2 Aprile 1974

Da LazioWiki.

Scrive La Stampa:

Giorgio Chinaglia paga con l'« esilio » gli strascichi del movimentatissimo derby capitolino. Di comune accordo con la società e con Maestrelli, il giocatore ha raggiunto una località segreta per sottrarsi al clima di roventi polemiche in cui si è trovato coinvolto. E' stato deciso che Chinaglia resterà - nascosto » per tre giorni. Egli continuerà ad allenarsi da solo. Probabilmente rientrerà a Roma giovedì, dopo che saranno state rese note le decisioni del giudice sportivo sui gravi fatti accaduti all'Olimpico. Un'eventuale squalifica del campo, rischierebbe di riaccendere pericolosamente gli animi dei tifosi romanisti più agitati che considerano il giocatore laziale il maggiore responsabile del pomeriggio di violenze. Anche la critica non è stata tenera con Chinaglia. La maggior parte della stampa romana ha sparato a zero sul focoso condottiero biancoazzurro rimproverandogli di aver assunto un atteggiamento provocatorio del quale avrebbe potuto fare a meno. Lo sfogo contro la borsa di un fotografo, il pallone scagliato sulla schiena di Morini a gioco fermo (che ha indotto Gonella ad estrarre il cartellino giallo dell'ammonizione), I gesti di scherno verso la folla della curva Sud: sono tutti episodi ricordati con accenti di duro rimprovero che hanno finito per turbare anche la vita privata del giocatore. In questi giorni il suo telefono ha squillato in continuazione, persone anonime l'hanno insultato e minacciato. Alcuni fans romanisti ieri notte hanno dipinto con vernice giallorossa la saracinesca della boutique che appartiene a Chinaglia.

E' un segno della tensione che a distanza di due giorni dalla partita non accenna a diminuire. Si teme che la rabbia torni ad esplodere quando domani pomeriggio si conosceranno le decisione di Barbè. Prima di partire ii centravanti laziale si è difeso energicamente dalle accuse: Io sono un tifoso della Lazio — ha dichiarato —ho sentito alla mia maniera il derby. Il mio nervosismo è aumentato quando sono stato preso di mira dal sostenitori rivali appena messo il piede in campo. Con la Roma in vantaggio ho perso le staffe. Forse ho esagerato lo ammetto. Non ho saputo frenare il mio impulso quando ho scagliato lontano la valigia di un fotografo e ho calciato la palla su Morini. Per natura sono un istintivo, quindi non ho voluto intenzionalmente provocare il pubblico ». Chinaglia giustifica quindi con il suo temperamento esuberante gli episodi di cui si è reso protagonista e non capisce perché si trovi sul banco degli accusati. I teppisti che lo hanno preso di mira con gesti di vandalismo vanno condannati senza riserva. Agendo in questo modo mettono dalla parte del torto anche quei tifosi che si sono limitati a protestare verbalmente sugli spalti dello stadio. Ma ci sembra che anche Chinaglia abbia le sue colpe. Schernire con gesti poco ortodossi la folla, già innervosita dalle contrastate vicende della partita, non è stato un gesto opportuno. Forse al giocatore sono sfuggite le dimensioni di una situazione che ha rischiato di trasformarsi in dramma. Già prima della gara Chinaglia aveva creato le premesse per un'accoglienza ostile. Come dimostrano i documenti fotografici egli è entrato sul campo in borghese allungando la gamba fuori dalla pensilina con un gesto di sfida. Sembra che sia dovuto intervenire il vice questore Mirabile, il quale avrebbe invitato energicamente il giocatore a mettere fine alla scena. Le colpe, dunque, vanno divise in parti uguali, anche se Chinaglia, più dei suoi tifosi rivali, avrebbe avuto il dovere di ricordare che la vita del football, da cui egli trae lauti guadagni, è in gran parte affidata al senso di responsabilità dei protagonisti.