Una lettera di un tifoso

Da LazioWiki.







LazioWiki pubblica lo scritto di una giovane sostenitrice biancoceleste, giunto in Redazione dopo una cocente sconfitta della Nostra e lo strascico di malumori che ne è seguito. La delusione del momento, o l'insoddisfazione per chi guida la Società, non devono scalfire mai la passione durevole di sentirsi parte di una tradizione condivisa. Che nel ricordo del proprio passato rinnova la sua promessa di gioia. Consapevole delle inevitabili sofferenze che pure l'aspettano dentro e fuori dal campo. Ciò vale per la Lazio, come per tutte le squadre. A ben vedere, allora, i colori che dividono non sono altro che l'arcobaleno d'amore per il medesimo gioco. «Ho composto una poesia, o meglio, una lettera romantica, intitolata “Una lettera di un tifoso”, che - spiega l'autrice - racconta con sentita tenerezza la tristezza e la speranza. Credo che il malcontento sugli spalti sia ben noto a tutti e che ci sia bisogno di addolcire la rabbia. Fin troppa ne è stata vista e vissuta, non solo in ambito sportivo, ma anche umano. Sarebbe un peccato lasciare che il risentimento infetti uno sport così meraviglioso, spesso purtroppo associato a comportamenti violenti. Chi meglio di un vero appassionato, e non un esaltato, sa che lo sport serve ad unire e creare legami profondi, non a dividere? Soprattutto quando la spaccatura avviene internamente, tra tifosi e società, non credo ci sia disfatta più grande nel mondo del calcio».


Una lettera di un tifoso


A chiunque custodisca nel petto un amore,
un sentimento unico e universale che va oltre il semplice tifo.

Io, nel tifo, porto con me un piccolo tesoro:
un legame fatto di ricordi, emozioni, sussulti
e brividi segreti con una maglia che, più che tale, è memoria.

Non ti parlo di vittorie o trofei,
ma di quel calore che ti percorre il cuore guardando quei colori,
di quella nostalgia che ti fa vibrare l’anima come un abbraccio caldo a dicembre.

Forse anche tu hai sentito quel silenzio lieve tra gli spalti,
quella distanza sottile che sfugge alla spiegazione,
come una luce che si disperde nel buio, ma senza spegnersi.

Non è colpa tua, né mia:
è solo un momento in cui anche l’amore ha bisogno
di trovare nuova voce, di riscoprirsi fragile e forte insieme.

E rivolgo un pensiero a chi tiene tra le mani la penna di questa storia,
scritta con sudore, passione, orgoglio.

Chiedo che quel libro antico, carico di memorie e sogni,
nobiltà e grandezza, non resti chiuso in una stanza buia a raccogliere polvere,
ma che le sue pagine siano sfogliate di nuovo con cura,
riscritte con mani attente, rinnovate con la promessa di nuovi inizi.

Ti chiedo di stringere quel filo invisibile che ci lega,
di non lasciarlo andare, perché dentro ogni maglia,
dentro ogni campo, su ogni spalto, ai piedi di ogni seggiolino,
c’è una storia che aspetta solo di rinascere.

E quando quel cuore tornerà a battere, sarà un boato possente
che scuoterà le anime, un richiamo che risveglierà sogni addormentati,
ma non dimenticati, e farà nascere una nuova società —
non solo per chi ama oggi, ma per chi scoprirà di amare domani,
finché il cielo non cadrà.

Perché l’amor mio non muore, mai.

E lì, e solo lì, noi, tutti noi,
saremo allora pronti a scrivere insieme il prossimo capitolo.

Con affetto,
un tifoso qualsiasi,
per tutti i tifosi innamorati, per chi c’è stato,
chi c’è,
e chi ci sarà,
per il calcio,
per la storia,
per Roma,
per la Lazio.