Parboni Augusto: differenze tra le versioni

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Laureato in medicina, dopo il ritiro dal calcio diventa giornalista collaborando con la rivista mensile "Lo sport fascista" e con i quotidiani "La Capitale Sportiva" e "Il Giornale d'Italia".
Laureato in medicina, dopo il ritiro dal calcio diventa giornalista collaborando con la rivista mensile "Lo sport fascista" e con i quotidiani "La Capitale Sportiva" e "Il Giornale d'Italia".
Il [[15 maggio]] [[1927]] a seguito di una vertenza originata da due lettere inviategli da Umberto Gentili, direttore del giornale "Rivistissima", sfida quest'ultimo a duello. I due si sfidano alla spada da terreno e Parboni vince il duello ferendo due volte l'avversario all'avambraccio destro.
Il [[15 maggio]] [[1927]] a seguito di una vertenza originata da due lettere inviategli da Umberto Gentili, direttore del giornale "Rivistissima", sfida quest'ultimo a duello. I due si sfidano alla spada da terreno e Parboni vince lo "scontro" ferendo due volte l'avversario all'avambraccio destro.
Nel [[1929]] assume il ruolo di dirigente della società "Ginnastica Roma". Nel [[1930]] viene nominato Ufficiale del Regno.
Nel [[1929]] assume il ruolo di dirigente della società "Ginnastica Roma". Nel [[1930]] viene nominato Ufficiale del Regno.

Versione delle 23:59, 28 nov 2022

Augusto Parboni

Difensore, nato a Milano il 24 febbraio 1900, deceduto a Roma il 12 luglio 1984. Era alto m 1,72 con un peso di 64 kg. Le sue spoglie riposano al Cimitero Flaminio. Il padre, Stanislao, è stato prima ciclista e poi dirigente della Federazione ciclistica e del T.C.I.

Dopo gli esordi con la Pro Roma, gioca nella Lazio tra il 1920 e il 1927 collezionando 75 partite in gare ufficiali e 4 reti e rivelandosi uno dei migliori giocatori della Lazio di quegli anni per nitidezza di gioco ed eleganza nel tocco del pallone.

Nel 1923 ha anche il grande merito di convincere il quindicenne Andrea Ercoli a entrare nella Lazio come raccattapalle.

Precedentemente, si era distinto come valente podista, vincendo nel 1918 a Roma, lo "Steeple Chase" di 800 metri e l'"Americana" a coppie.

Laureato in medicina, dopo il ritiro dal calcio diventa giornalista collaborando con la rivista mensile "Lo sport fascista" e con i quotidiani "La Capitale Sportiva" e "Il Giornale d'Italia".

Il 15 maggio 1927 a seguito di una vertenza originata da due lettere inviategli da Umberto Gentili, direttore del giornale "Rivistissima", sfida quest'ultimo a duello. I due si sfidano alla spada da terreno e Parboni vince lo "scontro" ferendo due volte l'avversario all'avambraccio destro.

Nel 1929 assume il ruolo di dirigente della società "Ginnastica Roma". Nel 1930 viene nominato Ufficiale del Regno.

Nell'ottobre 1950, quando era redattore de "Il Giornale d'Italia", vince il titolo di Campione d'Italia Giornalisti Professionisti della categoria Seniores di ciclismo.






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