Domenica 30 ottobre 1938 - Roma, stadio del P.N.F. - Lazio-Torino 1-1

Da LazioWiki.

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30 ottobre 1938 - 556 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1938/39 - VI giornata

LAZIO: Blason, Zacconi, Monza (II), Milano, Ramella, Palma, Busani, Riccardi, Capri, Camolese, Costa. All. Giuseppe Viola.

TORINO: Olivieri, Brunella, Ferrini, Gallea, Allasio, Neri, Bo, Vallone, Gaddoni, Petron, Ferrero.

Arbitro: sig. Scorzoni di Bologna

Marcatori: 3' pt Capri, st 7' Petron

Note: cielo coperto, terreno scivoloso. Esordio in serie A per Armando Palma. Al 6' pt Costa, in uno scontro con Olivieri, riporta la frattura del perone e ciò costringe la Lazio a giocare in dieci per 84' minuti. In tribuna il gen. Vaccaro, le LL. EE. Valle, Marinetti e Riccardi.

Spettatori: 7.000.

Immagini della gara
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Il Torino pareggia con la Lazio 1-1 (0-1) Gli azzurri segnano subito con Capri, perdono Costa per un grave incidente e sono raggiunti nella ripresa per un goal di Petron Questa partita è nata sotto una cattiva stella per la Lazio. Piola è tornato da Londra in condizioni tali da dover osservare il più assoluto riposo per un mese e la squadra azzurra, privata del suo uomo di punta, ha adottato uno schieramento di fortuna, con un esordiente nella mediana e con un attacco, che, oltre a tutto aveva Camolese in condizioni fisiche minorate.

Un guaio dover giocare così contro il Torino. Un guaio grosso. Il punto e l'infortunio di Capri tuttavia l'inizio fu tale da far pensare al miracolo di una Lazio egualmente capace di puntare alla vittoria. La pioggia caduta con insistenza durante tutta la giornata del sabato e fino a pochi minuti dal « via », aveva reso il campo assai sdrucciolevole e si vide subito che il Torino mal si adattava a manovrare su di un terreno così insidioso. Non solo i granata non riuscirono ad assumere l'iniziativa, ma dovettero ripiegare in difesa, movendosi non un certo impaccio e creando nella loro metà campo una notevole confusione.

E Capri, l'improvvisato condottiero della prima linea laziale, ebbe senz'altro spunti velocissimi e assai felici. Il primo lo portò a impegnare Olivieri e fruttò un calcio d'angolo, ripetuto per un successivo intervento di un difensore, e il secondo batté senza scampo gli avversari. Si era appena al 3.o minuto allorché Capri scartò Allasio, si spinse verso l'area e, prima, ancora di penetrarvi, scoccò un tiro magnifico per forza e precisione. La palla filò via raso terra e Olivieri riuscì appena a sfiorarla gettandosi in tuffo e distendendosi quanto poté. Un bel goal, che risultò, così all'inizio, una iniezione di entusiasmo per la Lazio e una mazzata per il Torino, che si venne a trovare con un punto al passivo prima ancora di aver praticamente potuto organizzarsi in campo.

Ma la Lazio doveva pagar caro questo suo successo. Due minuti appresso, Costa, arrivato fin sulla linea di fondo, stava per calciare, quando Olivieri, uscito dai pali, si gettò alla disperata per salvare il salvabile. Il portiere bloccò la palla e si rialzò senz'altro, ma l'attaccante rimase a terra. Fu portato sui margini del campo, curato alla meglio e rimandato in linea, ma per pochi Istanti, che si accasciò ancora e fu necessario accompagnarlo negli spogliatoi. Era successo, da quanto si seppe poi, che, essendo il medesimo rimasto sotto la spalla di Olivieri, la gamba aveva fatto leva violentemente e il perone si era spezzato.

Una disgrazia per nulla imputabile a Olivieri, ma tale da diminuire ancora le sorti del reparto avanzato azzurro. Capri passò allora all'ala sinistra, si spostò poi ancora al centro e praticamente continuò a variare da un posto all'altro per sopperire, col suo grande impegno all'assenza del compagno. !! Torino attacca ma non segna Con una rete al passivo, ma contro dieci soli avversari, non tutti validissimi, il Torino parve aver partita vinta. Se la sua azione si fosse sviluppata con ritmo normale, sarebbe passato con relativa facilità.

Effettivamente, per tutto il tempo la Lazio non riuscì più ad essere minacciosa. Le poche incursioni di Capri e di Busani vennero bloccate inesorabilmente dalla difesa granata, superiore in forza e in classe. Camolese non poteva far molto; Riccardi non mostrava simpatie per l'area di rigore. Attaccò, dunque, il Torino, ma con grande fatica, lottando più contro il terreno che contro gli avversari. Gioco stretto, palleggi inutili e spesso sbagliati tra gli uomini del trio centrale. Le ali restarono presso che inoperose, e basti pensare che Bo aveva di fronte un ragazzino alle sue prime partite per capire che cosa si sarebbe potuto ottenere da una logica e ben eseguita manovra ad ampio respirò, coll'impiego costante delle estreme.

Si cercò, invece, di passare al centro e non si venne a capo di nulla, non solo perché Petron non riusciva a inserirsi efficacemente nell'azione, quasi frenato, com'era, dal terreno pesante, ma soprattutto perché Gaddoni, disorientato, non poteva far nulla di concreto. Finì dieci volte in « fuori gioco », cercò invano di destreggiarsi e praticamente si arrese di fronte a Ramella, bravissimo nel suo lavoro di arginamento, e ai due terzini, entrambi in giornata di grande sicurezza.

Il primo tempo filò via, così, con una Lazio impossibilitata a far più di quanto le sue limitate forze le permettevano e con un Torino impacciato, indeciso, lento. Per il pareggio granata restava la ripresa per mettere le cose a posto. Appena s'iniziò, Capri andò via sulla destra e centrò giusto a Camolese, che si venne a trovare solo di fronte a Olivieri. Il goal parve inevitabile, ma l'azzurrò, forse preoccupato di ingannare il portiere, perse tempo, si attardò con la palla e permise a Brunella di arrivare a salvare la situazione con un calcio d'angolo. Se la Lazio avesse raggiunto il secondo punto, le cose si sarebbero messe male per il Torino. Invece, lo scampato pericolo spinse finalmente i granata alla riscossa. Per la prima volta Bo fu servito con un pallone sfruttabile e bastò una finta per permettere all'ala di liberarsi del suo mediano e continuare nell'avanzata sino a centrarci quasi dalla linea di fondo.

I difensori laziali, retrocessi in area, si erano intanto serrati intorno a Gaddoni e la palla, superandoli nella traiettoria, giunse a Petron, che non ebbe difficoltà a segnare coll'interno dei piede, piazzando la sfera fuori della portata di Blason. Si era al 6.o minuto e più che mai si pensò che, raggiunto il pareggio, il Torino potava puniate alla vittoria. Invece no. Molti attacchi, parecchie occasioni, ma niente punti. Al 17' fu Monza a fermare Bo lanciato verso il portiere; al 18' Petron sferrò un tiro che sfuggi a Blason, costringendolo a un supplemento di parata, e i granata reclamarono il goal. Ma Scorzoni non lo accordò e non si può dire che avesse torto.

Stanche, ma più che mai votate alla lotta, le due squadre si prodigarono ancora. Rare, ma a volte preoccupanti, le puntale offensive laziali. Su di una punizione battuta da Palma, Camolese alzò di testa appena sopra il palo. A quattro minuti dalla fine, poi, Olivieri spense, con una splendida parata su centro di Busani, le ultime speranze degli azzurri. Due attaccanti rotolarono in rete e il portiere passò giusto per la presa alta con sicurezza di stile impeccabile. In campo opposto, Blason ebbe assai più lavoro e i due terzini lo aiutarono magistralmente e, soprattutto, gli attaccanti granata non ebbero, specie per l'insufficienza di Gaddoni, l'abilità di sfruttare almeno una delle ripetute occasioni che si presentarono loro. Risultato giusto Pari. Risultato giusto. Giusto per la Lazio che, con le sue disgrazie, può dirsi lieta di aver tenuto testa a un avversario che, se in buona giornata, avrebbe potuto approfittarne ampiamente fino a vincere con scarto netto.

Giusto per il Torino, che, pur non legando in prima linea, ebbe complessivamente una superiorità di attacco e un più notevole numero di occasioni favorevoli. La Lazio non meritava di perdere per aver profuso nella partita tutte le sue energie. Il Torino può considerare soddisfacente la divisione del punti, perché per vincere avrebbe dovuto fare di più e ieri il suo gioco non era davvero tale demeritare un premio completo. Ottima la prova dell'intero sestetto difensivo granata, con un Allasio in piena efficienza dopo un quarto d'ora iniziale d'impaccio. Della prima linea s'è detto. Si è arenato Gaddoni ed è stato un guaio, perché tutto il reparto ne ha sofferto. Petron si affermò decisamente nella ripresa, dopo un primo tempo durante il quale parve tradito dal terreno e da un'errata posizione.

Anche Vallone, pur lavorando molto, non ebbe risalto come altre volte. Poco servite le estreme. Ferrero era, del resto, controllato da Milano. Un migliore sfruttamento delle doti di Bo avrebbe dato, invece, maggior risultato. Con tutto ciò, non si può dire che la squadra sia mancata. L'intelaiatura c'è, e solo bisognerà migliorare l'azione dell'attacco al centro, dove è mancata ieri un'intelligenza operante!

Ogni giudizio sarebbe sbagliato su una Lazio così incompleta e sfortunata quale quella di ieri. Non è con soli dieci uomini e priva di Piola che la si può valutare. Si è visto, tuttavia, che la difesa è in grandi condizioni e che Ramella al centro della mediana ci sa star bene senza far rimpiangere nessuno. Si tratta ora di superare il momento difficile provocato dalle assenze e dallo disgrazie. Lo potrà fare senza perdere troppi punti. Pubblico meno folto del prevedibile, a causa del tempaccio.

Fonte La Stampa