Domenica 14 gennaio 1951 - Roma, stadio Torino – Lazio-Bologna 1-0

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14 gennaio 1951 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1950/51 - XIX giornata

LAZIO: Sentimenti (IV), Antonazzi, Sentimenti (V), Alzani, Malacarne, Sentimenti (III), Puccinelli, Magrini, Arce, Flamini, Cecconi. All. Sperone.

BOLOGNA: Vanz, Giovannini, Ballacci, Pilmark, Mezzandri, Jensen, Cervellati, Bernicchi, Cappello, Campatelli, Matteucci. All. Crawford.

Arbitro: sig. Liverani di Torino.

Marcatori: 27' Arce.

Note: giornata di sole ma fredda per la tramontana; lievi incidenti di gioco a Malacarne nel primo tempo ed a Campatelli nella ripresa; calci d’angolo 4-2 in favore della Lazio; presente in tribuna d’onore il ministro Gonella.

Spettatori: 30.000 circa.

Enrico Vignolini su La Gazzetta dello Sport scrive: Ci si aspettava di meglio. Un gol di Arce e nulla più... Il Bologna, tanto atteso a Roma, per i risultati positivi conseguiti ad inizio torneo, ha un po’ deluso, sia pure con l’attenuante della sua formazione rimaneggiata, anche la Lazio, che non è riuscita ad andare oltre un successo di stretta misura, condotto in porto non senza fatica e non senza preoccupazioni. Infatti entrambe le squadre complessivamente hanno giocato in tono alquanto dimesso: male il Bologna e non bene la Lazio, arruffando entrambe soprattutto in attacco e forse per questo, nonostante le occasioni capitate ad entrambe, hanno ottenuto ben poco di positivo oltre a quel gol che è servito ad impinguare di altri due punti il carnet della compagine biancazzurra. Una mezza delusione dunque: il Bologna un po’ sbandato anche in difesa ha avuto due uomini di spicco: Pilmark e Jensen. Lo stesso Mezzandri di cui spesso le cronache parlano come di uno degli artiglieri rossoblu, non sempre è apparso a punto, preciso e continuo. Per gli altri attaccanti, all'infuori della buona volontà e dell’impegno, con qualche notazione per il vivace Cervellati, per Cappello invece, la cui classe si vede allorché si muove, non c’è nemmeno quest’attenuante: infatti ha fatto pochissimo perché il suo apporto desse luce e sostanza al gioco del reparto.

Sullo stesso tono anche la Lazio, più solida del Bologna in difesa, con due laterali che le mezze ali del Bologna poche volte hanno controllato con efficacia; la compagine laziale infatti si è spinta più spesso dell’avversaria in attacco, ha pressato maggiormente, ha avuto più occasioni favorevoli da sfruttare; però ha realizzato un solo gol, nato da un’azione poco chiara che Arce ha avuto la prontezza di sfruttare. La ragione del gioco opaco dell’attacco laziale riguarda i continui spostamenti cui il reparto, per forza di cose e per criteri tattici e tecnici dell’allenatore, è sottoposto. Mentre nei reparti arretrati la situazione è più chiara: Sentimenti IV, Antonazzi, Alzani, Sentimenti III danno solidità e sicurezza alla squadra, anche se Malacarne, di tanto in tanto, accusa qualche battuta a vuoto e se Sentimenti V, sostituto di Furiassi, rende meno di quest’ultimo. Per quanto concerne la cronaca c’è da sottolineare un’occasione d’oro fallita dal Bologna, qualche istante prima del gol laziale: se l’occasione fosse andata in porto forse la partita avrebbe assunto un altro aspetto, ma Bernicchi al 19', lanciato, solo di fronte a Sentimenti IV, da un preciso allungo di Campatelli, colpiva il montante, mentre al 27’ a seguito di una punizione calciata da Alzani, testa di Puccinelli, tocco di Magrini, intercettazione di un difensore bolognese, ma palla subito riconquistata da Arce che tirava prontamente ed imparabilmente da pochi metri. Tuttavia c’è stata una miriade di occasioni mancate in cui la Lazio ha uguagliato il Bologna: al 73' quando Puccinelli porgeva a Magrini un pallone facile e docile ad una decina di metri dalla porta di Vanz e questi tirava incredibilmente a lato. Da notare che nei lunghi periodi di pressione laziale raramente Vanz ha dovuto effettuare difficili interventi, eccetto al 68’ su tiro di Cecconi ma l’arbitro aveva già fischiato il fuorigioco e lo stesso dicasi per Sentimenti IV quando il Bologna attaccava. Proprio per questo si è trattato di una partitaccia e di una mezza delusione.





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