Domenica 24 maggio 1992 - Cagliari, stadio Sant'Elia - Cagliari-Lazio 0-1

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24 maggio 1992 - 2527 - Campionato di Serie A 1991/92 - XXXIV giornata

CAGLIARI: Ielpo (74' Di Bitonto), N.Napoli, Festa (61' M.Villa), Herrera, Firicano, Mobili, Bisoli, Nardini, Francescoli, Matteoli, Fonseca. A disp.: Greco, Budruni, Criniti. All. Mazzone.

LAZIO: Fiori, Bergodi, Sergio, Pin (29' Melchiori), Gregucci, Soldà, Bacci, Doll (80' Stroppa), Riedle, Sclosa, Sosa. A disp.: Orsi, Vertova, Neri. All. Zoff.

Arbitro: Sig. Cesari (Genova).

Marcatori: 73' Doll.

Note: nessun ammonito. Antidoping: Firicano, Bisoli, Vertova e Melchiori.

Spettatori: paganti 6.965 con un incasso di £. 126.115.000; abbonati 13.773 (quota £. 310.424.976).

Una foto dell'attentato di Capaci.
Dal Guerin Sportivo: una foto della gara

Il 23 maggio, l'Italia fu sconvolta dalla stage di Capaci: il giudice antimafia Giovanni Falcone stava tornando a casa da Roma, come faceva solitamente nel fine settimana, insieme alla moglie Francesca. Partito da Ciampino con un jet di servizio intorno alle 16:45, atterra all'aeroporto Punta Raisi di Palermo dopo un volo di 53 minuti. Qui trova ad attenderlo tre Fiat Croma blindate con la scorta. Falcone si mette alla guida della Croma bianca. In macchina con lui ci sono la moglie e l'autista giudiziario Giuseppe Costanza. La macchina di Falcone è preceduta da una Croma marrone, con gli agenti Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo, e seguita da una Croma azzurra con gli agenti Paolo Capuzzo, Gaspare Cervello e Angelo Corbo. Le auto prendono l'autostrada, dirette verso Palermo. Alle 17:58, al chilometro 5 della A29, nei pressi dello svincolo di Capaci-Isola delle Femmine, il sicario Giovanni Brusca aziona una carica di cinque quintali di tritolo, che era stata posizionata in una galleria scavata sotto la strada. Pochi istanti prima dello scoppio, Falcone aveva rallentato per prendere un mazzo di chiavi dal cruscotto della macchina. Lo scoppio quindi travolge in pieno solo la Croma marrone. I tre agenti della scorta muoiono sul colpo. La macchina di Falcone si schianta contro il muro di cemento e detriti causati dallo scoppio. Il Giudice Falcone muore durante il trasporto in ospedale a causa del trauma cranico, causato dall'impatto contro il parabrezza, e da varie lesioni interne. La moglie Francesca muore invece in ospedale la sera alle 22:00. L'agente Costanza, che si trovava nella macchina con il giudice, rimane illeso. Gli agenti della terza automobile rimangono feriti, ma non sono in pericolo di vita. Il 25 maggio 1992 si svolgono a Palermo i funerali delle vittime. Le parole pronunciate dalla moglie dell'agente Schifani sono rimaste nella storia: "Io, Rosaria Costa, vedova dell'agente Vito Schifani mio, a nome di tutti coloro che hanno dato la vita per lo Stato, lo Stato..., chiedo innanzitutto che venga fatta giustizia, adesso. Rivolgendomi agli uomini della mafia, perché ci sono qua dentro (e non), ma certamente non cristiani, sappiate che anche per voi c'è possibilità di perdono: io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare... Ma loro non cambiano... loro non vogliono cambiare... Vi chiediamo per la città di Palermo, Signore, che avete reso città di sangue, troppo sangue, di operare anche voi per la pace, la giustizia, la speranza e l'amore per tutti. Non c'è amore, non ce n'è amore..."


La Lazio ritrova, almeno nel secondo tempo, uno splendido Doll, ritorna alla vittoria dopo tre settimane di dolori e rovina la festa al Cagliari, che si ferma alla soglia del dodicesimo risultato utile consecutivo. Ma, nonostante lo stop di ieri, i tifosi sardi hanno detto ugualmente grazie alla loro squadra, che per il secondo anno consecutivo ha compiuto il miracolo e ha saputo raddrizzare una situazione che sembrava disperata. Risulta così evidente che, raggiunto con largo anticipo l'obiettivo salvezza, gli stimoli, nonostante i forsennati incitamenti di Mazzone, son venuti completamente meno e la Lazio ha avuto buon gioco. Non che i romani avessero particolari motivi per inseguire la vittoria, ma è successo che, nella ripresa, al momento opportuno, hanno saputo giocare il jolly, sfoderando un Doll a tratti veramente incontenibile. In nove minuti il tedesco ci ha provato per tre volte: al 18', con un forte diagonale, impregna Ielpo in tuffo; al 22' lascia di stucco la difesa di casa e conclude alto; al 27', servito da Sosa, batte di destro in corsa e va imparabilmente a segno. Il tiro, perfetto per esecuzione, vale i due punti: la reazione del Cagliari, infatti, se pur generosa, è sterile e non impensierisce Fiori. Con questo non si vuol dire che la squadra di casa sia stata a guardare, anche se alcuni dei suoi giocatori più rappresentativi hanno già la mente in villeggiatura. Si metta nel conto, poi, che Matteoli, a conclusione di questo campionato estenuante, dimostra tutti i suoi anni e forse anche qualcuno in più, che Francescoli probabilmente sogna altre destinazioni (e lo ha lasciato chiaramente intendere negli spogliatoi: "Il Cagliari non mi ha fatto ancora proposte concrete", ha detto) e che Fonseca risente troppo degli eccessivi osanna e dei ricorrenti infortuni per essere sereno e determinato. Nella prima mezz'ora, ieri, l'uruguayano non ha di fatto toccato un pallone e si è messo a giocare con un po' d'impegno soltanto quando quel volpone di Mazzone ha chiamato Criniti a scaldarsi a bordo campo. Il giovane ha capito che rischiava una ingloriosa sostituzione e si è buttato nella mischia con più carattere. Così, al 29', servito impeccabilmente da Matteoli, esce dal torpore e spara una bordata che esce a lato. Il rinnovato slancio della squadra di casa ha i momenti migliori al 34', quando Francescoli recupera una palla difficilissima e scodella un pallonetto verso rete che Soldà respinge sulla linea, e al 9' della ripresa, quando una sua incursione costringe Gregucci a deviare nella propria rete: Cesari annulla per fuorigioco di Fonseca. La Lazio, dal canto suo, è particolarmente pericolosa anche poco prima di andare a segno, con una conclusione di Ruben Sosa respinta da Ielpo, ripresa da Riedle e disperatamente deviata in angolo da Nardini. A conclusione della gara Mazzone, a cui la battuta d'arresto brucia particolarmente, è quasi intrattabile: "Questa sconfitta per il Cagliari può anche risultare salutare - dice con amarezza. - Può infatti insegnare che non bisogna montarsi la testa, che nessuno ci regalerà mai nulla, che in ogni gara bisogna lottare per 90 minuti come se da essi dipendesse la nostra sopravvivenza". Zoff è contento ma non lo dà a vedere: "Questa vittoria - dice - ci ripaga, seppur soltanto in parte, delle ultime batoste".

Fonte: Corriere della Sera