Domenica 19 novembre 1978 - Milano, stadio San Siro - Inter-Lazio 4-0

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19 novembre 1978 - 1981 - Campionato di Serie A 1978/79 - VIII giornata

INTER: Bordon, Baresi (I), Fedele, Pasinato, Canuti, Bini, Oriali (69' Scanziani), Marini, Chierico, Beccalossi, Serena. A disp.: Cipollini, Fontolan. All. Bersellini.

LAZIO: Cacciatori, Tassotti, Badiani (58' D'Amico), Wilson, Manfredonia, Cordova, Garlaschelli, Agostinelli, Giordano, A.Lopez, Nicoli. A disp.: Fantini, Ammoniaci. All. Lovati.

Arbitro: Reggiani (Bologna).

Marcatori: 2' Beccalossi, 50' Baresi, 53' Serena, 67' Oriali.

Note: giornata di sole, terreno ideale. Ammonito Beccalossi per proteste. Angoli: 5-4 a favore dell'Inter. Esordio in serie A per Serena classe 1960.

Spettatori: 40.000 circa (21.555 paganti) per un incasso di £. 85.473.500.

Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Dal Guerin Sportivo: foto della gara

Quattro nomi finiscono sul tabellone di San Siro: prima Beccalossi, poi Baresi, Serena e Oriali. E' facile il poker dell'Inter e la gente nerazzurra prima di andare verso casa cerca sotto la tribuna Fraizzoli ed è tutto un battimani. Pare nel risultato la grande Inter del tempo che fu, ma in campo c'è più di un ragazzino a tener su metà delle sorti del football milanese. C'è una squadra che rinuncia ad Altobelli e Muraro non per capriccio e quasi spinge sull'erba Chierico e Serena, quest'ultimo esordiente in serie A. Di fronte a questa Inter c'è una Lazio che si fa ferire fin dal secondo minuto. Diciamo pure che la chiave della disfatta degli ospiti sta in parte nell'essersi trovati già in svantaggio al via.

Succede infatti che un cross di Pasinato, stavolta molto abile ad inserirsi nell'offensiva, porta scompiglio nella difesa avversaria. Nessuno è lesto e Beccalossi ne approfitta per colpire con precisione da posizione ravvicinata. A Cacciatori non rimane altro che discutere con i compagni. Ed i chiarimenti continueranno anche nella confusione del dopo-partita, con Bob Lovati che parla di «mancata umiltà», con capitan Wilson che spiega com'è potuto succedere. Se invece si bussa alla porta dell'altro stanzone, una volta tanto si ricevono sorrisi e accoglienze da palazzo reale. Sorride il duo Beltrami-Mazzola e finalmente ha la gioia negli occhi il perfezionista Bersellini, mentre Fraizzoli sembra un buon padre che alla domenica va a far visita in collegio ai figli diligenti.

Questi intanto hanno già trovato la formula verbale per spiegare al mondo l'impresa. Gravi lacune dei laziali e momento di grazia dell'Inter, si sente ripetere in ogni angolo. Tutti per l'occasione sono campioni, anche l'imberbe Serena (diciott'anni all'anagrafe, origini a Montebelluna) supera l'iniziale imbarazzo e fa riempire taccuini con storie inedite.

Inter-Lazio è parsa la ripetizione del recente Torino-Vicenza. Stesso risultato, eguale disinvoltura nell'applicare schemi e nel trovare varchi nelle incerte retrovie biancazzurre. Insomma una gara a senso unico, con una squadra a dettar gioco e l'altra frastornata dalla velocità e dalla disinvoltura nell'ottenere tutto. Senza dubbio bisognerà valutare la forza dell'Inter di fronte ad ostacoli più consistenti. Bersellini comunque sa adesso che può contare anche su promettenti alternative se il clan titolare in un domani dovesse nuovamente fare le bizze.

L'Inter ha segnato subito e non ha giocato in affanno come in altre occasioni. Al 19' Chierico avrebbe potuto consolidare il punteggio se avesse concluso un assalto in area con un pizzico di convinzione. C'è stato anche un palo clamoroso di Bini (28') colpito per eccessiva sicurezza al termine di un «triangolo» con Beccalossi. La prova interista è proseguita con piacevoli toni, senza fronzoli, con respiro nella manovra, con palloni molto meno «portati» rispetto al passato. La Lazio, subito trafitta, ha commesso il madornale sbaglio di cercare il pari senza preoccuparsi di «coprire», ma i suoi attacchi sono risultati evanescenti, a centrocampo Cordova non è mai riuscito e far «ragionare» i compagni.

E la difesa? Di burro, con un Cacciatori incerto, ma spesso abbandonato da chi aveva l'obbligo di tamponare le falle. Insomma l'«undici» di Lovati ha sbagliato impostazione tattica. Ha tentato di rimediare all'errore e così facendo si è suicidato; non ha saputo contenere il risultato, non è riuscito a marcare, ha giocato senza ricorrere a grinta o cattiveria, ha finito con l'arrendersi quando mancava ancora parecchio alla conclusione della gara. L'Inter, accompagnata dalla tromba dei «popolari», ha raddoppiato al 50' mettendo praticamente il sigillo al match. Molto bello nell'esecuzione il gol di Baresi, che ha sfruttato un cross di Chierico ed al volo ha sparato in porta da due passi senza esitazione, annichilendo Cacciatori.

A questo punto solite scene d'euforia di Bersellini, con lady Renata Fraizzoli in pelliccia a godersi l'exploit dei suoi. E l'Inter ha voluto farle un regalo quasi natalizio senza badare a spese. Ormai la Lazio si muoveva senza convinzione e Serena si è fatto anche vedere (53') piazzando il terzo pallone in rete da distanza ravvicinata, sfruttando la complicità di Cacciatori. Sua mamma, in tribuna, per poco non sveniva. Il terribile pomeriggio laziale è proseguito. A nulla è valsa una bella risposta di forza di Giordano, un palo colpito da Garlaschelli (72') su suggerimento di D'Amico, in mischia. Sei minuti prima di quest'azione l'Inter ha addirittura portato a quattro le reti del bottino con fucilata da fuori area di Oriali tra applausi, ovazioni e mortaretti.

Quattro gol nel carniere potevano giustificare la proficua battuta di caccia. L'Inter non ha voluto infierire e si è così limitata a controllare il gioco e a risparmiare energie. Né alla Lazio poteva importare la consolazione di un ipotetico punto della bandiera. Quarto d'ora finale senza storia, senza ulteriori emozioni. Negli spogliatoi grandi sorrisi dunque degli interisti, anche da Canuti (colpito ad una caviglia) che necessita di ufi controllo radiografico. Bersellini intanto già studia come battere l'Atalanta.

Fonte: La Stampa