Cordova Franco: differenze tra le versioni

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Quando nell'estate [[1976]] i giornali pubblicarono la notizia che il capitano della [[Roma]] stava per passare alla Lazio, non poche furono le polemiche tra i tifosi. Da una parte i tifosi giallorossi gridavano al tradimento, dall'altra, metà dei tifosi laziali era felice perché si trattava comunque di un forte giocatore, mentre l'altra metà non lo voleva per il suo lungo passato nelle file dei "cugini". Cordova scelse la Lazio per "vendicarsi" del trattamento subito dalla sua ex squadra che lo aveva messo sul mercato. Non voleva andar via da Roma, anche per problemi personali che lo legavano alla città. Per questo si offrì alla Lazio, obbligando la [[Roma]] (che intendeva venderlo al [[Verona]]) a cederlo ai biancazzurri. Alla fine il calciatore la spuntò e arrivò alla Lazio dopo aver militato, oltre che nella [[Roma]], nella [[Salernitana]], nel [[Brescia]] e nel [[Catania]].
Quando nell'estate [[1976]] i giornali pubblicarono la notizia che il capitano della [[Roma]] stava per passare alla Lazio, non poche furono le polemiche tra i tifosi. Da una parte i tifosi giallorossi gridavano al tradimento, dall'altra, metà dei tifosi laziali era felice perché si trattava comunque di un forte giocatore, mentre l'altra metà non lo voleva per il suo lungo passato nelle file dei "cugini". Cordova scelse la Lazio per "vendicarsi" del trattamento subito dalla sua ex squadra che lo aveva messo sul mercato. Non voleva andar via da Roma, anche per problemi personali che lo legavano alla città. Per questo si offrì alla Lazio, obbligando la [[Roma]] (che intendeva venderlo al [[Verona]]) a cederlo ai biancazzurri. Alla fine il calciatore la spuntò e arrivò alla Lazio dopo aver militato, oltre che nella [[Roma]], nella [[Salernitana]], nel [[Brescia]] e nel [[Catania]].


In biancoceleste disputa tre stagioni, confermando le sue doti di fantasia e di ottima tecnica ma anche la sua discontinuità e una certa innata indolenza. Alla fine della stagione [[1978/79]] viene ceduto all'[[Avellino]]. Viene squalificato per 1 anno e due mesi per la vicenda del [[Calcioscommesse 1980|Calcioscommesse del 1980]], secondo quanto riportato dai giornali dell'epoca. Terminata la squalifica diventa calciatore/allenatore della [[Tivoli]]. Con la Lazio colleziona 85 presenze in [[Campionato]] con 2 reti, 14 presenze in [[Coppa Italia]] e 3 presenze in [[Coppa UEFA]].
In biancoceleste disputa tre stagioni, confermando le sue doti di fantasia e di ottima tecnica ma anche la sua discontinuità e una certa innata indolenza. Alla fine della stagione [[1978/79]] viene lasciato libero dalla Lazio e, dopo essere tornato per un breve periodo ad allenarsi con la Roma, si accorda con l'[[Avellino]]. Viene squalificato per 1 anno e due mesi per la vicenda del [[Calcioscommesse 1980|Calcioscommesse del 1980]], secondo quanto riportato dai giornali dell'epoca. Terminata la squalifica diventa calciatore/allenatore della [[Tivoli]]. Con la Lazio colleziona 85 presenze in [[Campionato]] con 2 reti, 14 presenze in [[Coppa Italia]] e 3 presenze in [[Coppa UEFA]].


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Versione delle 04:00, 20 feb 2021

Franco Cordova
Una figurina di Cordova

Centrocampista, nato a Forlì il 21 giugno 1944. Meglio conosciuto come Ciccio Cordova.

Quando nell'estate 1976 i giornali pubblicarono la notizia che il capitano della Roma AS stava per passare alla Lazio, non poche furono le polemiche tra i tifosi. Da una parte i tifosi giallorossi gridavano al tradimento, dall'altra, metà dei tifosi laziali era felice perché si trattava comunque di un forte giocatore, mentre l'altra metà non lo voleva per il suo lungo passato nelle file dei "cugini". Cordova scelse la Lazio per "vendicarsi" del trattamento subito dalla sua ex squadra che lo aveva messo sul mercato. Non voleva andar via da Roma, anche per problemi personali che lo legavano alla città. Per questo si offrì alla Lazio, obbligando la Roma AS (che intendeva venderlo al Verona) a cederlo ai biancazzurri. Alla fine il calciatore la spuntò e arrivò alla Lazio dopo aver militato, oltre che nella Roma AS, nella Salernitana, nel Brescia e nel Catania.

In biancoceleste disputa tre stagioni, confermando le sue doti di fantasia e di ottima tecnica ma anche la sua discontinuità e una certa innata indolenza. Alla fine della stagione 1978/79 viene lasciato libero dalla Lazio e, dopo essere tornato per un breve periodo ad allenarsi con la Roma, si accorda con l'Avellino. Viene squalificato per 1 anno e due mesi per la vicenda del Calcioscommesse del 1980, secondo quanto riportato dai giornali dell'epoca. Terminata la squalifica diventa calciatore/allenatore della Tivoli. Con la Lazio colleziona 85 presenze in Campionato con 2 reti, 14 presenze in Coppa Italia e 3 presenze in Coppa UEFA.





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