18 Marzo 1974

Da LazioWiki.

Scrive La Stampa:

La Lazio perde colpi, ieri a San Siro ha passato un pomeriggio terribile. Alle bordate di un'Inter in piena salute fìsica, anche se non trascendentale sul piano del gioco d'assieme, facevano eco (dopo il... confortante zero a zero del primo tempo) i gol juventini che arrivavano da Torino sull'onda delle radio portatili. I nervi a Chinaglia e colleghi non hanno retto. Scesa in campo già agitata da una contestazione interna che avrebbe posto alcuni atleti contro Maestrellì (colpevole di aver scelto Inselvini per lasciare D'Amico in panchina) la capolista ha finito per smarrire sempre più il senso del gioco. Chinaglia, il gigante, l'uomo forte, il trascinatore ha perso la testa per primo, ed è il primo colpevole del crollo della squadra. Contrariamente al solito, è rimasto piantato in mezzo all'area di rigore quasi volesse evitare a Facchetti di avanzare. Ma rinunciando al suo solito movimento, ha finito per fare il suo danno, rimanendo surclassato dall'avversario.. Il cendimento psicofisico del centravanti è un po' lo specchio della situazione generale. Anche se alcuni suoi avanzamenti sono parsi più generosi che realmente efficaci, il più calmo è parso Wilson. Lo stesso Pulici — solitamente freddo — ha alternato momenti felici con incertezze clamorose, come quella che è costata il secondo gol, quello del due a zero, della mazzata. Adesso Maestrelli deve correre ai ripari, con l'aiuto del presidente Lenzini, debbono ridare tono in campo e calma (in campo e fuori) a giocatori che sembrano mostrare la corda dopo due stagioni di ottimo football. E' paradossale che la squadra abbia ceduto proprio nella giornata del rientro di Re Cecconi (non ancora al massimo, ovviamente, ma già buono) e di Martini, ovvero dei pilastri della manovra, assieme a Frustalupi. Il fatto è che tutti, indistintamente, hanno mostrato nel caldo pomeriggio primaverile di San Siro un notevole appannamento fisico. Forse la capolista sta pagando il fatto di non possedere dei cambi validi. Inselvini in questo periodo ha fatto quanto ha potuto, ma gli altri si sono spremuti per sopperire all'assenza di Re Cecconi al punto da essere svuotati proprio adesso che il centrocampista titolare è pronto a rifare la sua parte. Poco protetta dal centro, campo, infilato specialmente sulle fasce laterali dalle proiezioni offensive di Fedele, Bertini e Bedin, la difesa biancàzzurra ha vacillato spesso, e nel finale solo il nervosismo e la sfortuna di Boninsegna, unite alla bravura di un Pulici tornato pronto nei riflessi, le hanno evitato un passivo maggiore. Il Pulici del finale, Wilson, Re Cecconi (che è ovviamente destinato a progredire) e D'Amico sono parsi gli unici della Lazio in condizioni efficienti. Gli altri un mezzo disastro, con Chinaglia maggior delusione. Se la Juventus riesce a far sentire per qualche domenica i suoi passi... spietati alla capolista, è probabile che Long John e compagni finiscano per « saltare per aria», pagando la lunga inevitabile usura della corsa di testa. Se, al contrario, Maestrelli saprà raddrizzare la barca, potrà tranquillamente fregiarsi del titolo di mago. Quanto si è visto a San Siro fa pensare che il suo compito sia davvero difficile.

Mesto ritorno da Milano dei giocatori della Lazio, usciti assai scossi dallo scontro con l'Inter e dalle aspre polemiche che sarebbero sorte all'interno della squadra prima e dopo la sconfitta con i nerazzurri. Maestrelli (non è la prima volta) si è messo subito al lavoro con pazienza. Il trainer è rimasto a lungo, stamane, nella sua stanzetta a Tor di Quinto dedicandosi ad una scrupolosa lettura dei giornali. Quindi ha chiamato a rapporto prima Wilson e poi Chinaglia con i quali si è intrattenuto complessivamente per circa due ore. Nulla è trapelato degli argomenti che sono stati discussi. E' chiaro, tuttavia, che deve essere stato concertato un piano mirante a ridimensionare gli episodi accaduti durante la trasferta milanese. Maestrelli fa in pieno il suo dovere di uomo onesto che crede nel faticoso lavoro che gli ha procurato tanti meriti e fa bene a difenderlo. Ma i nervosismi che rischiano di minare le fondamenta della squadra restano. Riferendosi all'episodio che ha rivelato più di altri il disagio psicologico dei giocatori (pallone spedito con rabbia da Chinaglia fuori campo al momento di centrare la palla dopo il terzo gol dell'Inter) il trainer ha così iniziato la difesa dei suoi uomini: « E' stato un attimo di nervosismo, può capitare a tutti. Tengo, però, a chiarire che prima dell'incontro non c'è stato alcun battibecco sulla scelta della formazione. La verità è che i miei giocatori hanno sentito troppo la gara, Il gol incassato a freddo ha contribuito ad aumentare la tensione. E' stata inventata di sana pianta tutta una serie di episodi che mi amareggiano. Non esiste acun contrasto fra i giocatori. Ho letto su qualche giornale che ci sarebbero state violente discussioni, sabato sera, quando ho comunicato lo schieramento. Per mia abitudine gli atleti conoscono soltanto a mezzogiorno della domenica le mie decisioni. Condivido le critiche alla squadra che non ha giocato secondo il solito standard. Ma non ammetto che venga falsata la verità. La sconfitta, anche se ci amareggia, sarà una preziosa esperienza per noi. La Lazio ha sempre saputo reagire. Dicono che siamo ormai cotti. Anche lo scorso anno molti ebbero questa impressione e invece fino a due minuti dalla fine del campionato eravamo ancora in corsa per il titolo ». Il trainer non deve essere stato tenero neppure con i suoi giocatori. Si è capito dall'autocritica di Wilson, espressa senza mezzi termini: Abbiamo incontrato una grande Inter — ha detto il capitano — però i suoi gol sono stati il frutto dei nostri errori ». — E' vero che Chinaglia ha rimproverato voi difensori con parole aspre? « Se abbiamo commesso delle ingenuità, queste sono da addebitarsi a tutta la squadra ». — Si parla di clan esistenti in seno alla Lazio. Almeno sette di noi posseggono una spiccata personalità — ha replicato con tono duro Wilson — ecco dimostrata, quindi, l'assurdità di tali voci. Piantiamola a voler creare a tutti i costi drammi che non esistono. Il fatto concreto è che noi abbiamo ancora due punti di vantaggio sulla Juventus ».