Domenica 18 gennaio 1987 - Roma, stadio Olimpico – Lazio-Pisa 1-0

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18 gennaio 1987 - 2306 - Campionato di Serie B 1986/87 - 18ª giornata

LAZIO: Terraneo, Marino, Magnocavallo, Acerbis, Gregucci, Piscedda, A.Schillaci (65' Camolese), Caso, Poli, Pin (68' Filisetti), Mandelli. A disp. Ielpo, Brunetti, V.Esposito. All. Fascetti.

PISA: Grudina, Cavallo, Faccenda, F.Mariani, Ipsaro Passione (69' Faccini), Chiti, Cuoghi, Sclosa, Piovanelli (48' Cecconi), P.Giovannelli, D.Pellegrini. A disp. Mannini, S.Gori, Bernazzani. All. Simoni.

Arbitro: Sig. Lamorgese di Potenza.

Marcatori: 12' Mandelli.

Note: pomeriggio quasi primaverile, terreno in buone condizioni. Ammoniti Cuoghi per simulazione e Camolese per gioco scorretto.

Spettatori: 35.000 circa.

Il biglietto della gara
La rete di Mandelli
Paolo Mandelli in azione

La Lazio ha corso un grosso rischio all'Olimpico, dove solo la sorte amica le ha consentito di battere il Pisa che avrebbe meritato almeno il risultato di parità. Spesso si sente dire che la fortuna aiuta gli audaci. Ma la Lazio, che ieri proprio non è apparsa audace, ha fornito un esempio lampante dell'eccezione che conferma la regola. Tuttavia non si può negare alla formazione di Fascetti l'abilita di aver sfruttato abilmente la prima occasione di una gara che si stava adagiando su ritmi in linea con il languido pomeriggio (clima quasi primaverile).

Quando la partita ancora doveva prendere quota, al 12' i laziali sfoderavano una imprevista giocata che coglieva impreparata la difesa ospite: Acerbis era bravissimo a liberarsi di un avversario con una finta di corpo. Il suo cross veniva raccolto da Mandelli il quale, con un tiro al volo di prima intenzione, centrava la porta pisana. Il vantaggio dei padroni di casa, infondeva una scossa alla gara che saliva di tono, sia sul piano tecnico che agonistico, riservando parecchie emozioni fino all'ultimo minuto di gioco. All'inconcludente terzetto offensivo dei biancocelesti composto da Mandelli, Poli e Schillaci, spesso ammucchiato confusamente al centro, privo di un valido sostegno dalle retrovie, il Pisa replicava con una manovra più ragionata che trovava le fonti di partenza dalle impostazioni di Giovannelli, assecondato dalla buona vena di Cuoghi, Pellegrini e Sclosa.

Dopo appena tre minuti dal gol dei laziali, i pisani avrebbero potuto pareggiare: su calcio d'angolo battuto da Giovannelli, emergeva in area la testa di Ipsaro che indirizzava la palla nell'angolino. Ma sulla linea, Caso riusciva a respingere. Nell'occasione è sembrato che la sfera avesse oltrepassato la riga bianca. Le vivaci proteste dei toscani non venivano prese in considerazione dall'arbitro Lamorgese, apparso in giornata poco felice. Il Pisa ci riprovava al 28' sempre con poca fortuna: in slalom strepitoso, Cuoghi filtrava fra un nugolo di avversari saltando pure Terraneo in uscita. Il pisano, spostato sulla destra, effettuava un cross che però non trovava alcun compagno pronto a spedire nella porta incustodita.

La Lazio non rimaneva tuttavia a guardare. Gli uomini di Fascetti ribattevano orgogliosamente. Al 39' andavano vicinissimi al raddoppio con Magnocavallo il quale, davanti a Grudina uscito dai pali, spediva la palla sopra la traversa. Nel secondo tempo i pisani, che avevano sostituito in attacco l'evanescente Piovanelli con Cecconi, assumevano decisamente le redini della gara in cerca di un pareggio che sembrava nell'aria. Fascetti e Simoni si sfidavano sul piano della tattica: il tecnico laziale faceva entrare il centrocampista Camolese al posto di Schillaci mentre Filisetti rilevava il deludente Pin; l'allenatore pisano aggiungeva la punta Faccini, togliendo Ipsaro. I toscani proiettati costantemente in avanti, offrivano ai laziali la possibilità del contropiede che però non andava oltre le buone intenzioni. Si faceva sentire particolarmente l'assenza di Fiorini. Al 79' la partita si arricchiva di un episodio «pirotecnico» che alimentava il senso di impotenza dei pisani contro la sorte: tiro secco di Faccenda, respingeva Terraneo in due tempi mandando la sfera contro la traversa, sul rimbalzo colpiva Pellegrini di testa, ancora traversa, riprendeva Faccini il cui bolide veniva bloccato dal portiere laziale.

Cose che si vedono raramente sul campi di calcio. Un solitario affondo in contropiede di Pellegrini a 4 minuti dalla fine, deviato da una coraggiosa uscita di Terraneo, si spegneva sul fondo insieme con le speranze del pisani.

Fonte: La Stampa