Domenica 1 marzo 1970 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Roma 1-1

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1 marzo 1970 - 1633 - Campionato di Serie A 1969/70 - XXII giornata

LAZIO: Sulfaro, Wilson, Polentes, Governato, Papadopulo, Marchesi, Massa, Mazzola (II), Chinaglia, Ghio, Fortunato. A disp. Di Vincenzo, Casisa . All. Lorenzo.

ROMA: Ginulfi, Spinosi (62' Scaratti), Bet, Salvori, Cappelli, Santarini, Cappellini, Landini (II), Peirò, Capello, Cordova. A disp. Zanier. All. Helenio Herrera.

Arbitro: De Marchi (Pordenone).

Marcatori: 48' Fortunato, 60' Capello (rig).

Note: giornata di sole, ma fresca. Terreno in buone condizioni. Ammoniti: Ghio, Mazzola (II) e Capello. Calci d'angolo 8-3 a favore della Lazio.

Spettatori: 60.000 circa di cui 32.392 paganti e 12.500 abbonati per un incasso di £.81.981.100.

Una vigilia tranquilla precede questo derby, nulla a che vedere con quella vissuta all'andata quando Lazio e Roma occupavano la parte alta della classifica. Strada facendo le due squadre hanno abbandonato i sogni cullati nella prima fase del Campionato. La Roma è attestata a centro classifica e pensa più che altro alla trasferta in Turchia con il Goztepe per la Coppa delle Coppe, la Lazio tiene a soli tre punti di distanza la zona retrocessione. Ma il derby è sempre il derby e i tifosi accorrono numerosi e speranzosi allo Stadio Olimpico. Laziali in netta prevalenza sugli spalti ed è la curva Nord con le sue migliaia di bandiere biancocelesti ad offrire lo spettacolo più bello. Inizio palpitante della partita e nello scacchiere del gioco appare evidente che Lorenzo abbia pianificato la sua immancabile mossa a sorpresa. Fortunato gioca molto arretrato cercando di risucchiare il suo marcatore Spinosi. Sul lato sinistro i laziali dovranno approfittare dello spazio meno intasato e cercare di colpire. La Roma è subito pericolosa con Cappellini che sfiora il montante quindi una punizione di Mazzola (II) non soprende un Ginulfi ben piazzato. Al 6' clamorosa occasione per i biancocelesti: una sventola di Governato è respinta con fortuna dal portiere giallorosso e sulla ribattuta Mazzola (II) spara a colpo sicuro ma Bet devia in angolo. Al 14' la replica della Roma con Cordova che, dopo un grande spunto, supera Sulfaro, ma il pallone tocca il palo e la difesa biancoceleste può recuperare. Dopo due tentativi infruttuosi di Fortunato e Governato le squadre rallentano il ritmo. Al 34' un atterramento di Chinaglia da parte di Bet fa gridare al rigore, ma De Marchi lascia correre, quindi, prima dello scadere, Cappellini è in ritardo su un servizio di Cordova. La ripresa si apre in maniera elettrizzante. Azione Chinaglia-Ghio-Governato che solo in area di rigore perde l'attimo fuggente: clamorosa l'esitazione del "professore" che manca un goal facilissimo. Non demorde la Lazio e dopo una bomba di Mazzola (II) che Ginulfi ferma in due tempi, arriva il vantaggio. Fortunato scambia con Governato e in posizione di centravanti scarica un missile terra-aria con il collo del piede sinistro che s'infila nell'angolo alto della porta avversaria. La Roma reagisce subito e si rende pericolosa a ripetizione agguantando il pareggio al 60'. Cappellini raccoglie una corta respinta della difesa laziale e coglie in pieno il palo destro. Sulla sfera si catapulta Peirò che al momento di battere a rete piomba a terra come folgorato: De Marchi indica il dischetto di rigore. Proteste veementi dei biancocelesti che accusano lo spagnolo di essersi tuffato senza essere stato minimamente toccato. Dopo due minuti Capello calcia la massima punizione. Sulfaro intuisce il tiro a mezza altezza, tocca il pallone, ma questo termina egualmente in rete. De Marchi, in giornata pessima, fischia un fallo su Chinaglia quando questi assieme a Ghio sta filando verso Ginulfi con il solo Santarini a difendere. Rumoreggia la Nord ancora infuriata per il penalty assegnato ai giallorossi. A pochi minuti dal termine Chinaglia anticipa Bet e di esterno batte a rete trovando l'opposizione di un Ginulfi reattivo. Su questa ghiotta occasione si conclude il derby con una Lazio che, migliore nel gioco e nel dinamismo, si rammarica di un pareggio che gli sta molto stretto.