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=== Vita di un campione: Fulvio Bernardini === |
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(consulta la [[Bernardini_Fulvio|versione completa]] di questo articolo) |
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| ► ''' [[Almanacco|Consulta anche l'Almanacco]] per i fatti o le ricorrenze legate alla S.S. Lazio''' |
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[[File:dezucco.jpg|thumb|left|200px|Italo De Zucco]] |
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==Biografia== |
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Fulvio Bernardini ha giocato in tutti i ruoli. Nacque a Roma il [[28 dicembre]] [[1905]] ma fu registrato all'anagrafe il [[1 gennaio]] [[1906]]. Deceduto a Roma il [[13 gennaio]] [[1984]]. Nativo del rione Monti, da bambino cominciò a giocare in una squadra del rione Esquilino chiamata Esquilia. Da ragazzo era soprannominato "sfilatino" perchè era sempre munito di pagnottelle che la mamma, premurosamente, gli metteva nella borsa sportiva. |
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== <font color=green> 14 febbraio </font> == |
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=== Italo De Zucco === |
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Nuotatore, nato a Roma il [[3 ottobre]] [[1915]] e deceduto a Belluno il [[14 febbraio]] [[1990]]. |
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Bernardini arrivò alla Lazio a 14 anni e mezzo, presentato dai soci [[Mangialaio Delfo|Mangialaio]] e [[Riccioni Bindo|Riccioni]]. Poco dopo esordì in porta nel torneo dedicato al calciatore laziale [[Canalini Alberto|Alberto Canalini]] caduto durante la [[Prima Guerra Mondiale]]. Era il [[1919]] e riscosse tanti di quegli apprezzamenti che fu subito promosso portiere titolare fino alla metà della stagione [[1920/21]] quando, dopo una sconfitta con il Napoli per 4-2 e un duro colpo sul capo preso durante un'accesa partita contro la [[Fortitudo]], chiese di poter essere spostato in attacco. I dirigenti, che in un primo tempo non volevano accontentarlo viste le sue grandi capacità come portiere, decisero di provarlo centravanti nella squadra riserve. |
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Inizia con lo stile libero a quindici anni a Trieste. Nel [[1931]] fa parte della staffetta triestina 5 x 50 detentrice del primato italiano. Si allena quindi sotto la guida del giapponese Juro Horikoshi e nel [[1933]] a Roma, tesserato con la Romana Nuoto, passa al dorso. Batte due volte il primato sui 50 metri (35"5 e 34"4) e arriva secondo agli assoluti sui 100 con 1'17"8. Partecipa all'incontro internazionale Italia-Ungheria, piazzandosi primo degli italiani con 1'17"3. ► [[De Zucco Italo|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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La prima partita, contro le riserve dell'[[Audace]] al [[Parco dei Daini]], fu un trionfo e, approfittando della lunga assenza di un compagno di squadra titolare che giocava nel ruolo di mezzala sinistra, prese il suo posto e l'anno dopo finalmente fu spostato nel ruolo di centrattacco. Ma improvvisamente, verso la fine della stagione, chiese ancora di essere sostituito in prima linea e cominciò a giocare nel ruolo di centrale difensivo anche se, in realtà, occupava, a seconda dei momenti della partita, tutti i ruoli. In quegli anni la squadra era allenata da [[Baccani Guido|Baccani]] e giocava alla [[Stadio Rondinella - Roma|Rondinella]]. Si fregiò di molti successi: per tre volte risultò vincitrice delle semifinali interregionali, per altre tre volte fu campione della Lega Sud, due volte finalista della stessa Lega, anche se intervennero decisioni tese a revocare il risultato ottenuto sul campo, e una volta vinse la Prima Divisione. |
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E' difficile calcolare con precisione quante partite abbia giocato Bernardini con la Lazio in quanto, in quei tempi, i giornali non riportavano sempre le formazioni. Il numero però dovrebbe avvicinarsi alle 100 presenze mentre i goal furono circa 65. Nelle varie formazioni biancocelesti Fulvio fu compagno dei più forti giocatori romani di quei tempi come [[Saraceni (I) Fernando|Saraceni]], [[Dosio Ugo|Dosio]], [[Faccani Augusto|Faccani]], [[Filippi Dante|Filippi]], [[Raffo Mario|Raffo]], [[Consiglio Marcello|Consiglio]], [[Sclavi Ezio|Sclavi]], [[Vojak Antonio|Vojak]] ed altri. Il [[22 marzo]] [[1925]] Bernardini ebbe l'onore, primo giocatore in assoluto del centro-sud, di essere convocato in Nazionale per la partita Italia-Francia svoltasi a Torino e finita con il punteggio di 7-0 per gli Azzurri. Durante la sua permanenza alla Lazio ebbe anche l'onore di essere convocato in Nazionale altre 8 volte. In quello stesso anno si cominciarono, purtroppo, ad evidenziare degli screzi e delle incomprensioni tra il calciatore e la Lazio. |
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[[Image:Valerio Piersigilli 3.jpg|thumb|left|200px|Valerio Piersigilli]] |
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La squadra, alla fine del [[Campionato]] [[1925/26]], finì solo terza in classifica preceduta dalle rivali storiche [[Alba]] e [[Fortitudo]]. Bernardini, effettivamente, con la sua grande personalità, condizionava il gioco della squadra e i rapporti interni. Anche fuori dal campo l'atleta cominciò a mostrare una certa insofferenza. Sebbene i suoi compagni lo venerassero, qualcuno ne cominciò a criticare certi atteggiamenti di superiorità. Ebbe un aspro diverbio con Filippi, un altro giovane romano dalle grandi qualità, e anche dure discussioni con [[Nesi Carlo|Nesi]] e [[Fraschetti Aldo|Fraschetti]]. Inoltre cominciarono ad arrivare anche i primi segnali di un interesse delle grandi società del Nord per il calciatore. Fulvio respinse una richiesta della [[Juventus FC|Juventus]] e il dirigente [[Bitetti Olindo|Bitetti]], che lo venne a sapere, ritenne opportuno trovare subito un impiego in banca per il giocatore. |
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=== Valerio Piersigilli === |
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Vi è da ricordare che la Lazio riteneva lo sport come puro dilettantismo, soprattutto nelle intenzioni del Presidente [[Ballerini Fortunato|Ballerini]], mentre [[Bitetti Olindo|Bitetti]] aveva intuito che il calcio stava andando verso una dimensione in cui l'aspetto economico era fondamentale e quindi, l'impiego trovato a Bernardini, andava propio in questa direzione. Bernardini fu grato alla società per quel gesto ma improvvisamente arrivò un'offerta dell'[[Internazionale FC|Internazionale]] che proponeva al calciatore uno stipendio mensile di 3.000 lire e un premio di rinnovo annuale di 50.000 lire. [[Bitetti Olindo|Bitetti]] capì immediatamente il pericolo mortale che questa offerta significava per la Lazio e, presentatosi da Bernardini, gli ricordò il fatto che proprio lo stesso giocatore aveva sostenuto, solo qualche tempo prima, la necessità del più puro dilettantismo nello sport. D'altro canto, consapevole della realtà delle cose, tentò di offrire un'adeguata ricompensa al giocatore pur di trattenerlo a Roma. |
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Valerio Piersigilli, nato a Roma il [[14 febbraio]] [[1973]], è stato il Presidente della [[S.S. Lazio Calcio a 5 Femminile|Lazio C5 Femminile]] nel quadriennio [[2012]]-[[2016]] durante il quale porta a casa il 5° Scudetto ([[Calcio a 5 Femminile - 2013/14|2013/14]]), la Prima Coppa Italia ([[Calcio a 5 Femminile - 2013/14|2013/14]]) e la Prima SuperCoppa Italiana ([[Calcio a 5 Femminile - 2014/15|2014/15]]). Nella sua seconda stagione di Presidenza, all'inizio di quella che sarà la Stagione dei Record ([[Calcio a 5 Femminile - 2013/14|2013/14]]), avvia con tutto lo staff dirigenziale un progetto di alta caratura ingaggiando anche alcune delle migliori giocatrici del momento, sia italiane che straniere, e i risultati non tardono ad arrivare. ► [[Piersigilli Valerio|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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Per acquisire tale somma [[Bitetti Olindo|Bitetti]] coinvolse alcuni potenti uomini politici del tempo e uno di essi, Cremonesi, il governatore di Roma, convinse l'Associazione Commercianti a raccogliere una somma di denaro per persuadere il giocatore a restare nella Capitale. Bernardini respinse l'offerta e a quel punto [[Bitetti Olindo|Bitetti]] si rivolse all'allenatore [[Baccani Guido|Baccani]] che aveva grande ascendente su "Fuffo", ma il tentativo fallì perchè era proprio [[Baccani Guido|Baccani]] che aveva sempre consigliato al giocatore di non lasciarsi sfuggire l'occasione di trasferirsi al Nord. Non rimase che l'arma del sentimento: Fulvio aveva promesso al padre Augusto, sul letto di morte, che non avrebbe mai lasciato la Lazio e fu proprio questa la leva che [[Bitetti Olindo|Bitetti]] utilizzò per convincerlo. Ma a Fulvio arrivò un messaggio distorto e gli sembrò di capire che Olindo gli avesse rinfacciato le spese sostenute dalla Società per pagare i funerali del suo genitore e a quel punto, furibondo, andò a Milano. |
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L'ultimo che tentò la riconciliazione fu il potente socio biancoceleste [[Vaccaro Giorgio|Giorgio Vaccaro]] il quale, una volta accortosi che tutto era inutile, impose a Bernardini, in virtù dei regolamenti, di pagare un indennizzo di 20.000 lire alla Società. Nonostante le proteste del giocatore, suo fratello Vittorio firmò 20 cambiali da 1.000 lire l'una versandole alla Società. Comunque se ne era andato un giocatore che per tanti anni era stato il simbolo stesso della Lazio e per il quale i tifosi biancocelesti stravedevano. Il [[20 agosto]] fu il [[Corriere dello Sport - Stadio|Corriere dello Sport]] a pubblicare la notizia ufficiale del trasferimento. |
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[[Immagine:Giorgio Calleri.jpg|thumb|left|200px|Giorgio Calleri con il fratello Gian Marco]] |
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===Gli anni dell'Internazionale e della Roma=== |
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== <font color=green> 7 febbraio </font> == |
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Nell'[[Internazionale FC|Internazionale]] "Fuffo" rimase fino al [[1928]] confermando tutte le sue grandi qualità: giocò 58 partite e segnò 27 reti. Nel frattempo trovò anche il tempo e la forza di volontà per laurearsi alla Bocconi in Scienze Economiche. Va ricordato che nello stesso periodo vi erano soltanto altri due giocatori laureati: Rava e Frossi. La Lazio nel frattempo aveva cominciato ad abituarsi all'assenza del giocatore ma, quando nell'estate [[1928]] Bernardini accettò di trasferirsi alla [[Roma AS|Roma]], le ferite che si stavano rimarginando ricominciarono a sanguinare. Il giocatore divenne in breve il punto di forza dei giallorossi e si immedesimò talmente nel carattere della squadra testaccina che, insieme ad [[Ferraris (IV) Attilio|Attilio Ferraris (IV)]], ne divenne il simbolo, schierandosi quasi sempre nel ruolo di centromediano. Avversario implacabile nei [[Derby]], si distingueva alla fine della partita per la signorilità e l'affetto con cui salutava i calciatori biancocelesti come se quei colori fossero sempre rimasti, indelebili, nell'anima del campione. |
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=== Giorgio Calleri === |
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Dirigente, nato a Busalla (GE) nel [[1933]] e deceduto a [[Formello]] il [[7 febbraio]] [[1991]]. |
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Nella [[Roma AS|Roma]] giocò fino al [[1939]], disputando 286 partite e segnando 45 reti. Paradossale fu il suo rapporto con la Nazionale: fino al [[1932]] giocò 26 partite, segnando anche 3 goal e conquistando la medaglia di bronzo alle Olimpiadi del [[1928]], ma il rapporto con il C.T. Vittorio Pozzo fu molto ambiguo se non addirittura conflittuale. Pozzo non lo portò infatti né ai [[Mondiali]] del [[1934]] né a quelli del [[1938]], giustificandosi con la frase: "Fulvio gioca troppo bene per essere capito dai compagni". Nel frattempo, a testimonianza dello spessore intellettuale dell'uomo, Bernardini scriveva su [[Il Littoriale]] interessanti articoli riguardanti la tecnica e la tattica nel gioco del calcio tanto che, una volta finita la carriera, divenne giornalista professionista. Va ricordato ancora che Bernardini, una volta lasciata la [[Roma AS|Roma]], giocò fino al [[1943]] con la squadra romana della Mater. |
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Insieme al fratello [[Calleri Gian Marco|Gian Marco]] prese la Lazio nel [[1986]] dal gruppo finanziario di [[Chimenti Franco|Franco Chimenti]]. Proprietario di diverse imprese tra cui la più importante era la Mondialpol, entrò nel mondo del calcio nel [[1983]] con l'acquisto dell'[[Alessandria]]. ► [[Calleri Giorgio|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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===Il calciatore=== |
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Fulvio Bernardini è stato un fuoriclasse tra i più grandi che il calcio italiano abbia espresso. Poliedrico e completo, dotato di un fisico calcisticamente perfetto, portò nel calcio la modernità, anticipando di qualche decennio il modo di giocare che si sarebbe imposto negli anni '60 e '70. Quando il calcio era privo di schemi, quando il pallone veniva scagliato in avanti dalle retrovie lasciando agli attaccanti il compito di raccoglierlo, Bernardini, con il pallone tra i piedi al limite della sua area, con calma solenne e lo sguardo rivolto sempre ai compagni, serviva con passaggi millimetrici i mediani per poi scattare in avanti e ricevere da loro la palla di ritorno; da lì ancora avveniva lo scambio con le mezze ali che poi potevano servire le ali o tentare di servire il centravanti per la conclusione. Non era mai in difficoltà o in affanno e riusciva a rendere concreta l'idea di chi ritiene il calcio un gioco semplice in cui è sufficiente rendere facili e spontanee le cose che appaiono difficili. Dotato di un passaggio preciso e di un tiro potente con ambedue i piedi anche se preferiva il sinistro, abile anche di testa, faceva sentire in campo la sua presenza e costituiva, grazie alla sua personalità, un esempio per tutti. |
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[[image:Marchetti Federico.jpg|left|200px|thumb|Federico Marchetti]] |
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===L'allenatore=== |
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=== Federico Marchetti === |
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Dopo l'abbandono dell'attività agonistica e la parentesi drammatica della guerra, Fulvio Bernardini cominciò la carriera di allenatore con la [[Roma AS|Roma]] nel [[1949/50]] ma il rapporto si chiuse bruscamente con un esonero. Dal [[1951]] al [[1953]] allenò il [[Vicenza]] in [[Serie B]]. Nel [[1956]], alla guida della [[Fiorentina AC|Fiorentina]], vinse uno storico [[Scudetto]] che replicò con il [[Bologna]] nel [[1964]]. I suoi successi furono completati con la vittoria della [[Coppa Italia]] del [[1958]] ottenuta proprio allenando la Lazio. Va sottolineato che questi successi furono gli unici ottenuti da squadre non di Milano o di Torino nel dopoguerra fino agli anni '70. |
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Portiere, nato a Bassano del Grappa (VI) il [[7 febbraio]] [[1983]]. |
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Nella Lazio del Presidente [[Siliato Leonardo|Siliato]] fu allenatore dal [[1957/58]] al [[1960/61]] totalizzando 92 panchine. Dal [[1961/62]] al [[1965]] fu a Bologna per poi trasferirsi a Genova alla guida della [[Sampdoria]] fino al [[1971]]. Chiuse la sua carriera a livello di club, ricoprendo il ruolo di direttore tecnico nel [[Brescia]]. Nel [[1974]] fu chiamato dalla Federazione per allenare la Nazionale italiana reduce dal fallimento dei Mondiali di Germania e ricoprì questo delicato ruolo fino al [[1977]]. Modificò profondamente la mentalità difensivista attuata fino allora dall'Italia, esaltando la razionalità del gioco unita ad un grande movimento in cui ogni giocatore doveva occupare una ben precisa zona del campo con un ruolo e un compito specifico. Il pallone non andava mai passato al compagno, ma spedito nella zona di campo dove, chi riceveva il passaggio, doveva trovarsi grazie a un rapido spostamento. |
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Inizia a giocare come attaccante nelle file del Cassola e poi in quelle del Bessica in provincia di Treviso, per poi passare nelle giovanili del [[Torino]]. Nel [[campionato]] [[2002/03]] veste la maglia della [[Pro Vercelli]]. L'anno seguente si trasferisce al Crotone per poi passare al Treviso senza giocare nessuna gara. Nel [[2005]] ritorna a Vercelli - via Torino - dove disputa 13 partite. Sempre in quell'anno rimane coinvolto in un terribile incidente automobilistico da cui esce incolume miracolosamente. ► [[Marchetti Federico|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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Gli scambi dovevano avvenire tenendo il pallone sempre rasoterra perchè, come affermava Fulvio, il pallone passato alto impiega più tempo per arrivare e ne rende più arduo il controllo. Inoltre il calciatore che imposta l'azione e che manovra deve avere, come qualità indispensabile, "i piedi buoni". Dopo la rifondazione della Nazionale ricoprì il ruolo di Direttore Generale nella [[Sampdoria]] fino al [[1979]]. Morì a Roma il [[13 gennaio]] [[1984]] e fu rimpianto da tutti. A suo nome è intitolato il Centro Sportivo di Trigoria della [[Roma AS|A.S. Roma]]. Come nota di colore si può ricordare la sua interpretazione cinematografica nel film "Gli undici moschettieri" del [[1952]]. |
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== Palmares == |
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[[File:DeCensiRenato.jpg|thumb|left|200px|Renato De Censi]] |
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* 1 Coppa Italia (Lazio) nel [[1957/58]] |
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== <font color=green> 6 febbraio </font> == |
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=== Renato De Censi === |
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[[Categoria:Biografie|Bernandini Fulvio]] |
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[[Categoria:Calciatori|Bernardini Fulvio]] |
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Difensore, nato a Roma il [[6 febbraio]] [[1893]] da Pietro e Belli Angela Eleonora, in Via di Porta San Lorenzo, 14. Mentre nell'atto di nascita si trova iscritto come De Cenzi, in tutti gli altri documenti figura come De Censi. Fu studente, come molti altri pionieri laziali, dell'Istituto Leonardo da Vinci di Roma. Fa parte della squadra riserve che in previsione del 1° [[campionato]] ufficiale della Federazione disputato tra [[1909]] e [[1910]], giocò contro la [[Juventus Roma|Juventus Romana]] e perse per 3-1 in quanto la squadra titolare riteneva di essere troppo superiore per battersi con i bianconeri. Nel [[1911]] lo si trova proprio nella [[Juventus Roma|Juventus Romana]]. Nel [[1912]] risulta tra le file della [[Pro Roma]]. ► [[De Censi Renato|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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[[Categoria:Allenatori|Bernardini Fulvio]] |
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[[Categoria:Pionieri|Bernardini Fulvio]] |
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[[Immagine:Biancolin.jpg|thumb|left|200px|Alessandro Biancolin]] |
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=== Alessandro Biancolin === |
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Centravanti, nato a Roma il [[6 febbraio]] [[1938]]. Soprannominato "Pompieretto" per la somiglianza fisica con il centravanti del [[Milan]] Gunnar Nordahl. |
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Entra nella Lazio a 13 anni con la Leva Calcio e dopo tutta la trafila nel settore giovanile gioca con la squadra Riserve nella Stagione [[1957/58]]. Viene poi assunto dall'I.C.C.R.I. e, a causa delle norme federali che vietano ai lavoratori il tesseramento come professionisti, viene bloccato per tre anni in attesa di riottenere lo status di dilettante. ► [[Biancolin Alessandro|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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[[image:Mesones3.jpg|left|200px|thumb|Alberto Mesones negli anni '20]] |
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== <font color=green> 5 febbraio </font> == |
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=== Alberto Mesones === |
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Socio fondatore, nato a Roma il [[5 febbraio]] [[1882]] in Via Monserrato n. 25, figlio di Manuel Maria (diplomatico peruviano) e Maria Iacobini. Soprannominato "er poncho". Nel [[1903]], come nuotatore della R.N. Roma, giunge 3° in una gara di fondo sul Tevere. Fu uno dei Nove Fondatori e con la Lazio disputò numerose gare di nuoto e pallanuoto. Fu anche giocatore di Water Polo e capitano della R.N. Roma con la quale vinse il primo [[Campionato]] ufficioso di Pallanuoto. ► [[Mesones Alberto|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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[[File:postig2morrone.jpg|thumb|left|200px|Juan Carlos Morrone <br> (Dono del sig. Fabrizio Postiglioni)]] |
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=== Giancarlo Morrone === |
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Attaccante, nato a Buenos Aires (Argentina) il [[5 febbraio]] [[1941]]. Noto in Italia come Giancarlo Morrone. Detto "El Gaucho" |
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Di origini italiane, essendo il nonno paterno nato a San Gregorio di Ippona in provincia di Catanzaro, Juan Carlos Morrone iniziò a giocare nella Platense dove esordì in prima squadra, in [[Serie B]], a soli diciassette anni. Nella Platense rimase due anni segnando ben 46 reti. A diciannove anni non ancora compiuti, il procuratore Felix Latronico si accordò con la Lazio ed il calciatore iniziò la sua avventura italiana. L'arrivo a Roma coincise con la prima retrocessione biancoceleste nel [[1960/61]]. Era quella una Lazio povera e male organizzata e Latronico accettò di dare il giocatore in prestito gratuito per quanto era sicuro che avrebbe comunque sfondato. In quel [[Campionato]] disputò 17 gare segnando 4 reti. ► [[Morrone Juan Carlos (Giancarlo)|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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[[Immagine:Eriksson.jpg|thumb|left|200px|Sven Goran Eriksson]] |
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=== Sven Goran Eriksson === |
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Allenatore, nato a Torsby (Svezia) il [[5 febbraio]] [[1948]]. |
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Dopo un'onesta carriera da calciatore con il Karlskoga ed il Degefors, inizia la carriera da allenatore nel [[1977/78]] proprio con quest'ultima formazione che porta, in due anni, dalla terza alla prima divisione. Nel [[1979]] viene assunto dall'IFK Goteborg. Vi resta tre stagioni vincendo un [[campionato]], due volte la Coppa di Svezia e la [[Coppa UEFA]] nel [[1982]]. Si trasferisce successivamente in Portogallo per allenare il [[Benfica]] con il quale vince due [[Scudetto|scudetti]] in due anni ed arriva in finale di [[Coppa UEFA]], perdendola contro l'[[Anderlecht]]. Reduce dalla sconfitta nella [[Champions League|Coppa dei Campioni]] contro il Liverpool, la [[Roma AS|Roma]] gli affida la panchina. ► [[Eriksson Sven Goran|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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[[Image:Viola Fernando.jpg|thumb|left|200px|Fernando Viola]] |
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=== Fernando Viola === |
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Centrocampista, nato a Torrazza Piemonte (TO) il [[14 marzo]] [[1951]] e deceduto a Roma il [[5 febbraio]] [[2001]]. |
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Esordì a 20 anni nella [[Juventus]] nel [[campionato]] [[1971/72]] quando giocò 4 partite e si trovò [[Campione d'Italia]]. Ma l'illusione di divenire protagonista con la maglia bianconera durò poco. A fine stagione fu spedito a Mantova in [[Serie B]] dove fece il titolare disputando 36 gare e segnando 2 reti. Cresciuto fisicamente e tatticamente, la [[Juventus]] se lo riprese ma, nei due [[Campionato|campionati]] seguenti, giocò solo 17 partite segnando una rete. Ceduto al [[Cagliari]], nel [[campionato]] di [[Serie A]] [[1975/76]], disputò 28 partite e mise a segno 3 reti. Venne notato da alcuni osservatori biancocelesti e fu acquistato con il consenso di [[Vinicio (Luís Vinícius de Menezes)|Vinicio]], che tentava di ricostruire la squadra dopo i fasti dello [[Scudetto]], nella stagione [[1976/77]]. ► [[Viola Fernando|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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| ► ''' [[Almanacco|Consulta anche l'Almanacco]] per i fatti o le ricorrenze legate alla S.S. Lazio''' |
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| ► <html> <a href = "#top"> Torna ad inizio pagina </a> </html> |
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[[Categoria:Cronaca]] |
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Versione attuale delle 08:59, 18 giu 2017
| ► Consulta anche l'Almanacco per i fatti o le ricorrenze legate alla S.S. Lazio |

14 febbraio
Italo De Zucco
Nuotatore, nato a Roma il 3 ottobre 1915 e deceduto a Belluno il 14 febbraio 1990.
Inizia con lo stile libero a quindici anni a Trieste. Nel 1931 fa parte della staffetta triestina 5 x 50 detentrice del primato italiano. Si allena quindi sotto la guida del giapponese Juro Horikoshi e nel 1933 a Roma, tesserato con la Romana Nuoto, passa al dorso. Batte due volte il primato sui 50 metri (35"5 e 34"4) e arriva secondo agli assoluti sui 100 con 1'17"8. Partecipa all'incontro internazionale Italia-Ungheria, piazzandosi primo degli italiani con 1'17"3. ► Clicca qui per continuare la lettura

Valerio Piersigilli
Valerio Piersigilli, nato a Roma il 14 febbraio 1973, è stato il Presidente della Lazio C5 Femminile nel quadriennio 2012-2016 durante il quale porta a casa il 5° Scudetto (2013/14), la Prima Coppa Italia (2013/14) e la Prima SuperCoppa Italiana (2014/15). Nella sua seconda stagione di Presidenza, all'inizio di quella che sarà la Stagione dei Record (2013/14), avvia con tutto lo staff dirigenziale un progetto di alta caratura ingaggiando anche alcune delle migliori giocatrici del momento, sia italiane che straniere, e i risultati non tardono ad arrivare. ► Clicca qui per continuare la lettura

7 febbraio
Giorgio Calleri
Dirigente, nato a Busalla (GE) nel 1933 e deceduto a Centro Sportivo di Formello il 7 febbraio 1991.
Insieme al fratello Gian Marco prese la Lazio nel 1986 dal gruppo finanziario di Franco Chimenti. Proprietario di diverse imprese tra cui la più importante era la Mondialpol, entrò nel mondo del calcio nel 1983 con l'acquisto dell'Alessandria US. ► Clicca qui per continuare la lettura

Federico Marchetti
Portiere, nato a Bassano del Grappa (VI) il 7 febbraio 1983.
Inizia a giocare come attaccante nelle file del Cassola e poi in quelle del Bessica in provincia di Treviso, per poi passare nelle giovanili del Torino AC. Nel campionato 2002/03 veste la maglia della Pro Vercelli. L'anno seguente si trasferisce al Crotone per poi passare al Treviso senza giocare nessuna gara. Nel 2005 ritorna a Vercelli - via Torino - dove disputa 13 partite. Sempre in quell'anno rimane coinvolto in un terribile incidente automobilistico da cui esce incolume miracolosamente. ► Clicca qui per continuare la lettura

6 febbraio
Renato De Censi
Difensore, nato a Roma il 6 febbraio 1893 da Pietro e Belli Angela Eleonora, in Via di Porta San Lorenzo, 14. Mentre nell'atto di nascita si trova iscritto come De Cenzi, in tutti gli altri documenti figura come De Censi. Fu studente, come molti altri pionieri laziali, dell'Istituto Leonardo da Vinci di Roma. Fa parte della squadra riserve che in previsione del 1° campionato ufficiale della Federazione disputato tra 1909 e 1910, giocò contro la Juventus Romana e perse per 3-1 in quanto la squadra titolare riteneva di essere troppo superiore per battersi con i bianconeri. Nel 1911 lo si trova proprio nella Juventus Romana. Nel 1912 risulta tra le file della Pro Roma. ► Clicca qui per continuare la lettura

Alessandro Biancolin
Centravanti, nato a Roma il 6 febbraio 1938. Soprannominato "Pompieretto" per la somiglianza fisica con il centravanti del Milan AC Gunnar Nordahl.
Entra nella Lazio a 13 anni con la Leva Calcio e dopo tutta la trafila nel settore giovanile gioca con la squadra Riserve nella Stagione 1957/58. Viene poi assunto dall'I.C.C.R.I. e, a causa delle norme federali che vietano ai lavoratori il tesseramento come professionisti, viene bloccato per tre anni in attesa di riottenere lo status di dilettante. ► Clicca qui per continuare la lettura

5 febbraio
Alberto Mesones
Socio fondatore, nato a Roma il 5 febbraio 1882 in Via Monserrato n. 25, figlio di Manuel Maria (diplomatico peruviano) e Maria Iacobini. Soprannominato "er poncho". Nel 1903, come nuotatore della R.N. Roma, giunge 3° in una gara di fondo sul Tevere. Fu uno dei Nove Fondatori e con la Lazio disputò numerose gare di nuoto e pallanuoto. Fu anche giocatore di Water Polo e capitano della R.N. Roma con la quale vinse il primo Campionato ufficioso di Pallanuoto. ► Clicca qui per continuare la lettura

(Dono del sig. Fabrizio Postiglioni)
Giancarlo Morrone
Attaccante, nato a Buenos Aires (Argentina) il 5 febbraio 1941. Noto in Italia come Giancarlo Morrone. Detto "El Gaucho"
Di origini italiane, essendo il nonno paterno nato a San Gregorio di Ippona in provincia di Catanzaro, Juan Carlos Morrone iniziò a giocare nella Platense dove esordì in prima squadra, in Serie B, a soli diciassette anni. Nella Platense rimase due anni segnando ben 46 reti. A diciannove anni non ancora compiuti, il procuratore Felix Latronico si accordò con la Lazio ed il calciatore iniziò la sua avventura italiana. L'arrivo a Roma coincise con la prima retrocessione biancoceleste nel 1960/61. Era quella una Lazio povera e male organizzata e Latronico accettò di dare il giocatore in prestito gratuito per quanto era sicuro che avrebbe comunque sfondato. In quel Campionato disputò 17 gare segnando 4 reti. ► Clicca qui per continuare la lettura

Sven Goran Eriksson
Allenatore, nato a Torsby (Svezia) il 5 febbraio 1948.
Dopo un'onesta carriera da calciatore con il Karlskoga ed il Degefors, inizia la carriera da allenatore nel 1977/78 proprio con quest'ultima formazione che porta, in due anni, dalla terza alla prima divisione. Nel 1979 viene assunto dall'IFK Goteborg. Vi resta tre stagioni vincendo un campionato, due volte la Coppa di Svezia e la Coppa UEFA nel 1982. Si trasferisce successivamente in Portogallo per allenare il Benfica con il quale vince due scudetti in due anni ed arriva in finale di Coppa UEFA, perdendola contro l'Anderlecht. Reduce dalla sconfitta nella Coppa dei Campioni contro il Liverpool, la Roma gli affida la panchina. ► Clicca qui per continuare la lettura

Fernando Viola
Centrocampista, nato a Torrazza Piemonte (TO) il 14 marzo 1951 e deceduto a Roma il 5 febbraio 2001.
Esordì a 20 anni nella Juventus nel campionato 1971/72 quando giocò 4 partite e si trovò Campione d'Italia. Ma l'illusione di divenire protagonista con la maglia bianconera durò poco. A fine stagione fu spedito a Mantova in Serie B dove fece il titolare disputando 36 gare e segnando 2 reti. Cresciuto fisicamente e tatticamente, la Juventus se lo riprese ma, nei due campionati seguenti, giocò solo 17 partite segnando una rete. Ceduto al Cagliari, nel campionato di Serie A 1975/76, disputò 28 partite e mise a segno 3 reti. Venne notato da alcuni osservatori biancocelesti e fu acquistato con il consenso di Vinicio, che tentava di ricostruire la squadra dopo i fasti dello Scudetto, nella stagione 1976/77. ► Clicca qui per continuare la lettura
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