Casina della "Fondazione Lazio"

Da LazioWiki.

Piazza della Libertà oggi. Il manufatto sede della "Fondazione Lazio"

La "Casina della Fondazione Lazio" è situata a Roma in Piazza della Libertà, luogo dove nacque la S.P. Lazio il 9 gennaio 1900. La sua sede ufficiale è situata in un piccolo edificio posizionato sul lato sud dei giardini pubblici della piazza. In esso, a seguito di un atto di concessione del Comune di Roma, dal 2009 fino al 2018 vi è stata la sede della "Fondazione Gabriele Sandri" che, tramite iniziative benefiche e culturali, ha inteso mantenere viva la memoria dell'omonimo giovane sostenitore della Lazio vittima innocente di un colpo d'arma da fuoco sparato da un carabiniere l'11 novembre 2007 nell'area di servizio autostradale di Badia al Pino nei pressi di Arezzo. Cessata l'operatività di tale Fondazione, nel 2021 nello stesso manufatto è subentrata la "Fondazione Lazio" le cui finalità, in sintesi, sono appresso specificate: "La Fondazione S.S. Lazio 1900 promuove l’inclusione sociale attraverso lo sport, il welfare di comunità e la valorizzazione del patrimonio storico e culturale della S.S.Lazio. Nei suoi oltre 120 anni di storia la Lazio ha promosso la pluralità delle discipline e dei talenti peculiari di ciascuna e ciascuno, le espressioni culturali e artistiche, l’inclusione sociale. Fin dai primi anni di vita il Sodalizio biancoceleste si è fatto promotore di una molteplicità di sezioni sportive, di momenti ricreativi, di istituzioni educative e caritatevoli come l’Asilo Lazio presso la sede di Via Veneto, dell’utilizzo delle strutture sportive per finalità sociali e di attenzione ai più disagiati. La Fondazione S.S.Lazio intende operare in questo solco, valorizzando i talenti, preservando l’eredità storica, coltivando l’identità, intesa non come un elemento di antagonismo ma di contributo a qualcosa di più grande di sè: il Bene Comune. La Fondazione intende promuovere attraverso iniziative sportive e culturali: stili di vita salutari centrati sull’attività fisica, sulla sostenibilità dell’ambiente, sulla sana alimentazione; l’inclusione e integrazione sociale contro ogni forma di discriminazione ed emarginazione; il Welfare di comunità con diffusione di attività culturali di interesse sociale e con finalità educativa". Presidente della Fondazione è Cristina Mezzaroma, succeduta nel febbraio 2024 a Gabriella Bascelli.

L'edificio sede della Fondazione Lazio è sicuramente l'ultima testimonianza materiale della ormai scomparsa Stazione tramviaria (poi ferroviaria) Roma-Civita Castellana che, inaugurata nel 1906, fu demolita a partire dal 1928. Piazza della Libertà costituiva il capolinea e la tramvia, oltre che per la traduzione passeggeri, era usata per il trasporto dei materiali da costruzione, soprattutto pietrisco e sabbie, provenienti dal Viterbese. La disponibilità di tali materiali era necessaria all'enorme espansione urbana del rione Prati che avrà termine intorno alla fine degli anni '30. Fu proprio questa la causa principale dell'abbandono della ferrovia e delle sue strutture in quel periodo. La facciata della stazione, in stile Liberty, era rivolta verso il Lungotevere. Le strutture erano ridotte allo stretto necessario e i suoi modesti volumi sorgevano dove oggi vi è il giardino pubblico posto a nord della piazza. Il piccolo edificio di cui ci stiamo occupando si è salvato dalla demolizione per due motivi fondamentali. Il primo è di carattere culturale in quanto il manufatto rispecchia gli stilemi architettonici di quel periodo ed è sembrato opportuno lasciarne almeno una testimonianza, il secondo è determinato dal fatto che essendo situato all'estremità del giardino sud e quindi distante dal corpo della stazione, non era d'ostacolo agli imponenti lavori di sistemazione viaria dell'allora Lungotevere Michelangelo che furono posti in essere alla fine degli anni '20. Del piccolo edificio non sono reperibili che scarne notizie, spesso contraddittorie o addirittura fuorvianti. Alcuni studiosi lo fanno risalire al 1925, altri lo considerano, con errori marchiani di topografia e iconografia, la parte centrale residua della vecchia stazione.

LazioWiki ha voluto eseguire uno studio icnografico e documentale sul manufatto ed giunta alle seguenti conclusioni.
Esso fu sicuramente un locale al servizio della ferrovia e precisamente era la residenza del cantoniere ferroviario. Si è potuto appurare, infatti, che la tipologia delle abitazioni dei cantonieri poste lungo la linea erano distribuite su due livelli (terra e primo) e dovevano avere la disponibilità di un servizio igienico al secondo livello, dove vi era la camera da letto. Al piano terra vi era una piccola cucina da campo, un lavabo e un tavolo per consumare i pasti. Le misure erano fisse e stabilite in mq 25,00 per piano. Dai rilievi effettuati da LazioWiki il primo livello risulta essere un quadrato di m 5,00x5,00 per un'area calpestabile di mq 25,00, mentre il secondo è di m 5,10x5,00 per un'area calpestabile di mq 25,50, misura molto prossima a quella prevista. Il manufatto era provvisto di ben cinque finestre che davano modo al cantoniere di poter controllare tutta l'area agevolmente. Il tetto era a falde e sostenuto da mensole curviformi di una qualche eleganza formale. La data di costruzione non è stata ancora accertata con precisione. Tuttavia, dai caratteri stilistici presenti sulle facciate, si era propensi a collocarla tra il 1905 e il 1910. Il ritrovamento di due fondamentali fotografie ha confermato in pieno la nostra datazione. Nel 1905 l'edificio non era ancora sorto, mentre nel 1910 è presente. Poiché la stazione fu costruita tra metà 1905 e ottobre 1906, LazioWiki è convinta che il manufatto fu eretto proprio nel 1906.

Piazza della Libertà nel 1905. Non v'è traccia del manufatto
Piazza della Libertà nel 1910 dal Tevere. Indicato dalla freccia il manufatto appare costruito
Il rilievo del manufatto eseguito da LazioWiki nel 2019 e aggiornato nel 2021. La targa marmorea che ricorda i Fondatori della S.P. Lazio è posizionata sulla facciata nord e non ovest, dove è ora, perché la "Fondazione Lazio" intende spostarla verso i giardini pubblici