Sbardella Antonio: differenze tra le versioni
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Lenzini non gli perdonò mai la faccenda e l'ex arbitro preferì dare le dimissioni andandosene. |
Lenzini non gli perdonò mai la faccenda e l'ex arbitro preferì dare le dimissioni andandosene. |
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Divenne commissario regionale del Lazio dell' Aia (dal 1978 all' 83), per passare a dirigere la divisione Calcio a 5 della Lega dilettanti dal 1989 al ' 92. Infine, diviene presidente del calcio regionale del Lazio, rieletto per tre mandati. |
Divenne commissario regionale del Lazio dell' Aia (dal 1978 all' 83), per passare a dirigere la divisione Calcio a 5 della Lega dilettanti dal 1989 al ' 92. Infine, diviene presidente del calcio regionale del Lazio, rieletto per tre mandati. |
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scompare a causa di un male inguaribile che lo perseguitava da tempo. La morte avviene all' ospedale Fatebenefratelli dell' Isola Tiberina, dove Sbardella era curato dal dottor Francesco Bracci e dalla sua équipe nel reparto di piccola chirurgia. I funerali si svolsero nella chiesa di Nostra Signora di Guadalupe, in via Aurelia, dove parteciparono circa 3000 persone. |
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Presenti, tra gli altri, il presidente del Coni Gianni Petrucci, il presidente dell' Aia Tullio Lanese, dirigenti della Lega Dilettanti, ex arbitri, rappresentanti di club professionisti ed ex calciatori, tra cui gli ex laziali D'Amico e Manfredonia. Un minuto di silenzio fu disposto dalla Figc su tutti i campi. |
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In sua memoria è stata istituita una Fondazione. |
In sua memoria è stata istituita una Fondazione.[[Categoria:Biografie|Sbardella, Antonio]] |
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Versione delle 21:19, 16 giu 2008
Biografia

Arbitro. Nato a Roma il 1930 e ivi morto il 14 Gennaio 2002. Negli anni '60 e '70 Antonio Sbardella e Concetto Lo Bello erano i due arbitri di punta del nostro campionato. Due grandi arbitri, temprati pure da polemiche e discussioni che non mancavano anche allora, capaci di dar vita a una rivalita' assai enfatizzata in un Paese come il nostro sempre sensibile ai dualismi. Che i due protagonisti vissero sempre con grande rispetto e correttezza. Il top della sua carriera arbitrale, Sbardella lo raggiunse ai mondiali di Messico '70, quando diresse la finale per il terzo e quarto posto tra Uruguay e Germania, perche' gli azzurri di Valcareggi gli sbarrarono la strada della finalissima, che sarebbe spettata di diritto al direttore di gara, premiato con il Fischietto d'Oro come miglior arbitro del torneo. Con la giacchetta, comincia l' attività nel 1950, quando la frattura all' omero e alla clavicola gli preclude l' attività di portiere. A causa del suo carattere irruento, è ricordato come arbitro anche per episodi non molto felici. Come il record di cinque espulsi della Turris nella gara contro la Reggina, che scatena una violenta invasione di campo dei tifosi campani. A Palermo, invece, Sbardella subisce un vero e proprio assedio, dopo la partita col Napoli, che sarà ricordata per il salvataggio da parte di un elicottero dei carabinieri, che preleva l' arbitro sul campo. A otto anni dal suo debutto arbitrale in serie B (in Novara-Brescia), nel 1959 debutta in serie A (in Fiorentina-Atalanta). Cinque anni dopo, nel ' 64, diventa internazionale. Al termine della stagione 1966/67, Sbardella ottiene il Premio Mauro quale migliore arbitro in attività. Complessivamente dirige 167 partite di serie A e ben 70 incontri internazionali. Dopo vent' anni, Sbardella conclude la sua carriera arbitrale e comincia quella di dirigente. Le maggiori soddisfazioni gli vennero dal periodo trascorso in casa biancoceleste, quando insieme a Tommaso Maestrelli riusci' a costruire una Lazio irripetibile con tanti talenti irriquieti, che, tenuti a bada, regalarono al club del Presidente Lenzini lo scudetto del 1974, anche se Sbardella se ne andò prima per via del fallimento della cordata, capeggiata dal consigliere Riva, che doveva rilevare la società biancazzurra, da lui caldeggiata e costruita. Lenzini non gli perdonò mai la faccenda e l'ex arbitro preferì dare le dimissioni andandosene. Divenne commissario regionale del Lazio dell' Aia (dal 1978 all' 83), per passare a dirigere la divisione Calcio a 5 della Lega dilettanti dal 1989 al ' 92. Infine, diviene presidente del calcio regionale del Lazio, rieletto per tre mandati. scompare a causa di un male inguaribile che lo perseguitava da tempo. La morte avviene all' ospedale Fatebenefratelli dell' Isola Tiberina, dove Sbardella era curato dal dottor Francesco Bracci e dalla sua équipe nel reparto di piccola chirurgia. I funerali si svolsero nella chiesa di Nostra Signora di Guadalupe, in via Aurelia, dove parteciparono circa 3000 persone. Presenti, tra gli altri, il presidente del Coni Gianni Petrucci, il presidente dell' Aia Tullio Lanese, dirigenti della Lega Dilettanti, ex arbitri, rappresentanti di club professionisti ed ex calciatori, tra cui gli ex laziali D'Amico e Manfredonia. Un minuto di silenzio fu disposto dalla Figc su tutti i campi. In sua memoria è stata istituita una Fondazione.