Corsini Giulio: differenze tra le versioni

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Inoltre assume un atteggiamento intimidatorio, ricambiato, verso [[Chinaglia Giorgio|Giorgio Chinaglia]], impedendogli di andare negli ''States'' per rivedere la famiglia una volta al mese, come concordato col presidente [[Lenzini Umberto|Umberto Lenzini]]. Ha il merito di lanciare [[Giordano Bruno|Bruno Giordano]] che, all'esordio, [[Domenica 5 ottobre 1975 - Genova, stadio Luigi Ferraris - Sampdoria-Lazio 0-1|lo ripaga con una rete vincente]] contro la [[Sampdoria]]. Ma i rapporti con la squadra ed il pubblico diventano sempre più difficili. Nell'intervallo del [[derby]] di andata del [[16 novembre]] [[1975]], aggredisce verbalmente [[Chinaglia Giorgio|Chinaglia]] dicendogli ''"Finché sono io l'allenatore, tu non andrai mai negli Usa"''. Scoppia una rissa furibonda: volano parole grosse con i reduci dello [[scudetto]]. Al ritorno in campo [[Chinaglia Giorgio|Chinaglia]] [[Domenica 16 novembre 1975 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Roma 1-1|segna il goal del pareggio]] e la sera stessa volerà a New York. La situazione è ormai insanabile, la Lazio gioca male ed annaspa nelle ultime posizioni in classifica. Il [[30 novembre]] Corsini viene esonerato tra strascichi polemici dell'allenatore che accusa [[Chinaglia Giorgio|Chinaglia]], altri giocatori e Società. Il suo posto viene ripreso da [[Maestrelli Tommaso|Tommaso Maestrelli]] convalescente e per Corsini si chiude la parentesi in biancoceleste. Nella stagione [[1976/77]] siede sulla panchina del [[Cesena]], ma anche qui viene esonerato con la squadra ultima in classifica. Ritorna quindi all'[[Atalanta]] come allenatore delle squadre giovanili. Nel [[1979]] va al [[Bari]] dove, subentrato a stagione in corso, viene a sua volta esonerato prima del termine del [[campionato]]. Nel [[1981]] torna ancora all'[[Atalanta]] subentrando a Bruno Bolchi, ma non riesce a salvare gli orobici dalla [[Serie C|Serie C1]]. Conclude così la carriera di allenatore.
Inoltre assume un atteggiamento intimidatorio, ricambiato, verso [[Chinaglia Giorgio|Giorgio Chinaglia]], impedendogli di andare negli ''States'' per rivedere la famiglia una volta al mese, come concordato col presidente [[Lenzini Umberto|Umberto Lenzini]]. Ha il merito di lanciare [[Giordano Bruno|Bruno Giordano]] che, all'esordio, [[Domenica 5 ottobre 1975 - Genova, stadio Luigi Ferraris - Sampdoria-Lazio 0-1|lo ripaga con una rete vincente]] contro la [[Sampdoria]]. Ma i rapporti con la squadra ed il pubblico diventano sempre più difficili. Nell'intervallo del [[derby]] di andata del [[16 novembre]] [[1975]], aggredisce verbalmente [[Chinaglia Giorgio|Chinaglia]] dicendogli ''"Finché sono io l'allenatore, tu non andrai mai negli Usa"''. Scoppia una rissa furibonda: volano parole grosse con i reduci dello [[scudetto]]. Al ritorno in campo [[Chinaglia Giorgio|Chinaglia]] [[Domenica 16 novembre 1975 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Roma 1-1|segna il goal del pareggio]] e la sera stessa volerà a New York. La situazione è ormai insanabile, la Lazio gioca male ed annaspa nelle ultime posizioni in classifica. Il [[30 novembre]] Corsini viene esonerato tra strascichi polemici dell'allenatore che accusa [[Chinaglia Giorgio|Chinaglia]], altri giocatori e Società. Il suo posto viene ripreso da [[Maestrelli Tommaso|Tommaso Maestrelli]] convalescente e per Corsini si chiude la parentesi in biancoceleste. Nella stagione [[1976/77]] siede sulla panchina del [[Cesena]], ma anche qui viene esonerato con la squadra ultima in classifica. Ritorna quindi all'[[Atalanta]] come allenatore delle squadre giovanili. Nel [[1979]] va al [[Bari]] dove, subentrato a stagione in corso, viene a sua volta esonerato prima del termine del [[campionato]]. Nel [[1981]] torna ancora all'[[Atalanta]] subentrando a Bruno Bolchi, ma non riesce a salvare gli orobici dalla [[Serie C|Serie C1]]. Conclude così la carriera di allenatore.


'''"L'Eco di Bergamo" l'indomani della sua morte. <br>'''
'''"L'Eco di Bergamo" l'indomani della sua morte<br>'''
''Ci ha lasciato una bandiera atalantina. Giulio Corsini, ex giocatore ed ex allenatore nerazzurro, è morto nella mattinata del [[31 dicembre]] a 76 anni. Era malato da tempo e la gravità delle condizioni fisiche l'aveva progressivamente allontanato dallo stadio con suo grande dispiacere: era un appassionato tifoso e aveva la squadra atalantina nel cuore. Corsini lascia la moglie Mirella, i figli Nicola e Cristiana, i nipoti Alessandro e Michela e Andrea. I funerali si svolgeranno il [[2 gennaio]], alle ore 14,30, nella chiesa parrocchiale di Sant'Alessandro in Colonna. La salma è composta nella camera mortuaria dell'Istituto Gleno. Bergamasco di città, scoperto da Ciatto nelle file dell'oratorio della Malpensata, si segnalò come terzino sinistro esordendo in prima squadra in [[serie A]] a 19 anni nel 1953 in trasferta contro la [[Triestina]]: giocò nell'[[Atalanta]] per cinque [[Campionato|campionati]] nella [[Serie A|massima divisione]], dal [[1952/53|1952/'53]] al [[1957/58|1957/'58]], per un totale di 130 partite e due reti, prima di approdare alla [[Roma]]. In giallorosso restò sette anni vincendo anche una Coppa delle Fiere. Concluse la carriera da calciatore nel [[Mantova]]. Come mister nerazzurro conquistò, al primo tentativo, la promozione in [[serie A]] nello spareggio di Bologna con [[Bari]] e [[Catanzaro]] nel [[1970/71|1970/'71]]. Corsini allenò l'[[Atalanta]] anche in [[serie A]] nel [[1971/72|1971/'72]] e [[1972/73|1972/'73]] quando retrocesse e nel [[1973/74|1973/'74]] venne esonerato in [[Serie B|B]] all'11ª giornata (lo sostituì Heriberto Herrera). [[Sampdoria]], Lazio, [[Cesena]], [[Bari]] e ancora [[Atalanta]] le sue successive tappe da tecnico. Nel [[1980/81|1980/'81]] tentò di salvare i bergamaschi dalla retrocessione in [[serie C]] sostituendo Bruno Bolchi dopo il girone d'andata, ma non riuscì nell'impresa e si ritirò.''
''Ci ha lasciato una bandiera atalantina. Giulio Corsini, ex giocatore ed ex allenatore nerazzurro, è morto nella mattinata del [[31 dicembre]] a 76 anni. Era malato da tempo e la gravità delle condizioni fisiche l'aveva progressivamente allontanato dallo stadio con suo grande dispiacere: era un appassionato tifoso e aveva la squadra atalantina nel cuore. Corsini lascia la moglie Mirella, i figli Nicola e Cristiana, i nipoti Alessandro e Michela e Andrea. I funerali si svolgeranno il [[2 gennaio]], alle ore 14,30, nella chiesa parrocchiale di Sant'Alessandro in Colonna. La salma è composta nella camera mortuaria dell'Istituto Gleno. Bergamasco di città, scoperto da Ciatto nelle file dell'oratorio della Malpensata, si segnalò come terzino sinistro esordendo in prima squadra in [[serie A]] a 19 anni nel 1953 in trasferta contro la [[Triestina]]: giocò nell'[[Atalanta]] per cinque [[Campionato|campionati]] nella [[Serie A|massima divisione]], dal [[1952/53|1952/'53]] al [[1957/58|1957/'58]], per un totale di 130 partite e due reti, prima di approdare alla [[Roma]]. In giallorosso restò sette anni vincendo anche una Coppa delle Fiere. Concluse la carriera da calciatore nel [[Mantova]]. Come mister nerazzurro conquistò, al primo tentativo, la promozione in [[serie A]] nello spareggio di Bologna con [[Bari]] e [[Catanzaro]] nel [[1970/71|1970/'71]]. Corsini allenò l'[[Atalanta]] anche in [[serie A]] nel [[1971/72|1971/'72]] e [[1972/73|1972/'73]] quando retrocesse e nel [[1973/74|1973/'74]] venne esonerato in [[Serie B|B]] all'11ª giornata (lo sostituì Heriberto Herrera). [[Sampdoria]], Lazio, [[Cesena]], [[Bari]] e ancora [[Atalanta]] le sue successive tappe da tecnico. Nel [[1980/81|1980/'81]] tentò di salvare i bergamaschi dalla retrocessione in [[serie C]] sostituendo Bruno Bolchi dopo il girone d'andata, ma non riuscì nell'impresa e si ritirò.''



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Giulio Corsini

Allenatore, nato a Bergamo il 28 settembre 1933 e ivi deceduto il 31 dicembre 2009.

Come calciatore milita con l'Atalanta, la Roma AS (sette stagioni) e il Mantova. Inizia ad allenare il Mantova, quindi l'Atalanta per quattro campionati (vince il premio "Seminatore d'Oro" nel 1970/71) e la Sampdoria. Arriva alla Lazio all'inizio della stagione 1975/76 in sostituzione di Tommaso Maestrelli ammalato, si fa subito notare per il carattere fermo e deciso che gli vale l'appellativo di "Sergente di ferro". Smembra la squadra scudetto di due anni prima cedendo Giancarlo Oddi e Mario Frustalupi al Cesena AC, Franco Nanni al Bologna e acquistando giocatori come Francesco Brignani, Paolo Ammoniaci, Giovanni Carlo Ferrari e Antonio Lopez che non si riveleranno all'altezza della situazione. Inoltre assume un atteggiamento intimidatorio, ricambiato, verso Giorgio Chinaglia, impedendogli di andare negli States per rivedere la famiglia una volta al mese, come concordato col presidente Umberto Lenzini. Ha il merito di lanciare Bruno Giordano che, all'esordio, lo ripaga con una rete vincente contro la Sampdoria. Ma i rapporti con la squadra ed il pubblico diventano sempre più difficili. Nell'intervallo del derby di andata del 16 novembre 1975, aggredisce verbalmente Chinaglia dicendogli "Finché sono io l'allenatore, tu non andrai mai negli Usa". Scoppia una rissa furibonda: volano parole grosse con i reduci dello scudetto. Al ritorno in campo Chinaglia segna il goal del pareggio e la sera stessa volerà a New York. La situazione è ormai insanabile, la Lazio gioca male ed annaspa nelle ultime posizioni in classifica. Il 30 novembre Corsini viene esonerato tra strascichi polemici dell'allenatore che accusa Chinaglia, altri giocatori e Società. Il suo posto viene ripreso da Tommaso Maestrelli convalescente e per Corsini si chiude la parentesi in biancoceleste. Nella stagione 1976/77 siede sulla panchina del Cesena AC, ma anche qui viene esonerato con la squadra ultima in classifica. Ritorna quindi all'Atalanta come allenatore delle squadre giovanili. Nel 1979 va al Bari dove, subentrato a stagione in corso, viene a sua volta esonerato prima del termine del campionato. Nel 1981 torna ancora all'Atalanta subentrando a Bruno Bolchi, ma non riesce a salvare gli orobici dalla Serie C1. Conclude così la carriera di allenatore.

"L'Eco di Bergamo" l'indomani della sua morte
Ci ha lasciato una bandiera atalantina. Giulio Corsini, ex giocatore ed ex allenatore nerazzurro, è morto nella mattinata del 31 dicembre a 76 anni. Era malato da tempo e la gravità delle condizioni fisiche l'aveva progressivamente allontanato dallo stadio con suo grande dispiacere: era un appassionato tifoso e aveva la squadra atalantina nel cuore. Corsini lascia la moglie Mirella, i figli Nicola e Cristiana, i nipoti Alessandro e Michela e Andrea. I funerali si svolgeranno il 2 gennaio, alle ore 14,30, nella chiesa parrocchiale di Sant'Alessandro in Colonna. La salma è composta nella camera mortuaria dell'Istituto Gleno. Bergamasco di città, scoperto da Ciatto nelle file dell'oratorio della Malpensata, si segnalò come terzino sinistro esordendo in prima squadra in serie A a 19 anni nel 1953 in trasferta contro la Triestina: giocò nell'Atalanta per cinque campionati nella massima divisione, dal 1952/'53 al 1957/'58, per un totale di 130 partite e due reti, prima di approdare alla Roma AS. In giallorosso restò sette anni vincendo anche una Coppa delle Fiere. Concluse la carriera da calciatore nel Mantova. Come mister nerazzurro conquistò, al primo tentativo, la promozione in serie A nello spareggio di Bologna con Bari e Catanzaro nel 1970/'71. Corsini allenò l'Atalanta anche in serie A nel 1971/'72 e 1972/'73 quando retrocesse e nel 1973/'74 venne esonerato in B all'11ª giornata (lo sostituì Heriberto Herrera). Sampdoria, Lazio, Cesena AC, Bari e ancora Atalanta le sue successive tappe da tecnico. Nel 1980/'81 tentò di salvare i bergamaschi dalla retrocessione in serie C sostituendo Bruno Bolchi dopo il girone d'andata, ma non riuscì nell'impresa e si ritirò.







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