Domenica 23 novembre 1952 - Roma, stadio Torino - Lazio-Torino 2-1

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23 novembre 1952 - Campionato di Serie A 1952/53 - X giornata

LAZIO: Sentimenti (IV), Antonazzi, Furiassi, Alzani, Malacarne, Bergamo, Bettolini, Bredesen, Antoniotti, Larsen, Puccinelli. All. Bigogno.

TORINO: Puccioni, Cuscela, Farina, Giuliano, Nay, Moltrasio, Marzani, Sentimenti (III), Pratesi, Buhtz, Balbiano. D.T. Cappelli.

Arbitro: sig. Bernardi di Bologna.

Marcatori: 7' Bettolini, 59' Sentimenti III, 64' Larsen.

Note: giornata di sole.

Spettatori: 30.000 circa.

Da l'Unità: la cronaca della gara
La formazione del Torino
In alto il gol di Larsen; Puccioni non ci arriva. In basso una respinta aerea di Sentimenti (IV)

Botte da orbi nel finale sotto gli occhi di un arbitro inadeguato. E' questa l'immagine che purtroppo resta ai tifosi che lasciano lo stadio senza poter festeggiare adeguatamente un'altra vittoria della Lazio, stavolta particolarmente sofferta a onta di una superiorità schiacciante. E' che l'attacco non è stato stavolta all'altezza e Bergamo ha vissuto la giornata più difficile dal suo approdo in maglia biancoceleste. Molto meglio i difensori con Antonazzi, Furiassi e Malacarne su tutti, mentre Bettolini e soprattutto Antoniotti hanno vanificato le buone intuizioni di Bredesen. Sotto tono rispetto al derby anche Puccinelli, a decidere alla fin fine il match è stato uno straordinario Larsen: il norvegese è partito da solo in slalom da centrocampo e una volta arrivato al limite ha scagliato un pallone angolatissimo che ha baciato il palo interno prima di carambolare in porta: era il 19' della ripresa e fin lì, nonostante una caterva di occasioni sprecate dai laziali, le due squadre si erano ritrovate in parità: biancocelesti in vantaggio dopo sette minuti con Bettolini, piombato come un falchetto a giustiziare la clamorosa indecisione tra Giuliano e Puccioni in mezzo all'area granata; pari degli ospiti in una delle rarissime repliche, una faccenda di Sentimenti: Lucidio era uscito in tuffo respingendo col pugno proprio tra i piedi di suo fratello Vittorio, rapido e preciso nel gran tiro dal basso in alto. Il portiere è stato premiato in searata con una medaglia d'oro dai tifosi che ormai lo considerano un baluardo inespugnabile. La Lazio, una volta di nuovo in vantaggio, avrebbe potuto giocare in scioltezza ma il gioco rude di Moltrasio e compagni ha finito per trasformare tutto in continui scontri fisici di cui hanno fatto le spese i giocatori più tecnici, di fatto fuori partita fino all'agognato fischio finale che ha interrotto le "ostilità".