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21 giugno 1987 - Lazio-Vicenza 1-0 - La storica rete di Giuliano Fiorini
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21 giugno 1987 - 2.328 - Campionato di Serie B 1986/87 - XXXVIII giornata
LAZIO: Terraneo, Filisetti, Acerbis, Podavini, Gregucci, Camolese, Mandelli, Caso, Magnocavallo (46' Poli), Pin (51' V.Esposito), Fiorini. A disposizione: Ielpo, Piscedda, Rizzolo. Allenatore: Fascetti.
L.R. VICENZA: Dal Bianco, Zoppellaro, Montani, Zanotto, Bertozzi, Mazzeni, Savino, Fortunato, Lucchetti, Nicolini, Rondon (63' Carotti). A disposizione: Mattiazzo, De Biasi, Pallavicini. Allenatore: Magni.
Arbitro: Sig. D'Elia (Salerno).
Marcatori: 82' Fiorini.
Note: giornata afosa con cielo parzialmente coperto, terreno in ottime condizioni. Espulso al 67' Montani per doppia ammonizione. Ammoniti Camolese e Rondon. Angoli: 12 a 7 per la Lazio.
Spettatori: 62.000 circa.
L'Unità titola: "La Lazio soffre per 82 minuti. Batte il Vicenza solo alla fine. Ora per evitare la C sfida Taranto e Campobasso. Fiorini compie il miracolo. Resiste a lungo il bunker veneto difeso da dieci uomini per l'espulsione di Montani. L'Olimpico ha tremato".
L'articolo così prosegue: Braccia tentacolari, presa da fabbro, agilità da scimmia: il portiere di riserva del Vicenza, al secolo Ennio Dal Bianco, ad un certo momento è parso provenire da un altro pianeta. La Lazio premeva, asserragliava nell'area piccola gli avversari (accomunati dallo stesso destino, cioè con spalancato il baratro della retrocessione), ma il risultato non si schiodava. Ed il merito era tutto di Dal Bianco che letteralmente bombardato da ogni parte erigeva un muro davanti a sé. Capitolerà soltanto nel finale, su tiro di Fiorini e con la squadra ridotta in "dieci". Ma anche i suoi compagni gli danno una mano, spezzando le trame biancazzurre facendo leva sul pressing e su scorrettezze a ripetizione. Una sorta di catenaccio gigantesco con il preciso obiettivo di agguantare quel pareggio che al peggio sarebbe servito per arrivare agli spareggi. Insomma, una partita a binari prefissati: Lazio all'attacco, Vicenza in difesa. E' così è stato per tutto l'incontro, finché l'espulsione di Montani ha scompaginato i piani di Magni e dei suoi ragazzi. I 500 tifosi del Vicenza hanno gridato allo scandalo rintuzzati ferocemente dagli sfottò di quelli biancazzurri. Ma il sig. D'Elia a quel punto non ha fatto altro che applicare il regolamento. Montani era stato ammonito una prima volta (sempre nella ripresa) per un calcione rifilato a Caso. Il secondo fallo su Podavini gli è costato, a poco più di 25' dal termine dell'incontro, la via degli spogliatoi. Forse D'Elia è stato troppo severo, forse presta il fianco alla condanna di fiscalismo nell'occasione particolare, soprattutto allorché due squadre lottano per non affogare. Sicuramente non avrebbe potuto fare il Salomone, obiettiamo soltanto che ben altri sono i falli da cartellino rosso.
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Franco Cordova
Centrocampista, nato a Forlì il 21 giugno 1944. Meglio conosciuto come Ciccio Cordova.
Quando nell'estate 1976 i giornali pubblicarono la notizia che il capitano della Roma stava per passare alla Lazio, non poche furono le polemiche tra i tifosi. Da una parte i tifosi giallorossi gridavano al tradimento, dall'altra, metà dei tifosi laziali era felice perchè si trattava comunque di un forte giocatore, mentre l'altra metà non lo voleva per il suo lungo passato nelle file dei "cugini". Cordova scelse la Lazio per "vendicarsi" del trattamento subito dalla sua ex squadra che lo aveva messo sul mercato. Non voleva andar via da Roma, anche per problemi personali che lo legavano alla città. Per questo si offrì alla Lazio, obbligando la Roma AS (che intendeva venderlo al Verona) a cederlo ai biancazzurri. Alla fine il calciatore la spuntò e arrivò alla Lazio dopo aver militato, oltre che nella Roma AS, nella Salernitana, nel Brescia e nel Catania.
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