Articolo del giorno



(Gent. conc. Famiglia Ziaco)
► La morte di Tommaso Maestrelli
Tommaso Maestrelli è morto oggi pomeriggio alle tre nella clinica Paideia dove era stato ricoverato nella notte per un collasso cardiocircolatorio. Dopo un leggero miglioramento, le condizioni del paziente sono peggiorate. Verso le dieci è giunto, proveniente da New York, Giorgio Chinaglia. Maestrelli era già in coma. Forse non lo ha neppure riconosciuto, un'occlusione intestinale ha provocato un altro collasso ed è stata la fine. La notizia, sparsasi immediatamente in città, ha richiamato alla clinica numerosi sportivi, dirigenti federali e di società. Tutti i giocatori della Lazio accompagnati da Vinicio (De Menezes Luís Vinícius) sono andati a rendere omaggio al loro ex allenatore. Verso sera il pubblico è stato ammesso alla camera ardente allestita in un salone al piano terreno. E' stato un mesto pellegrinaggio di amici e conoscenti, di giornalisti e di anonimi tifosi, che non scordavano come proprio un anno fa, il 1 dicembre 1975, Tommaso Maestrelli era tornato alla guida tecnica della Lazio dopo la gestione Corsini. I funerali sono fissati per domani pomeriggio alla basilica della Gran Madre di Dio al ponte Milvio. Parteciperanno tutti i giocatori in forza alla società. La partenza per Milano, dove la Lazio sarà impegnata domenica, è stata rinviata di qualche ora.
Era un uomo naturalmente elegante, d'un "tratto" civile che sapeva equilibrarsi assai bene tra modestia e consapevolezza. Era pronto al sorriso più che al riso, alla parola sussurrata più che alla sentenza o al grido. E' stato un esempio di gentilezza in un ambiente che spesso può sopravvivere e procedere solo sgomitando. Tom Maestrelli ha avuto pochi colleghi in grado di somigliargli. Persino lo scudetto vinto dalla Lazio fu un risultato che dipese molto dai suoi modi urbani, dalla sua tolleranza, dalla sua capacità di rifiutare ogni esagitazione, ogni connubio sgarbato. Ha sofferto molto, ha dovuto superare difficoltà aspre e talora tragicomiche. V'era gente — basti pensare al ragazzone Chinaglia, condizionato da troppi umori — che solo grazie a Maestrelli seppero esprimere il meglio di sé. Se ne è andato in punta di piedi, soffrendo al di là del dicibile. Il suo esempio è scritto tutto in lettere minuscole; o, come direbbe un poeta, col lapis. Ma proprio qui vive il suo ricordo, l'affetto di chi lo conobbe e non riuscirà a dimenticarlo.
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