Coppi Fausto: differenze tra le versioni
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[[image:Coppi_Fausto.jpg|thumb|left|200px|La tessera d'iscrizione n° 9 di Fausto Coppi per la S.S. Lazio Ciclismo-1945]] |
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L'8 giugno 1945 corre e vince la Coppa Salvioni in volata a due, mentre il 29 giugno vince la Coppa Candelotti con 26" di vantaggio. |
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Versione delle 18:38, 2 gen 2010



Il "Campionissimo", nato a Castellania (AL) il 15 settembre 1919 e deceduto a Tortona per malaria il 2 gennaio 1960, divenne socio della S.S. Lazio Ciclismo, sezione creata nel 1939, appena tornato nel 1945 dalla prigionia passata in un campo inglese in Tunisia al seguito di un ufficiale britannico. Fu l'unica società che aveva un minimo di organizzazione ed era in grado di poterlo iscrivere. Ciò avvenne grazie ai buoni uffici di Nulli e Chiappini, dirigenti sociali, che gli offrirono la tessera della sezione. La società gli fornì, non senza fatica, anche le biciclette gommate e gli consentì di allenarsi e di avere dei gregari tra cui il forte Romano Pontisso. Anche il fratello Serse Coppi si affiliò alla Lazio e insieme parteciparono ad alcune gare nella regione e in quelle limitrofe e sei furono le vittorie di Fausto con la maglia della Lazio.
L'8 giugno 1945 corre e vince la Coppa Salvioni in volata a due, mentre il 29 giugno vince la Coppa Candelotti con 26" di vantaggio. Nel 1946, con l'Italia liberata dal Nazifascismo, Fausto potè tornare al Nord e fu ingaggiato dalla Bianchi i cui colori sociali erano e sono, il bianco e il celeste. Più a lungo resterà nella societa laziale Serse che s'imporrà in molte gare nazionali. In alcune interviste degli anni '50, Fausto non ha mancato di ricordare con affetto la Lazio che gli permise di ritornare a correre in quei tempi difficilissimi. Da ricordare la famosa radiocronaca di Mario Ferretti che, commentando l'arrivo della tappa del Giro d'Italia del 1949, la Cuneo-Pinerolo che prevedeva cinque colli alpini da scalare, esordì con la frase: "un uomo solo è al comando, la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi".
Serse Coppi, fratello di Fausto, nato a Castellania (AL) il 19 marzo 1923 e deceduto a Torino il 29 giugno 1951, fu un buon corridore ma soprattutto un affidabile gregario del grande Fausto. Il suo più importante successo fu la vittoria alla Parigi-Roubaix del 1949. Morì dopo essere caduto in gara nel Giro del Piemonte del 1951.