Domenica 16 gennaio 1994 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Reggiana 2-0

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16 gennaio 1994 - 2592 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1993/94 - XIX giornata

LAZIO: Marchegiani, Bacci, Favalli, Di Matteo, Bonomi (87' Bergodi), Cravero, Fuser, Winter, Casiraghi, Gascoigne, Boksic. A disp. Orsi, Negro, Sclosa, Di Mauro. All. Zoff.

REGGIANA: Taffarel, Parlato, Zanutta, Accardi, Sgarbossa, De Agostini, M. Esposito (71' Pietranera), Scienza, Padovano, Mateut (17' Picasso), Lantignotti. A disp. Costagli, Torrisi, Cherubini. All. Marchioro.

Arbitro: Brignoccoli (Ancona).

Marcatori: 45' Di Matteo, 50' Cravero (rig).

Note: pioggia forte sino a poco prima della partita, terreno scivoloso. Ammoniti Cravero, Bonomi, Scienza e Parlato. Calci d'angolo: 7-2. Sorteggio antidoping per Boksic, Negro, Parlato e Zanutta.

Spettatori: 40.597 (4.592 paganti e 36.005 abbonati) per un incasso di lire 165.210.000.

Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Gascoigne in azione
Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Dal Guerin Sportivo: foto della gara

Al quarto tentativo dai venti metri, proposto come alternativa ad un attacco laziale senza rifornimenti apprezzabili, Roberto Di Matteo pesca il quadrifoglio nel prato e addio Reggiana. Sì, in quegli attimi di recupero prima dell'intervallo, nessun tifoso presente all'Olimpico saprebbe presagire l'episodio svolta, anzi stanno arrivando bordate disapprovanti. Ma, sprecate due occasioni per determinare fuori casa l'inversione di tendenza (va subito all'esecuzione ravvicinata Sgarbossa e Marchegiani lo ipnotizza; poi l'aggiramento cross di Padovano bucato da Bacci emozionerà Lantignotti al punto di cestinare fuori quadro l'inattesa ghiottoneria), gli zonaroli emiliani vengono puniti proprio nel ribaltamento favorito dall'unico istante di non corretta applicazione del loro 4 4 2 originario. Dove vanno Parlato e Zanutta, invece di restare uniti nei paraggi dello stralunato Casiraghi e dello spaziante Boksic? Vanno avanti inebriati, mia e tua, salvo pagare caro il contemporaneo sganciamento. Difatti, Gascoigne, playmaker creativo e finalmente supportato da scorte sufficienti di fiato, s'apposta quale mediano ad intercettare l'inesatto smistamento verso Picasso, panchinaro appena chiamato al rattoppo centrocampistico per uscita di Mateut. E "Gazza", che in un paio di precedenti slalom chiusi contro lo scudo Taffarel, era stato inalberato quale sola risposta per l'efficientismo reggiano, tutto pressing, squadra corta, corse intersecate, fa partire di rimessa l'attendente Di Matteo. Stringono in mezzo gli esterni De Agostini Accardi, presumendo l'assist a beneficio di Casiraghi o Boksic. No, questo figlio d'emigranti, sottratto al football svizzero, punta solitario lungo il corridoio suggerito e stanga ancora. Taffarel vede schizzare davanti il pallone avvelenato, che si pianta nell'angolo basso alla sua destra. Inutile dunque rievocare i momenti reggiani di sostanziale predominio, consegnati all'acume tattico e agli spostamenti vertiginosi di Sgarbossa oltre Gascoigne, di Mateut oltre l'evanescente Winter, di Scienza impegnato ovunque nei recuperi. La Reggiana, priva di finalizzatori, più calligrafica che concreta, va k.o. in avvio di ripresa. Già costretta all'inseguimento, consente presto una devastante progressione del campione croato, che Gascoigne sa attivare secondo estro distributivo. Sventagliata e galoppo: il ciclone Boksic, casuale ala sinistra, s'abbatte nell'area dei pigmei. Parlato ci prova a tapparlo. Forse l'intrusione, da dietro, inizia fuori area. Forse ha ragione l'arbitro Brignoccoli, mentre risolve l'impatto rifilando il castigo più temuto dai reggiani. Cravero, rigorista al posto dell'assente Signori, raddoppia. Seguono gli immancabili brani contropiedistici, graditi ai solisti biancoazzurri. Così, diventati vani gli accorgimenti emiliani da mutuo soccorso, quasi tutti i dipendenti di Cragnotti consolideranno il proprio rendimento a livello di sufficienza. Uniche eccezioni: Favalli che sproposita cross e Fuser che spara irriconoscibile a salve. Un suo suggerimento, comunque, consente al redivivo Casiraghi di centrare il palo con un gran sinistro. Domenica prossima rientrerà Signori. Doll, invece, non giocando, è alle prese con altre storie. "Sono fatti privati" così commenta le accuse dell'ex moglie Sina, sparate dalla solita Bild: "Ha rapito nostra figlia Denise".

La Lazio torna alla vittoria dopo la sonante sconfitta di Foggia e, sfruttando anche i risultati degli altri campi, "rivede" il vertice della classifica. Negli spogliatoi si respira un'aria di moderato ottimismo anche se Marchegiani, con la sincerità che lo contraddistingue da sempre, getta acqua sul fuoco e smorza sul nascere gli entusiasmi. "Non abbiamo ancora gli equilibri per puntare allo scudetto. Non mi riferisco a questioni tecniche, non fraintendetemi", ha subito chiarito il portiere temendo che le sue parole venissero scambiate per un attacco a Zoff. "Parlo di equilibri di ambiente e di squadra che debbono ancora essere migliorati: dobbiamo acquisire carattere, mentalità e convinzione prima di puntare a certi obiettivi", ha aggiunto il numero uno della Lazio prima di sottolineare come la squadra abbia disputato una buona gara e, soprattutto, un ottimo secondo tempo. Ecco Boksic, autore dell'ennesima prestazione d'alto livello. Un vero trascinatore per i compagni: "Abbiamo vinto anche per Zoff", ha detto subito il croato. Negli ultimi giorni aveva fatto chiaramente capire di essere un grande estimatore di Zeman. Ieri ha voluto allungare la mano anche all'attuale tecnico: "Zeman? Nel calcio si vince e si perde, come ha dimostrato proprio il Foggia prima contro di noi e poi a Milano. Ma siamo noi giocatori ad andare in campo, gli allenatori contano fino a un certo punto". Capitan Cravero ha diretto con la consueta maestria il reparto arretrato, a dire il vero impegnato solo fino a un certo punto dagli attaccanti della Reggiana, che si sono dimostrati evanescenti. E ha avuto anche il merito di realizzare con grande freddezza il rigore che ha dato la tranquillità alla Lazio. "Se vinciamo possiamo puntare allo scudetto, quando perdiamo siamo invece dei «brocchi», ha detto il libero biancazzurro polemizzando con i giornalisti. Una battuta che dimostra quanto sia stata alta la tensione a Tor di Quinto nell'ultima settimana dopo il ko in Puglia. "E stata una domenica molto positiva, abbiamo recuperato due punti alla Sampdoria e uno sulla Juventus", ha aggiunto parlando del campionato. E su Gascoigne: "Quando lui gioca bene anche la squadra riesce a dare il meglio di sé stessa", ha ammesso il difensore confermando (se mai ce ne fosse stato bisogno) quanto sia importante l'inglese per il destino della Lazio. "Per il gioco sono soddisfattissimo, ho visto cose eccezionali nel secondo tempo", ha esordito subito Zoff smorzando sul nascere qualsiasi tentativo di altre interpretazioni sulla bontà della gara disputata dalla Lazio. "I fischi? Non so... Abbiamo disputato anche un discreto primo tempo, non sempre si può giocare bene", ha risposto il tecnico a chi gli ricordava la mini contestazione iniziata prima che la squadra riuscisse a sbloccare il risultato. "A parte qualche rara eccezione, questo è un campionato molto equilibrato. E vero, ci sono risultati che non rispecchiano i pronostici. Ma è assolutamente normale". Avrà pure un difetto, in questa partita? "Forse si è esagerato nella ricerca del gol negli ultimi metri, dovevamo essere un po' pià concreti", ha spiegato l'ex nazionale facendo però capire che non era proprio il caso di andare per forza a cercare il classico "pelo nell'uovo". L'ultima battuta spetta al tecnico della Reggiana, Marchioro, al quale non è andato giù il penalty: "Alla Lazio, per puntare allo scudetto, servono due grandi difensori". Il Cragnotti che non t'aspetti rilancia le ambizioni della Lazio. E non spazza via i dubbi sul futuro di Zoff. Anzi. "Zeman? Lasciamo giocare in pace la squadra, ne riparleremo a fine campionato", ha detto il presidente confermando che il destino dell'allenatore biancazzurro è praticamente segnato. "Il campionato è difficile, ma noi non siamo secondi a nessuno", ha aggiunto Cragnotti. "I ragazzi debbono però acquisire convinzione e mentalità vincente", ha esortato. Il presidente ha promosso la Lazio per la corsa allo scudetto, il contrario di quello che di lì a poco sosterrà Marchegiani. "Può combattere anche per un eventuale primo posto", ha sottolineato. E poi ha giustificato la scarsa presenza di pubblico sugli spalti: "Mi aspetto più gente, ma se vinciamo tornerà allo stadio".

Fonte: Corriere della Sera