Levi (I) Guido: differenze tra le versioni
Nessun oggetto della modifica |
Nessun oggetto della modifica |
||
| (37 versioni intermedie di 7 utenti non mostrate) | |||
| Riga 1: | Riga 1: | ||
[[File:GuidoLeviI.jpg|thumb|left|299px|Guido Levi]] |
|||
'''Pioniere''' |
'''Pioniere''' |
||
I fratelli Guido e [[Levi (II) Mario|Mario]] Levi furono giocatori della Lazio del periodo pionieristico. Guido, detto "Lo svizzero", nacque il [[31 marzo]] [[1888]] e [[Levi (II) Mario|Mario]] il [[20 febbraio]] [[1893]] a Roma. Erano figli di Antonio ed Eleonora Rospi e la famiglia abitava in Via Alessandrina n. 119. Il maggiore era portiere mentre il secondo giocava in difesa. Di Guido, alto m 1,65 e con una circonferenza toracica di m 0,83, capelli neri ed occhi grigi, le prime notizie risalgono al [[1910]] quando fa parte della formazione laziale che disputa il 1° [[Campionato]] cittadino ufficiale organizzato dalla Lega ma gioca, a livello non ufficiale, anche alcune partite con la squadra della [[Voluntas|Voluntas]]. In previsione di quell'evento la società biancoceleste aveva potenziato l'indizione delle Leve giovanili e tantissimi ragazzi, soprattutto studenti, si erano sottoposti a dei provini con la Lazio. |
|||
Guido e Mario Levi furono giocatori della Lazio del periodo pionieristico. Di loro non si conosce la data di nascita ma si presume che Guido potesse essere del [[1890]] e Mario del [[1892]]-[[1893]] e molto probabilmente erano nati a Roma. Il maggiore era portiere mentre il secondo giocava in difesa. Di Guido le prime notizie risalgono al [[1910]] quando fa parte della formazione laziale che disputa il 1° Campionato cittadino ufficiale organizzato dalla Lega. In previsione di quell'evento la società aveva potenziato l'indizione delle Leve giovanili e tantissimi ragazzi, soprattutto studenti, si erano sottoposti a dei provini con la Lazio. Levi I lo troviamo riserva del portiere [[Gaslini Lorenzo|Gaslini]] (proveniente dal [[Milan AC|Milan]], morirà nel corso del 1° conflitto mondiale) in una squadra forte degli [[Ancherani Sante|Ancherani]], Saraceni, Corelli, ecc. Ancora riserva è nel [[1912]], quando in squadra compare anche il fratello Mario. Come portiere Guido è "di buona guardia" come si usava dire allora, ma ha la sfortuna di trovarsi davanti il fortissimo Gaslini e in porta gioca solo una decina di partite. La sua ultima stagione da calciatore è il [[1913]]. Più lunga e più soddisfacente è la carriera di Mario. Titolare nelle sfortunate finali di campionato nazionale nel 1913 e [[1914]] contro [[Pro Vercelli]] e [[Casale]], è presente nell'anno di inaugurazione del campo della [[Rondinella]]. Nel [[1915]] la sua carriera è interrotta dalla guerra. Mario parte, da bersagliere, per il fronte e tornerà gravemente ferito. Ripresosi, ha la forza di giocare nel [[1918]] per poi ritirarsi dallo sport, dopo 40 gare disputate in biancoceleste. Di lui sappiamo che più delle sue qualità tecniche colpivano quelle atletiche con cui sopperiva alle prime. I fratelli Levi sono stati dei modesti giocatori di calcio ma pieni di entusiasmo e di passione per la Lazio. [[image:Levi_Mario2.jpg|thumb|right|150px|Mario Levi nel [[1963]]]] Per comprendere ciò basta riportare il testo di una dichiarazione che Mario, ormai anziano, rilasciò in occasione del ritorno della Lazio in [[serie A]] nel [[1963]]: "Unisco in un entusiastico plauso e in un affettuoso ringraziamento i dirigenti, l'allenatore e gli atleti della gloriosa società, alla quale mi onoro di appartenere da oltre cinquant'anni, per avermi procurato la gioia di poter vedere ancora in lizza nella massima divisione i colori da me difesi in campo con le mie modeste forze, in tempo assai lontano, e sempre tenuti in cuore con fervida passione e con fede mai venuta meno". Queste semplici ma immense parole danno lo spessore di quegli uomini di inizio novecento che condivisero un'idea di purezza, amore e vigore fisico e dovrebbero essere di monito per coloro che oggi, distorcendo il senso della Lazialità, procurano a quell'idea danni mortali e umiliano e spengono l'entusiasmo di coloro che in quell'idea ancora credono e vivono. |
|||
Levi I lo troviamo riserva del portiere [[Gaslini Lorenzo|Lorenzo Gaslini]] (proveniente dal [[Milan]], morirà a causa di malattia contratta nel [[Prima Guerra Mondiale|1° conflitto mondiale]]) in una squadra forte degli [[Ancherani Sante|Ancherani]], Saraceni, Corelli, ecc. E' titolare nel [[1912]], quando in squadra compare anche il fratello [[Levi (II) Mario|Mario]]. Fu impiegato, con ottimi risultati, anche come difensore. Come portiere Guido è "di buona guardia" come si usava dire allora, ma ha la sfortuna di trovarsi davanti il fortissimo [[Gaslini Lorenzo|Gaslini]] e in porta gioca solo una decina di partite. La sua ultima stagione effettiva da calciatore è quella [[1913/14]], sebbene scendesse in campo come terzino nelle primissime partite della stagione successiva. Poi per motivi di lavoro deve lasciare Roma alla volta di Torino. Nel [[1912]] fu, a volte, il capitano della squadra. In questo stesso anno fu eletto Segretario della Sezione sportiva nell'Assemblea Generale. Era anche un ottimo podista e ciclista. |
|||
I fratelli Levi si traferirono a Torino per gestire la famosa Tipografia Elzeviriana che dava alle stampe libri importanti e documenti ufficiali. |
|||
Più lunga e più soddisfacente è la carriera di [[Levi (II) Mario|Mario]]. Già presente in 3^ squadra nel [[1908]]. Titolare nelle sfortunate finali di [[campionato]] nazionale nel [[1913]] e [[1914]] contro [[Pro Vercelli]] e [[Casale]], è presente nell'anno di inaugurazione del [[Stadio Rondinella - Roma|campo della Rondinella]]. Nel [[1915]] la sua carriera è interrotta dalla guerra. Ripresosi, ha la forza di giocare nel [[1918]] per poi ritirarsi dallo sport, dopo 40 gare disputate in biancoceleste. Di lui sappiamo che più delle sue qualità tecniche colpivano quelle atletiche con cui sopperiva alle prime. |
|||
Guido fu soldato volontario nel 7° Reggimento Alpini e promosso sergente nel 5°. Nel [[1908]] è dichiarato disertore e, una volta costituitosi, condannato a quattro mesi e retrocesso a soldato dal Tribunale Militare di Milano. Il [[22 maggio]] [[1915]] fu mobilitato. Il [[6 settembre]] [[1916]] venne gravemente ferito in combattimento. Rimessosi, venne inviato nei reparti d'assalto e per il suo eroico comportamento fu di nuovo riassegnato al grado di sergente nel 3° Reggimento Alpini del Battaglione Fenestrelle. Alla fine della guerra, decorato per la campagna di guerra [[1915]]-[[1918|18]], si stabilì a Sanremo. Nella stagione [[1923/24]], ormai trentacinquenne e rientrato per un breve periodo a Roma, giocò in porta qualche partita con la 3^ squadra. Un amore sconfinato verso la Lazio. |
|||
Il fratello [[Levi (II) Mario|Mario]], alto m 1,66, con i capelli e gli occhi castani, fu soldato volontario nel 9° Reggimento Bersaglieri, Battaglione Ciclisti. Giunto in territorio in stato di guerra il [[25 agosto]] [[1915]]. Il [[21 ottobre]] è ricoverato in un ospedaletto da campo per ferita. Trasferito all’ospedale di Legnago e poi nell’ospedale territoriale della Croce Rossa Italiana di Roma. Il [[25 ottobre]] [[1916]] è dichiarato idoneo ai soli servizi sedentari nell’ospedale Militare di Livorno. Frequenta la scuola militare di Modena per istruzione obbligatoria. Cessa nella qualifica di Allievo Ufficiale perché dichiarato permanentemente inabile alle fatiche della guerra e viene trasferito al deposito del 9° Reggimento Bersaglieri nel giugno[[ 1917]]. Il [[9 giugno]] [[1918]] è in territorio di guerra come volontario del 6° Reggimento Bersaglieri nel battaglione complementare ciclisti. L’[[8 agosto]] [[1918]] è mobilitato nel 4° Reggimento Bersaglieri ciclisti. Il [[4 novembre]] [[1918]] è in zona d’armistizio del fronte italiano. Viene esonerato il [[12 dicembre]] [[1918]] e lasciato a disposizione come impiegato dell’Esercito. Riportò ferite da pallottole alle gambe, al volto e alle braccia combattendo il [[21 ottobre]] [[1915]] a Selz. Gli fu concessa la Croce al merito di Guerra e fu autorizzato a fregiarsi della Medaglia di benemerenza istituita per i volontari della guerra italo-austriaca. |
|||
I fratelli Levi sono stati dei bravi giocatori di calcio, pieni di entusiasmo e di passione per la Lazio. Per comprendere ciò basta riportare il testo di una dichiarazione che [[Levi (II) Mario|Mario]], ormai anziano, rilasciò in occasione del ritorno della Lazio in [[serie A]] nel [[1963]]: ''"Unisco in un entusiastico plauso e in un affettuoso ringraziamento i dirigenti, l'allenatore e gli atleti della gloriosa società, alla quale mi onoro di appartenere da oltre cinquant'anni, per avermi procurato la gioia di poter vedere ancora in lizza nella [[Serie A|massima divisione]] i colori da me difesi in campo con le mie modeste forze, in tempo assai lontano, e sempre tenuti in cuore con fervida passione e con fede mai venuta meno"''. Queste semplici ma immense parole danno lo spessore di quegli uomini di inizio [[1900|novecento]] che condivisero un'idea di purezza, amore e vigore fisico e dovrebbero essere di monito per coloro che oggi, distorcendo il senso della Lazialità, procurano a quell'idea danni mortali e umiliano e spengono l'entusiasmo di coloro che in quell'idea ancora credono e vivono. |
|||
{{-}} {{-}} |
|||
<center> |
|||
<Gallery perrow=3 caption="Galleria di immagini" widths=270px heights=270px> |
|||
File:LeviGuido.jpg|Guido Levi |
|||
image:Levi_Mario.jpg|Guido Levi |
|||
Immagine:leviprimo.jpg|Levi (I), nel ruolo di portiere, nella formazione del 1913 |
|||
File:sp levi guido.jpg|Un breve ritratto di un giornale del 1912 |
|||
</Gallery> |
|||
</center> |
|||
{{-}} {{-}} |
|||
{| style="border:1px solid navy;" cellpadding=3 align=center |
|||
|- |
|||
| ► <html> <a href = "#top"> Torna ad inizio pagina </a> </html> |
|||
|} |
|||
[[Categoria:Biografie|Levi (I) Guido]] |
[[Categoria:Biografie|Levi (I) Guido]] |
||
[[Categoria:Calciatori|Levi (I) Guido]] |
[[Categoria:Calciatori|Levi (I) Guido]] |
||
[[Categoria:Pionieri|Levi (I) Guido]] |
|||
[[Categoria:Dirigenti|Levi (I) Guido]] |
|||
Versione attuale delle 21:34, 23 gen 2024

Pioniere
I fratelli Guido e Mario Levi furono giocatori della Lazio del periodo pionieristico. Guido, detto "Lo svizzero", nacque il 31 marzo 1888 e Mario il 20 febbraio 1893 a Roma. Erano figli di Antonio ed Eleonora Rospi e la famiglia abitava in Via Alessandrina n. 119. Il maggiore era portiere mentre il secondo giocava in difesa. Di Guido, alto m 1,65 e con una circonferenza toracica di m 0,83, capelli neri ed occhi grigi, le prime notizie risalgono al 1910 quando fa parte della formazione laziale che disputa il 1° Campionato cittadino ufficiale organizzato dalla Lega ma gioca, a livello non ufficiale, anche alcune partite con la squadra della Voluntas. In previsione di quell'evento la società biancoceleste aveva potenziato l'indizione delle Leve giovanili e tantissimi ragazzi, soprattutto studenti, si erano sottoposti a dei provini con la Lazio.
Levi I lo troviamo riserva del portiere Lorenzo Gaslini (proveniente dal Milan AC, morirà a causa di malattia contratta nel 1° conflitto mondiale) in una squadra forte degli Ancherani, Saraceni, Corelli, ecc. E' titolare nel 1912, quando in squadra compare anche il fratello Mario. Fu impiegato, con ottimi risultati, anche come difensore. Come portiere Guido è "di buona guardia" come si usava dire allora, ma ha la sfortuna di trovarsi davanti il fortissimo Gaslini e in porta gioca solo una decina di partite. La sua ultima stagione effettiva da calciatore è quella 1913/14, sebbene scendesse in campo come terzino nelle primissime partite della stagione successiva. Poi per motivi di lavoro deve lasciare Roma alla volta di Torino. Nel 1912 fu, a volte, il capitano della squadra. In questo stesso anno fu eletto Segretario della Sezione sportiva nell'Assemblea Generale. Era anche un ottimo podista e ciclista.
I fratelli Levi si traferirono a Torino per gestire la famosa Tipografia Elzeviriana che dava alle stampe libri importanti e documenti ufficiali.
Più lunga e più soddisfacente è la carriera di Mario. Già presente in 3^ squadra nel 1908. Titolare nelle sfortunate finali di campionato nazionale nel 1913 e 1914 contro Pro Vercelli e Casale, è presente nell'anno di inaugurazione del campo della Rondinella. Nel 1915 la sua carriera è interrotta dalla guerra. Ripresosi, ha la forza di giocare nel 1918 per poi ritirarsi dallo sport, dopo 40 gare disputate in biancoceleste. Di lui sappiamo che più delle sue qualità tecniche colpivano quelle atletiche con cui sopperiva alle prime.
Guido fu soldato volontario nel 7° Reggimento Alpini e promosso sergente nel 5°. Nel 1908 è dichiarato disertore e, una volta costituitosi, condannato a quattro mesi e retrocesso a soldato dal Tribunale Militare di Milano. Il 22 maggio 1915 fu mobilitato. Il 6 settembre 1916 venne gravemente ferito in combattimento. Rimessosi, venne inviato nei reparti d'assalto e per il suo eroico comportamento fu di nuovo riassegnato al grado di sergente nel 3° Reggimento Alpini del Battaglione Fenestrelle. Alla fine della guerra, decorato per la campagna di guerra 1915-18, si stabilì a Sanremo. Nella stagione 1923/24, ormai trentacinquenne e rientrato per un breve periodo a Roma, giocò in porta qualche partita con la 3^ squadra. Un amore sconfinato verso la Lazio.
Il fratello Mario, alto m 1,66, con i capelli e gli occhi castani, fu soldato volontario nel 9° Reggimento Bersaglieri, Battaglione Ciclisti. Giunto in territorio in stato di guerra il 25 agosto 1915. Il 21 ottobre è ricoverato in un ospedaletto da campo per ferita. Trasferito all’ospedale di Legnago e poi nell’ospedale territoriale della Croce Rossa Italiana di Roma. Il 25 ottobre 1916 è dichiarato idoneo ai soli servizi sedentari nell’ospedale Militare di Livorno. Frequenta la scuola militare di Modena per istruzione obbligatoria. Cessa nella qualifica di Allievo Ufficiale perché dichiarato permanentemente inabile alle fatiche della guerra e viene trasferito al deposito del 9° Reggimento Bersaglieri nel giugno1917. Il 9 giugno 1918 è in territorio di guerra come volontario del 6° Reggimento Bersaglieri nel battaglione complementare ciclisti. L’8 agosto 1918 è mobilitato nel 4° Reggimento Bersaglieri ciclisti. Il 4 novembre 1918 è in zona d’armistizio del fronte italiano. Viene esonerato il 12 dicembre 1918 e lasciato a disposizione come impiegato dell’Esercito. Riportò ferite da pallottole alle gambe, al volto e alle braccia combattendo il 21 ottobre 1915 a Selz. Gli fu concessa la Croce al merito di Guerra e fu autorizzato a fregiarsi della Medaglia di benemerenza istituita per i volontari della guerra italo-austriaca.
I fratelli Levi sono stati dei bravi giocatori di calcio, pieni di entusiasmo e di passione per la Lazio. Per comprendere ciò basta riportare il testo di una dichiarazione che Mario, ormai anziano, rilasciò in occasione del ritorno della Lazio in serie A nel 1963: "Unisco in un entusiastico plauso e in un affettuoso ringraziamento i dirigenti, l'allenatore e gli atleti della gloriosa società, alla quale mi onoro di appartenere da oltre cinquant'anni, per avermi procurato la gioia di poter vedere ancora in lizza nella massima divisione i colori da me difesi in campo con le mie modeste forze, in tempo assai lontano, e sempre tenuti in cuore con fervida passione e con fede mai venuta meno". Queste semplici ma immense parole danno lo spessore di quegli uomini di inizio novecento che condivisero un'idea di purezza, amore e vigore fisico e dovrebbero essere di monito per coloro che oggi, distorcendo il senso della Lazialità, procurano a quell'idea danni mortali e umiliano e spengono l'entusiasmo di coloro che in quell'idea ancora credono e vivono.
- Galleria di immagini
-
Guido Levi
-
Guido Levi
-
Levi (I), nel ruolo di portiere, nella formazione del 1913
-
Un breve ritratto di un giornale del 1912
| ► Torna ad inizio pagina |