La premiazione di Ciro Immobile Scarpa d'oro 2019/20 in Campidoglio

Da LazioWiki.

Ciro Immobile Scarpa d'oro 2019/20
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Il Presidente biancoceleste Claudio Lotito, Ciro Immobile ed il Sindaco di Roma Virginia Raggi
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Un momento dell'evento
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Jessica Immobile e la Scarpa d'oro
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Ciro Immobile e la Scarpa d'oro 2019/20
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Ciro Immobile con il Presidente Claudio Lotito
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Ciro Immobile con la moglie Jessica
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Ciro Immobile e la Scarpa d'oro
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Ciro Immobile, Virginia Raggi, Claudio Lotito
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La scheda di Ciro Immobile

Il 10 marzo 2021, nell'aula Giulio Cesare in Campidoglio, Ciro Immobile viene premiato con la Scarpa d'oro 2019/20 in virtù delle 36 reti marcate in quel Campionato. In questa pagina riportiamo per i nostri lettori la cronaca dell'evento tratta da alcuni organi di stampa.


► Dalla Gazzetta dello Sport dell'11 marzo 2021:

"Immobile day. La Scarpa d’oro un’emozione unica. È di tutta la Lazio. L’attaccante premiato in Campidoglio. Senza i compagni non ce l’avrei fatta.

"E' uno dei giorni più belli della mia vita. Un'emozione unica, è stato fantastico viverla con i miei affetti più cari e in un contesto così prestigioso". Ha dovuto attendere qualche mese più del previsto, ma alla fine Ciro Immobile è stato ricompensato alla grande. Ieri l’attaccante della Lazio ha ricevuto la Scarpa d’oro quale miglior bomber europeo della passata stagione. E l’ha ricevuta dalle mani della sindaca di Roma Virginia Raggi nell’Aula Giulio Cesare del Campidoglio. Un contesto storico e istituzionale che ha reso la cerimonia della consegna del premio ancora più affascinante. Emozione e propositi. A "scortare" l’attaccante di Torre Annunziata, 36 gol l’anno scorso, c’erano gli affetti più cari: la moglie Jessica e le figlie più grandi, Michela e Giorgia, e poi il fratello Luigi e i genitori Michela e Antonio. C’era, ovviamente, anche la Lazio, con il presidente Claudio Lotito e il club manager Angelo Peruzzi. Mancavano (e non poteva essere altrimenti) solo i tifosi, ai quali Immobile ha voluto dedicare il trofeo. "È l’unico aspetto triste di una giornata così bella – ha commentato l’attaccante -. Il premio è per loro, mentre i ringraziamenti vanno ai miei familiari e ai compagni di squadra. Il trofeo è come se lo avessimo vinto tutti insieme e non solo io".

Un premio prestigioso che, nel passato, solamente due italiani avevano vinto (Toni nel 2006 e Totti nel 2007). Per aggiudicarselo Immobile ha dovuto spezzare l’egemonia Ronaldo-Messi e mettere in fila campioni del calibro di Lewandowski, Werner e Haaland, oltre ai già citati Messi e CR7. "È un’emozione incredibile aver battuto tanti campioni. Questo è il punto più alto della mia carriera. Il prossimo obiettivo? Fare qualcosa di grande anche con la Nazionale". Il c.t. Mancini sicuramente converrà. Il sogno di una vita. Ma intanto quella Scarpa d’oro ("a casa ho già da tempo trovato il posto dove custodirla..") lo ripaga dei tanti sacrifici fatti per arrivare così in alto. "Non dimentico mai da dove sono partito e so bene dove sono arrivato. Ai ragazzi dico di non rinunciare mai a inseguire i propri sogni. Se sono riuscito io a realizzarli ce la possono fare tutti". Inevitabile, in un giorno così, ripensare agli inizi e all’importanza della famiglia. "Sono andato via da casa che ero molto giovane, ma non mi sono mai sentito solo. Con i miei ci sentivamo anche dieci volte al giorno. Ed ora, con la famiglia che ho creato e di cui vado fiero, sto mettendo in pratica quegli insegnamenti ricevuti". Un premio del genere porta inevitabilmente ad isolare i momenti più belli di una carriera. "Il gol al quale tengo di più è quello segnato allo Stadium contro la Juve quando vincemmo 2-1. I più belli sono stati però quelli al Cagliari e al Napoli". Con la maglia della Lazio sono stati complessivamente 144. Solo 15 in meno di Silvio Piola, il miglior marcatore di sempre nella storia biancoceleste. "Sono scaramantico e non voglio pensare a questo traguardo". Per adesso...


Sempre tratte dalla "rosea", le dichiarazioni del Sindaco di Roma Virginia Raggi:

"Consegniamo un premio ambito e prestigioso a un campione nello sport e nella vita", così Virginia Raggi ha salutato Ciro Immobile. La sindaca di Roma ha messo in risalto la figura di Immobile nei vari aspetti. "La sua esperienza è un esempio per tutti i più giovani: lo sport come riscatto. Il segno che con il lavoro e il sacrificio si possono ottenere grandi risultati. Questo premio è un riconoscimento anche per i ragazzi che sognano di diventare come Immobile e per tutti i suoi tifosi. Ostacoli e cadute fanno parte della via per raggiungere il successo. A tutti i bambini che ora sognano dobbiamo offrire esempi virtuosi, come appunto quello di Ciro". Da Virginia Raggi elogi anche per le sue varie iniziative di solidarietà. "Questo trofeo va oltre i numeri. Immobile è un giocatore corretto ed altruista, che usa sempre toni equilibrati e che fuori dal campo è una persona semplice. Vorrei anche sottolineare la sua generosità, visto che ha messo all’asta le sue maglie per l’ospedale Bambin Gesù". Un tributo pieno di ammirazione alla Scarpa d’oro. "Dico grazie a Ciro - ha aggiunto la sindaca - per tutte le emozioni regalate e per i gol futuri".


► Dal Corriere dello Sport dell'11 marzo 2021:

"Era un sogno e ci ho creduto". Immobile: So da dove sono partito e dove vlevo arrivare. Dedico la Scarpa d'Oro ai tifosi e alla mia squadra, da solo non avrei mai potuto vincerla". La cerimonia di consegna in Campidoglio: Il centravanti della Lazio nella scorsa stagione re dei bomber in Europa con 36 gol.

Re di Roma, bandiera della Lazio, issata tra i grandi d'Europa a sventolare con orgoglio e restituirci il sapore di un calcio antico. Ci voleva la solennità del Campidoglio, nella stagione della pandemia e degli stadi a porte chiuse, per premiare King Ciro e sottolineare la dimensione dell’impresa sportiva, non troppo celebrata in estate. Perché un attaccante italiano non vinceva la Scarpa d’Oro da tredici anni, gli ultimi erano stati Toni e Totti, due campioni del mondo, e Immobile ha centrato il traguardo segnando 36 gol nel passato campionato di Serie A: eguagliato il record di Higuain, mettendo in fila dei fuoriclasse come Lewandowski, Haaland, Ronaldo e Messi. Così ha spezzato l’egemonia di CR7 e dell’argentino, che si erano alternati e spartiti il titolo negli ultimi dieci anni facendosi precedere, una sola volta, dall’uruguaiano Suarez. Dedica. Papà Antonio e mamma Michela, con gli occhi lucidi, lo stavano guardando quando è stato chiamato al centro dell’aula intitolata a Giulio Cesare, la stessa dell’assemblea capitolina, e si è ritrovato a pochi centimetri dal trofeo. Se l’emozione non ha voce, come cantava Celentano, Ciro ha impiegato un paio di minuti a sciogliersi. Era contratto davanti al microfono come non succede per un calcio di rigore.

"E’ una soddisfazione enorme ricevere il premio in Campidoglio, ringrazio la sindaca Raggi, sentire il mio nome dopo tutti questi calciatori importanti mi riempie d’orgoglio. Ripenso alla mia storia, a quanto ho faticato per raggiungere certi livelli e determinati obiettivi". Con i 60 mila dello stadio Olimpico sarebbe stata una festa di popolo. Questa ha avuto il significato simbolico di un’incoronazione istituzionale. "L’atmosfera che si crea allo stadio è unica, noi ce l’abbiamo nel sangue e nelle vene, ci sta mancando la gente. Dedico la Scarpa d’Oro ai tifosi che stanno soffrendo e non possono vederci allo stadio". E’ venuto su dalla gavetta, dai campi impolverati di Torre Annunziata a Sorrento sino alla chiamata di Ferrara nel settore giovanile della Juve. "Quello che sono lo devo alla mia famiglia. Sono andato via da casa molto giovane, non ho mai sentito la mancanza dei miei genitori, mi facevano anche dieci telefonate al giorno, forse di più. Ho cercato di creare la mia famiglia in base a quello che mi hanno insegnato. Prima di tutto sono orgoglioso di quanto ho creato fuori dal campo e poi c’è il frutto del lavoro che ho portato avanti insieme a loro, ai miei compagni, al mister, alla società".

Squadra. Lotito ha ricordato il suo incedere dinoccolato. Sente il peso della squadra, di cui è un trascinatore. E il successo va condiviso. Così Ciro ha tirato fuori un foglio dalla tasca interna della giacca. "Anche la squadra può sentirsi vincitrice della Scarpa d’Oro, c’è una frase molto bella che vorrei leggere. "Nessun uomo è un’isola completa in se stessa, ogni uomo è un pezzo del continente e una parte del tutto. I migliori successi si ottengono con un lavoro di squadra". Ecco, non avrei mai immaginato, pensato o avuto la presunzione di poter vincere da solo. Mi hanno aiutato i compagni, la società, i tifosi e la mia famiglia". Un segno lo sta lasciando per il suo modo di porsi e non solo di segnare. "I complimenti fanno piacere e ti fanno tornare a casa con il sorriso. So benissimo che posso piacere o non piacere per il mio modo di giocare, è soggettivo. Ma essere considerati brave persone rende orgogliosi e le parole che il presidente ha speso per me sono fonte di soddisfazione immensa".

Sogno. Quando Giorgia Cardinaletti, giornalista Rai che conduceva la cerimonia, gli ha chiesto quale fosse il suo messaggio per i più giovani, Immobile ha suggerito di praticare la strada della fatica e del sacrificio. "Ho sentito spendere parole bellissime nei miei confronti e mi torna in mente tutta la storia, a costo di essere ripetitivo. So da dove sono partito e ho sempre saputo dove volevo arrivare, penso sia il messaggio più importante da mandare ai ragazzi. Viviamo un momento molto duro e difficile, ma bisogna stringere i denti. Ognuno deve avere i propri sogni e ci deve credere fortemente, non devono essere lasciati nel cassetto, il mio era un sogno che ho realizzato. Come ci sono riuscito io, che non avevo niente di speciale, ci possono riuscire gli altri". Nei prossimi mesi, con altrettanta ostinazione, cercherà di convincere il ct Mancini. "Il mio pensiero va sempre all’Europeo perché deve essere, come diceva il presidente prima, una cosa in più che cerco e voglio come volevo la Scarpa d’Oro a tutti i costi". Maglia. Se Riccardo Cucchi, voce storica di "Tutto il calcio minuto per minuto", gli aveva ricordato i cinque secondi evocati da Gerd Muller per assaggiare l’adrenalina del gol, Guido De Angelis lo ha portato dentro la storia della Lazio. Ciro, a meno 15 gol dal record di Piola, non ha voluto parlare del modo in cui lo festeggerà. "Sono molto scaramantico, mi sto avvicinando piano piano... tutti mi chiedono cosa faremo. Rispondo non lo so e aspettiamo, perché non si sa mai. La storia della Lazio l’ho letta nel corso degli anni. Con chi vorrei giocare? Come simbolo, dentro e fuori dal campo, penso a Chinaglia. Per passione direi Signori. Per il modo di giocare Giordano, perché era uno a cui non piaceva mai perdere. Un rompiscatole".

Ha segnato 144 volte con la maglia della Lazio in meno di cinque anni. Complicato portarlo a stilare una classifica dei gol più belli. "Contano di più i cinque secondi successivi, cosa si portano dietro e cosa senti dentro. Per la bellezza direi quello di Cagliari, puro istinto, mi rappresenta di più. Ma di emozioni ce ne sono state tante". E altre ce ne sararmo anche se si è fermato a quota 14 in campionato. "Peccato per le ultime partite, altrimenti avrei tenuto il ritmo degli attaccanti che stanno facendo meglio. Sicuramente non mi accontento, voglio rivincere la classif‌ica marcatori e ce la metterò tutta". la Scarpa d’Oro lo aiuterà a superare l’ultimo periodo di f‌lessione. L'entusiasmo è una benzina infinita. "Credo sia il punto più alto della mia carriera. Quando vedo questo premio mi viene ancora più voglia di fare di più e raggiungerne altri insieme ai miei compagni". Il rinnovo a vita è stato firmato un mese fa. "Ho detto dal primo giorno in cui l’ho indossata, la maglia della Lazio è come una seconda pelle. In tutti questi anni, aldilà degli errori o delle partite perse, sono sempre uscito dal campo con la maglia sudata. Ho segnato tanti gol e restano nella storia, ma vorrei che la gente si ricordasse di me soprattutto per quello che sono fuori dal campo". Uno del popolo, un laziale vero.


In un altro articolo del quotidiano sportivo romano:

Ciro Immobile assiso sul trono di Roma, trionfante Giulio Cesare. E’ stato premiato e istituzionalizzato dalla sindaca Raggi e dal presidente Lotito. La consegna della Scarpa d’Oro, modello statuetta, è valsa come alta celebrazione dell’uomo prima che del bomber. "Un premio per un campione nello sport e nella vita. La sua esperienza è un esempio per tutti i più giovani, segno che con impegno e volontà si possono otterrere grandi risultati. Questa vittoria ha un significato speciale per tutta la città e l’Italia, il trofeo è stato riportato da noi dopo tante vittorie spagnole", sono state le parole pronunciate dal Sindaco di Roma dal massimo scranno del Campidoglio, hanno dato un tono imperial-gladiatorio all’evento. "Immobile uomo del popolo, emblema di tutta la città", è la magnificazione populista scelta dal presidente Lotito, meno verboso e declamatorio che mai, delicato cantore delle azioni, calcistiche e umane, del suo esemplare cannoniere. I discorsi. Indipendentemente dalle insegne calcistiche e di partito e della giubba politica, il re del gol Ciro Immobile ha meritato gli onori che spettano a chi onora la città di Roma in Europa e nel mondo. Marcello De Vito, presidente dell’assemblea Capitolina, lo ha incensato senza farsi scrupoli derbystici: "Detto da un romanista... Ciro Immobile è un grande centravanti italiano, il più forte in circolazione e mi sento di fargli un augurio, disputare un grande Europeo".

La sindaca Raggi, concludendo il suo discorso, prima tappa del cerimoniale, ha lodato il bomber della Lazio per aver riportato la Scarpa d’Oro nella Capitale 13 anni dopo la vittoria di Totti: "A tutti i bambini, oggi, dobbiamo offrire esempi virtuosi, come appunto quello di Ciro. Questo premio va oltre i numeri, è per un giocatore corretto ed altruista, che usa sempre toni equilibrati e che fuori dal campo è una persona semplice. Vorrei anche sottolineare la sua generosità, visto che ha messo all’asta delle sue maglie per l’ospedale Bambin Gesù". Virginia Raggi ha dedicato un saluto ad Arturo Diaconale, ex responsabile della comunicazione della Lazio scomparso nel 2020, e ha ricordato con entusiasmo la nascita della Fondazione S.S. Lazio 1900. Il ritratto di Lotito. Ha emozionato emozionandosi, il presidente Lotito. Nel tratteggiare Immobile non è stato il solito oratore verboso, ha parlato da semplice e armonioso narratore: "E’ un onore essere qui per testimoniare questo ambito traguardo, è un vanto per la Lazio e per tutta la città. Io parlo di Ciro dal punto di vista umano. Ha consentito a questa società di crescere in termini di credibilità, visibilità ma soprattutto ha portato delle gioie a casa dei nostri tifosi. Non solo, ha stemperato delle contrapposizioni che avevano poco di sportivo nella nostra città. I giovani lo identificano come il loro compagno di giochi, il padre con il quale dialogare dal punto di vista sportivo e avere gli insegnamenti dal punto di vista calcistico".

E’ nella poetica dell’identificazione e dell’ispirazione che il presidente della Lazio colloca la straordinarietà di questo ragazzo del popolo: "Lui è rimasto uno di noi, uno del popolo e questo colpisce le persone perché ha una famiglia che gli ha trasmesso questi valori e lui li trasmette alla famiglia che ha creato. E’ riuscito a commovuore anche il Santo Padre quando siamo andati in visita in Vaticano". Ciro, per la Lazio, rappresenta l’ereditarietà dinastica dei bomber più storici, da Silvio Piola (il primo bomber) a Giorgio Chinaglia (il più identitario). Lotito ne va fierissimo: "Io vedo che tutti i bambini chiedono la maglia di Immobile. E’ entrato nella mente e nel cuore delle persone, di tutti i cittadini e non solo dei tifosi. Le persone anziane lo identif‌icano come un figlio che li riporta indietro nel tempo, quando la Lazio non aveva questa organizzazione, perdonate la modestia, e questa capacità di emozionare. Ciro, con il suo fare molto umile, riesce ad entrare nel cuore delle persone che lo vedono come un riferimento. Quando entra in campo con il suo fare dinoccolato sembra che porti sulle spalle lo sforzo suo e della squadra. E’ il direttore d’orchestra. Da finalizzatore traduce in fatti concreti lo sforzo di tutti". Ciro è divenuto simbolo dell’ultracentenaria storia laziale: "E’ l’ambasciatore di questa società, incarna i valori della Lazio in campo nella vita. Quando si raggiungono certi obiettivi - ha concluso Lotito - ci si allontana dalla gente. Lui no. Avrebbe meritato una celebrazione diversa se non ci fosse la pandemia. Ho chiesto di organizzare questo premio in Campidoglio perché Ciro rappresenta Roma. Per tantissimi anni che la città non ha potuto fregiarsi di questo premio".


► Da Il Messaggero dell'11 marzo 2021:

Ciro, una corona per il re. Immobile premiato in Campidoglio con la Scarpa d’Oro: "Trionfo da condividere con tutta la Lazio". Lotito: "Sa far emozionare i tifosi".

Ave Ciro, Re d’Europa del gol, novello imperatore di Roma. Incoronato ieri dalla sindaca Virginia Raggi sotto la statua di Giulio Cesare con la Scarpa d’Oro. La Capitale applaude un suo simbolo. Sotto l’effigie dell’aquila ha guidato le truppe biancocelesti. Trentasei gol. Nessuno come lui. La città Eterna ha voluto rendergli omaggio e lo ha fatto regalandogli una delle più belle cartoline che solo lei possiede: il Campidoglio. Il cielo biancoeceleste e lo sfondo dei fori imperiali. Una giornata speciale vissuta tutta d’un fiato. L’aspettava da tanto tempo. Da quando con il gol segnato all’Olimpico contro il Brescia aveva superato un certo Robert Lewandowski nella speciale classifica dei cannonieri d’Europa. Bottino diventato anche più ricco con la rete al Napoli, nella sua Napoli che gli ha fatto eguagliare il record di centri in una stagione di Higuain. "Re del popolo". Immobile in vetta al mondo. "Credo sia il punto più alto della mia carriera. Quando vedo questo premio mi viene ancor più voglia di raggiungerne altri" ha raccontato Ciro che proprio nell’Aula Giulio Cesare all’improvviso è tornato bambino quando nel borsone da calcio oltre agli scarpini, aveva messo un sogno: diventare un calciatore e segnare tanti gol. Quel sogno è diventato realtà.

Ieri "guagliunciello" vivace dai capelli biondi, che giocava all’oratorio della Basilica Madonna della Neve. Oggi uno degli attaccanti più forti della serie A. Nella Lazio è il secondo più forte di sempre. Davanti a lui solo Silvio Piola che coincidenza è anche quello che ha fatto più gol in assoluto nel nostro campionato. Siena, Grosseto, Pescara, Genoa, Torino, Borussia Dortmund, Siviglia e Lazio. Ha fatto il giro d’Italia e d’Europa. Si è fatto uomo e poi è diventato Re. "Ciro riesce ad emozionare, con il suo fare molto umile, riesce ad entrare nel cuore delle persone che lo vedono come un riferimento. Lui è rimasto uno di noi, uno del popolo e questo colpisce le persone perché ha una famiglia che gli ha trasmesso questi valori e lui li trasmette alla sua. È riuscito a commuovere anche il Santo Padre quando siamo andati in visita da lui" ha sottolineato il presidente Claudio Lotito. "Oggi nelle periferie ci sono tanti bambini che sognano di diventare Immobile. Questo premio èdedicato anche a loro e a tutti i tifosi che non vedono l’ora di tornare allo stadio" gli ha fatto eco la sindaca Virginia Raggi. La storia. Ciro è stato capocannoniere del Torneo di Viareggio, in Serie B, in Europa League e in SerieA (per tre volte e con due maglie diverse, granata e biancoceleste: come lui solo Toni e Ibrahimovic).

Ha riportato la Scarpa d’Oro in Italia dopo 13 anni. Ironia della sorte l’ultimo a farlo nel 2007 fu Francesco Totti, comandante delle legioni nemiche. "Tutto ciò va condiviso con i miei compagni, che mi hanno messo nelle migliori condizioni per vincerlo. Un uomo si sente soddisfatto quando ha delle persone che ti amano accanto, questo io ce l’ho sempre avuto e mi ha indubbiamente avvantaggiato" campione anche di generosità. "Dal primo giorno che sono arrivato, quando indosso la maglia della mia squadra la sento come una seconda pelle" ha rimarcato con orgoglio Immobile che dei biancocelesti sta scrivendo pagine di storia (ieri pranzo solo per la famiglia al St.Regis poi un brindisi con i compagni a Formello). "A quali centravanti laziali ti ispiri?" gli chiede Guido De Angelis, lui non ha dubbi: "La storia dentro e fuoridi Giorgio Chinaglia, la passione di Beppe Signori e il modo di giocare di Bruno Giordano". E un altro campione amatissimo dai laziali, Paul Gascoigne prossimo concorrente dell’Isola dei Famosi, in un videomessaggio si è voluto complimentare con lui: "Mando un saluto a tutti e anche al bomber Ciro Immobile che ha riportato la Lazio al top in Europa, il posto che le compete". Ave, Ciro i laziali ti amano ma tutta Italia si affida a te: c’è un Europeo da vincere.


► Da Il Tempo dell'11 marzo 2021:

Un bomber tutto d'oro. Ieri la premiazione in Campidoglio. La Raggi ha consegnato all'attaccante della Lazio Ciro Immobile la Scarpa d'Oro alla presenza del presidente Lotito. La gioia del fuoriclasse napoletano della Lazio. "Credo sia il punto più alto della mia carriera".

Quando si dice un ragazzo d’oro, dalla testa ai piedi. Capelli, cuore e adesso anche scarpa. Ieri in Campidoglio è stato il Ciro-day. Nella sala Giulio Cesare la sindaca Raggi ha consegnato a Immobile la Scarpa d'Oro. Ha dovuto aspettare sei mesi per accarezzarla, stringerla al petto, contemplarla. Non l'avrebbe voluta lasciare per nulla al mondo. E si può capire facilmente il motivo. Non è un semplice premio, è ciò che rappresenta. Lavoro e sacrif‌icio. Sono gli ingredienti che hanno permesso all'attaccante della Lazio di spingersi f‌ino a 36 gol in campionato e battere mostri sacri come Lewandowski, Cristiano Ronaldo, Messi e anche il giovane prodigio Haaland. "Credo sia il punto più alto della mia carriera - il commento di Immobile - Quando vedo questo riconoscimento mi viene ancor più voglia di raggiungerne altri. Tutto ciò va condiviso con i miei compagni, che mi hanno messo nelle migliori condizioni per vincerlo. Dal primo giorno che sono arrivato, quando indosso la maglia della mia squadra la sento come una seconda pelle. Quest'anno stiamo un po' a rilento, ma sto andando comunque bene. Peccato per le ultime partite, altrimenti potevo tenere il ritmo degli altri attaccanti che stanno facendo meglio di me. Non mi accontento, voglio vincere il titolo di capocannoniere altre volte e ce la metterò tutta per farlo. Ho fatto tanti gol, e questo è quello che resta nella storia".

Tre i nomi fatti da Ciro tra i centravanti del passato: "Per storia mi affascina Giorgio Chinaglia, per l'amore della gente direi Signori, anche se per caratteristiche forse somiglio di più a Bruno Giordano. Ma vorrei che la gente si ricordasse di me anche per quello che sono fuori dal campo". Un esempio per i giovani e per le persone che praticano sport a livello amatoriale. "La sua esperienza è un modello per tutti, segno che con forza e volontà si possono ottenere grandi risultati. Questo riconoscimento è anche di tutti i ragazzi che sognano di diventare come Immobile e di tutti i suoi tifosi. Questo premio va oltre i numeri, e per un giocatore corretto e altruista, che usa sempre toni equilibrati e che fuori dal campo è una persona semplice. Vorrei anche sottolineare la sua generosità, visto che ha messo all'asta alcune maglie per l'ospedale Bambino Gesù". Anche il presidente Lotito ha speso delle parole cariche di sentimento per il suo calciatore. "Ha consentito a questa società di crescere in termini di credibilità, visibilità ma soprattutto ha portato delle gioie a casa dei nostri tifosi ma non solo. Lui è rimasto uno di noi, uno del popolo e questo colpisce le persone perché ha una famigiia che gli ha trasmesso questi valori e lui li trasmette alla sua. E' riuscito a commmuovere anche il Santo Padre quando siamo andati in visita da lui. Avrebbe meritato una celebrazione diversa, come sarebbe successo se non ci fosse la pandemia, ma io ho deciso di farlo in Campidoglio perché Ciro rappresenta Roma. Lui non è altro che l'ambasciatore di questa società". Ciro diventa d'oro, con l'obiettivo di andare a prendere Piola come miglior marcatore nella storia della Lazio, gli mancano 15 scalini. Dopo il Campidoglio, punta all’Olimpo.



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