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[[Immagine:Biglietto 21giu87.jpg|thumb|left|180px|Il biglietto (grigio) in "Tevere"]] |
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[[Immagine:21giu87.jpg|thumb|right|180px|La Curva Nord gremita all'inverosimile]] |
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[[Immagine:21giu87ab.jpg|thumb|left|180px|Giuliano Fiorini, ricevuta palla, si rigira con una prodezza...]] |
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[[Immagine:21giu87aa.jpg|thumb|right|180px|... e di punta scocca il tiro verso la porta veneta...]] |
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[[Immagine:21giu87ac.jpg|thumb|left|180px|... è la rete vincente che porta la Lazio agli spareggi]] |
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==19 giugno 1988 - Lazio-Taranto 3-1 - Il ritorno in Serie A dei biancocelesti== |
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[[Immagine:21giu87b.jpg|thumb|right|180px|L'esultanza e la corsa di Giuliano Fiorini dopo la rete]] |
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==21 giugno 1987 - Lazio-Vicenza 1-0 - La storica rete di Giuliano Fiorini == |
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[[Domenica 12 giugno 1988 - Parma, stadio Ennio Tardini – Parma-Lazio 1-1|Turno precedente]] |
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[[Domenica 14 giugno 1987 - Pisa, stadio Arena Garibaldi – Pisa-Lazio 3-0|Turno precedente]] - [[Sabato 27 giugno 1987 - Napoli, stadio San Paolo - Taranto-Lazio 1-0|Turno successivo]] |
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'''LAZIO: ''' [[Martina Silvano|Martina]], [[Marino Raimondo|Marino]], [[Beruatto Paolo|Beruatto]], [[Pin Gabriele|Pin]], [[Piscedda Massimo|Piscedda]], [[Esposito Vincenzo|V.Esposito]], [[Savino Gabriele|Savino]], [[Acerbis Antonio Elia|Acerbis]], [[Rizzolo Antonio|Rizzolo]] (63' [[Galderisi Giuseppe|Galderisi]]), [[Caso Domenico|Caso]], [[Monelli Paolo|Monelli]] (74' [[Muro Ciro|Muro]]). A disp. [[Salafia Alessandro|Salafia]], [[Brunetti Luca|Brunetti]], [[Camolese Giancarlo|Camolese]]. All. [[Fascetti Eugenio|Fascetti]]. |
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'''LAZIO:''' [[Terraneo Giuliano|Terraneo]], [[Filisetti Daniele|Filisetti]], [[Acerbis Antonio Elia|Acerbis]], [[Podavini Gabriele|Podavini]], [[Gregucci Angelo Adamo|Gregucci]], [[Camolese Giancarlo|Camolese]], [[Mandelli Paolo|Mandelli]], [[Caso Domenico|Caso]], [[Magnocavallo Giorgio|Magnocavallo]] (46' [[Poli Fabio|Poli]]), [[Pin Gabriele|Pin]] (51' [[Esposito Vincenzo|V.Esposito]]), [[Fiorini Giuliano|Fiorini]]. A disposizione: [[Ielpo Mario|Ielpo]], [[Piscedda Massimo|Piscedda]], [[Rizzolo Antonio|Rizzolo]]. Allenatore: [[Fascetti Eugenio|Fascetti]]. |
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'''TARANTO :''' Spagnulo, Biondo, Gridelli, Chierici, Serra (28' Altamura), [[Picci Silvio|Picci]], L.Rocca (46' Mirabelli), Roselli, De Vitis, Donatelli I, B.Russo. All. Pasinato. |
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'''L.R. VICENZA:''' Dal Bianco, Zoppellaro, Montani, Zanotto, Bertozzi, Mazzeni, [[Savino Gabriele|Savino]], Fortunato, Lucchetti, Nicolini, Rondon (63' Carotti). A disposizione: Mattiazzo, De Biasi, Pallavicini. Allenatore: Magni. |
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'''Marcatori: '''9' [[Marino Raimondo|Marino]], 47' [[Monelli Paolo|Monelli]], 53' [[Monelli Paolo|Monelli]], 79' De Vitis. |
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'''Marcatori:''' 82' [[Fiorini Giuliano|Fiorini]]. |
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'''Note:''' giornata calda, terreno in ottime condizioni. Al termine della partita i giocatori della Lazio hanno inanellato diversi giri di campo per festeggiare la promozione. In tribuna Chinaglia ed altre personalità. |
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'''Note:''' giornata afosa con cielo parzialmente coperto, terreno in ottime condizioni. Espulso al 67' Montani per doppia ammonizione. Ammoniti [[Camolese Giancarlo|Camolese]] e Rondon. Angoli: 12 a 7 per la Lazio. |
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'''Spettatori:''' 41.425 per un incasso complessivo di £ 1 miliardo e 84 milioni. |
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'''Spettatori:''' 62.000 circa. |
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Mimmo Caso, capitano della Lazio neopromossa, alla fine della scorsa stagione voleva lasciare Roma. Da Perugia gli erano arrivati segnali di fumo: gli proponevano il ruolo di giocatore-allenatore e uomo del rilancio della squadra umbra, dov'era stato per due anni lasciando molte simpatie e rimpianti. Alla Lazio si sentiva in più: c'era la voglia, in lui, di non mettere il bastone fra le ruote alla società che puntava al lancio dei giovani guardando al futuro. Poi un colloquio chiaro con Fascetti, fra due uomini con caratteri differenti ma con idee precise. E Mimmo Caso assunse ancora una volta il compito di capitano. Da diciassette anni svolge l'attività: professionista serio e modesto non ha mai creato polemiche e discussioni. Sette anni alla Fiorentina, uno al Napoli, due all'Inter, due a Perugia, due a Torino e tre alla Lazio. Ricordi, tanti: la Coppa Italia con i viola, lo scudetto e il Mundialito con l'Inter, secondo posto con il Toro alle spalle del Verona. Poi il richiamo dell'allora ds della Lazio, Governato, e spinto da un amico giornalista degli anni verdi, Caso scese a Roma in una società ancora non «aggiustata» sul piano organizzativo. Racconta: ''«L'anno scorso, è vero, dopo gli spareggi per non retrocedere in C, dissi che avrei preferito smettere. Ero stanco mentalmente e fisicamente: una lotta dura, troppo dura. Poi il colloquio con i dirigenti e con Fascetti, la voglia di chiudere in bellezza: di tutto un po' e, soprattutto, tornare in A, quello che mi aveva chiesto la Lazio quando mi chiamò da Torino»''. |
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[[L'Unità]] titola: "La Lazio soffre per 82 minuti. Batte il Vicenza solo alla fine. Ora per evitare la [[Serie C|C]] sfida Taranto e Campobasso. [[Fiorini Giuliano|Fiorini]] compie il miracolo. Resiste a lungo il bunker veneto difeso da dieci uomini per l'espulsione di Montani. L'[[Stadio Olimpico - Roma|Olimpico]] ha tremato". |
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Braccia tentacolari, presa da fabbro, agilità da scimmia: il portiere di riserva del Vicenza, al secolo Ennio Dal Bianco, ad un certo momento è parso provenire da un altro pianeta. La Lazio premeva, asserragliava nell'area piccola gli avversari (accomunati dallo stesso destino, cioè con spalancato il baratro della retrocessione), ma il risultato non si schiodava. Ed il merito era tutto di Dal Bianco che letteralmente bombardato da ogni parte erigeva un muro davanti a sé. Capitolerà soltanto nel finale, su tiro di [[Fiorini Giuliano|Fiorini]] e con la squadra ridotta in "dieci". Ma anche i suoi compagni gli danno una mano, spezzando le trame biancazzurre facendo leva sul pressing e su scorrettezze a ripetizione. Una sorta di catenaccio gigantesco con il preciso obiettivo di agguantare quel pareggio che al peggio sarebbe servito per arrivare agli spareggi. Insomma, una partita a binari prefissati: Lazio all'attacco, Vicenza in difesa. E' così è stato per tutto l'incontro, finché l'espulsione di Montani ha scompaginato i piani di Magni e dei suoi ragazzi. I 500 tifosi del Vicenza hanno gridato allo scandalo rintuzzati ferocemente dagli sfottò di quelli biancazzurri. Ma il sig. D'Elia a quel punto non ha fatto altro che applicare il regolamento. Montani era stato ammonito una prima volta (sempre nella ripresa) per un calcione rifilato a [[Caso Domenico|Caso]]. Il secondo fallo su [[Podavini Gabriele|Podavini]] gli è costato, a poco più di 25' dal termine dell'incontro, la via degli spogliatoi. Forse D'Elia è stato troppo severo, forse presta il fianco alla condanna di fiscalismo nell'occasione particolare, soprattutto allorché due squadre lottano per non affogare. Sicuramente non avrebbe potuto fare il Salomone, obiettiamo soltanto che ben altri sono i falli da cartellino rosso. |
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Centrocampista, nato a Forlì il [[21 giugno]] [[1944]]. Meglio conosciuto come Ciccio Cordova. |
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Quando nell'estate [[1976]] i giornali pubblicarono la notizia che il capitano della [[Roma AS|Roma]] stava per passare alla Lazio, non poche furono le polemiche tra i tifosi. Da una parte i tifosi giallorossi gridavano al tradimento, dall'altra, metà dei tifosi laziali era felice perchè si trattava comunque di un forte giocatore, mentre l'altra metà non lo voleva per il suo lungo passato nelle file dei "cugini". Cordova scelse la Lazio per "vendicarsi" del trattamento subito dalla sua ex squadra che lo aveva messo sul mercato. Non voleva andar via da Roma, anche per problemi personali che lo legavano alla città. Per questo si offrì alla Lazio, obbligando la [[Roma]] (che intendeva venderlo al [[Verona]]) a cederlo ai biancazzurri. Alla fine il calciatore la spuntò e arrivò alla Lazio dopo aver militato, oltre che nella [[Roma]], nella [[Salernitana]], nel [[Brescia]] e nel [[Catania]]. |
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Inizia l'attività nell'Independência di Rio Branco per passare al Corinthians nel [[1928]] dove và a costituire una forte coppia d'attaco di sinistra con [[Castelli Josè (Rato)|Josè Castelli]]. La sua prima partita con la maglia del Corinthians è il [[22 luglio]] [[1928]] per l'amichevole con l'America Rio disputata in occasione dell'inaugurazione dello Stadio Parque São Jorge. La partita si conclude 2-2 ma Demaría ha la soddisfazione di realizzare il momentaneo gol del vantaggio della propria squadra dopo solo 29 secondi dall'inizio del match. Si aggiudica tre [[Campionato|Campionati]] Paulista nel [[1928]], [[1929]] e [[1930]]. Al suo attivo anche 4 presenze con la Nazionale verdeoro impreziosite dalla relizzazione di 3 gol. Durante la stagione [[1931]] viene acquistato dalla Lazio insieme allo stesso [[Castelli Josè (Rato)|Castelli]] e al terzino [[Del Debbio Armando|Armando Del Debbio]]. |
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► [[Cordova Franco|Clicca qui per continuare la lettura]] |
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Versione delle 09:09, 21 giu 2014






21 giugno 1987 - Lazio-Vicenza 1-0 - La storica rete di Giuliano Fiorini
Turno precedente - Turno successivo
21 giugno 1987 - 2.328 - Campionato di Serie B 1986/87 - XXXVIII giornata
LAZIO: Terraneo, Filisetti, Acerbis, Podavini, Gregucci, Camolese, Mandelli, Caso, Magnocavallo (46' Poli), Pin (51' V.Esposito), Fiorini. A disposizione: Ielpo, Piscedda, Rizzolo. Allenatore: Fascetti.
L.R. VICENZA: Dal Bianco, Zoppellaro, Montani, Zanotto, Bertozzi, Mazzeni, Savino, Fortunato, Lucchetti, Nicolini, Rondon (63' Carotti). A disposizione: Mattiazzo, De Biasi, Pallavicini. Allenatore: Magni.
Arbitro: Sig. D'Elia (Salerno).
Marcatori: 82' Fiorini.
Note: giornata afosa con cielo parzialmente coperto, terreno in ottime condizioni. Espulso al 67' Montani per doppia ammonizione. Ammoniti Camolese e Rondon. Angoli: 12 a 7 per la Lazio.
Spettatori: 62.000 circa.
L'Unità titola: "La Lazio soffre per 82 minuti. Batte il Vicenza solo alla fine. Ora per evitare la C sfida Taranto e Campobasso. Fiorini compie il miracolo. Resiste a lungo il bunker veneto difeso da dieci uomini per l'espulsione di Montani. L'Olimpico ha tremato".
L'articolo così prosegue: Braccia tentacolari, presa da fabbro, agilità da scimmia: il portiere di riserva del Vicenza, al secolo Ennio Dal Bianco, ad un certo momento è parso provenire da un altro pianeta. La Lazio premeva, asserragliava nell'area piccola gli avversari (accomunati dallo stesso destino, cioè con spalancato il baratro della retrocessione), ma il risultato non si schiodava. Ed il merito era tutto di Dal Bianco che letteralmente bombardato da ogni parte erigeva un muro davanti a sé. Capitolerà soltanto nel finale, su tiro di Fiorini e con la squadra ridotta in "dieci". Ma anche i suoi compagni gli danno una mano, spezzando le trame biancazzurre facendo leva sul pressing e su scorrettezze a ripetizione. Una sorta di catenaccio gigantesco con il preciso obiettivo di agguantare quel pareggio che al peggio sarebbe servito per arrivare agli spareggi. Insomma, una partita a binari prefissati: Lazio all'attacco, Vicenza in difesa. E' così è stato per tutto l'incontro, finché l'espulsione di Montani ha scompaginato i piani di Magni e dei suoi ragazzi. I 500 tifosi del Vicenza hanno gridato allo scandalo rintuzzati ferocemente dagli sfottò di quelli biancazzurri. Ma il sig. D'Elia a quel punto non ha fatto altro che applicare il regolamento. Montani era stato ammonito una prima volta (sempre nella ripresa) per un calcione rifilato a Caso. Il secondo fallo su Podavini gli è costato, a poco più di 25' dal termine dell'incontro, la via degli spogliatoi. Forse D'Elia è stato troppo severo, forse presta il fianco alla condanna di fiscalismo nell'occasione particolare, soprattutto allorché due squadre lottano per non affogare. Sicuramente non avrebbe potuto fare il Salomone, obiettiamo soltanto che ben altri sono i falli da cartellino rosso.
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Franco Cordova
Centrocampista, nato a Forlì il 21 giugno 1944. Meglio conosciuto come Ciccio Cordova.
Quando nell'estate 1976 i giornali pubblicarono la notizia che il capitano della Roma stava per passare alla Lazio, non poche furono le polemiche tra i tifosi. Da una parte i tifosi giallorossi gridavano al tradimento, dall'altra, metà dei tifosi laziali era felice perchè si trattava comunque di un forte giocatore, mentre l'altra metà non lo voleva per il suo lungo passato nelle file dei "cugini". Cordova scelse la Lazio per "vendicarsi" del trattamento subito dalla sua ex squadra che lo aveva messo sul mercato. Non voleva andar via da Roma, anche per problemi personali che lo legavano alla città. Per questo si offrì alla Lazio, obbligando la Roma AS (che intendeva venderlo al Verona) a cederlo ai biancazzurri. Alla fine il calciatore la spuntò e arrivò alla Lazio dopo aver militato, oltre che nella Roma AS, nella Salernitana, nel Brescia e nel Catania.
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