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[[Image:19giu88b.jpg|thumb|left|180px|Lazio in Serie A: Fascetti e Calleri si abbracciano al termine della partita]] |
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[[Image:19giu88a.jpg|thumb|right|180px|Lo stadio]] |
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==Uber Gradella== |
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[[Image:19maggio88.jpg|thumb|right|180px|Il volantino degli Eagles' Supporters]] |
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[[Image:19giu88e.jpg|thumb|left|180px|La terza rete di Monelli]] |
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==19 giugno 1988 - Lazio-Taranto 3-1 - Il ritorno in Serie A dei biancocelesti== |
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[[1987/88|Stagione]] |
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Portiere, nato a Mantova il [[14 giugno]] [[1921]]. |
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[[Domenica 12 giugno 1988 - Parma, stadio Ennio Tardini – Parma-Lazio 1-1|Turno precedente]] |
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Dopo un breve tirocinio in compagini minori, arriva nel [[1937/38]] nella squadra della sua città, per poi trasferirsi al [[Verona]] l'anno seguente dove però è sempre riserva. L'anno successivo gioca 33 partite in [[Serie B]] con gli Scaligeri. Nel [[1940]] arriva a Roma e con la Lazio di [[Piola Silvio|Silvio Piola]], allenata da [[Kertesz Geza|Geza Kertesz]], gioca 21 partite dimostrandosi sicuro e affidabile. L'anno successivo gioca per 29 volte a difesa della porta biancoceleste. Nel [[1942/43]] gli eventi bellici lo costringono a trasferirsi a Biella nella squadra locale e poi nel [[1944|'44]] a Novara. Era stato richiesto dal C.T. della Nazionale [[Pozzo Vittorio|Pozzo]], che ne intravedeva le grandi qualità, insieme a [[Piola Silvio|Silvio Piola]] e [[Ramella Luciano|Luciano Ramella]]. |
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{{datalink|19|giugno|1988}} - '''[[1987|38]]''' - [[Campionato]] di [[Serie B]] [[1987/88]] - '''XXXVIII GIORNATA''' |
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Nel [[1945]] ritorna a Roma e in quell'anno disputa 19 partite nel [[campionato]] romano e poi altre 12 nel [[1946]]. Alla ripresa dei [[Campionato|campionati]] nazionali gioca 34 partite nel [[1947/48]] e solo 10 nel [[1948/49]], in quanto vittima di un grave infortunio a Bergamo contro l'[[Atalanta]], quando non esita a lanciarsi in presa, nonostante molti uomini gli stiano per franare sopra un ginocchio. Ristabilitosi dopo molto tempo e pronto a riprendere il posto tra i pali biancocelesti, gli viene comunicato che non rientra nei programmi della Società che nel frattempo ha acquistato [[Sentimenti (IV) Lucidio|Lucidio Sentimenti]], e gli viene concessa la lista gratuita. |
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'''LAZIO: ''' [[Martina Silvano|Martina]], [[Marino Raimondo|Marino]], [[Beruatto Paolo|Beruatto]], [[Pin Gabriele|Pin]], [[Piscedda Massimo|Piscedda]], [[Esposito Vincenzo|V.Esposito]], [[Savino Gabriele|Savino]], [[Acerbis Antonio Elia|Acerbis]], [[Rizzolo Antonio|Rizzolo]] (63' [[Galderisi Giuseppe|Galderisi]]), [[Caso Domenico|Caso]], [[Monelli Paolo|Monelli]] (74' [[Muro Ciro|Muro]]). A disp. [[Salafia Alessandro|Salafia]], [[Brunetti Luca|Brunetti]], [[Camolese Giancarlo|Camolese]]. All. [[Fascetti Eugenio|Fascetti]]. |
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'''TARANTO :''' Spagnulo, Biondo, Gridelli, Chierici, Serra (28' Altamura), [[Picci Silvio|Picci]], L.Rocca (46' Mirabelli), Roselli, De Vitis, Donatelli I, B.Russo. All. Pasinato. |
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'''Arbitro:''' Sig. Pezzella (Frattamaggiore). |
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'''Marcatori: '''9' [[Marino Raimondo|Marino]], 47' [[Monelli Paolo|Monelli]], 53' [[Monelli Paolo|Monelli]], 79' De Vitis. |
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'''Note:''' giornata calda, terreno in ottime condizioni. Al termine della partita i giocatori della Lazio hanno inanellato diversi giri di campo per festeggiare la promozione. In tribuna Chinaglia ed altre personalità. |
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[[Immagine:Arce_d.jpg|thumb|left|170px|Dionisio Arce]] |
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==Dionisio Arce== |
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'''Spettatori:''' 41.425 per un incasso complessivo di £ 1 miliardo e 84 milioni. |
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Centravanti, nato a San Juan de la Mission (Paraguay) il [[14 giugno]] [[1927]], deceduto il [[5 novembre]] [[2000]]. |
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Acquistato nel dicembre [[1949]] dallo Sporting Luqueno con cui ha vinto la classifica cannonieri e i cui tifosi bloccano le strade per impedirgli di partire per l'Italia, gioca nella Lazio nelle stagioni [[1949/50]] e [[1950/51]]. Carattere indisciplinato ed irrequieto è dotato di grande velocità, molta tecnica e uno scatto esplosivo. Gli aspetti comportamentali ne condizionano la carriera. Ad esempio viene squalificato per cinque giornate per aver scagliato una pallonata in faccia all'arbitro Massai il [[22 ottobre]] [[1950]] nel corso della [[Domenica 22 ottobre 1950 - Roma, stadio Torino - Lazio-Sampdoria 2-2|gara]] contro la [[Sampdoria]]. |
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Mimmo Caso, capitano della Lazio neopromossa, alla fine della scorsa stagione voleva lasciare Roma. Da Perugia gli erano arrivati segnali di fumo: gli proponevano il ruolo di giocatore-allenatore e uomo del rilancio della squadra umbra, dov'era stato per due anni lasciando molte simpatie e rimpianti. Alla Lazio si sentiva in più: c'era la voglia, in lui, di non mettere il bastone fra le ruote alla società che puntava al lancio dei giovani guardando al futuro. Poi un colloquio chiaro con Fascetti, fra due uomini con caratteri differenti ma con idee precise. E Mimmo Caso assunse ancora una volta il compito di capitano. Da diciassette anni svolge l'attività: professionista serio e modesto non ha mai creato polemiche e discussioni. Sette anni alla Fiorentina, uno al Napoli, due all'Inter, due a Perugia, due a Torino e tre alla Lazio. Ricordi, tanti: la Coppa Italia con i viola, lo scudetto e il Mundialito con l'Inter, secondo posto con il Toro alle spalle del Verona. Poi il richiamo dell'allora ds della Lazio, Governato, e spinto da un amico giornalista degli anni verdi, Caso scese a Roma in una società ancora non «aggiustata» sul piano organizzativo. Racconta: ''«L'anno scorso, è vero, dopo gli spareggi per non retrocedere in C, dissi che avrei preferito smettere. Ero stanco mentalmente e fisicamente: una lotta dura, troppo dura. Poi il colloquio con i dirigenti e con Fascetti, la voglia di chiudere in bellezza: di tutto un po' e, soprattutto, tornare in A, quello che mi aveva chiesto la Lazio quando mi chiamò da Torino»''. |
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Geloso del dualismo con [[Hofling Norbert|Norbert Hofling]], alla fine viene ceduto dal presidente [[Zenobi Remo|Remo Zenobi]] al [[Napoli SSC|Napoli]] nel [[campionato]] [[1951/52]]. In una intervista di quel tempo l'allenatore laziale [[Sperone Mario|Mario Sperone]] afferma: ''"Il giocatore è tecnicamente interessante, ha delle qualità ma stenta ad ambientarsi"''. Con la Lazio ottiene 28 presenze e 9 reti. Nelle file partenopee gioca 12 gare con due reti. Nel [[1952/53]] passa alla [[Sampdoria]] dove è in campo solo 5 volte. |
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Le sue stagioni migliori le passa a Novara dove gioca per tre stagioni sommando 71 gare per complessivi 22 reti e dove trova il grande [[Piola Silvio|Silvio Piola]] che ne comprende e ne smussa il carattere bizzoso. Nel [[1956/57]] passa al [[Torino]] dove in tre stagioni gioca 69 gare segnando 19 reti. Nel [[1959/60]] veste la maglia del [[Palermo]] e gioca 22 partite segnando 3 reti. L'anno seguente è ancora con i rosanero in [[Serie B]] dove disputa solo 5 incontri. L'ultimo anno di calcio professionistico lo vede a Ferrara dove nella [[Spal]] non compare mai in formazione. |
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► [[Domenica 19 giugno 1988 - Roma, stadio Olimpico – Lazio-Taranto 3-1|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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[[Immagine:DemariaAlejandroFilmato.jpg|thumb|left|180px|Alejandro Demaría]] |
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==Alejandro Demaría (Alessandro De Maria)== |
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==Massimo Oddo== |
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Attaccante, nato a Votorantim (Brasile) il [[19 giugno]] [[1904]] e deceduto a Santos il [[17 marzo]] [[1968]]. Noto in Italia come Alessandro De Maria e soprannominato "Trippa di ferro". |
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Difensore, nato a Città Sant'Angelo (PE) il [[14 giugno]] [[1976]]. |
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Inizia l'attività nell'Independência di Rio Branco per passare al Corinthians nel [[1928]] dove và a costituire una forte coppia d'attaco di sinistra con [[Castelli Josè (Rato)|Josè Castelli]]. La sua prima partita con la maglia del Corinthians è il [[22 luglio]] [[1928]] per l'amichevole con l'America Rio disputata in occasione dell'inaugurazione dello Stadio Parque São Jorge. La partita si conclude 2-2 ma Demaría ha la soddisfazione di realizzare il momentaneo gol del vantaggio della propria squadra dopo solo 29 secondi dall'inizio del match. Si aggiudica tre [[Campionato|Campionati]] Paulista nel [[1928]], [[1929]] e [[1930]]. Al suo attivo anche 4 presenze con la Nazionale verdeoro impreziosite dalla relizzazione di 3 gol. Durante la stagione [[1931]] viene acquistato dalla Lazio insieme allo stesso [[Castelli Josè (Rato)|Castelli]] e al terzino [[Del Debbio Armando|Armando Del Debbio]]. |
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Figlio dell'allenatore Francesco Oddo (ex calciatore). Cresciuto nel Renato Curi di Città Sant'Angelo, viene acquistato dal [[Milan]] nel [[1993]]. Milita nel Fiorenzuola, [[Monza]], Prato, [[Lecco]], di nuovo [[Monza]] e [[Napoli SSC|Napoli]]. Viene acquistato nel [[2002]] dal [[Verona]]. Disputa 4 stagioni e mezza in maglia biancoceleste per poi passare al [[Milan]] durante il mercato di Gennaio [[2007]]. |
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► [[Demaría Alejandro (De Maria Alessandro)|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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Versione delle 08:38, 19 giu 2014




19 giugno 1988 - Lazio-Taranto 3-1 - Il ritorno in Serie A dei biancocelesti
19 giugno 1988 - 38 - Campionato di Serie B 1987/88 - XXXVIII GIORNATA
LAZIO: Martina, Marino, Beruatto, Pin, Piscedda, V.Esposito, Savino, Acerbis, Rizzolo (63' Galderisi), Caso, Monelli (74' Muro). A disp. Salafia, Brunetti, Camolese. All. Fascetti.
TARANTO : Spagnulo, Biondo, Gridelli, Chierici, Serra (28' Altamura), Picci, L.Rocca (46' Mirabelli), Roselli, De Vitis, Donatelli I, B.Russo. All. Pasinato.
Arbitro: Sig. Pezzella (Frattamaggiore).
Marcatori: 9' Marino, 47' Monelli, 53' Monelli, 79' De Vitis.
Note: giornata calda, terreno in ottime condizioni. Al termine della partita i giocatori della Lazio hanno inanellato diversi giri di campo per festeggiare la promozione. In tribuna Chinaglia ed altre personalità.
Spettatori: 41.425 per un incasso complessivo di £ 1 miliardo e 84 milioni.
Mimmo Caso, capitano della Lazio neopromossa, alla fine della scorsa stagione voleva lasciare Roma. Da Perugia gli erano arrivati segnali di fumo: gli proponevano il ruolo di giocatore-allenatore e uomo del rilancio della squadra umbra, dov'era stato per due anni lasciando molte simpatie e rimpianti. Alla Lazio si sentiva in più: c'era la voglia, in lui, di non mettere il bastone fra le ruote alla società che puntava al lancio dei giovani guardando al futuro. Poi un colloquio chiaro con Fascetti, fra due uomini con caratteri differenti ma con idee precise. E Mimmo Caso assunse ancora una volta il compito di capitano. Da diciassette anni svolge l'attività: professionista serio e modesto non ha mai creato polemiche e discussioni. Sette anni alla Fiorentina, uno al Napoli, due all'Inter, due a Perugia, due a Torino e tre alla Lazio. Ricordi, tanti: la Coppa Italia con i viola, lo scudetto e il Mundialito con l'Inter, secondo posto con il Toro alle spalle del Verona. Poi il richiamo dell'allora ds della Lazio, Governato, e spinto da un amico giornalista degli anni verdi, Caso scese a Roma in una società ancora non «aggiustata» sul piano organizzativo. Racconta: «L'anno scorso, è vero, dopo gli spareggi per non retrocedere in C, dissi che avrei preferito smettere. Ero stanco mentalmente e fisicamente: una lotta dura, troppo dura. Poi il colloquio con i dirigenti e con Fascetti, la voglia di chiudere in bellezza: di tutto un po' e, soprattutto, tornare in A, quello che mi aveva chiesto la Lazio quando mi chiamò da Torino».
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Alejandro Demaría (Alessandro De Maria)
Attaccante, nato a Votorantim (Brasile) il 19 giugno 1904 e deceduto a Santos il 17 marzo 1968. Noto in Italia come Alessandro De Maria e soprannominato "Trippa di ferro".
Inizia l'attività nell'Independência di Rio Branco per passare al Corinthians nel 1928 dove và a costituire una forte coppia d'attaco di sinistra con Josè Castelli. La sua prima partita con la maglia del Corinthians è il 22 luglio 1928 per l'amichevole con l'America Rio disputata in occasione dell'inaugurazione dello Stadio Parque São Jorge. La partita si conclude 2-2 ma Demaría ha la soddisfazione di realizzare il momentaneo gol del vantaggio della propria squadra dopo solo 29 secondi dall'inizio del match. Si aggiudica tre Campionati Paulista nel 1928, 1929 e 1930. Al suo attivo anche 4 presenze con la Nazionale verdeoro impreziosite dalla relizzazione di 3 gol. Durante la stagione 1931 viene acquistato dalla Lazio insieme allo stesso Castelli e al terzino Armando Del Debbio.
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