Parboni Augusto

Da LazioWiki.

Augusto Parboni

Difensore, nato a Milano il 24 febbraio 1900, deceduto a Roma il 12 luglio 1984.

Era alto m 1,72 con un peso di 64 kg. Le sue spoglie riposano al Cimitero Flaminio. Il padre, Stanislao, è stato prima ciclista e poi dirigente della Federazione ciclistica e del T.C.I. Dopo gli esordi con la Pro Roma, gioca nella Lazio tra il 1920 e il 1927 collezionando 75 partite in gare ufficiali e 4 reti e rivelandosi uno dei migliori giocatori della Lazio di quegli anni per nitidezza di gioco ed eleganza nel tocco del pallone. Nel 1923 ha anche il grande merito di convincere il quindicenne Andrea Ercoli a entrare nella Lazio come raccattapalle. Precedentemente, si era distinto come valente podista, vincendo nel 1918 a Roma, lo "Steeple Chase" di 800 metri e l'"Americana" a coppie. Durante il conflitto gareggia con la Pro Roma. Il suo anno migliore, nel periodo di permanenza con questa società, è il 1917 quando fa riscontrare i seguenti risultati: 24 giugno giunge 1° nei m 1000 nelle gare polisportive, 22 luglio 1° nei m 400 con il tempo di 61" e 1° nei m 1000 con il tempo di 3'07" nei campionati podistici del Lazio, 29 luglio 1° nei m 1000 in 3'00" ai campionati atletici del Lazio, 5 agosto 1° nei m 5000 in 17'24" ai Campionati podistici del Lazio Juniores, 26 agosto 1° nella categoria Juniores del Giro di Prati, 6 settembre 1° nei m 800 in 2'18" e 3° nell'Americana a coppie di m 2000 insieme a Di Salvo nella riunione organizzata dalla Pro Roma.

Si cimentò anche nel ciclismo con discreti risultati.

Con la Lazio, dopo essersi aggiudicato il titolo di Campione della Lega Sud del Campionato 1922/23, prende parte ad entrambe le partite di finale per il titolo nazionale, contro il Genoa. É molto probabilmente lui, il giocatore autore della lettera inviata, al direttore della rivista "Il Calcio", per lamentarsi del trattamento riservato dalla stampa alla Lazio, stampa che attribuiva già il titolo di campione d'Italia al Genoa, prima che venissero disputate le due finali.

Laureato in medicina, dopo il ritiro dal calcio diventa giornalista collaborando con la rivista mensile "Lo sport fascista" e con i quotidiani "La Capitale Sportiva" e "Il Giornale d'Italia". Il 15 maggio 1927 a seguito di una vertenza originata da due lettere inviategli da Umberto Gentili, direttore del giornale "Rivistissima", sfida quest'ultimo a duello. I due si sfidano alla spada da terreno e Parboni vince lo "scontro" ferendo due volte l'avversario all'avambraccio destro. Nel 1929 assume il ruolo di dirigente della società "Ginnastica Roma". Nel 1930 viene nominato Ufficiale del Regno. Nell'ottobre 1950, quando era redattore de "Il Giornale d'Italia", vince il titolo di Campione d'Italia Giornalisti Professionisti della categoria Seniores di ciclismo.



L'articolo de "L'Impero" sul duello di Parboni (riportato fedelmente con il discutibile utilizzo della punteggiatura)

Duello Gentili-Parboni


I verbali


Il giorno 11 maggio 1927 (V.), nei locali della redazione de «L'Impero» si sono riuniti i Sigg. Gasperini Virginio e Ginocchio Goffredo in rappresentanza del sig. Parboni; ed i Sigg. Colonna Marco e Fusilli Anton Remo in rappresentanza del sig. Gentili Umberto e, dopo essersi scambiati i rispettivi mandati riscontrateli validi hanno lungamente discusso sulla vertenza originata da due lettere inviate dal sig. Umberto Gentili al sig. Parboni (Dalmon) in data 7 e 8 corr. nelle quali il sig. Parboni riscontrava documenti lesivi per la sua onorabilità.

I rappresentanti del sig. Parboni, avendo dimostrato che il loro «primo» ricevette la lettera del giorno 7 contemporaneamente a quella del giorno 8, rimane dalle parti stabilito che la seconda lettera si ritiene come non scritta.

Dopo un accurato esame della prima lettera i quattro rappresentanti riconosciuta la necessità di interrogare i loro «primi» su alcuni elementi rimandano ad altra riunione la decisione della vertenza.

Fatto letto e sottoscritto in duplice copia

• Viginio Gasperini • Anton Remo Fusilli
• Goffredo Ginocchio • Marco Colonna


Il giorno 13 maggio 1927 (V.), nei locali della redazione de «L'Impero» si sono riuniti per la seconda volta i sigg. Virginio Gasperini e Goffredo Ginocchio da una parte - quali rappresentanti del sig. Parboni, redattore della «Capitale Sportiva» - ed i sigg. Marco Colonna e Anton Remo Fusilli, dall'altra, quali rappresentanti del sig. Umberto Gentili, direttore di «Rivistissima».

I quattro rappresentanti non essendo, dopo amplissima discussione e nonostante lo spirito conciliativo dal quale erano animati, riusciti ad addivenire ad una soluzione pacifica della vertenza stabiliscono risolvere di comune accordo con uno scontro cavalleresco, la questione tra i sigg. Parboni e Umberto Gentili, alle seguenti condizioni:

Spada da terreno, guanto da passeggio, camicia con manica tagliata, cintola ai pantaloni, legaccia al polso; a giudizio discorde verrà deciso secondo il parere inappellabile del direttore di scontro. Qualora la sospensione avvenisse non per ragioni di inferiorità dovuta a ferita, lo scontro proseguirà alla pistola alle seguenti condizioni: prosecuzione previo accordo dei padrini sul terreno: i combattenti si scambieranno un colpo a 25 metri.

Lo scontro avrà luogo in ora e giorno da stabilirsi.

Scritto e firmato in duplice copia.

• Viginio Gasperini • Anton Remo Fusilli
• Goffredo Ginocchio • Marco Colonna


Domenica 15 maggio 1927 (V) all'ora e nel luogo stabiliti ha avuto luogo lo scontro tra i Sigg. Augusto Parboni della «Capitale Sportiva» ed Umberto Gentili dell'«Impero» nella sua qualità di direttore di «Rivistissima».

Dopo dodici assalti, duranti i quali i combattenti dimostrarono audacia, sangue freddo, e squisita correttezza cavalleresca, il sig. Umberto Gentili riportava escoriazione al lato flessorio dell'avambraccio destro ed al quattordicesimo, ferita da punta anche all'avambraccio destro inferiore, per cui a parere concorde dei medici, veniva a trovarsi in istato di palese inferiorità.

Lo scontro venne diretto con maestria inimitabile dal Marchese Agelisao Greco che al termine del combattimento espresse il suo vivo compiacimento per il contegno cavalleresco degli avversari che si sono riconciliati.

Fatto letto e sottoscritto.

• Viginio Gasperini • Anton Remo Fusilli
• Goffredo Ginocchio • Marco Colonna


Il verbale dei medici

I sottoscritti di comune accordo dichiarano che al dodicesimo assalto il sig. Gentile Umberto riportava escoriazione al lato flessorio dell'avambraccio destro e che al quattordicesimo assalto il sig. Gentili riportava ferita da punta all'avambraccio destro, terzo inferiore, interessante i comuni segumenti e lo strato aponedrotico. Pertanto i sottoscritti dichiarano il sig. Gentili in stato di palese inferiorità fisica.

Roma. 15 maggio 1927.

• Dott. Raffaele Gallo-Curcio
• Dott. Mario Zippulalli





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