Pontisso Romano: differenze tra le versioni

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Nato a Basiliano (UD) il [[15 marzo]] [[1915]] e deceduto a Roma il [[10 giugno]] [[2003]].
Nato a Basiliano (UD) il [[15 marzo]] [[1915]] e deceduto a Roma il [[10 giugno]] [[2003]].


Inizia ad appassionarsi alla bicicletta da ragazzo e debutta con una squadra di Trastevere nel [[1932]]. Lavora con i genitori titolari di una pasticceria. Dopo aver militato una stagione con il Dopolavoro Cisterna approda al Gruppo Sportivo Salario dove nel marzo si aggiudica la sua prima gara alla Bufalotta ([[19 marzo]] [[1934]]). L'anno seguente, divenuto dilettante, milita nel G.S.Flaminio per tornare quindi al Salario. Sul finire degli anni Trenta è uno dei migliori esponenti del ciclismo romano e il suo rendimento lo porta alla convocazione in maglia azzurra. Con Toccaceli, Montuori, Bertocchi e [[Spadolini Marcello|Spadolini]] partecipa al Gran Premio delle Cinque Nazioni a Berlino. E' il [[21 maggio]] [[1939]] e gli azzurri si affermano nettamente sulle rappresentative di Germania, Belgio, Danimarca e Svezia. A inizio estate conferma il suo buono stato di forma aggiudicandosi la Coppa Colaristi di Terni dove piega in volata [[Cerasa Remo|Remo Cerasa]] . Nel [[1940]] si trasferisce alla Iridio Mantovani, ma con la nuova maglia conosce poche soddisfazioni e così l'anno successivo approda alla S.S.Lazio la cui sezione ciclismo è ai primi suoi passi . Inizia così un rapporto con i colori biancocelesti che durerà per tutto il resto della sua vita. Nella prima stagione , corsa come Indipendente, vince per distacco la Coppa S.S. Primavera ([[2 novembre]] [[1941]]) e porta in via Saint Bon il fratello minore [[ Pontisso Bruno|Bruno]] che ha mostrato al suo debutto con gli allievi delle ottime doti . Sospesa l'attività per la tragica evoluzione della guerra riprende la bicicletta all'indomani della Liberazione di Roma . Nel [[1945]] la sezione della Lazio ha l'onore di avere tra i suoi tesserati [[Coppi Fausto|Fausto Coppi]] e Pontisso ne diviene il gregario più fedele nei mesi trascorsi a Roma dal Campionissimo . Si toglie la soddisfazione anche di un successo conquistando il traguardo del Gran Premio Rossetti il [[13 maggio]] . Segue nel frattempo con amorevole affetto i grandi progressi di [[Pontisso Bruno|Bruno]] che s'impone all'attenzione nazionale conquistando due maglie tricolori con i dilettanti . Presidente della sezione Ciclismo. Presidente degli Azzurri d'Italia e dirigente CONI. E' stato il Presidente del Circolo Flaminio Biancazzurro (inaugurato l' [[11 dicembre]] del [[1952]] con sede in via Fracassini n.11) che, insieme ad altri creati in seguito, darà vita all'Associazione Nazionale Lazio Club.
Inizia ad appassionarsi alla bicicletta da ragazzo e debutta con una squadra di Trastevere nel [[1932]]. Lavora con i genitori titolari di una pasticceria. Dopo aver militato una stagione con il Dopolavoro Cisterna approda al Gruppo Sportivo Salario dove nel marzo si aggiudica la sua prima gara alla Bufalotta ([[19 marzo]] [[1934]]). L'anno seguente, divenuto dilettante, milita nel G.S.Flaminio per tornare quindi al Salario. Sul finire degli anni Trenta è uno dei migliori esponenti del ciclismo romano e il suo rendimento lo porta alla convocazione in maglia azzurra. Con Toccaceli, Montuori, Bertocchi e [[Spadolini Marcello|Spadolini]] partecipa al Gran Premio delle Cinque Nazioni a Berlino. E' il [[21 maggio]] [[1939]] e gli azzurri si affermano nettamente sulle rappresentative di Germania, Belgio, Danimarca e Svezia. A inizio estate conferma il suo buono stato di forma aggiudicandosi la Coppa Colaristi di Terni dove piega in volata [[Cerasa Remo|Remo Cerasa]] . Nel [[1940]] si trasferisce alla Iridio Mantovani, ma con la nuova maglia conosce poche soddisfazioni e così l'anno successivo approda alla S.S.Lazio la cui sezione ciclismo è ai primi suoi passi . Inizia così un rapporto con i colori biancocelesti che durerà per tutto il resto della sua vita. Nella prima stagione , corsa come Indipendente, vince per distacco la Coppa S.S. Primavera ([[2 novembre]] [[1941]]) e porta in via Saint Bon il fratello minore [[ Pontisso Bruno|Bruno]] che ha mostrato al suo debutto con gli allievi delle ottime doti . Sospesa l'attività per la tragica evoluzione della guerra riprende la bicicletta all'indomani della Liberazione di Roma . Nel [[1945]] la sezione della Lazio ha l'onore di avere tra i suoi tesserati [[Coppi Fausto|Fausto Coppi]] e Pontisso ne diviene il gregario più fedele nei mesi trascorsi a Roma dal Campionissimo . Si toglie la soddisfazione anche di un successo conquistando il traguardo del Gran Premio Rossetti il [[13 maggio]] . Segue nel frattempo con amorevole affetto i grandi progressi di [[Pontisso Bruno|Bruno]] che s'impone all'attenzione nazionale conquistando due maglie tricolori con i dilettanti. Dirada quindi il suo impegno con la bicicletta passando nel [[1947]] al G.S.Lazzaretti . Si aggiudica il [[31 agosto]] il IX circuito della Valle del Liri . Presidente della sezione Ciclismo. Presidente degli Azzurri d'Italia e dirigente CONI. E' stato il Presidente del Circolo Flaminio Biancazzurro (inaugurato l' [[11 dicembre]] del [[1952]] con sede in via Fracassini n.11) che, insieme ad altri creati in seguito, darà vita all'Associazione Nazionale Lazio Club.


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Versione delle 13:36, 22 lug 2015


Romano Pontisso

Nato a Basiliano (UD) il 15 marzo 1915 e deceduto a Roma il 10 giugno 2003.

Inizia ad appassionarsi alla bicicletta da ragazzo e debutta con una squadra di Trastevere nel 1932. Lavora con i genitori titolari di una pasticceria. Dopo aver militato una stagione con il Dopolavoro Cisterna approda al Gruppo Sportivo Salario dove nel marzo si aggiudica la sua prima gara alla Bufalotta (19 marzo 1934). L'anno seguente, divenuto dilettante, milita nel G.S.Flaminio per tornare quindi al Salario. Sul finire degli anni Trenta è uno dei migliori esponenti del ciclismo romano e il suo rendimento lo porta alla convocazione in maglia azzurra. Con Toccaceli, Montuori, Bertocchi e Spadolini partecipa al Gran Premio delle Cinque Nazioni a Berlino. E' il 21 maggio 1939 e gli azzurri si affermano nettamente sulle rappresentative di Germania, Belgio, Danimarca e Svezia. A inizio estate conferma il suo buono stato di forma aggiudicandosi la Coppa Colaristi di Terni dove piega in volata Remo Cerasa . Nel 1940 si trasferisce alla Iridio Mantovani, ma con la nuova maglia conosce poche soddisfazioni e così l'anno successivo approda alla S.S.Lazio la cui sezione ciclismo è ai primi suoi passi . Inizia così un rapporto con i colori biancocelesti che durerà per tutto il resto della sua vita. Nella prima stagione , corsa come Indipendente, vince per distacco la Coppa S.S. Primavera (2 novembre 1941) e porta in via Saint Bon il fratello minore Bruno che ha mostrato al suo debutto con gli allievi delle ottime doti . Sospesa l'attività per la tragica evoluzione della guerra riprende la bicicletta all'indomani della Liberazione di Roma . Nel 1945 la sezione della Lazio ha l'onore di avere tra i suoi tesserati Fausto Coppi e Pontisso ne diviene il gregario più fedele nei mesi trascorsi a Roma dal Campionissimo . Si toglie la soddisfazione anche di un successo conquistando il traguardo del Gran Premio Rossetti il 13 maggio . Segue nel frattempo con amorevole affetto i grandi progressi di Bruno che s'impone all'attenzione nazionale conquistando due maglie tricolori con i dilettanti. Dirada quindi il suo impegno con la bicicletta passando nel 1947 al G.S.Lazzaretti . Si aggiudica il 31 agosto il IX circuito della Valle del Liri . Presidente della sezione Ciclismo. Presidente degli Azzurri d'Italia e dirigente CONI. E' stato il Presidente del Circolo Flaminio Biancazzurro (inaugurato l' 11 dicembre del 1952 con sede in via Fracassini n.11) che, insieme ad altri creati in seguito, darà vita all'Associazione Nazionale Lazio Club.






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