Garlaschelli Renzo: differenze tra le versioni

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A Cattolica, dove sta trascorrendo le vacanze, viene raggiunto da una chiamta in albergo. Dall'altro capo del telefono il DS lariano Beltrami gli comunica il suo passaggio alla Lazio.
A Cattolica, dove sta trascorrendo le vacanze, viene raggiunto da una chiamta in albergo. Dall'altro capo del telefono il DS lariano Beltrami gli comunica il suo passaggio alla Lazio.
Per Garlaschelli è un colpo a ciel sereno, perchè non si aspettava di essere ceduto, e lasciare la sua lombardia rappresentava un trauma vero e proprio, per lui che non si era quasi mai allontanato da casa.
Per Garlaschelli è un colpo a ciel sereno, perchè non si aspettava di essere ceduto, e lasciare la sua lombardia rappresentava un trauma vero e proprio, per lui che non si era quasi mai allontanato da casa.
In realtà, il direttore sportivo biancoceleste [[Sbardella Antonio|Antonio Sbardella]], era andato a trattare altri giocatori lariani, tra cui Vallongo, Trinchero e Correnti, ma le esigue casse biancocelesti portarono solo Garlaschelli, per lo più sconosciuto a tutti.
In realtà, il direttore sportivo biancoceleste [[Sbardella Antonio|Antonio Sbardella]], era andato a trattare altri giocatori lariani, tra cui Vallongo, Trinchero e Correnti, ma le esigue casse biancocelesti portarono solo Garlaschelli, e lo stesso Trinchero, poi girato ad altra società.
I tifosi biancazzurri mugugnarono non poco leggendo sui giornali il suo acquisto e in molti pensarono di aver preso una riserva del [[Como]].
I tifosi biancazzurri mugugnarono non poco leggendo sui giornali il suo acquisto e in molti pensarono di aver preso una riserva del [[Como]].Il buon Renzo era sconosciuto ai più, ma non si perde d'animo, lui che viene da un paese di gente abituata a lavorare sodo.
E così per poco più di 50 milioni di lire eccolo approdare alla corte di [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]], che lo accoglie con le solite raccomandazioni di fare una sana vita da atleta in una città tentatrice come Roma.
E così per poco più di 200 milioni di lire eccolo approdare alla corte di [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]], che lo accoglie con le solite raccomandazioni di fare una sana vita da atleta in una città tentatrice come Roma.


===Un'ala perfetta===
===Un'ala perfetta===

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Biografia

Dagli inizi al Como

Ala. Nato a Vidigulfo (Pv) il 29 Marzo 1950. Renzo Garlaschelli nasce in un piccolo paesino di non più di 3.000 anime, dove la gente per campare coltiva mais, frumento o si da alla pastorizia. Figlio di Domenico, operaio in fabbrica, e di Maria, è l'unico maschio di casa oltre il padre. Gli svaghi per un bimbo, in quel periodo non sono poi tanti, ma c'è sempre un oratorio e una palla da scalciare. Ed è li che il piccolo Renzo, s'innamora del calcio, e diventa bravino, tanto che nel 1964 si ritrova a giocare all'ala, perchè ha un tocco di palla delizioso. La sua carriera di calciatore, vero e proprio inizia nel 1968 con la chiamata al Sant'Angelo Lodigiano, in serie D a pochi chilometri da casa, facile da raggiungere visti i pochi mezzi a disposizione. Qui si mette subito in mostra, giocando 32 partite e segnando 6 reti e gli osservatori del Como lo chiamano per un provino. Il trasferimento è cosa fatta, e al ragazzo conviene, anche perchè così può entrare nella compagnia atleti di Orvieto per iniziare il servizio militare. La squadra Lariana milita in Serie B e per il giocatore è una buona vetrina per far vedere di che pasta è fatto. Il campionato 1969/70 lo vede in campo appena 15 volte, ma buone per segnare 2 reti. L'anno seguente diventa titolare inamovibile collezionando 34 gettoni,sempre con 2 reti all'attivo. Il terzo anno, con i lariani guidati da Eugenio Bersellini, è il più difficile, solo 23 presenze, ma con i soliti 2 goals. Gioca anche contro la Lazio, ma la sua gara passa inosservata ai tifosi. E' un campionato di vertice e per poco il Como non viene promosso in A. La delusione è cocente, ma il ragazzo fa spallucce e parte per le sospirate vacanze il costa romagnola, dove può dedicarsi alla "Caccia alle tedesche", altro sport preferito dai giovani atleti in quegli anni.

L'arrivo a sorpresa alla Lazio

A Cattolica, dove sta trascorrendo le vacanze, viene raggiunto da una chiamta in albergo. Dall'altro capo del telefono il DS lariano Beltrami gli comunica il suo passaggio alla Lazio. Per Garlaschelli è un colpo a ciel sereno, perchè non si aspettava di essere ceduto, e lasciare la sua lombardia rappresentava un trauma vero e proprio, per lui che non si era quasi mai allontanato da casa. In realtà, il direttore sportivo biancoceleste Antonio Sbardella, era andato a trattare altri giocatori lariani, tra cui Vallongo, Trinchero e Correnti, ma le esigue casse biancocelesti portarono solo Garlaschelli, e lo stesso Trinchero, poi girato ad altra società. I tifosi biancazzurri mugugnarono non poco leggendo sui giornali il suo acquisto e in molti pensarono di aver preso una riserva del Como.Il buon Renzo era sconosciuto ai più, ma non si perde d'animo, lui che viene da un paese di gente abituata a lavorare sodo. E così per poco più di 200 milioni di lire eccolo approdare alla corte di Maestrelli, che lo accoglie con le solite raccomandazioni di fare una sana vita da atleta in una città tentatrice come Roma.

Un'ala perfetta

Uno scudetto da protagonista

Nella gloriosa stagione 1973/74 realizza 10 reti, assist e il cross che provoca il rigore dello scudetto contro il Foggia. Proprio in quella partita, a 15 minuti dalla fine, subisce l'unica espulsione della sua carriera per un fallo di reazione; salterà, per la prima volta in quella stagione vissuta da protagonista, la passerella finale a Bologna con una Lazio già scudettata.

Una Bandiera per i tifosi

Anni difficili

Nel 1980 con la vicenda Calcioscommesse Garlaschelli, che insieme a D'Amico sarà l'unica bandiera a non rimanere coinvolta nello scandalo, pur ricevendo offerte e avendo la possibilità di restare in serie A, preferisce non abbandonare la Lazio retrocessa in serie cadetta.

L'Addio alla Lazio e gli ultimi anni da calciatore

Tuttavia nella stagione 1981/82 finisce fuori rosa e al minimo di stipendio; l'esclusione dalle scelte tecniche e una lunga sciatalgia segnano la fine della sua esperienza in biancoceleste. Nell'estate del 1982 torna verso i luoghi d'origine terminando la sua carriera al Pavia in C2. Renzo Garlaschelli ha vestito la maglia della Lazio per dieci anni, collezionando 276 presenze e realizzando 63 reti tra Campionato e Coppe.