4 Maggio 1974

Da LazioWiki.

Maestrelli ha tamponato con infinito buonsenso le scuciture psicofisiche dei suoi uomini. Spedisce a Palermo in Coppa Italia la squadra ragazzi (e infatti interviene la « disciplinare ») per preservare i Chinaglia, i Re Cecconi, i Frustalupi, logori da tre anni di magnifico podismo pallonaro. Maestrelli è bravo, anzi ottimo uomo, come conoscitore di calcio e di caratteri. Deve lavorare di sottigliezza alla pari di un maestro di poker (o di scopa, gioco in cui vince spesso) per mitigare nervosismi, incertezze, cadute infantili che minano la « tenuta » del suo famoso « Ajax de noantri ». La Lazio si è imposta a furia di correre forte e utilmente, al di là di scarse simpatie tifose. Ha superato in due anni il dislivello che fa, di una squadra normale, la « grande » da battere. Oggi è boccone da attaccare su ogni campo. Il Torino non si tirerà certo indietro. Il ruolo di ammazzacattivi gli torna a pennello, Edmondo Fabbri sa estrarre disegni tattici da opporre a chicchessia. Gli manca però una pedina determinante quale Graziani, che è trascinatore, lottatore, goleador e talora si trasforma anche in « play-maker » negli ultimi venti metri. Fabbri è al bivio: o mutare la formula tattica per la differenza degli uomini a disposizione o rischiare dalla lavagna al campo studiando una partita « diversa ». Il Torello è la squadra più in forma del momento, dicono tutti. Può giocare in scioltezza, far gol, ingolfare i tentativi altrui e rovesciarli partendo da Sala che è il «nodo» della forbice tattica. E poi: siamo entrati nel «segno del Toro», con questo maggio e oggi è una domenica che vale da venticinque anni. Grosse carte che contano, queste. La partita è decisamente affidata ad una scommessa, evita un pronostico accomodante. Ma se la Juventus a Roma può trovar zavorra solo in una sua giornata no, così la Lazio deve sperare di ritrovar ritmo e scambi e autorità per una giornata-sì che le manca da tempo, malgrado i risultati utili. Ogni altra supposizione sconfina nel superfluo. Per chi crede ancora in questo scorcio di football, nello scudetto «loro» o nello scudetto «nostro», la domenica è straordinaria. Possiamo essere i primi ad applaudire una Lazio se tiene testa alle folgori torinesi. Possiamo essere i primi a compiacerci se il titolo non si allontana da una città che lo conosce come le sue tasche. Giocate allora, «eroi» più o meno credibili dei nostri pomeriggi. E voi, amici, salutate Chinaglia come merita. Potrebbe ringraziarvi dedicandovi un gol da Stoccarda. Giovanni Arpino Dal cilindro di Fabbri il responso per lo scudetto?

Scrive Vladimiro Caminiti su Tuttosport

Questa presentazione di Torino-Lazio comincia dalla Lazio per precedenza ... automobilistica; prima, andiamo a Chieri, poi scendiamo a Villa Sassi. La Lazio è appena arrivata dall'allenamento nel corso del quale D'Amico ha palleggiato, ma ha fatto una smorfia sbattendo le manine, e poi zio Maestrelli ha convenuto che bisognava aspettare il medico, voglio dire il famoso (se ne parla come di un santone nel clan della Lazio) dottor Ziaco. Noi li troviamo impegnati a fondo sulle carte e subito il trainer smette anche perché, spiega, se non gioca a scopa con Lenzini non si diverte. Infila la mano destra nel taschino della giacca e cava un mazzo di banconote alto così. Le ha vinte al presidente. Sono tutte firmate Lenzini. Maestrelli si siede ad un tavolo e fa arrivare l'aperitivo. Noi lo abbordiamo brusco: « E' lo stress? ». « Quale stress? » « Insomma, il logorio nervoso del primato, la stanchezza del troppo correre, c'è o non c'è ? ». « Non c'è niente, è una cosa normale che capita a tutte le squadre, partite cruciali come questa con il Torino ne abbiamo disputate tante. Da un anno tutte le partite sono cruciali per noi ». « Frustalupi non è stanco? ». « E perché dovrebbe essere stanco? ». « Non l'ha tirato fuori domenica? ». « Essì, aveva accusato una contusione ad una caviglia ...». « Ma col Genoa avete penato ... ». « Abbiamo risentito dell'assenza di D'Amico ... Ma se finiva 4 a 2 per noi era normale. Certo il Genoa ha giocato una buona partita ».