Coppi Fausto: differenze tra le versioni

Da LazioWiki.

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 3: Riga 3:
[[image:Coppi_Fausto.jpg|thumb|left|150px|La tessera d'iscrizione n° 9 di Fausto Coppi per la S.S. Lazio Ciclismo-1945]]
[[image:Coppi_Fausto.jpg|thumb|left|150px|La tessera d'iscrizione n° 9 di Fausto Coppi per la S.S. Lazio Ciclismo-1945]]


Il "Campionissimo", nato a Castellania (AL) il [[15 settembre]] [[1919]] e deceduto a Tortona, probabilmente per malaria, il [[2 gennaio]] [[1960]] .La vicenda che portò [[Coppi Fausto| Coppi]] a tesserarsi per la [[S.S. Lazio Ciclismo A.S.D.|S.S. Lazio Ciclismo]] prese il via nei primi giorni del 1945.Fausto,prigioniero di guerra in un campo inglese a Caserta,s'incontra il 9 gennaio con un gruppetto di persone provenienti da Roma guidato dal giornalista del Corriere dello Sport Osvaldo Ferrari.Con il cronista vi sono anche Pietro Chiappini,un veterano delle corse,suo vecchio grande amico,e il costruttore di biciclette Edmondo Nulli che possiede un affermato negozio in via La Spezia.Fausto rivela che in due anni passati in guerra sul fronte africano,quasi completamente trascorsi in prigionia,non ha mai messo i piedi sui pedali di una bicicletta.Solo da pochi giorni ha avuto a disposizione una vecchia Legnano che uno sportivo di Somma Vesuviana,Giuseppe D'Avino,gli ha messo a disposizione a seguito di un suo appello pubblicato su un giornale.La bici però ha un telaio da 56 centimetri e a lui occorre una più grande,da 60,per potersi allenare nel miglior modo possibile.Nel campo britannico,il campione(vincitore del Giro nel 1940 e detentore del record mondiale dell'ora) gode di una naturale,immensa popolarità tra i suoi compagni e notato questo il Tenente Towel ,che lo comanda, gli ha promesso qualche ora di licenza per potersi allenare.Nulli offre così una delle sue biciclette,mentre Chiappini,che ha portato in dono degli indumenti da corsa,promette d'interessarsi a trovare per l'amico una società che possa seguirlo nella ripresa agonistica.Il 18 gennaio [[Coppi Fausto|Coppi]] è a Roma dove incontra Nulli e Chiappini,e avendo già fatta richiesta alla F.C.I. si tessera per la Lazio.In quel periodo la [[S.S.Lazio Ciclismo|S.S.Lazio]] è l'unica società romana,ma vista l'evoluzione bellica al Nord,anche italiana,ad avere una discreta organizzazione.Guidata dal competente ed entusiasta Presidente Peppino Stinchelli,la sezione conta su validi elementi come gli Indipendenti Romano Pontisso e Marcello Spadolini e su un gruppo folto di dilettanti guidato dall'eccellente Bruno Pontisso.Anche Chiappini si tessera per i colori biancocelesti per poter meglio assistere l'amico nel suo rientro all'agonismo.i due debuttano per la società,su biciclette della Nulli,arancioni con doppia fascia argentea,in occasione di un raduno al Velodromo Appio il 1° aprile per un'americana a due che li vede alla fine classificarsi al quarto posto. sezione creata nel [[1939]], appena tornato nel [[1945]] dalla prigionia passata in un campo inglese in Tunisia al seguito di un ufficiale britannico. Fu l'unica società che aveva un minimo di organizzazione ed era in grado di poterlo iscrivere. Ciò avvenne grazie ai buoni uffici di [[Nulli]] e [[Chiappini]], dirigenti sociali, che gli offrirono la tessera della sezione. La società gli fornì, non senza fatica, anche le biciclette gommate e gli consentì di allenarsi e di avere dei gregari tra cui il forte [[Pontisso Romano|Romano Pontisso]]. Anche il fratello [[Coppi Serse|Serse Coppi]] si affiliò alla Lazio e insieme parteciparono ad alcune gare nella regione e in quelle limitrofe e sei furono le vittorie di Fausto con la maglia della Lazio.
Il "Campionissimo", nato a Castellania (AL) il [[15 settembre]] [[1919]] e deceduto a Tortona, probabilmente per malaria, il [[2 gennaio]] [[1960]] .La vicenda che portò [[Coppi Fausto| Coppi]] a tesserarsi per la [[S.S. Lazio Ciclismo A.S.D.|S.S. Lazio Ciclismo]] prese il via nei primi giorni del 1945.Fausto,prigioniero di guerra in un campo inglese a Caserta,s'incontra il 9 gennaio con un gruppetto di persone provenienti da Roma guidato dal giornalista del Corriere dello Sport Osvaldo Ferrari.Con il cronista vi sono anche [[Pietro Chiappini]],un veterano delle corse,suo vecchio grande amico,e il costruttore di biciclette [[Edmondo Nulli]] che possiede un affermato negozio in via La Spezia.Fausto rivela che in due anni passati in guerra sul fronte africano,quasi completamente trascorsi in prigionia,non ha mai messo i piedi sui pedali di una bicicletta.Solo da pochi giorni ha avuto a disposizione una vecchia Legnano che uno sportivo di Somma Vesuviana,Giuseppe D'Avino,gli ha messo a disposizione a seguito di un suo appello pubblicato su un giornale.La bici però ha un telaio da 56 centimetri e a lui occorre una più grande,da 60,per potersi allenare nel miglior modo possibile.Nel campo britannico,il campione(vincitore del Giro nel 1940 e detentore del record mondiale dell'ora) gode di una naturale,immensa popolarità tra i suoi compagni e notato questo il Tenente Towel ,che lo comanda, gli ha promesso qualche ora di licenza per potersi allenare.Nulli offre così una delle sue biciclette,mentre Chiappini,che ha portato in dono degli indumenti da corsa,promette d'interessarsi a trovare per l'amico una società che possa seguirlo nella ripresa agonistica.Il 18 gennaio [[Coppi Fausto|Coppi]] è a Roma dove incontra Nulli e Chiappini,e avendo già fatta richiesta alla F.C.I. si tessera per la Lazio.In quel periodo la [[S.S.Lazio Ciclismo|S.S.Lazio]] è l'unica società romana,ma vista l'evoluzione bellica al Nord,anche italiana,ad avere una discreta organizzazione.Guidata dal competente ed entusiasta Presidente Peppino Stinchelli,la sezione conta su validi elementi come gli Indipendenti Romano Pontisso e Marcello Spadolini e su un gruppo folto di dilettanti guidato dall'eccellente Bruno Pontisso.Anche Chiappini si tessera per i colori biancocelesti per poter meglio assistere l'amico nel suo rientro all'agonismo.I due debuttano per la società,su biciclette della Nulli,arancioni con doppia fascia argentea,in occasione di un raduno al Velodromo Appio il 1° aprile per un'americana a due che li vede alla fine classificarsi al quarto posto.Il rientro su strada avviene invece il 22 del mese per il Gran premio Apertura a Napoli(IV° posto).Seguono altre prove poco fortunate come al Matteotti del 1 maggio con un ritiro per caduta.Finalmente il primo successo arriva nella Coppa Salvioni (27 maggio)quando con un'imperiosa volata in rimonta piega Gino Bartali.Per Fausto,appena rientrato da Tortona dove dopo due anni ha potuto finalmente rivedere i propri familiari,sono giorni indimenticabili.Seguono altri successi come la Coppa Candelotti vinta per distacco(21 giugno) e il Circuito degli Assi(8 luglio) dove settantamila milanesi lo acclamano entusiasti.Nel frattempo ,l'amatissimo fatello [[Coppi Serse|Serse Coppi]] lo ha raggiunto a Roma,tesserandosi anche lui per la Lazio e conquistando nella seconda metà dell'anno diverse affermazioni con la casacca biancoceleste.AD agosto il Commendator Zambrini della Bianchi annuncia che la Casa tornerà alle corse nel 1946 e che Coppi sarà il capitano della stessa.Fausto,seppir diradando i suoi impegni,si aggiudica il Circuito di Lugano in settembre.Alla fine saranno sei le vittorie ottenute per i colori biancocelesti.
L'[[8 giugno]] [[1945]] corre e vince la Coppa Salvioni in volata a due, mentre il [[29 giugno]] vince la Coppa Candelotti con 26" di vantaggio. Nel [[1946]], con l'Italia liberata dal Nazifascismo, Fausto potè tornare al Nord e fu ingaggiato dalla Bianchi i cui colori sociali erano e sono, il bianco e il celeste. Più a lungo resterà nella societa laziale Serse che s'imporrà in molte gare nazionali. In alcune interviste degli anni [[1950|'50]], Fausto non ha mancato di ricordare con affetto la Lazio che gli permise di ritornare a correre in quei tempi difficilissimi. Da ricordare la famosa radiocronaca di Mario Ferretti che, commentando l'arrivo della tappa del Giro d'Italia del [[1949]], la Cuneo-Pinerolo che prevedeva cinque colli alpini da scalare, esordì con la frase: ''"un uomo solo è al comando, la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi"''.
L'[[8 giugno]] [[1945]] corre e vince la Coppa Salvioni in volata a due, mentre il [[29 giugno]] vince la Coppa Candelotti con 26" di vantaggio. Nel [[1946]], con l'Italia liberata dal Nazifascismo, Fausto potè tornare al Nord e fu ingaggiato dalla Bianchi i cui colori sociali erano e sono, il bianco e il celeste. Più a lungo resterà nella societa laziale Serse che s'imporrà in molte gare nazionali. In alcune interviste degli anni [[1950|'50]], Fausto non ha mancato di ricordare con affetto la Lazio che gli permise di ritornare a correre in quei tempi difficilissimi. Da ricordare la famosa radiocronaca di Mario Ferretti che, commentando l'arrivo della tappa del Giro d'Italia del [[1949]], la Cuneo-Pinerolo che prevedeva cinque colli alpini da scalare, esordì con la frase: ''"un uomo solo è al comando, la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi"''.

Versione delle 03:14, 5 set 2011

Fausto Coppi nel 1949
Serse Coppi, fratello di Fausto, con la maglia della Lazio
La tessera d'iscrizione n° 9 di Fausto Coppi per la S.S. Lazio Ciclismo-1945

Il "Campionissimo", nato a Castellania (AL) il 15 settembre 1919 e deceduto a Tortona, probabilmente per malaria, il 2 gennaio 1960 .La vicenda che portò Coppi a tesserarsi per la S.S. Lazio Ciclismo prese il via nei primi giorni del 1945.Fausto,prigioniero di guerra in un campo inglese a Caserta,s'incontra il 9 gennaio con un gruppetto di persone provenienti da Roma guidato dal giornalista del Corriere dello Sport Osvaldo Ferrari.Con il cronista vi sono anche Pietro Chiappini,un veterano delle corse,suo vecchio grande amico,e il costruttore di biciclette Edmondo Nulli che possiede un affermato negozio in via La Spezia.Fausto rivela che in due anni passati in guerra sul fronte africano,quasi completamente trascorsi in prigionia,non ha mai messo i piedi sui pedali di una bicicletta.Solo da pochi giorni ha avuto a disposizione una vecchia Legnano che uno sportivo di Somma Vesuviana,Giuseppe D'Avino,gli ha messo a disposizione a seguito di un suo appello pubblicato su un giornale.La bici però ha un telaio da 56 centimetri e a lui occorre una più grande,da 60,per potersi allenare nel miglior modo possibile.Nel campo britannico,il campione(vincitore del Giro nel 1940 e detentore del record mondiale dell'ora) gode di una naturale,immensa popolarità tra i suoi compagni e notato questo il Tenente Towel ,che lo comanda, gli ha promesso qualche ora di licenza per potersi allenare.Nulli offre così una delle sue biciclette,mentre Chiappini,che ha portato in dono degli indumenti da corsa,promette d'interessarsi a trovare per l'amico una società che possa seguirlo nella ripresa agonistica.Il 18 gennaio Coppi è a Roma dove incontra Nulli e Chiappini,e avendo già fatta richiesta alla F.C.I. si tessera per la Lazio.In quel periodo la S.S.Lazio è l'unica società romana,ma vista l'evoluzione bellica al Nord,anche italiana,ad avere una discreta organizzazione.Guidata dal competente ed entusiasta Presidente Peppino Stinchelli,la sezione conta su validi elementi come gli Indipendenti Romano Pontisso e Marcello Spadolini e su un gruppo folto di dilettanti guidato dall'eccellente Bruno Pontisso.Anche Chiappini si tessera per i colori biancocelesti per poter meglio assistere l'amico nel suo rientro all'agonismo.I due debuttano per la società,su biciclette della Nulli,arancioni con doppia fascia argentea,in occasione di un raduno al Velodromo Appio il 1° aprile per un'americana a due che li vede alla fine classificarsi al quarto posto.Il rientro su strada avviene invece il 22 del mese per il Gran premio Apertura a Napoli(IV° posto).Seguono altre prove poco fortunate come al Matteotti del 1 maggio con un ritiro per caduta.Finalmente il primo successo arriva nella Coppa Salvioni (27 maggio)quando con un'imperiosa volata in rimonta piega Gino Bartali.Per Fausto,appena rientrato da Tortona dove dopo due anni ha potuto finalmente rivedere i propri familiari,sono giorni indimenticabili.Seguono altri successi come la Coppa Candelotti vinta per distacco(21 giugno) e il Circuito degli Assi(8 luglio) dove settantamila milanesi lo acclamano entusiasti.Nel frattempo ,l'amatissimo fatello Serse Coppi lo ha raggiunto a Roma,tesserandosi anche lui per la Lazio e conquistando nella seconda metà dell'anno diverse affermazioni con la casacca biancoceleste.AD agosto il Commendator Zambrini della Bianchi annuncia che la Casa tornerà alle corse nel 1946 e che Coppi sarà il capitano della stessa.Fausto,seppir diradando i suoi impegni,si aggiudica il Circuito di Lugano in settembre.Alla fine saranno sei le vittorie ottenute per i colori biancocelesti.

L'8 giugno 1945 corre e vince la Coppa Salvioni in volata a due, mentre il 29 giugno vince la Coppa Candelotti con 26" di vantaggio. Nel 1946, con l'Italia liberata dal Nazifascismo, Fausto potè tornare al Nord e fu ingaggiato dalla Bianchi i cui colori sociali erano e sono, il bianco e il celeste. Più a lungo resterà nella societa laziale Serse che s'imporrà in molte gare nazionali. In alcune interviste degli anni '50, Fausto non ha mancato di ricordare con affetto la Lazio che gli permise di ritornare a correre in quei tempi difficilissimi. Da ricordare la famosa radiocronaca di Mario Ferretti che, commentando l'arrivo della tappa del Giro d'Italia del 1949, la Cuneo-Pinerolo che prevedeva cinque colli alpini da scalare, esordì con la frase: "un uomo solo è al comando, la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi".

Serse Coppi, fratello di Fausto, nato a Castellania (AL) il 19 marzo 1923 e deceduto a Torino il 29 giugno 1951, fu un buon corridore ma soprattutto un affidabile gregario del grande Fausto. Il suo più importante successo fu la vittoria alla Parigi-Roubaix del 1949. Morì diverse ore dopo essere caduto in gara nel Giro del Piemonte del 1951, scivolando su una rotaia del tram e battendo la testa contro un marciapiede.