Serafini Enzio Enrique: differenze tra le versioni

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Centrocampista, nato a Lasongas (Brasile) il [[1 agosto]] [[1904]]. Noto in Italia come Enzo Enrico Serafini.
Acquistato nel [[1931]] dalla Palestra Italia.
Disputa 4 stagioni in maglia biancoceleste.


Centrocampista, nato a Laranjal Paulista (Brasile) il [[1 agosto]] [[1904]]. Deceduto a San Paolo (Brasile) il [[9 marzo]] [[1981]]. Noto in Italia come Enzo Enrico Serafini. Sui quotidiani brasiliani spesso riportato come Henrique Seraphini.
Con la Lazio colleziona 97 presenze e 1 rete in [[Campionato]].


Nasce a Laranjal Paulista, città è situata a 132 km da San Paolo, dove il padre Luigi lavora come falegname. Il ragazzo, occhi verdi e capelli castani, si trasferisce a San Paolo nel [[1914]], stesso anno di fondazione della Palestra Italia e inizia a giocare nei campi vicino Rua Barra Funda, località dove vive. Nel [[1923]] viene notato da alcuni osservatori della Palestra Italia, che lo portano a giocare nelle giovanili del club palestrino. Impiegato come "mezzo-sinistro", esordisce in prima squadra il [[15 aprile]] [[1923]], in occasione della vittoria per 1-0 contro il Corinthians. Vince il Campionato Paulista nel [[1926]] e nel [[1927]], andando a costituire, con [[Rizzetti Pedro (Pepe)|Pepe]] e Gogliardo quella che viene definita la "migliore linea mediana del calcio brasiliano". I tre giocatori ricevono, tra l'altro, il curioso soprannome di "Sissi, Gas e Guaranà", dal nome di tre bibite molto in voga all'epoca. Nonostante il soprannome il giocatore non ama l'accostamento alle bevande analcoliche. Molto religioso, Serafini affronta duramente un tifoso sulle gradinate che ha sentito bestemmiare. Debutta in nazionale nell'incontro contro la Scozia concluso con la vittoria dei brasiliani per 5-0. Con la Selecao gioca in tutto cinque partite, impreziosite da un gol, senza mai subire sconfitte. Viene acquistato dalla Lazio, su richiesta di [[Barbuy Amilcar|Amílcar Barbuy]] nell'estate del [[1931]] e arriva l'Italia a bordo della nave Duilio, unitamente ad altri otto giocatori brasiliani. Gioca in biancoceleste per 4 stagioni, dal [[20 settembre]] [[1931]] al [[2 giugno]] [[1935]], segnando un solo gol in 94 partite. Durante la sua permanenza a Roma ha occasione di incontrare il Papa, Pio XI, che lo riceve in Vaticano unitamente agli altri calciatori brasiliani. Nella circostanza il pontefice, venuto a conoscenza che la moglie Zulmira è incinta, lo invita a battezzare il nascituro nella Basilica di San Pietro. Dopo la nascita della figlia Marina, il battesimo è celebrato in Vaticano e vede [[Barbuy Amilcar|Amílcar Barbuy]] come testimone. Serafini viene preso in simpatia da Bruno e Vittorio Mussolini, i figli del dittatore, che attendono la fine delle partite per palleggiare con lui. [[Mussolini Benito|Mussolini]], saputo dell'attenzione riservata ai suoi ragazzi dal brasiliano lo convoca nel suo ufficio di Palazzo Venezia. Il Duce dopo aver appreso delle sue origini italiane e averlo rimproverato per la scarsa conoscenza della nostra lingua, lo invita a partecipare ad uno dei successivi pranzi di famiglia che si svolgono tutti i mercoledì. L'invito viene accettato dal giocatore e il pranzo ha luogo nel mese di luglio [[1935]]. Successivamente dopo aver riportato un grave infortunio, il calciatore brasiliano fa ritorno in patria. Dopo aver recuperato gioca ancora per otto mesi nella Palestra Italia, dal [[1935]] al [[1936]]. La sua ultima partita per il club palestrino ha luogo il [[19 aprile]] in San Paolo-Palestra 3-2. Il bilancio complessivo con la squadra di San Paolo è di 131 vittorie e 12 gol in 195 partite disputate. Gioca per poco tempo anche con il [[Portuguesa]]. Conclusa la carriera, Serafini diventa funzionario alla Ford. Nel [[1945]] inizia a lavorare per una azienda produttrice di materassi, svolgendo il ruolo di supervisore della sezione dei telai metallici. Malato di diabete, muore il [[9 marzo]] [[1980]]. L'organizzazione del suo funerale è curata da un ex compagno di squadra, il portiere Oberdan Cattani.
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Image:Serafini.jpg

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File:SerafiniDedica.jpg|Una foto con dedica
File:Serafini2.jpg|Con la Nazionale Brasiliana <br> Fonte: http://guiadoscuriosos.com.br/
File:SerafiniGiovane.jpg|Un giovanissimo Serafini
File:SelezioneSanPaolo1929.jpg|Una Selezione della città di San Paolo con Barbuy, Del Debbio e Serafini
File:SelezioneSanPaolo1929.jpg|Una Selezione della città di San Paolo con Barbuy, Del Debbio e Serafini
File:RizzettiBarbuySerafini.jpg|Con Rizzetti e Serafini
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File:Serafini1.jpg|Un primo piano con la maglia della Palestra Italia <br> Fonte: http://guiadoscuriosos.com.br/
File:Serafini3.jpg|In occasiopne di Palestra Italia-Ferenchvaros <br> Fonte: http://guiadoscuriosos.com.br/
File:Serafini4.jpg|Assieme al compagno di squadra Goliardo <br> Fonte: http://guiadoscuriosos.com.br/
Immagine:SerafiniEnzioFilmato.jpg|Enzio Enrique con la maglia della Lazio
Immagine:SerafiniEnzio.jpg|Sempre in biancoceleste
Immagine:SerafiniEnzioEnrique.jpg|Serafini in abiti borghesi
File:Serafini10gen1932.jpg|Dopo l'infortunio subito in Ambrosiana-Lazio del gennaio 1932, accudito dalla consorte e dalla moglie di Rizzetti
Image:Serafini.jpg|In azione con la maglia della Lazio
Immagine:Serafini_a.jpg|Ancora con la divisa laziale
File:All19dic34.jpg|In allenamento con Fantoni II e Viani
File:BarbuySerafiniRizzetti.jpg|Assieme a Barbuy e Rizzetti ad un bar di via Cavour
File:Serafinix.jpg|"BrasiLazio"... e casacca ''albiceleste''
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File:Serafini5.jpg|Il trio Sissi, Gas e Guaranà in una caricatura <br> Fonte: http://guiadoscuriosos.com.br/
Immagine:Serafini_Enzo.jpg|Un ritratto di Serafini in Italia
Immagine:Enzo Serafini.jpg|Altro primo piano del giocatore brasiliano
File:seraf.jpg|Il calciatore in una caricatura di Carlin del 1931
Image:Serafini figurina.jpg|Una figurina laziale di Serafini
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File:Serafini7.jpg|Con altri giocatori brasiliani <br> Fonte: http://guiadoscuriosos.com.br/
File:Serafini6.jpg|Sulla nave Duilio in viaggio per l'Italia <br> Fonte: http://guiadoscuriosos.com.br/
File:SerafiniMundoEsportivo.jpg|Un articolo del "Mundo Esportivo" del 12 ottobre 1951
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File:BarbuyAmilcar1926.jpg|thumb|left|200px|Un documento di viaggio del 1926
File:Serafini8.jpg|La tessera di giocatore della Lazio <br> Fonte: http://guiadoscuriosos.com.br/
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[[Categoria:Biografie|Serafini, Enzio Enrique]]
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[[Categoria:Calciatori|Serafini, Enzio Enrique]]
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Enzio Enrique Serafini

Centrocampista, nato a Laranjal Paulista (Brasile) il 1 agosto 1904. Deceduto a San Paolo (Brasile) il 9 marzo 1981. Noto in Italia come Enzo Enrico Serafini. Sui quotidiani brasiliani spesso riportato come Henrique Seraphini.

Nasce a Laranjal Paulista, città è situata a 132 km da San Paolo, dove il padre Luigi lavora come falegname. Il ragazzo, occhi verdi e capelli castani, si trasferisce a San Paolo nel 1914, stesso anno di fondazione della Palestra Italia e inizia a giocare nei campi vicino Rua Barra Funda, località dove vive. Nel 1923 viene notato da alcuni osservatori della Palestra Italia, che lo portano a giocare nelle giovanili del club palestrino. Impiegato come "mezzo-sinistro", esordisce in prima squadra il 15 aprile 1923, in occasione della vittoria per 1-0 contro il Corinthians. Vince il Campionato Paulista nel 1926 e nel 1927, andando a costituire, con Pepe e Gogliardo quella che viene definita la "migliore linea mediana del calcio brasiliano". I tre giocatori ricevono, tra l'altro, il curioso soprannome di "Sissi, Gas e Guaranà", dal nome di tre bibite molto in voga all'epoca. Nonostante il soprannome il giocatore non ama l'accostamento alle bevande analcoliche. Molto religioso, Serafini affronta duramente un tifoso sulle gradinate che ha sentito bestemmiare. Debutta in nazionale nell'incontro contro la Scozia concluso con la vittoria dei brasiliani per 5-0. Con la Selecao gioca in tutto cinque partite, impreziosite da un gol, senza mai subire sconfitte. Viene acquistato dalla Lazio, su richiesta di Amílcar Barbuy nell'estate del 1931 e arriva l'Italia a bordo della nave Duilio, unitamente ad altri otto giocatori brasiliani. Gioca in biancoceleste per 4 stagioni, dal 20 settembre 1931 al 2 giugno 1935, segnando un solo gol in 94 partite. Durante la sua permanenza a Roma ha occasione di incontrare il Papa, Pio XI, che lo riceve in Vaticano unitamente agli altri calciatori brasiliani. Nella circostanza il pontefice, venuto a conoscenza che la moglie Zulmira è incinta, lo invita a battezzare il nascituro nella Basilica di San Pietro. Dopo la nascita della figlia Marina, il battesimo è celebrato in Vaticano e vede Amílcar Barbuy come testimone. Serafini viene preso in simpatia da Bruno e Vittorio Mussolini, i figli del dittatore, che attendono la fine delle partite per palleggiare con lui. Mussolini, saputo dell'attenzione riservata ai suoi ragazzi dal brasiliano lo convoca nel suo ufficio di Palazzo Venezia. Il Duce dopo aver appreso delle sue origini italiane e averlo rimproverato per la scarsa conoscenza della nostra lingua, lo invita a partecipare ad uno dei successivi pranzi di famiglia che si svolgono tutti i mercoledì. L'invito viene accettato dal giocatore e il pranzo ha luogo nel mese di luglio 1935. Successivamente dopo aver riportato un grave infortunio, il calciatore brasiliano fa ritorno in patria. Dopo aver recuperato gioca ancora per otto mesi nella Palestra Italia, dal 1935 al 1936. La sua ultima partita per il club palestrino ha luogo il 19 aprile in San Paolo-Palestra 3-2. Il bilancio complessivo con la squadra di San Paolo è di 131 vittorie e 12 gol in 195 partite disputate. Gioca per poco tempo anche con il Portuguesa. Conclusa la carriera, Serafini diventa funzionario alla Ford. Nel 1945 inizia a lavorare per una azienda produttrice di materassi, svolgendo il ruolo di supervisore della sezione dei telai metallici. Malato di diabete, muore il 9 marzo 1980. L'organizzazione del suo funerale è curata da un ex compagno di squadra, il portiere Oberdan Cattani.







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