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[[1938/39|Stagione]]
[[1934/35|Stagione]]


[[Domenica 8 gennaio 1939 - Roma, stadio del P.N.F. - Lazio-Modena 2-1|Turno precedente]] - [[Domenica 22 gennaio 1939 - Roma, stadio del P.N.F. - Lazio-Napoli 0-0|Turno successivo]]
[[Domenica 21 ottobre 1934 - Alessandria, campo del Littorio - Alessandria-Lazio 1-2|Turno precedente]] - [[Domenica 18 novembre 1934 - Roma, campo Testaccio - Roma-Lazio 1-1|Turno successivo]]


{{datalink|15|gennaio|1939}} - '''[[1939|565]]''' - [[Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A]] 1938/39 - '''XIV giornata'''
{{datalink|4|novembre|1934}} - '''[[1934|424]]''' - [[Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A]] 1934/35 - '''V giornata'''


'''LAZIO:''' [[Blason Giacomo|Blason]], [[Bertagni Armando|Bertagni]], [[Del Debbio Armando|Del Debbio]], [[Ferraris (IV) Attilio|Ferraris (IV)]], [[Viani (I) Giuseppe|Viani (I)]], [[Fantoni (II) Octavio|Fantoni (II)]], [[De Maria Alexandro|De Maria]], [[Fantoni (I) Juan|Fantoni (I)]], [[Piola Silvio|Piola]], [[Bisigato Antonio|Bisigato]], [[Levratto Felice Virgilio|Levratto]]. All. [[Alt Walter|Alt]].
'''ROMA:''' [[Masetti Guido|Masetti]], Monzeglio, Donati, Serantoni, [[Bernardini Fulvio|Bernardini]], Fusco, Borsetti, Bonomi, Michelini, Coscia, Alghisi.


'''JUVENTUS:''' Valinasso, [[Foni Alfredo|Foni]], Caligaris, Varglien (I), Monti, Bertolini, Cesarini, Serantoni, Borel (II), Ferrari, Orsi.
'''LAZIO:''' [[Blason Giacomo|Blason]], [[Faotto Massimiliano Emilio|Faotto]], [[Monza (II) Alfredo|Monza (II)]], [[Baldo Giuseppe|Baldo]], [[Ramella Luciano|Ramella]], [[Ferri Alessandro|Ferri]], [[Busani Umberto|Busani]], [[Piola Silvio|Piola]], [[Zacconi Benedetto|Zacconi]], [[Camolese Bruno|Camolese]], [[Capri Emilio|Capri]]. All. [[Viola Giuseppe (Violak József)|Giuseppe Viola]].


'''Arbitro:''' sig. Scorzoni di Bologna.
'''Arbitro:''' sig. Turbiani di Ferrara.


'''Marcatori:''' 16' pt Cesarini, 37' pt [[Piola Silvio|Piola]], 39' pt [[Fantoni (I) Juan|Fantoni (I)]], 5' st [[De Maria Alexandro|De Maria]], 29' st [[Levratto Felice Virgilio|Levratto]], 32' st [[Piola Silvio|Piola]], 36' st Serantoni, 44' st Serantoni.
'''Marcatori:''' 3' pt [[Zacconi Benedetto|Zacconi]], 39' pt [[Busani Umberto|Busani]].


'''Note:''' cielo con ancora nere nuvole in diradamento. Terreno di giuoco buono ma scivoloso per la pioggia caduta fino ad un'ora prima del match.
'''Note:''' cielo coperto, campo leggermente pesante.


'''Spettatori:''' 20.000.
'''Spettatori:''' 27.000. Tutto esaurito.


[[File:15gen39 vittoria.jpg|200px|thumb|left|Prima vittoria esterna nel derby<br>''da Il Littoriale'']]
[[File:15gen39Testaccio.jpg|200px|thumb|right|Dove giocare il derby?<br>''da Il Littoriale'']]
[[File:15gen39operai.jpg|200px|thumb|left|Operai al lavoro per ampliare la capienza del campo Testaccio<br>''da Il Littoriale'']]
[[File:15gen39vincereprima.jpg|200px|thumb|right|Come da tradizione, i tifosi giallorossi pregustano la vittoria. Poi, come sempre, c'è la partita...<br>''da Il Littoriale'']]
[[File:15gen39 PiolaBernardini.jpg|200px|thumb|left|I capitani Piola e Bernardini<br>''da Il Calcio Illustrato'']]
[[File:15gen39goalZacconi.jpg|200px|thumb|right|Il vantaggio laziale in avvio di gara<br>''da Il Calcio Illustrato'']]
[[File:15gen39_1 goal.jpg|200px|thumb|left|Il disegno del primo goal di Zacconi al 3'<br>''da Il Littoriale'']]
[[File:15gen39 Blason.jpg|200px|thumb|right|Parata di Blason<br>''da Il Calcio Illustrato'']]
[[File:15gen39goalBusani.jpg|200px|thumb|left|Busani raddoppia!<br>''da Il Calcio Illustrato'']]
[[File:15gen39 2goal.jpg|200px|thumb|right|Il disegno del raddoppio di Busani al 39'<br>''da Il Littoriale'']]
[[File:15gen39 GioiaBiancoceleste.jpg|200px|thumb|left|La gioia dei biancocelesti<br>''da Il Calcio Illustrato'']]
[[File:15gen39 statistiche.jpg|200px|thumb|right|I numeri della partita<br>''da Il Littoriale'']]


La prima volta. Al quarto tentativo, la Lazio espugna [[Campo Testaccio|Testaccio]]. La tana del rivale cittadino e dei suoi sostenitori.
E' una svolta storica, dal punto di vista simbolico anche superiore al [[Domenica 23 ottobre 1932 - Roma, stadio del P.N.F. - Lazio-Roma 2-1|primo successo]] del [[1932|'32]]. Arriva al termine di un decennio nel quale questa partita aveva visto una netta prevalenza giallorossa, dovuta in misura decisiva al pesante divario tecnico che la rivoluzione dei campionati e l'affermarsi del professionismo aveva determinato tra le due squadre capitoline.
Questa partita fa sì che si volti pagina e che inizi un'altra Storia, fatta di confronti accesi, di vittorie e altre sconfitte, con periodi di prevalenza dell'uno o dell'altro club capitolino, ma non più con quel divario "strutturale" stabilito per decreto. Da quel giorno il [[Derby]] sarebbe stato atteso nell'incertezza e nel timore della sconfitta da entrambe le parti, da quel giorno avrebbe avuto, per entrambe le fazioni contendenti, lo stesso carico emozionale che sarebbe stato vissuto nei decenni successivi e ancora oggi si avverte nei giorni che conducono alla stracittadina.


Le cronache raccontano di una partita condotta con ordine e autorevolezza dai biancocelesti, che prendono subito il comando delle operazioni sbloccando il risultato in apertura e proseguendo la gara senza affanni particolari. Raccontano di una partita sotto tono di [[Bernardini Fulvio|Fulvio Bernardini]], chissà forse avvertendo il sentore che le condizioni che avevano fatto sì che lui giocasse da quella parte, e non in quella che lo aveva cresciuto e fatto diventare uomo, stavano per tramontare, che la storia calcistica della Capitale stava per conoscere un passaggio decisivo e innovativo.
Il centrocampo laziale, guidato da un gladiatorio [[Ramella Luciano|Ramella]], diga insuperabile e punto di riferimento assoluto nella partita, tolse ogni capacità di ispirazione al campione giallorosso e ai suoi compagni di squadra.


Il commento alla gara di "Tutti gli Sports": La Lazio balza al comando del Campionato.
Un grande apporto lo diede [[Piola Silvio|Silvio Piola]], in una posizione diversa da quella usuale di centroattacco. La nuova posizione più arretrata, già sperimentata in occasione di alcuni incontri precedenti, permise al campione biancoceleste una maggiore partecipazione al gioco e un apporto più consistente ai compagni del centrocampo e, al tempo stesso, liberò gli spazi per gli altri incursori laziali. Da qui il fulmineo goal di [[Zacconi Benedetto|Zacconi]] e il raddoppio, sul finale del primo tempo, di [[Busani Umberto|Busani]].
Trentamila spettatori hanno gremito lo Stadio del Partito per la gran "gala" tra i grossi calibri della D. N. Mai spettacolo di folla, più vivo e più vario, ha esaltato il trionfo dello sport, tranne che in gare internazionali, dando tono ed interesse ad una partita bellissima per impegno e per il clamoroso risultato finale che ha portato la Lazio al primo posto in classifica. La [[Juventus]], anche accampando la minorazione del suo capitano ed in parte quella di Bartolini esce battuta dal confronto con la valorosa avversaria più che nel risultato numerico, in tattica di gara. Al terzo goal subito, i campioni d'Italia hanno perduto una delle loro doti precipue, la calma, agevolando così l'intraprendenza del quintetto opposto, pervaso dalla tarantola per vitalità e facoltà realizzatrici. Soltanto sul finire della gara la [[Juventus|Juve]] ha potuto diminuire in parte la distanza di uno scacco troppo bruciante, salvando l'onore del guidone.
La ripresa fu senza storia, il portiere [[Blason Giacomo|Blason]] attento e puntuale negli interventi cui fu occasionalmente chiamato.
I ventimila spettatori, in larghissima maggioranza di fede giallorossa, abbandonarono il campo increduli e delusi, forse non ancora consapevoli che quella non era una disonorevole ma pur sempre occasionale sconfitta, quanto l'inizio di un'altra storia.


''Articolo redatto da LazioWiki.org - F. P.''


[[Il Littoriale]] titola “La LAZIO supera la [[JUVENTUS]] in una partita emozionante – CESARINI apre il punteggio per la JUVE ma PIOLA e FANTONI I si portano in vantaggio. Nella ripresa DE MARIA, PIOLA e LEVRATTO segnano ancora, e nel finale SERANTONI riduce di due punti lo svantaggio”.


''Otto goals e 90 minuti di emozioni''. La pioggia caduta ininterrottamente e violentissima tutta la notte e buona parte della mattinata, ha concesso tregua un’ora prima che cominciasse la partita.
Su [[Il Calcio Illustrato|Il Calcio Illustrato]] il racconto della partita e del significato della vittoria: Ogni volta che [[Roma]] e Lazio si incontrano, avvengono le cose più strane: e, sul terreno di gioco, vanno gambe all’aria i pronostici con regolarità esasperante. Alla vigilia di questo diciannovesimo confronto tra le due squadre romane, non uno — che ragionasse con criterio — dava alla Lazio probabilità di successo o, almeno, di pareggio. Essa, fino allora, aveva sostenuto prove scialbe e, quel ch’è peggio, si trovava a risolvere gravi problemi di inquadratura come lo spostamento di [[Piola Silvio|Piola]], la permanenza di [[Zacconi Benedetto|Zacconi]] all’attacco o no, e così via. Le ultime novità aggravavano la sua situazione perché [[Milano Luigi|Milano]], ammalatosi, non poteva giocare, e il sostituto era un ragazzetto. [[Ferri Alessandro|Ferri]], abile come terzino nella squadra riserve, ma disabituato a giocare a mediano. La [[Roma]], invece, aveva dalla sua il vantaggio di una tradizione favorevole anche nei casi più disperati, con alleato un pubblico entusiasta, e con giocatori dal morale elevato. Alla vigilia, i più ottimisti laziali speravano in un pareggio, anche strappato coi denti.
''Preliminari''. Il pubblico ha così potuto affluire numerosissmo, dando una significativa ed eloquente idea di quello che sarebbe stato, ove il tempo avessa fatto completamente giudizio. Qualche posto vuoto – pochissimi – nel settore di curva: tutti gli altri settori affollati fino all’inverosimile. Si calcolano presenti 30.000 persone.
L’altoparlante annuncia le formazioni delle squadre. Le condizioni di Serafini hanno consigliato a ritornare sulla decisione presa e ad allineare, nella mediana, Ferraris a destra e Viani al centro.
Il sig. Turbiani di Ferrara, cui è affidata la direzione della partita, riduce ai minimi termini i preliminari; dopo la rituale salve di applausi alle squadre e il rituale scambio dei fiori, dà il via.


''La Juventus segna per prima''. I campioni d’Italia danno il calcio d’inizio, e hanno contrario il sole, che nel frattempo ha fatto capolino tra le nubi. Sono le 14,38.
Tutti i pronostici, tutte le logiche deduzioni, tutti i castelli innalzati su base di parole, son caduti senza attenuanti. La [[Roma]] le ha prese; la Lazio ha giocato la più bella, la più svelta e la più calma partita della stagione; e ha cessato di vivere anche un’altra tradizione che voleva la [[Roma]] vincitrice con gol segnati all’ultimo minuto.
Discesa di Borel, che allunga a Serantoni, e questi a Cesarini libero ma l’ala destra prende male la palla che esce fuori di molto. Altro attacco juventino, spezzato per fuori gioco di Borel.
E che queste partite siano strane, lo dimostra un’altra constatazione: per la prima volta — in questa stagione — la Lazio ha vinto fuori casa e, per la prima volta, la [[Roma]] invece, ha. perduto a casa.
Continua la pressione Juventina: la Lazio evidentemente però svolte tattica di attesa. Al 4’ Piola ha la palla: Caligaris lo ostacola, ma cadendo in malo modo si produce uno strappo. Punizione infruttuosa contro la Juventus. Contrattacco di Ferrari, salvataggio con la mano di Del Debbio. La barriera laziale respunge la punizione calciata da Orsi.


La Lazio si scuote, ma non riesce a dosare i passagi; e d’altra parte la Juventus fa attenta guardai; all’8’ però in una serrata mischia sotto la rete di Blason, gli azzurri corrono serio pericolo; m a si disimpegnano brillantemente. Tiro altro, su punizione. Azione juventina, che Cesarini cerca concludere; Fantoni spezza: Piola ha la palla, scende, ma Caligaris slava.
Come si vede, rimane la bizzarria a far da guida a queste partite combinando i più strani e più impensati risultati. Ma bizzarro e strano il risultato — dopo aver visto la partita e stando a come il gioco si è svolto — non è stato: esso premia nella Lazio la squadra migliore in campo: e, migliore, non come inutile vana pressione, ma come rapida attuazione di temi, come freschezza — e. nello slancio e nello scatto — dei giocatori, e come ordine — cioè, come assolvimento di compiti — sia quando correva all’attacco come quando, chiusa in alcuni momenti nella propria area di rigore, era costretta a difendersi.
Al 10’ su malinteso Ferraris-Blason, calcio d’angolo contro la Lazio, che poteva essere anche autogol ma non ne esce nulla di concreto. Sulla rovesciata di fronte, angolo contro la Juventus: salva Ferrari.
Al 14’ triangolo Monti- Ferrari-Serantoni e tiro di Cesarini di poco impreciso. Insiste la Juventus e Serantoni su intelligente allungo di Monti, serve a perfezione Cesarini, tagliando fuori Del Debbio. Cesarini avanza, scarta del Debbio che lo ha raggiunto e tira nell’angolo sinistro basso di Blason: un goal bellissimo, imparabile. Subito dopo Caligaris zoppicante si scambia di posto con Cesarini, che passa in difesa.


La Juventus minaccia ancora. Al 16’ una bellissima combinazione Piola-Levratto è spezzata abilmente da Varglien; e al 18’ uno smistamento di Piola offre il destro a Bisigato di tirare a fil di palo della porta di Valinasso.
Il risultato premia la squadra più veloce, che sapeva palleggiar bene ma che nel palleggio trovava la risorsa non già per perder tempo, ma per permettere ai compagni di smarcarsi. Contro siffatto gioco, la [[Roma]] — costretta a sostituire Gadaldi con Donati a terzino sinistro, e con [[Bernardini Fulvio|Bernardini]] centrosostegno — parea pigra, parea lenta, parea slegata e, quel ch'è peggio, tardava troppo a distendersi pel gusto di intestardirsi in dannosi palleggi, o per la poca fiducia di alcuni dei suoi a inseguire o molestare gli avversari in possesso del pallone, abusando troppo nell'attesa di aspettarli al varco.
Orsi, al 19’, scivola e perde una buona occasione; poi la Lazio torna all’attacco senza peraltro mettere in imbarazzo serio la difesa dei campioni. Un pericoloso centro di Levratto al 24’ sta per essere raccolto da Piola, che è caricato da Cesarini, che allontana; il pubblico fischia e urla, reclamando il rigore. Al 25’ Varglien I impegna Blason.
La partita s'è presto incanalata in favore della Lazio, per questi motivi: e anche quando la [[Roma]], nella ripresa, ha avuto maggior pressione, mai ha potuto minacciare seriamente la porta avversaria perché i suoi uomini (eccezion fatta per Michelini e per l’ala Borsetti) arrivavano sempre sul pallone con un attimo di ritardo. È l’attimo d’anticipo che risolve le partite e che, alla [[Roma]], è mancato.
Fallo di Fantoni II su Caligaris al 27’; la punizione battuta da Caligaris è respinta da Piola. Su allungo di Serantoni, al 28’, Borel e Del Debbio saltano contemporaneamente sul pallone. Punizione contro la Lazio, e punizione di Monti, che per poco non mette in rete.
Un pericolo che si profilava per Valinasso, poco dopo, è risolto da Monti, e su fuga di Orsi, al 31’, una grande parata di Blason.


Il gioco si appesantisce: Borel, che aveva prima messo a terra Del Debbio, caricato da Bertagni è a terra per qualche istante. Il gioco si riprende con un’azione Ferraris-Levratto, finita in fallo di fondo, e al 33’ la Juventus si rifugia in angolo; sul tiro di Levratto, Valinasso manda ancora in angolo, e sulla respinta, fallo di Orsi: Bisigato calcia alta la punizione.
Ora, come gioco — non solo individuale, ma collettivo — la Lazio ha avuto momenti impeccabili, e quasi tutti nel primo tempo, quando cioè s’era messa ad attaccare con le mezze-ali più preoccupate di «lanciare» le ali e il centravanti, che di tornare a dar manforte alla difesa. Più d’una volta, [[Piola Silvio|Piola]] — che giocava mezz’ala — fingeva avanzare col pallone al piede, ma improvvisamente passava all’ala opposta con traversoni a mezz’altezza, fortemente eseguiti, che facevano cadere la palla vicino a [[Capri Emilio|Capri]] che, correndo, si veniva a trovare in una posizione di privilegio, perché il passaggio improvviso di [[Piola Silvio|Piola]] aveva spiazzato la difesa. Sempre, poi, dal primo all’ultimo minuto di gioco, tutti i laziali, mobilissimi, rincorrevano gli avversari quando costoro erano in possesso del pallone impedendogli di giocare liberamente: mentre la [[Roma]] parea, in tale azione, più ferma, e più apatica. Si che si vedeva da una parte una squadra sempre in movimento, sempre pronta, e all’altra, l’avversaria più lenta con in movimento i soli giocatori direttamente impegnati.
Due goals azzurri in due minuti. Al 38’ sbocca improvviso il pareggio. Fantoni II con un magnifico scatto, allunga a De Maria. Cesarini lo ostacola, ma non riesce a impedire che stringendo verso la porta, passi corto a Piola, il quale è pronto a rovesciare in rete da un metro. Uno a uno.
Non è passato un minuto che Fantoni I, su tiro deciso da 25 metri, infila ancora la rete di Valinasso, sfruttando una intelligente azione tra le mezze ali, quando ancora la Juventus non si era rimessa dalla impressione del pareggio.
La Lazio, colto l’attimo buono, insiste: al 39’ avrebbe ottenuto un altro calcio d’angolo, che però l’arbitro non concede per precedente fallo di un giocatore laziale.


Torna la Juventus all’attacco. Bertagni si difende come un leone; al 41’ un deciso tiro di Cesarini è parato da Blason.
La maggior mobilità della Lazio è stata di peso nel risultato definitivo ed ha influito sul giudizio del le due squadre in campo, secondo il quale la Lazio s’è vista come squadra, mentre l’altra «s'è vista come singole unità».
Ancora una incursione di De Maria e tiro che rimbalza su Valinasso e torna in gioco. Discesa di Orsi; fallo di Fantoni I su Ferrari. Il gioco si arroventa: ogni discesa, tre o quattro giocatori sono a terra. Proprio allo scadere del tempo, un tiro fortissimo improvviso di Monti coglie in pieno l’asta trasversale.
L’espulsione di Cesarini. Fulminea partenza della Lazio e goal mancato di pochissimo da De Maria che non interviene su un centro lungo a fil di palo di Levratto: al 2’ tiro fuori di Piola, da vicino, su azione dalla sinistra. Due minuti dopo è Serantoni che – su passaggio Ferrari-Caligaris – sbaglia di poco il bersaglio.
Superiorità di pressione azzurra e numerosi nitidi rimandi di Foni; ma al 6’ sbocca improvviso il terzo goal della Lazio: un centro di Levratto servito da Viani, è raccolto di testa da De Maria, che comprende Velinasso, e segna.
Ferrari, che ha uno scatto di nervi, è redarguito dall’arbitro, che al 9’ allontana dal campo Cesarini. Questi ha uno scatto di reazione veramente esagerato e riprovevole, come descriviamo nel commento; ed è trascinato fuori dal rettangolo di gioco da Combi e Carcano. Varglien retrocede terzino, Ferrari mediano destro.


Due goals di Serantoni nella fase finale. Qualche battuta di permanenza in area laziale, e al 13’ un tiro di Fantoni I è bloccato da Valinasso, quando già l’arbitro aveva fischiato il fuori gioco di Levratto. Mano di Del Debbio e punizione di Monti al 14’. Bella azione di De Maria, che Piola, controllato severamente dai terzini, non può risolvere.
Ed ora parliamo dei giocatori, sia laziali che romanisti, dopo aver parlato del gioco delle due squadre. Tocca prima ai vincitori, i quali dovrebbero esser lodati in blocco, anche se, a riosservarne le azioni, qualcuno ha messo in evidenza alcune pecche (lievi pecche) e di qualche altro non si può dire né bene né male perché poco impegnato: come [[Blason Giacomo|Blason]] che ha al suo attivo scarso numero di parate di cui due difficili e bene eseguite. [[Faotto Massimiliano Emilio|Faotto]] è stato più pronto d’altre volte, e bene ha fatto a non allontanarsi molto dalla sua area: [[Monza (II) Alfredo|Monza]] non ha fallito un rimando, e anche pressato, ha respinto bene usando con facilità l’uno o l’altro dei piedi, e sempre, mai a casaccio pel gusto dei rinvii di forza. Ma su [[Ramella Luciano|Ramella]] occorre intrattenersi di più, perché — nel graduale affinamento del suo gioco — ha trovato da dominare, specialmente nel primo tempo. Non s’è troppo perduto nella «marcatura» di Michelini, ma ha cercato impedire che costui s’impossessasse della palla: quindi, [[Ramella Luciano|Ramella]], avendo a disposizione scatto e mobilità, è corso spesso su [[Bernardini Fulvio|Bernardini]] o s’è posto avanti a Michelini disponendo di miglior gioco di testa. Non ha «sbandato», correndo verso i lati del campo, come ha spesso fatto sino ad oggi: e, nei rifornimenti, è già sulla via della perfezione: dava palloni alle mezze ali, ma amava far viaggiare le ali con allunghi in profondità. Lo si è visto, in alcuni momenti «stoppare» la palla di petto, farsela ricadere sul piede, lanciarla celermente.
Ed ancora Piola insiste in un gioco personale, anziché passare a Levratto libero, supera Bertolini che lo ostacola e che, vedendosi battuto, lo atterra in malo modo in area di rigore. Il pubblico protesta.
Su fuga di Orsi al 20’, Bertagni salva in angolo; Ferraris respinge di testa, e lancia Piola; questi allarga a Levratto che centra; ma Velinasso para, e para al 22’ con sicurezza e stile, una rovesciata capolavoro di Levratto.
La pressione laziale è interrotta al 24’ da un duetto Borel-Orsi, ma il tiro finale dell’ala sinistra va fuori del rettangolo di porta.


Il motivo dominante resta uno solo: azioni d’attacco laziali che la Juventus cerca – e per lo più vi riesce – di contenere senza dar troppi grattacapi alla difesa. Alla sorveglianza sfugge Piola al 26’, ma il tiro raso terra trova Valinasso pronto alla parata. Un minuto dopo, un bolide di Bisigato rade il palo…
La sveltezza nei movimenti gli ha permesso d’arrivare, in piena corsa, su palloni parsi spacciati, e gli ha permesso, nel saltare, d’essere il più abile. Quando è corso a dar man forte alla difesa, s'è piazzato oltre i terzini: e sul finire della partita è riuscito a «lanciare» il pallone alle ali con passaggi che traversavano metà del campo. Segno di freschezza, Ai suoi lati, [[Baldo Giuseppe|Baldo]] ha immobilizzato Alghisi, e [[Ferri Alessandro|Ferri]] — trovatosi a tu per tu col più svelto avversario (Borsetti) se l'è cavata bene; ma gli abbiamo notato tendenza ad usare un sol piede.
Al 29’ Piola – dato che la Juventus gioca con un solo terzino – non ha soverchie difficoltà a scartar Foni, e allargare a De Maria. Control di lui si precipita Bertolini; ma l’ala destra ha la meglio, e avanza ancora. Tira: la palla sta per uscire, è respinta corta. Se ne impadronisce Levratto, il quale con un bel tiro tagliato segna il bellissimo quarto goal. La vittoria ormai si tramuta in trionfo: al 32’, Piola gioca Monti, su serrati passaggi delle mezze ali, e avanza, e tira. Valinasso è ancora battuato, nonostante il generoso tentativo di parata.
Dei giocatori attaccanti, implicitamente s’è detto quando abbiamo parlato del gioco dell’intera squadra. Più svelti, più (si può dire?) scattanti dei difensori romanisti, più serviti, essi sono stati sempre pericolosi, per la logica tendenza a manovrare in profondità e a tirare.
Non sono passati tre minuti che Varglien, di testa, salva la rete da un altro probabile goal. Sulla respinta scende Orsi e centra. Fantoni respinge, e Serantoni, intercettata la palla, la scaraventa in rete segnando il secondo goal per i suoi colori (38’).
In splendide condizioni di forma è parso [[Piola Silvio|Piola]], abile nel primo tempo, ma tendenzialmente portato a «sfondare» (pallone al piede) nella ripresa. Scarsi palleggi con l'altra mezz’ala: ma svelti, rapidi erano i passaggi al centro o alle ali con immediata corsa in avanti per riceverne le centrate. Un tiro di [[Piola Silvio|Piola]], da oltre 25 metri, è stato a stento fermato da [[Masetti Guido|Masetti]]. Svelto [[Busani Umberto|Busani]], rapido [[Capri Emilio|Capri]], lavoratore [[Camolese Bruno|Camolese]], furbo, guizzante [[Zacconi Benedetto|Zacconi]].
Tre consecutivi falli contro la Lazio: sull’ultimo, battuto da Orsi, respinta di pugno di Blason. Ma si torna verso Valinasso contro il quale al 39’ Bisigato spara… a salve.
Questa, è l’analisi dei giocatori laziali.
Al 40’, ancora calcio d’angolo contro la Juventus. Viani riprende di testa il centro di De Maria, e spedisce alto.
Un’altra palla pericolosa è tolta al 42’ da Foni dai piedi di Bisigato. Indi la Juventus, continua, in questi ultimi minuti, a intercalare il gravoso lavoro difensivo, con spunti accademici pregevoli, che non rimarranno senza frutto.
Al 44’ infatti, dopo un ultimo calcio d’angolo contro la Lazio provocato da Del Debbio e parato da Blason, e un goal di De Maria dopo che l’arbitro aveva fischiato il fuori gioco, all’ultimo minuto, una bella azione di Borel, su errore di Bertagni dà modo a Serantoni di segnare ancora.


Cinque a tre: otto goals in una partita, e la vittori: ce n’è quanto occorre per soddisfare i più incontentabili tifosi!
E i giocatori romanisti? S’è detto, di già. Alla squadra è molto nuociuta l’assenza di Gadaldi: ma è nuociuta la lentezza nel liberarsi del pallone e l’assenza di rapidità negli improvvisi spostamenti dell’azione. E mentre i romanisti si vedevano sempre un avversario addosso a impedir il passaggio, i laziali — almeno i più — erano sempre «smarcati». Non mobile, quindi, è parsa la difesa, eccellente solo nei rinvii su palloni liberi: lenta la mediana (il solo Fusco s’è salvato) che è stata scarsa di dosati e sfruttabili rifornimenti per l’attacco. Quando è passato Bonomi al posto di Serantoni, e Donati al centro, qualcosa di più vivo s'è visto, ma era sempre molto poco. Nell’attacco romanista, Michelini e Borsetti hanno ben giocato: ma dov'erano le mezz’ali che li rifornissero e. tornassero a ridar loro palloni quando glieli toglievano? Lontane e stranamente impegnate erano: l’una (Cascia) a voler marcare inutilmente [[Piola Silvio|Piola]], e l’altra (Bonomi) a organizzare temi di gioco che sistematicamente fallivano. Questa, è l’analisi dei giocatori romanisti.
E alla fine, naturalmente, l’imponente pubblico dà sfogo alla sua soddisfazione.
Hanno assistito alla partita S. E. Valle, S. E. Galeazzo Cino con la Contessa, l’on. Marinelli, l’on. Riccardi, l’on. Serena, il Presidente della F.I.G.C. generale Vaccaro e i figli del Duce.


I gol, come si sa, furono segnati da Zacconi (al 3°) e da Busani (al 39°) su svelte brillanti azioni.


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Immagine:4nov34a.jpg|L'enorme folla nello Stadio che assiste al match
Immagine:04nov34DomSport.jpg|La prima pagina de "La Domenica Sportiva"
Immagine:4nov34b.jpg|I prezzi della partita
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[[Il Littoriale]] il giorno successivo titola: “Superiore in ogni linea la LAZIO comanda il gioco segna due punti e vive tranquilla sul vantaggio – [[Zacconi Benedetto|Zacconi]] e [[Busani Umberto|Busani]] autori delle due reti – Grande partita di [[Ramella Luciano|Ramella]] e di [[Piola Silvio|Piola]] che si rivela mezz’ala di notevoli possibilità – Esemplari l’arbitraggio e il contegno degli atleti e del pubblico”.


{| style="border:1px solid navy;" cellpadding=3 align=center
''È saltata la tradizione.'' È saltata, come saltano certe tradizioni che, per essere restate in piedi anche in circostanze in cui si sarebbe giurato sul crollo, si finisce per definire “stregate”. Se ne erano convinti tutti: quelli che ne beneficiavano e quelli che ne scapitavano. Soprattutto questi ultimi. Non è un mistero per nessuno che i tifosi della Lazio, dopo il sorgere e il consolidarsi della tradizione, hanno sempre considerato la doppia partita contro la [[Roma]] come apporto negativo alla classifica. Nel caso specifico, poi, la squadra azzurra appariva in condizioni di accentuato sfavore in quanto la partita stracittadina la trovava alle prese con delicato problema dell’assestamento tecnico della squadra, consigliato dalla necessità di dare a [[Piola Silvio|Piola]] la possibilità di valersi in pieno dei suoi eccezionali mezzi.
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Di più ancora: ad aumentare il disagio si era aggiunta la indisponibilità di [[Milano Luigi|Milano]]. Tutto insomma concorreva a indicare nella [[Roma]], 11 volte vittoriosa e [[Domenica 23 ottobre 1932 - Roma, stadio del P.N.F. - Lazio-Roma 2-1|una sola volta]] sconfitta (e questa sola volta su campo avverso), la squadra che sul proprio campo avrebbe conseguito la vittoria.
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''“Ahi, ahi!”''. Ma queste circostanze favorevoli erano ridotte a ben poco quando l’altoparlante annunziò la formazione delle due squadre. Corse fra i tifosi giallo-rossi il dubbio che l’assenza di Gadaldi e la retrocessione di Donati a terzino potessero pregiudicare la partita? Qualcuno a noi vicino lo espresse con un “ahi, ahi” significativo. E il timore isolato divenne certezza generale quando il primo pallone azzurro tocco il fondo della rete di [[Masetti Guido|Masetti]]. Era facile accorgersi, infatti, che a Donati non sarebbe bastata l’intera partita per trovare un ambientamento appena passabile in un ruolo che non gli è abituale, e che la classe di Monzeglio non sarebbe bastata a fronteggiare la velocità di [[Capri Emilio|Capri]].
Incerta alle spalle, la [[Roma]] appariva anche se non di più incerta al centro della mediana. Il perno era [[Bernardini Fulvio|Bernardini]], il cui rientro per la partita tradizionale era stato salutato da alte acclamazioni dei tifosi giallorossi.

''Motivi sentimentali''. Ecco: se dico che mi trema la mano nell’addossare a [[Bernardini Fulvio|Bernardini]] molta parte di colpa della netta sconfitta della [[Roma]], credetemi. Perché? Motivi sentimentali. [[Bernardini Fulvio|Bernardini]] rappresenta vent’anni di attività calcistica italiana. Moltissimi fra i ventimila che ieri si accalcavano sulle gradinate di “[[Stadio Testaccio - Roma|Testaccio]]” non erano neppure nati quando [[Bernardini Fulvio|Fulvio]] cominciava ad essere “qualcuno”. Vent’anni, di cui almeno quindici vissuti in primo piano. L’ho visto giocare tantissime volte e tante volte l’ho ammirato. Mi piaceva di lui, soprattutto, la reazione quasi spavalda le non rare volte in cui qualche critico imprudente lo giudicava giocatore finito. [[Bernardini Fulvio|Fulvio]] si presentava in campo e disputava un partitone. C’era da sostenere il confronto con un perno più quotato? Quasi sempre [[Bernardini Fulvio|Fulvio]] lo vinceva.

Questa volta, invece, l’anziano grande atleta non ha avuto la reazione che la partita richiedeva. Il cervello comandava ancora ai muscoli, ma i muscoli non obbedivano. Il talento s’esprimeva ancora in finezze di concezione, ma la esecuzione era, non sbagliata, ma incompleta. Il pallone che si staccava dai piedi di [[Bernardini Fulvio|Bernardini]] percorreva, quale misura media, si e no cinque metri. Quasi mai le ali chiamate in causa e raramente il centravanti. Da qui il sacrificio di Coscia, che si è trovato costretto a ricamare in prevalenza passaggetti col perno; di qui il gioco sordo di Bonomi; di qui l’asmatico procedere dell’intera prima linea.

''Vigoria atletica''. Rovescio della medaglia in campo azzurro. Splendente di giovinezza e vigoria atletica [[Ramella Luciano|Ramella]], la Lazio ha comandato il gioco da un capo all’altro della partita: è il motivo tecnico che si è profilato dall’inizio. [[Ramella Luciano|Ramella]] controllava da solo la zona centrale del terreno, sentinella avanzata che, costringendo gli avversari a giocare alla svelta, agevolava non poco il compito di [[Monza (II) Alfredo|Monza (II)]] e [[Faotto Massimiliano Emilio|Faotto]], elastici colpitori e pieni di risorse nei momenti di pericolo. Piano piano mi sono talmente abituato a [[Ramella Luciano|Ramella]] respingi tutto che ho finito- perdonatemi il paradosso – per non notarlo più!
Ma [[Ramella Luciano|Ramella]] non era solo a spadroneggiare. C’era anche [[Piola Silvio|Piola]]. Un [[Piola Silvio|Piola]] pari alla sua classe nella veste non ancora consueta della mezzala, nella veste, cioè, in cui la grande maggioranza dei critici non era ancora riuscito a “vederlo”.

''Ricorso storico''. Mi sia concesso al riguardo un ricorso storico personale. Dopo [[Bari]]-Lazio ([[Domenica 2 ottobre 1938 - Bari, stadio della Vittoria - Bari-Lazio 2-1|terza giornata]]) sostenni la necessità di spostare [[Piola Silvio|Piola]] a mezz’ala destra per sottrarlo alla stretta sorveglianza di troppi avversari, tema obbligato di tutte le partite del [[Piola Silvio|Piola]] centravanti. Dopo [[Bologna]]-Lazio ([[Domenica 16 ottobre 1938 - Bologna, stadio Littoriale - Bologna-Lazio 2-0|quinta giornata]]) sostenni con maggior calore la stessa tesi. E la potei sostenere a maggior veduta in quanto, nel secondo tempo di quella partita, la Lazio, con [[Piola Silvio|Piola]] spostato a mezzala, segnò una notevole quanto impensata prevalenza sui rosso-blu che non diede frutti unicamente per sfortuna (un palo di [[Costa Giovanni|Costa]] e un paio di occasioni mancate per pochissimo dal piccolissimo [[Vettraino Luigi|Vettraino]]). Tornato [[Piola Silvio|Piola]] a centravanti, sul finire, il [[Bologna]] riprese il sopravvento e terminò all’attacco.

[[Domenica 8 gennaio 1939 - Roma, stadio del P.N.F. - Lazio-Modena 2-1|La “prima”]] di [[Piola Silvio|Piola]] mezz’ala dall’inizio della partita, si ebbe contro il [[Modena]]. I contrari allo spostamento del vercellese ebbero buon gioco, poiché, date le cattive condizioni di salute di [[Ramella Luciano|Ramella]], [[Piola Silvio|Piola]], pur dimostrandosi tra i migliori azzurri, non poté brillare. Giovedì scorso in allenamento [[Piola Silvio|Piola]] era ancora alla mezz’ala. Poiché nella prima ora non aveva fatto niente di speciale, sentii enunciare da un bravissimo giocatore la seguente definizione: ''"mezzala si nasce"''. Capitò che nell’ultima mezzora [[Piola Silvio|Piola]] dimostrò in pieno che mezz’ala si può anche diventare dal momento che oltre [[Meazza Giuseppe|Meazza]], anch’egli, e in brevissimo tempo, vi era riuscito.

''Lo spettacolo “[[Piola Silvio|Piola]]”''. Chiusa la digressione. [[Piola Silvio|Piola]] è mezz’ala anche contro la [[Roma]].
Ebbene, [[Piola Silvio|Piola]] mezz’ala è stato uno dei motivi principali dell’indiscutibile successo della Lazio sulla [[Roma]]. L’aveste visto, o lettori che non eravate a [[Stadio Testaccio - Roma|Testaccio]]! La Lazio, in [[Ramella Luciano|Ramella]] occupato in un lavoro prevalentemente distruttivo e in [[Piola Silvio|Piola]] amministratore del gioco d’attacco e non di rado risolutore del gioco stesso, aveva il suo Giano, dio bifronte. Perfetta intesa fra i due; distribuzione di [[Piola Silvio|Piola]], sull’intero fronte dell’attacco, assolutamente esemplare. Uno spettacolo, ve l’assicuro. C’è stato poi un momento, nel secondo tempo, in cui il cannoniere s’è sentito ripreso dall’estro di quand’era il fulminatore di reti per antonomasia. Tiro da 25 metri; una stangata che [[Masetti Guido|Masetti]], disteso per quant’è lungo sulla linea della porta, ha deviato con grande fatica in angolo! Particolarità tecnica dei passaggi di [[Piola Silvio|Piola]] agli uomini di punta: quasi sempre indirizzati e dosati in modo da essere raccolti sia dal centro che dall’ala. Il centro era [[Zacconi Benedetto|Zacconi]], giocatore sbrigativo e l’ala più spesso era [[Busani Umberto|Busani]] che, guarito nel fisico ha messo in risalto le doti di velocità e di classe che tutti gli riconosciamo.

''Difesa manovrata''. Inavvertitamente abbiamo slittato dalla vicenda della partita nell’esame della squadra vincitrice. Già che ci siamo, completiamo il quadro. Poiché gli azzurri hanno sempre comandato il gioco, anche quando, specialmente nella fase centrale del primo tempo, si è trattato di difendersi – avviene cosè quando la difesa è ''“difesa manovrata”'' – è naturale che la Lazio non abbia avuti veri e propri punti deboli. Basterà dire che non ne ha avuto neppure nella mediana, per quanto vi fosse un esordiente: il giovanissio [[Ferri Alessandro|Ferri]]. Il ragazzo, dopo un primo tempo discreto, ha fornito una ripresa ammirevole per slancio e generosità d’impegno. A dirgli “bravo” non gli si regala niente. Così va segnalato l’oscuro ma costante lavoro di copertura di [[Camolese Bruno|Camolese]] e l’accorta marcatura di [[Baldo Giuseppe|Baldo]].

La [[Roma]] ha risentito, più di quanto si potesse immaginare, dell’inedito accoppiamento dei terzini e per quello che riguarda [[Bernardini Fulvio|Bernardini]] si è detto. L’intera squadra inoltre ha denunziato sin dalle prime battute un orgasmo dal quale non è riuscita in seguito a riaversi completamente. Certo, deve essere stato quell’assassino gol iniziale, che, chiudendo le bocche dei suoi innumerevoli tifosi, le ha tolto l’ausilio di quel caloroso incitamento di cui ieri più che mai avrebbe avuto bisogno. Il gol, cosa fatta prima che fossero esauriti 3 minuti di gioco, ha fermato la squadra che altrimenti avrebbe trovato ‘impeto voluto dalla tradizione? È un’ipotesi. Ma urge l’obiezione: c’era tempo sufficiente per recuperare. Tentò, infatti, di giungere al pareggio la [[Roma]], ma il caso volle che, proprio pochi secondi dopo che l’occasione dell’1-1 si era presentata, e, per eccesso di individualismo in Michelini, era sfumata, la Lazio partisse fulmineamente in contrattacco e, con la complicità di una mancata intesa [[Masetti Guido|Masetti]]-Donati, segnasse il secondo gol.

Errore tattico. Attendemmo che la [[Roma]], individuati – ed erano facilmente individuabili – i punti deboli della sua formazione, assumesse all’inizio della ripresa lo schieramento che, reclamato a voce alta da qualche tifoso, divenne quello degli ultimi minuti. In una parola che [[Bernardini Fulvio|Bernardini]] lasciasse ad altri il comando della mediana e passasse a registrare se non proprio a galvanizzare il frammentario gioco d’attacco. Invece, la [[Roma]] insisté nella formazione iniziale e la Lazio visse tranquillamente sul vantaggio, impegnando [[Masetti Guido|Masetti]] più di quanto l’avversaria facesse con [[Blason Giacomo|Blason]]. In questo periodo, che si può chiamare di controllo delle mosse della [[Roma]], la Lazio avrebbe potuto aumentare il bottino, tanta era la facilità con cui gli attaccanti azzurri “passavano” fra i corridoi che s’aprivano di continuo nella retroguardia giallorossa.

Non fu che al 19’ che Serantoni venne spostato in prima linea. Il “motorino” aggiunse a quello di Borsetti il proprio fuoco: ma alle spalle continuava ed esserci troppo vuoto.
Alla mezz’ora, finalmente, la [[Roma]] assunse la formazione che con gli uomini a disposizione si dimostrava subito come la migliore: Donati perno, Serantoni terzino sinistro, [[Bernardini Fulvio|Bernardini]] mezzo sinistro e Coscia mezzo destro. La [[Roma]] trovò un poco di quella forza di proiezione che le era sino allora mancata, ma ormai era troppo tardi. La rete di Blason passò qualche pericolo, ma fu tutto qui.

''Serantoni, il migliore''. Riprendiamo l’esame critico dei giocatori. Eravamo rimasti a [[Bernardini Fulvio|Bernardini]]. Ai suoi lati Serantoni e Fusco fecero in pieno il loro dovere, e i primo fu nel complesso il migliore della Roma. All’attacco cose bellissime fece Borsetti, palla sempre legata al piede quasi ne fosse costretta da una calamita! Da solo mise in imbarazzo duo e anche tre avversari, e il tiro più pericoloso contro [[Blason Giacomo|Blason]] fu suo. Se fosse stato gol, chissà: sono le malinconie degli afflitti tifosi giallorossi.
Michelini, ingabbiato nel triangolo [[Faotto Massimiliano Emilio|Faotto]]-[[Monza (II) Alfredo|Monza]]-[[Ramella Luciano|Ramella]] per effetto dello scarso aiuto dei suoi interni, fece quello che poté, cioè si servì, sino forse ad esagerare, dall’arma della rovesciata. Glie ne riuscì bene solamente una, ma [[Blason Giacomo|Blason]] aveva gli occhi aperti e la palla fu nettamente sua. Alghisi, infine, restò sul livello del suo normale rendimento, il che non è molto ma non è neppur poco.

Vogliamo concludere? E’ saltata la tradizione e, saltando, la casistica del tradizionale confronto stracittadino romano si è arricchita di un fatto nuovo: la vittoria della Lazio, che non sarebbe un fatto nuovo, ma lo diventa se si aggiunge che è una vittoria che non ammette discussioni. E che non sia discutibile la dimostrazione è nella simpatica serena accettazione del risultato da parte dei tifosi giallorossi. Altra aggiunta che troverete ampiamente illustrata in altra parte del giornale; vittoria della giovinezza (dinamismo) sull’esperienza (staticità).
Lieta notazione finale: comportamento esemplare dei calciatori, comportamento esemplare del pubblico, direzione esemplare dell’arbitro.

[[Zacconi Benedetto|Zacconi]], poi [[Busani Umberto|Busani]]. Ed ecco – per la cronaca – i due gol della giornata. Ha la palla [[Piola Silvio|Piola]]. Passaggio a [[Zacconi Benedetto|Zacconi]]. Incertezza della difesa giallorossa. Un rimpallo: la sfera da Coscia rimbalza leggermente indietro. [[Zacconi Benedetto|Zacconi]] si avventa, [[Zacconi Benedetto|Zacconi]] tira. [[Masetti Guido|Masetti]] indovina la direzione del tiro e si butta. La palla è egualmente in rete. Se fosse stata parata, probabilmente nessuno avrebbe definito “prodezza” quella di [[Masetti Guido|Masetti]]. Errore di tempo nel tuffo, allora? Si era al 2’30” di giuoco. La [[Roma]] ebbe l’occasione del pareggio subito dopo, ma Michelini giunse leggermente in ritardo sulla palla lanciata in avanti da Serantoni. Poi, occasioni da una parte e dall’altra, e al 38’la Lazio raddoppiò il vantaggio, [[Zacconi Benedetto|Zacconi]] di testa a [[Capri Emilio|Capri]]. Sull’ala corre Monzeglio, ma [[Capri Emilio|Capri]], che è già lanciato, guadagna subito il terreno sufficiente per centrare libero. Esce [[Masetti Guido|Masetti]] e davanti a lui Donati dà l0impressione di “parare l’uomo”. Ma così non è, poiché [[Zacconi Benedetto|Zacconi]] giunge su [[Masetti Guido|Masetti]] il quale si vede costretto a far uso del piede; il pallone batte sul mucchio e va verso la porta incustodita. [[Busani Umberto|Busani]] è svelto a scattare e con tocco tranquillo mette indisturbato in rete.

Saggezza dei proverbi. A partita finita, gli azzurri giustamente esultanti, si confusero in un abbraccio cumulativo. Prima della [[Domenica 8 gennaio 1939 - Roma, stadio del P.N.F. - Lazio-Modena 2-1|partita]] col [[Modena]] si parlò di riconciliazione fra la squadra e i suoi crucciati tifosi. Si disse poi: la riconciliazione è stata differita. Occorre aggiungere che la riconciliazione, è ormai una bella realtà? Come si vede, e a dimostrazione della verità dei proverbi, saggezza dei popoli, tutti i mali non sono venuti per nuocere.
Hanno presenziato alla partita S. E. IL Segretario del Partito, S. E. Valle, l’on. Riccardi, l’on. Delcroix e Vittorio e Bruno Mussolini.

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File:lrw38.jpg|Uscita alta di Blason<br>''da Il Calcio Illustrato''
File:15gen39 tribuna.jpg|Tribuna autorità<br>''da Il Littoriale''
File:15gen39 biglietti.jpg|La vendita dei biglietti<br>''da Il Littoriale''
Immagine:gatto.jpg|Derby e folclore<br>''da Il Littoriale''
Immagine:15gen39d.jpg|La festa al fischio finale<br>''da Il Littoriale''
Immagine:15gen39c.jpg|''da Il Littoriale''
Immagine:15gen39Roma.jpg|L'undici giallorosso prima dell'inizio del match<br>''da Il Calcio Illustrato''
File:15gen39CI.jpg|Fotocronaca della partita<br>''da Il Calcio Illustrato''
File:15gen39CI2.jpg|''da Il Calcio Illustrato''
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Versione delle 18:29, 5 feb 2023

Stagione

Turno precedente - Turno successivo

4 novembre 1934 - 424 - Serie A 1934/35 - V giornata

LAZIO: Blason, Bertagni, Del Debbio, Ferraris (IV), Viani (I), Fantoni (II), De Maria, Fantoni (I), Piola, Bisigato, Levratto. All. Alt.

JUVENTUS: Valinasso, Foni, Caligaris, Varglien (I), Monti, Bertolini, Cesarini, Serantoni, Borel (II), Ferrari, Orsi.

Arbitro: sig. Turbiani di Ferrara.

Marcatori: 16' pt Cesarini, 37' pt Piola, 39' pt Fantoni (I), 5' st De Maria, 29' st Levratto, 32' st Piola, 36' st Serantoni, 44' st Serantoni.

Note: cielo con ancora nere nuvole in diradamento. Terreno di giuoco buono ma scivoloso per la pioggia caduta fino ad un'ora prima del match.

Spettatori: 27.000. Tutto esaurito.



Il commento alla gara di "Tutti gli Sports": La Lazio balza al comando del Campionato. Trentamila spettatori hanno gremito lo Stadio del Partito per la gran "gala" tra i grossi calibri della D. N. Mai spettacolo di folla, più vivo e più vario, ha esaltato il trionfo dello sport, tranne che in gare internazionali, dando tono ed interesse ad una partita bellissima per impegno e per il clamoroso risultato finale che ha portato la Lazio al primo posto in classifica. La Juventus, anche accampando la minorazione del suo capitano ed in parte quella di Bartolini esce battuta dal confronto con la valorosa avversaria più che nel risultato numerico, in tattica di gara. Al terzo goal subito, i campioni d'Italia hanno perduto una delle loro doti precipue, la calma, agevolando così l'intraprendenza del quintetto opposto, pervaso dalla tarantola per vitalità e facoltà realizzatrici. Soltanto sul finire della gara la Juve ha potuto diminuire in parte la distanza di uno scacco troppo bruciante, salvando l'onore del guidone.


Il Littoriale titola “La LAZIO supera la JUVENTUS in una partita emozionante – CESARINI apre il punteggio per la JUVE ma PIOLA e FANTONI I si portano in vantaggio. Nella ripresa DE MARIA, PIOLA e LEVRATTO segnano ancora, e nel finale SERANTONI riduce di due punti lo svantaggio”.

Otto goals e 90 minuti di emozioni. La pioggia caduta ininterrottamente e violentissima tutta la notte e buona parte della mattinata, ha concesso tregua un’ora prima che cominciasse la partita. Preliminari. Il pubblico ha così potuto affluire numerosissmo, dando una significativa ed eloquente idea di quello che sarebbe stato, ove il tempo avessa fatto completamente giudizio. Qualche posto vuoto – pochissimi – nel settore di curva: tutti gli altri settori affollati fino all’inverosimile. Si calcolano presenti 30.000 persone. L’altoparlante annuncia le formazioni delle squadre. Le condizioni di Serafini hanno consigliato a ritornare sulla decisione presa e ad allineare, nella mediana, Ferraris a destra e Viani al centro. Il sig. Turbiani di Ferrara, cui è affidata la direzione della partita, riduce ai minimi termini i preliminari; dopo la rituale salve di applausi alle squadre e il rituale scambio dei fiori, dà il via.

La Juventus segna per prima. I campioni d’Italia danno il calcio d’inizio, e hanno contrario il sole, che nel frattempo ha fatto capolino tra le nubi. Sono le 14,38. Discesa di Borel, che allunga a Serantoni, e questi a Cesarini libero ma l’ala destra prende male la palla che esce fuori di molto. Altro attacco juventino, spezzato per fuori gioco di Borel. Continua la pressione Juventina: la Lazio evidentemente però svolte tattica di attesa. Al 4’ Piola ha la palla: Caligaris lo ostacola, ma cadendo in malo modo si produce uno strappo. Punizione infruttuosa contro la Juventus. Contrattacco di Ferrari, salvataggio con la mano di Del Debbio. La barriera laziale respunge la punizione calciata da Orsi.

La Lazio si scuote, ma non riesce a dosare i passagi; e d’altra parte la Juventus fa attenta guardai; all’8’ però in una serrata mischia sotto la rete di Blason, gli azzurri corrono serio pericolo; m a si disimpegnano brillantemente. Tiro altro, su punizione. Azione juventina, che Cesarini cerca concludere; Fantoni spezza: Piola ha la palla, scende, ma Caligaris slava. Al 10’ su malinteso Ferraris-Blason, calcio d’angolo contro la Lazio, che poteva essere anche autogol ma non ne esce nulla di concreto. Sulla rovesciata di fronte, angolo contro la Juventus: salva Ferrari. Al 14’ triangolo Monti- Ferrari-Serantoni e tiro di Cesarini di poco impreciso. Insiste la Juventus e Serantoni su intelligente allungo di Monti, serve a perfezione Cesarini, tagliando fuori Del Debbio. Cesarini avanza, scarta del Debbio che lo ha raggiunto e tira nell’angolo sinistro basso di Blason: un goal bellissimo, imparabile. Subito dopo Caligaris zoppicante si scambia di posto con Cesarini, che passa in difesa.

La Juventus minaccia ancora. Al 16’ una bellissima combinazione Piola-Levratto è spezzata abilmente da Varglien; e al 18’ uno smistamento di Piola offre il destro a Bisigato di tirare a fil di palo della porta di Valinasso. Orsi, al 19’, scivola e perde una buona occasione; poi la Lazio torna all’attacco senza peraltro mettere in imbarazzo serio la difesa dei campioni. Un pericoloso centro di Levratto al 24’ sta per essere raccolto da Piola, che è caricato da Cesarini, che allontana; il pubblico fischia e urla, reclamando il rigore. Al 25’ Varglien I impegna Blason. Fallo di Fantoni II su Caligaris al 27’; la punizione battuta da Caligaris è respinta da Piola. Su allungo di Serantoni, al 28’, Borel e Del Debbio saltano contemporaneamente sul pallone. Punizione contro la Lazio, e punizione di Monti, che per poco non mette in rete. Un pericolo che si profilava per Valinasso, poco dopo, è risolto da Monti, e su fuga di Orsi, al 31’, una grande parata di Blason.

Il gioco si appesantisce: Borel, che aveva prima messo a terra Del Debbio, caricato da Bertagni è a terra per qualche istante. Il gioco si riprende con un’azione Ferraris-Levratto, finita in fallo di fondo, e al 33’ la Juventus si rifugia in angolo; sul tiro di Levratto, Valinasso manda ancora in angolo, e sulla respinta, fallo di Orsi: Bisigato calcia alta la punizione. Due goals azzurri in due minuti. Al 38’ sbocca improvviso il pareggio. Fantoni II con un magnifico scatto, allunga a De Maria. Cesarini lo ostacola, ma non riesce a impedire che stringendo verso la porta, passi corto a Piola, il quale è pronto a rovesciare in rete da un metro. Uno a uno. Non è passato un minuto che Fantoni I, su tiro deciso da 25 metri, infila ancora la rete di Valinasso, sfruttando una intelligente azione tra le mezze ali, quando ancora la Juventus non si era rimessa dalla impressione del pareggio. La Lazio, colto l’attimo buono, insiste: al 39’ avrebbe ottenuto un altro calcio d’angolo, che però l’arbitro non concede per precedente fallo di un giocatore laziale.

Torna la Juventus all’attacco. Bertagni si difende come un leone; al 41’ un deciso tiro di Cesarini è parato da Blason. Ancora una incursione di De Maria e tiro che rimbalza su Valinasso e torna in gioco. Discesa di Orsi; fallo di Fantoni I su Ferrari. Il gioco si arroventa: ogni discesa, tre o quattro giocatori sono a terra. Proprio allo scadere del tempo, un tiro fortissimo improvviso di Monti coglie in pieno l’asta trasversale. L’espulsione di Cesarini. Fulminea partenza della Lazio e goal mancato di pochissimo da De Maria che non interviene su un centro lungo a fil di palo di Levratto: al 2’ tiro fuori di Piola, da vicino, su azione dalla sinistra. Due minuti dopo è Serantoni che – su passaggio Ferrari-Caligaris – sbaglia di poco il bersaglio. Superiorità di pressione azzurra e numerosi nitidi rimandi di Foni; ma al 6’ sbocca improvviso il terzo goal della Lazio: un centro di Levratto servito da Viani, è raccolto di testa da De Maria, che comprende Velinasso, e segna. Ferrari, che ha uno scatto di nervi, è redarguito dall’arbitro, che al 9’ allontana dal campo Cesarini. Questi ha uno scatto di reazione veramente esagerato e riprovevole, come descriviamo nel commento; ed è trascinato fuori dal rettangolo di gioco da Combi e Carcano. Varglien retrocede terzino, Ferrari mediano destro.

Due goals di Serantoni nella fase finale. Qualche battuta di permanenza in area laziale, e al 13’ un tiro di Fantoni I è bloccato da Valinasso, quando già l’arbitro aveva fischiato il fuori gioco di Levratto. Mano di Del Debbio e punizione di Monti al 14’. Bella azione di De Maria, che Piola, controllato severamente dai terzini, non può risolvere. Ed ancora Piola insiste in un gioco personale, anziché passare a Levratto libero, supera Bertolini che lo ostacola e che, vedendosi battuto, lo atterra in malo modo in area di rigore. Il pubblico protesta. Su fuga di Orsi al 20’, Bertagni salva in angolo; Ferraris respinge di testa, e lancia Piola; questi allarga a Levratto che centra; ma Velinasso para, e para al 22’ con sicurezza e stile, una rovesciata capolavoro di Levratto. La pressione laziale è interrotta al 24’ da un duetto Borel-Orsi, ma il tiro finale dell’ala sinistra va fuori del rettangolo di porta.

Il motivo dominante resta uno solo: azioni d’attacco laziali che la Juventus cerca – e per lo più vi riesce – di contenere senza dar troppi grattacapi alla difesa. Alla sorveglianza sfugge Piola al 26’, ma il tiro raso terra trova Valinasso pronto alla parata. Un minuto dopo, un bolide di Bisigato rade il palo… Al 29’ Piola – dato che la Juventus gioca con un solo terzino – non ha soverchie difficoltà a scartar Foni, e allargare a De Maria. Control di lui si precipita Bertolini; ma l’ala destra ha la meglio, e avanza ancora. Tira: la palla sta per uscire, è respinta corta. Se ne impadronisce Levratto, il quale con un bel tiro tagliato segna il bellissimo quarto goal. La vittoria ormai si tramuta in trionfo: al 32’, Piola gioca Monti, su serrati passaggi delle mezze ali, e avanza, e tira. Valinasso è ancora battuato, nonostante il generoso tentativo di parata. Non sono passati tre minuti che Varglien, di testa, salva la rete da un altro probabile goal. Sulla respinta scende Orsi e centra. Fantoni respinge, e Serantoni, intercettata la palla, la scaraventa in rete segnando il secondo goal per i suoi colori (38’). Tre consecutivi falli contro la Lazio: sull’ultimo, battuto da Orsi, respinta di pugno di Blason. Ma si torna verso Valinasso contro il quale al 39’ Bisigato spara… a salve. Al 40’, ancora calcio d’angolo contro la Juventus. Viani riprende di testa il centro di De Maria, e spedisce alto. Un’altra palla pericolosa è tolta al 42’ da Foni dai piedi di Bisigato. Indi la Juventus, continua, in questi ultimi minuti, a intercalare il gravoso lavoro difensivo, con spunti accademici pregevoli, che non rimarranno senza frutto. Al 44’ infatti, dopo un ultimo calcio d’angolo contro la Lazio provocato da Del Debbio e parato da Blason, e un goal di De Maria dopo che l’arbitro aveva fischiato il fuori gioco, all’ultimo minuto, una bella azione di Borel, su errore di Bertagni dà modo a Serantoni di segnare ancora.

Cinque a tre: otto goals in una partita, e la vittori: ce n’è quanto occorre per soddisfare i più incontentabili tifosi! E alla fine, naturalmente, l’imponente pubblico dà sfogo alla sua soddisfazione. Hanno assistito alla partita S. E. Valle, S. E. Galeazzo Cino con la Contessa, l’on. Marinelli, l’on. Riccardi, l’on. Serena, il Presidente della F.I.G.C. generale Vaccaro e i figli del Duce.




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