Presentazione del libro dal Tevere al Piave al C.C.Lazio

Da LazioWiki.

xxxx!vai alla scheda del libro

vai alla rassegna stampa

041115a.jpg
041115b.jpg
041115c.jpg
041115d.jpg
041115e.jpg
041115f.jpg

4 Novembre 2015 La Cerimonia[modifica | modifica sorgente]

Rassegna Stampa[modifica | modifica sorgente]

di Serena Cerracchio

E’ stata una cerimonia commovente. E chi c’era può confermarlo. Al Canottieri Lazio ieri pomeriggio è andata in scena la Lazialità con la L maiuscola. E fuori da qualsiasi retorica spicciola. Un gruppo di laziali, folto e appassionato, si è riunito per onorare i caduti biancocelesti della Grande Guerra e più in generale tutti gli atleti e i dirigenti che hanno sacrificato la loro vita, la loro gioventù, la loro salute, il loro futuro per l’ideale di Patria. Ma sempre con la Lazio nel cuore. L’occasione è stata la presentazione del libro di LazioWiki “Dal Tevere al Piave”, di cui potrete rileggere se volete la recensione. Un libro straordinario, nel senso letterale “fuori dell’ordinario”, per il lavoro immane e allo stesso tempo competente dei ricercatori impegnati, su tutti i curatori Fabrizio Munno e Fabio Bellisario che hanno illustrato a volo d’aquila le modalità, le difficoltà e le soddisfazioni di questo lavoro così bello, premiato già da un boom di vendite su Amazon. Tra l’altro va precisato, come ha ribadito Sergio Covassin, illustrando il lavoro del Progetto Enciclopedico LazioWiki, che il ricavato sarà reinvestito in studi, ricerche e assistenza ad alcune Associazioni benemerite. Un armo di canottieri ha portato a Ponte Margherita, sotto piazza della Libertà, dove la Podistica Lazio nacque nel 1900, pagine del libro con i nomi dei trenta caduti. Poi in sala il saluto dell’avvocato Raffaele Condemi, padrone di casa, presidente del Circolo, del presidente generale Antonio Buccioni, del vicepresidente Federico Eichberg (che ha parlato con toni davvero appassionati a una platea attentissima), del generale Giorgio Baldacci, delegato allo Sport del Ministero della Difesa e del dottor Francesco Tuffarelli, neo-direttore generale dell’Ufficio Sport alla Presidenza del Consiglio. Ma particolarmente emozionante è stato anche l’intervento di Mario Pennacchia, grande scrittore di Lazio e prima ancora grande giornalista del Corriere dello Sport e poi della Gazzetta dello Sport, dalla cui opera, “Lazio Patria Nostra” (il cui prologo e il cui finale sono stati poi recitati a memoria da Antonio Buccioni…), anche questo libro di LazioWiki ha preso ispirazione. Brividi forti e groppi alla gola, come in un grande ritrovo di famiglia. Vista anche la presenza in sala di molti discendenti degli eroi caduti, che hanno contribuito a una ricostruzione storica accuratissima. E che, come tutti hanno sottolineato, sembra davvero essere stata guidata dall’Alto, dai tanti martiri del tutto sconosciuti di una Guerra di trincea, dove gli atleti in particolare partivano all’assalto in prima linea, spesso falciati dal fuoco delle mitragliatrici nemiche. A Erika Balestrieri, nipote diretta di uno dei nove fondatori, e atleta della SS Lazio nel nuoto master, è stata poi consegnata la corona di fiori, poi deposta simbolicamente nel Tevere, accompagnata dalle toccanti note del Silenzio, suonate da un giovane trombettiere dei Bersaglieri. Una commemorazione, in una data non certo casuale, quella del 4 novembre, che ha commosso e inorgoglito chi ha un’Idea di Lazio che prescinde dal tifo e accompagna per intero gli ultimi 115 anni della storia di Roma e quindi d’Italia.




Ecco il Libro "Dal Tevere al Piave"[modifica | modifica sorgente]

Link all'articolo

Hannah Arendt, pilastro del pensiero del novecento, così ebbe a dire circa la memoria: “Ciò che in un uomo è la cosa più fuggevole e nello stesso tempo la più grande, la parola pronunciata e il gesto compiuto una sola volta, muore con lui, e rende necessario il ricordo che di lui conserviamo. La memoria trova compimento nel nostro legame con il defunto, da quale poi sgorga il nostro parlare di lui, e riecheggia di nuovo nel mondo”

L’enorme lavoro che sta dietro il libro “Dal Tevere al Piave” di LazioWiki, a cura di Fabrizio Munno e Fabio Bellisario ed. Eraclea (5 anni di ricerche!) viaggia esattamente in questa direzione, e le azioni, i gesti, direi anche le emozioni di tutti questi “defunti” trovano nuova vita dentro queste pagine, che ricostruiscono con forte rigore storico le gesta degli atleti della Società Polisportiva Lazio durante il primo conflitto mondiale.

Ognuno di questi atleti ha una sua storia da raccontare che LazioWiki raccoglie e trasmette a noi tutti non come semplice favoletta, ma come un evento importante, ben inquadrato nel suo contesto storico, geografico, e politico. In questa maniera, tutti gli Eventi con la E maiuscola che abbiamo studiato a scuola e che hanno caratterizzato il “secolo breve” della nostra nazione come il Maggio Radioso, le sanguinose e cruenti battagli sull’Isonzo, Caporetto, il Piave e Vittorio Veneto prendono forma non solo storica, ma umana con le vite di questi atleti cambiate per sempre da quella tragedia.

E ci sembra, scorrendo le belle pagine del libro, di vederli questi ragazzi che, abituati alle corse inseguendo un pallone sul prato della Rondinella o alle nuotate sul Tevere nelle tiepide e miti primavere capitoline, erano costretti ad attendere le battaglie in trincee piene di topi, al gelo perché con indumenti insufficienti per gli inverni alpini e con condizioni igieniche precarie, fino a quando una fanfara o un fischietto li portava in azione in combattimenti che volevano dire gravi ferimenti o morte (come riporta anche il libro, il 90% dei soldati utilizzati in prima linea fu ucciso o ferito, in quei 4 anni di conflitto).

Anche chi quella guerra l’aveva voluta aveva, a quel punto, dovuto cambiare idea. Ma ormai era troppo tardi.

Nella presentazione del libro, i curatori ci hanno detto una cosa bellissima: “Non siamo stati noi a scrivere un libro, sono stati questi ragazzi a raccontarcelo: dai soldati semplici ai Generali, dalle vittime cadute durante quelle tremende battaglie (a cui andavano perché chi arretrava trovava i carabinieri pronti a sparare a chiunque “disertasse”) ai sopravvissuti che non riuscivano a dimenticare quell’esperienza. E le emozioni che questo libro suscita da loro ragione in pieno.

Un viaggio geografico tra i due fiumi: il Piave (ma anche l’Isonzo rosso non solo metaforicamente del sangue dei caduti di quella guerra insensata), ed il Tevere: tra la guerra vissuta in trincea e quella vissuta a Roma, dove la moglie del presidente della Lazio offrì il campo della squadra, la Rondinella, per farne un orto di guerra (e La Lazio verrà eretta Ente Morale, su proposta di benedetto Croce, per questo motivo).

Ma soprattutto, un viaggio storico: torniamo indietro, e ci sembra quasi di riviverlo, quel periodo, quella “belle epoque” (e lo era davvero) così brutalmente interrotta da un conflitto che ha sancito la fine del predominio europeo sul mondo.

Va letto, questo libro: oltre ad apprezzarne il contenuto storico (alcune immagini ed alcune scoperte sono assolutamente inedite), capirete anche meglio cosa è lo spirito di una polisportiva come la Lazio.