Lunedì 16 maggio 2022 - Torino, Allianz Stadium - Juventus-Lazio 2-2

Da LazioWiki.

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16 maggio 2022 - Torino, Allianz Stadium - Campionato di Serie A, XX XVII giornata - inizio ore 20.45

JUVENTUS: Perin, Cuadrado, Bonucci, Chiellini (16' De Ligt), Alex Sandro, Miretti, Locatelli (61' Aké), Bernardeschi, Dybala (78' Palumbo), Morata (61' Pellegrini), Vlahovic (61' Kean). A disposizione: Szczesny, Pinsoglio, Rugani, Rabiot. Allenatore: Allegri

LAZIO: Strakosha, Lazzari (84' Radu), Patric, Acerbi, Marusic, Milinkovic-Savic, Cataldi (76' Leiva), Luis Alberto (76' Basic), Felipe Anderson, Cabral (52' Pedro), Zaccagni. A disposizione: Reina, Adamonis, Luiz Felipe, Akpa Akpro, Kamenovic, Romero, Hysaj, Moro. Allenatore: Sarri

Arbitro: Sig. Ayroldi (Molfetta) - Assistenti Sigg. Prenna e Cecconi - Quarto uomo Sig. Paterna - V.A.R. Sig. Pezzuto- A.V.A.R. Sig. Aureliano.

Marcatori: 10' Vlahovic, 36' Morata, 51' Alex Sandro (aut.), 90'+5' Milinkovic.

Note: ammonito al 41' Acerbi, al 45'+2' Bernardeschi, al 68' Cuadrado, all'80' Aké, all'83' Milinkovic, al 90' Patric. Angoli . Recuperi: 2' p.t., 5' s.t.

Spettatori: .


Sergej Milinkovic-Savic
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Manuel Lazzari
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Una fase di gioco
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Lucas Leiva
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Luis Alberto
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Adam Marusic
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Francesco Acerbi
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Danilo Cataldi
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Thomas Strakosha e Adam Marusic
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L'esultanza biancoceleste al pareggio di Sergej Milinkovic-Savic
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I calciatori convocati per la partita odierna

La Gazzetta dello Sport titola: "Vlahovic esulta con la Dybala mask. Pari Lazio: è Europa. Bianconeri avanti 2-0 con DV7 e Morata, i biancocelesti li agguantano con Milinkovic al 96’ e si regalano la qualificazione in coppa".

Continua la "rosea": Notte di addii, lacrime e sprechi. Notte di Chiellini che dice arrivederci dopo diciassette anni indimenticabili ed esce sorridente e orgoglioso al simbolico 17’: non sarà facile rivedere un marcatore così, razza in estinzione. Tornerà dietro a una scrivania, ma è più urgente un suo clone in maglietta e pantaloncini. Notte di Dybala che se ne va e si fa assalire dalle lacrime come un bambino, perché il suo saluto è molto diverso, è irreversibile: dentro e fuori dal match, come gli succede di frequente, ma il tacco con cui ispira il 2-0 di Morata sarà rimpianto allo Stadium. Il saluto di compagni e tifosi è ancora più emozionante di quello per il capitano, lui sarebbe rimasto a vita, mentre per Arrivabene e Agnelli sono soltanto fischi. In una Juve senza regista, c’era almeno un sartino che ricuciva il patchwork, domani chissà. Notte, infine, di solita, strampalata Juve tutta da rifare: nei giocatori, nel gioco, nella testa. Notte dal 2-0 a 2-2, anche con la Lazio, ma non è una novità.

Ribaltone bis. Ancora una volta i bianconeri offrono due, forse tre facce, e non si capisce quale sia quella vera, o forse la risposta mette paura. Un’altalena di belle giocate e buchi neri incomprensibili. Divertono abbastanza per un tempo e poi fanno disperare nell’altro. In Genoa-Juve era stato Criscito a firmare il 2-1 al 51’, capovolgendo un risultato ormai scritto. Qui, stesso minuto, è Milinkovic a trovare il 2-2, dopo che il primo tempo sembrava aver chiuso i giochi. Un gol che blinda l’Europa League della Lazio e regala ad Allegri un’altra notte di retropensieri. Non esiste più Fort Juve: 35 punti in casa, 35 fuori e una trasferta, a Firenze, per allungare il bottino. Anche questa è mancanza di personalità. Per la classifica questo pari non cambia niente, quarto posto è e sarà, peggio di Sarri e come Pirlo. Per il futuro è un altro segnale d’allarme. Sarà un’estate di ricostruzione, a cominciare dall’atteggiamento. Altrimenti meglio non farsi troppe illusioni, soprattutto in Champions.

Atteggiamento da Juve. Il fatto è che la Juve ha perso la sua arma storicamente migliore. Quella che compensava, con deciso surplus, un gioco non spettacolare o un atteggiamento non particolarmente offensivo: la solidità. Il gruppo insuperabile con il quale aveva vinto nove scudetti di fila, raggiungendo due finali di Champions. La faccia “da duri” che metteva in svantaggio quasi ogni avversario. Tutto questo non c’è più. Si rivede il bello (pochino) e il brutto (più frequente) della stagione. Un rinchiudersi davanti all’area, un arretramento collettivo senza accenno di pressing, se si esclude Miretti che ha ancora i sogni di chi va a scuola e non s’è scontrato con la vita. Poi, però, le accelerazioni improvvise che stendono parecchie difese, figurarsi quella tradizionalmente alta di Sarri.

Morata-Vlahovic ok. Il primo gol potrebbe essere il manifesto del futuro: cross da sinistra al millimetro di Morata, sempre più attaccante laterale, e testa di Vlahovic che non può sfidare Immobile, assente, ma almeno ritrova il gol. Difesa laziale colpevole in Marusic. Raddoppio con azione tipo finale di Coppa Italia, in velocità e profondità: tacco di Dybala, Cuadrado e poi Morata all’angolo. Morata il migliore, ma forse anche lui costa troppo per restare. Primo tempo che mostra il bello, ma propone anche qualche domanda: possibile che la Juve sia sempre così episodica? Solo due belle azioni?

Le cifre non mentono. Facile pensare alla supremazia di Allegri che, quasi sempre, incartava Sarri quando era Juve-Napoli. In effetti, sia lo scenario in campo sia le statistiche offrono un quadro chiarissimo: possesso tutto laziale (63%), vantaggio territoriale idem (68%), il 4-23-1 che si trasforma in una cerniera su due linee, ma ospiti che girano attorno senza centrare la porta se non fosse una traversa di Cataldi. Juve? Due tiri in porta, due gol e questo resterà lo score fino al 96’. Ma il secondo tempo racconta un’altra storia. Miretti, impressionante per ritmo e personalità, cala inevitabilmente. Non è supportato da Locatelli che, rispetto al Sassuolo, si prende la metà delle responsabilità e non lancia più lungo. La Juve è anarchica.

Che finale. La Lazio inserisce Pedro al posto dell’ectoplasma Cabral, trovando almeno la soluzione dell’esterno che incrocia. La testa di Patric deviata da Alex Sandro accorcia il risultato. La Juve non esce dalla sua metà campo e Allegri rivoluziona la formazione con i cambi: alla fine la mediana diventa Bernardeschi-Miretti-Alex Sandro, l’attacco Aké-Kean-Palumbo. La Lazio, insisti e insisti, sorprende la Juve sul suo terreno, il contropiede. Con Milinkovic, uno che ad Allegri farebbe comodo, ad atterrare sulla festa bianconera con retrogusto amaro.


Il Corriere dello Sport titola: .

Prosegue il quotidiano sportivo romano:

Il Messaggero titola: .

Prosegue il quotidiano romano:



La formazione biancoceleste:
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La formazione iniziale biancoceleste in grafica




► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:

  • Portieri: ;
  • Difensori: ;
  • Centrocampisti: ;
  • Attaccanti: .
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I convocati in grafica






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