Bredesen Per: differenze tra le versioni

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Per Bredesen è stato sicuramente il miglior giocatore norvegese che ha goicato in Italia. Non molto alto ma solido (m. 1,73 per kg. 70), rapidissimo, molto tecnico e tatticamente intelligente, sapeva colpire il pallone in modo secco e preciso aiutato anche dal suo essere perfettamente ambidestro. Spigoloso nei contrasti e coraggioso aveva il suo unico limite in una certa discontinuità. Ebbe due soprannomi, il primo era "Tocco magico" che sottolineava le sue eccelse doti tecniche, e l'altro, più familiare, datogli dai tifosi laziali, di "Varechina" a causa dei suoi capelli talmente biondi da sembrare bianchi. Intervistato a fine carriera espresse più volte il rammarico di aver abbandonato troppo presto il calcio e ribadì che il suo periodo migliore fu quello passato a Roma. In questa città era molto ben voluto dai tifosi, colpiti dal suo temperamento signorile ma al tempo stesso cordiale. Spesso Bredesen raccontava episodi simpatici e divertenti vissuti a Roma ed ebbe sempre il rimpianto del suo bel villino di Via Magliano Sabino.
Per Bredesen è stato sicuramente il miglior giocatore norvegese che ha goicato in Italia. Non molto alto ma solido (m. 1,73 per kg. 70), rapidissimo, molto tecnico e tatticamente intelligente, sapeva colpire il pallone in modo secco e preciso aiutato anche dal suo essere perfettamente ambidestro. Spigoloso nei contrasti e coraggioso aveva il suo unico limite in una certa discontinuità. Ebbe due soprannomi, il primo era "Tocco magico" che sottolineava le sue eccelse doti tecniche, e l'altro, più familiare, datogli dai tifosi laziali, di "Varechina" a causa dei suoi capelli talmente biondi da sembrare bianchi. Intervistato a fine carriera espresse più volte il rammarico di aver abbandonato troppo presto il calcio e ribadì che il suo periodo migliore fu quello passato a Roma. In questa città era molto ben voluto dai tifosi, colpiti dal suo temperamento signorile ma al tempo stesso cordiale. Spesso Bredesen raccontava episodi simpatici e divertenti vissuti a Roma ed ebbe sempre il rimpianto del suo bel villino di Via Magliano Sabino.


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[[Categoria:Biografie|Bredesen, Per]]
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Versione delle 11:25, 11 set 2007

Mezz'ala-attaccante. Nato a Orn Horten (Norvegia) il 22 Dicembre 1930. Inizia la sua carriera nella squadra della sua città. A 18 anni, nel 1949, fa il suo esordio nella Nazionale maggiore mettendo a segno una rete. Con la Norvegia giocherà altre 18 partite in Nazionale segnando in tutto 7 goal. E' stato il giocatore Norvegese più noto e conosciuto di ogni tempo. Le sue poche presenze in Nazionale dipendono dal fatto che la Federazione Norvegese proibiva d'indossare la maglia della Nazionale ai giocatori professionisti e quindi, quando nel 1952 Bredesen fu acquistato dalla Lazio, perse automaticamente tale stato. Nella società romana giunge nell'ambito di un processo che doveva risanare il forte passivo con la vendita di giocatori molto forti ma anziani come Unzain, Sukru e Sentimenti e l'acquisto di giovani calciatori come Caprile, Bettolini, Migliorini e appunto Bredesen fortemente voluto dal Presidente Zenobi e messo a disposizione dell'allenatore Bigogno. In questo primo campionato gioca 32 partite e segna 6 reti. Viene riconfermato anche nella stagione successiva, sebbene il suo grande estimatore Remo Zenobi era deceduto nel mese di Maggio del 1953, dalla nuova gestione con Tessarolo presidente ad interim e Sperone allenatore. Anche in questa stagione le presenze sono 32 e le reti arrivano a 7. Il campionato 1954/55 con l'allenatore Allasio vede Bredesen formare l'attacco insieme a Vivolo e al nuovo acquisto Hansen. L'intesa fra Bredesen e Hansen si rivela perfetta tanto che, alla fine del campionato, il secondo segnerà 15 reti, delle quali molte su assist del norvegese, mentre il primo in 29 gare segnerà 7 goal. E' proprio grazie a questi due giocatori se la Lazio, sia pure a stento, si salva. Alla fine del campionato Tessarolo cerca di porre rimedio alla situazione acquistando il fortissimo svedese Selmosson dalla rivelazione Udinese. La società friuliana vende il proprio calciatore ma oltre a ben 80 milioni in contanti pretende l'aggiunta di Bredesen. Tessarolo, sia pure molto a malincuore, accetta e il calciatore finirà la sua avventura nella Lazio. Nel 1955/56 con l'Udinese retrocessa in serie B per un tentativo di corruzione, giocherà 34 gare mettendo a segno ben 15 goal. Nel 1956/57 e nel 1957/58 disputa due campionati nel Milan goicando 27 partite e segnando 6 reti e vincendo lo scudetto il primo anno. Bredesen rimane l'unico giocatore norvegese ad aver vinto uno scudetto in Italia. Nel 1958/59 passa al Bari dove disputa 21 partite e segna 5 goal. Alla fine della stagione viene ceduto al Messina, in serie B, dove in due anni gioca 38 partite con 5 goal complessivi. Nell'estate del 1961, non avendo il Messina rinnovato il contratto, Bredesen torna in Norvegia e lascia il calcio prematuramente. Scompare nel 2005 e a suo onore la società della sua città natale ha istituito un torneo giovanile di grande importanza. Per Bredesen è stato sicuramente il miglior giocatore norvegese che ha goicato in Italia. Non molto alto ma solido (m. 1,73 per kg. 70), rapidissimo, molto tecnico e tatticamente intelligente, sapeva colpire il pallone in modo secco e preciso aiutato anche dal suo essere perfettamente ambidestro. Spigoloso nei contrasti e coraggioso aveva il suo unico limite in una certa discontinuità. Ebbe due soprannomi, il primo era "Tocco magico" che sottolineava le sue eccelse doti tecniche, e l'altro, più familiare, datogli dai tifosi laziali, di "Varechina" a causa dei suoi capelli talmente biondi da sembrare bianchi. Intervistato a fine carriera espresse più volte il rammarico di aver abbandonato troppo presto il calcio e ribadì che il suo periodo migliore fu quello passato a Roma. In questa città era molto ben voluto dai tifosi, colpiti dal suo temperamento signorile ma al tempo stesso cordiale. Spesso Bredesen raccontava episodi simpatici e divertenti vissuti a Roma ed ebbe sempre il rimpianto del suo bel villino di Via Magliano Sabino.