Selezione di opere di Ezio Sclavi: differenze tra le versioni
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| align=center | [[Immagine:Ezio Sclavi - C. Still - Jamais.jpg|center|150px|border]] {{-}} <b> Clyfford Still: Jamais - [[1944]] </b> |
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| align=justify | In un'atmosfera compatta e irrespirabile, quasi oppressa da terribile calura, quattro figure si allungano sinuosamente verso l'alto: spiccano sullo sfondo screziato che ricorda l'aria tremante di un caldo giorno estivo o una ruvida corteccia antica. <br> <br> Di verde smeraldo e rosso carminio sono i colori di anime primitive e irreprensibili, sono le tinte di una natura vergine e incorrotta, cui le unisce un legame intimo come quello di una madre con il feto che porta in grembo: sono cordoni ombelicali impiantati nell'utero della terra. <br> <br> Figure contorte, quasi animalesche, che rievocano le spire dei serpenti, il lungo collo delle giraffe o le eleganti forme dei fenicotteri: sono le donne africane, fiere e incorruttibili, emblema della fecondità e della femminilità, investite di un così alto ruolo nel cerchio della vita. <br> <br> Un'opera in cui riecheggia l'urlo ancestrale e primigenio della natura, ritmato dal rullo dei tamburi. <br> <br> Le suggestioni esotiche, il colore, l'aura di velata nostalgia che permeano il quadro lasciano intuire l'affetto e il ricordo struggente di quell'Africa astorica e senza tempo che tanto è affine a quel che scriverà Moravia venticinque anni dopo l'esecuzione di quest'opera sclaviana. <br> <br> I "Personaggi" che posano in fila nell'assordante silenzio della natura altro non sono che i ricordi del pittore mentre si susseguono in una sfilata variopinta nello sfondo viscoso del creato. <br> <br> <b> (Commento all'opera a cura di Margherita Gallo e Oscar Schiavo, studenti di classe terza del Liceo classico "Giulio Cesare" di Roma). </b> |
| align=justify | In un'atmosfera compatta e irrespirabile, quasi oppressa da terribile calura, quattro figure si allungano sinuosamente verso l'alto: spiccano sullo sfondo screziato che ricorda l'aria tremante di un caldo giorno estivo o una ruvida corteccia antica. <br> <br> Di verde smeraldo e rosso carminio sono i colori di anime primitive e irreprensibili, sono le tinte di una natura vergine e incorrotta, cui le unisce un legame intimo come quello di una madre con il feto che porta in grembo: sono cordoni ombelicali impiantati nell'utero della terra. <br> <br> Figure contorte, quasi animalesche, che rievocano le spire dei serpenti, il lungo collo delle giraffe o le eleganti forme dei fenicotteri: sono le donne africane, fiere e incorruttibili, emblema della fecondità e della femminilità, investite di un così alto ruolo nel cerchio della vita. <br> <br> Un'opera in cui riecheggia l'urlo ancestrale e primigenio della natura, ritmato dal rullo dei tamburi. <br> <br> Le suggestioni esotiche, il colore, l'aura di velata nostalgia che permeano il quadro lasciano intuire l'affetto e il ricordo struggente di quell'Africa astorica e senza tempo che tanto è affine a quel che scriverà Moravia venticinque anni dopo l'esecuzione di quest'opera sclaviana. <br> <br> I "Personaggi" che posano in fila nell'assordante silenzio della natura altro non sono che i ricordi del pittore mentre si susseguono in una sfilata variopinta nello sfondo viscoso del creato. <br> <br> <b> (Commento all'opera a cura di Margherita Gallo e Oscar Schiavo, studenti di classe terza del Liceo classico "Giulio Cesare" di Roma). </b> |
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| align=center | [[Immagine:Ezio Sclavi - Personaggi 5.jpg|center|380px|border]] {{-}} <b> Personaggi - [[1962]] </b> |
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| Figure consumate e corrose. Contorni di sangue indelebile. Trama di esistenze vissute insieme, ma senza mai incontrarsi in un mondo che appare tela viscosa di ragno. |
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| align=center | [[Immagine:Ezio Sclavi - Dopo cosi'.jpg|center|380px|border]] {{-}} <b> Dopo, così? (Personaggi) - [[1964]] </b> |
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| Rossi profili di uccelli con becchi da demoni. Ombre lavagna su cielo d'aurora. Schiavi in catene? Pur sempre guidati da scorta dorata. |
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| align=center | [[Immagine:Ezio Sclavi - Personaggi 6.jpg|center|380px|border]] {{-}} <b> Personaggi - [[1964]] </b> |
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| Anime riunite si compenetrano nei colori del fuoco come spighe di grano che attendono la falce. Idolo ovale di resurrezione e celeste manto mariano che, aperto, avvolge e protegge cosa resta di uomini che un tempo furono eroi. {{-}} {{-}} {{-}} [[Immagine:Ezio Sclavi - P. Della Francesca - Madonna del Parto.jpg|center|250px|border]] {{-}} <p style="text-align:center; font-weight:bold;"> Piero della Francesca: |
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Madonna del Parto - 1467 </p> |
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Versione delle 20:30, 12 set 2012
► Parte prima - Le vicende sportive di Ezio Sclavi ► Parte seconda - L'artista Ezio Sclavi
Selezione di opere di Ezio Sclavi
Giocatore - 1951 Il ricordo di anni lontani...di fango e di dura terra spaccata dal sole..una sfera di cuoio arpionata tra traiettorie
Giovane africano – Tra il 1942 ed il 1945 L'Africa e la sua gente. Sguardo fiero di aquila mai vinta. Bellezza regale su pelle d'oro. Spalle inclinate su schiena mai curva.
Il porto di Oneglia - 1950 Un cielo troppo piano per essere reale. Un'idea di cielo custodita nella memoria.
Porta San Martino – 1932 Scorcio aberrato di caseggiato dai tanti occhi chiusi sulla vita.
La tenda - 1932 Dimore degli uomini ancorate su un cielo capovolto. Lievi, trasparenti, diafane.
...Continua...
► Parte prima - Le vicende sportive di Ezio Sclavi |











































