». Sandro Ciotti il calcio non solo lo raccontava ma prima di tutto lo amava.

Era una delle sue grandi passioni assieme allo scopone e alla musica. Gli piacevano molto anche le donne ma, come un altro romano «doc» come lui (Alberto Sordi), non aveva mai voluto saperne di sposarsi. Come padrino di battesimo aveva avuto Trilussa ma, invece di mettersi a fare il poeta, da ragazzo suonava il violino ed aveva già il pallino del giornalismo. Inoltre giocava nelle giovanili della Lazio, unica squadra della sua carriera calcistica assieme all'Ancona.

Nella squadra biancoceleste entrò nel 1942 e giocava nel ruolo di difensore. Poichè era impegnato in severi studi di violino, arrivava sempre tardi all'allenamento pomeridiano e solo la pazienza e la signorilità dell'allenatore Dino Canestri gli permettevano di essere tollerato dai dirigenti. I molti interessi non gli consentirono di avere grande successo nel calcio e non esordì mai in prima squadra. Tuttavia la Lazio, insieme al Torino, rimase sempre nelle sue corde.

La sua voce aveva preso quel timbro così roco e caratteristico dopo 14 ore consecutive di diretta sotto la pioggia durante le Olimpiadi di Città del Messico nel 1968. E gli era rimasto appiccicato addosso facendo di lui il simbolo di 30 anni di calcio radiofonico e poi anche televisivo quando aveva, per cinque anni fino al 1991, condotto la Domenica Sportiva. Dal teleschermo era diventato anche l'esempio per chi, come lui, non voleva saperne di riporre nell'armadio le camicie con il collettone stile primi anni '70, quelle che sono tornate di moda adesso che Ciotti se n'è andato.

Sandro Ciotti era stimato da tutti, compresi i fuoriclasse amanti dei silenzi stampa e quelli dalla vita disordinata. Quando Johan Cruijff, ancora giocatore, disse sì al progetto di film sulla sua vita calcistica, pose solo una condizione: che la regia fosse affidata a Sandro Ciotti, «il miglior giornalista sportivo che ho mai conosciuto». Ne venne fuori «Il Profeta del Gol», gemma del genere filmistico-documentario.