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Nell'estate del [[1985]] passa al [[Napoli SSC|Napoli]] col quale rivinse un altro storico scudetto e una [[Coppa Italia]] nella stagione [[1986/87]]. Dopo una "rivolta", mai ben chiarita e che lo vide protagonista con Ferrario, Salvatore Bagni e [[Giordano Bruno|Bruno Giordano]], contro l'allenatore Ottavio Bianchi, venne ceduto dal DS napoletano [[Moggi Luciano|Luciano Moggi]] all' [[Udinese]] in [[Serie B]].
Nell'estate del [[1985]] passa al [[Napoli SSC|Napoli]] col quale rivinse un altro storico scudetto e una [[Coppa Italia]] nella stagione [[1986/87]] L'anno seguente fu ceduto all' [[Udinese]] in [[Serie B]].
Difese la porta del Napoli 59 volte.
Difese la porta del Napoli 59 volte.
Giocò l'ultimo anno con l'Avellino nel [[1991]] e poi appese le scarpe al chiodo.
Si ritirò dopo il campionato [[1990/91]] giocato in B con la maglia dell'Avellino con cui totalizzò 2 presenze, mentre con l'Udinese giocò 63 gare.

In un'intervista del [[2007]] alla [[Gazzetta dello Sport]] dichiarerà: ''“Vivo dimenticato. Il grande calcio si è scordato di me e non so perché. Sono direttore sportivo diplomato a Coverciano e da anni aspetto una telefonata che non arriva. Spiegazioni? Non mi sono inginocchiato davanti a nessuno, non frequento i giri giusti”.''
In un'intervista del [[2007]] alla [[Gazzetta dello Sport]] dichiarerà: ''“Vivo dimenticato. Il grande calcio si è scordato di me e non so perché. Sono direttore sportivo diplomato a Coverciano e da anni aspetto una telefonata che non arriva. Spiegazioni? Non mi sono inginocchiato davanti a nessuno, non frequento i giri giusti”.''



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Claudio Garella nel 1977
Nel Casale

Portiere, nato a Torino il 7 gennaio 1955.

Cresciuto nelle giovanili del Torino esordisce in Serie A nel campionato 1972/73. Viene ceduto al Casale alla fine della stagione, dove gioca 2 campionati totalizzando 68 presenze. Nella stagione 1975/76 è il portiere titolare del Novara, dove si mette alla luce subendo solo 29 reti in 38 gare. Fu acquistato dalla Lazio su indicazione di Vinicio che lo considerava molto interessante in prospettiva futura. Il pimo anno in biancazzurro lo passò da secondo dietro a Felice Pulici. L'anno successivo Vinicio decise di puntare su di lui per difendere la porta della Lazio, suscitando non poche polemiche e costringendo Pulici ad andare al Monza.

Essendo ancora molto giovane, incappò in alcune partite dove non ebbe un rendimento buono. Beppe Viola era un giornalista Rai degli anni Settanta, si divertiva a miscelare parole e a lui si deve il primo neologismo dedicato al portiere. “Garellate”, sentenziò Viola una domenica per sottolineare un paio d’errori del portiere che difendeva la porta biancazzurra. Da quel momento i suoi errori furono ribattezzati "Garellate" da tutta la stampa, che non gliene perdonava una.

Il fatto, poi di aver sostituito Pulici, non era stato accolto di buon occhio dai tifosi che, invece, gli avevano dato l'appellativo di "Paperella". Gioca da titolare la stagione 1977/78, collezionando 29 partite in Campionato, 2 in Coppa Italia, e 4 nella Coppa UEFA. A fine stagione viene ceduto alla Sampdoria nello scambio che porta Massimo Cacciatori alla Lazio, In blucerchiato militò per tre stagioni, collezionando 113 presenze. Dopo l'esperienza con i blucerchiati, con i quali rinasce come portiere, dopo le critiche ricevute a Roma, fu ceduto al Verona allenato da Osvaldo Bagnoli con il quale conquista uno storico scudetto nella stagione 1984/85. Con gli scaligeri colleziona 113 presenze e i tifosi gialloblù lo soprannominano "Garellik".

Dotato di ottime doti fisiche, sgraziato, è stato sempre messo in discussione per lo stile decisamente poco ortodosso delle sue parate. Uscite spericolate, uso continuo dei piedi per parare, riflessi prodigiosi, parate eccezionali, alternate a errori clamorosi, lo hanno reso un personaggio molto popolare nel mondo del calcio, ma sul portiere i giudizi degli appassionati sono stati sempre estremamente discordanti.

Nell'estate del 1985 passa al Napoli col quale rivinse un altro storico scudetto e una Coppa Italia nella stagione 1986/87 L'anno seguente fu ceduto all' Udinese in Serie B. Difese la porta del Napoli 59 volte. Giocò l'ultimo anno con l'Avellino nel 1991 e poi appese le scarpe al chiodo. In un'intervista del 2007 alla La Gazzetta Dello Sport dichiarerà: “Vivo dimenticato. Il grande calcio si è scordato di me e non so perché. Sono direttore sportivo diplomato a Coverciano e da anni aspetto una telefonata che non arriva. Spiegazioni? Non mi sono inginocchiato davanti a nessuno, non frequento i giri giusti”.