Domenica 2 dicembre 1979 - Bologna, stadio Comunale – Bologna-Lazio 1-0

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2 dicembre 1979 - 2021 - Campionato di Serie A 1979/80 - XI giornata

BOLOGNA: Zinetti, Sali, Zuccheri, Bachlechner, Paris, Castronaro, Mastalli (83' Fusini), Dossena, Savoldi (I), Colomba, Chiarugi. A disp.: Rossi, Marchini. All. Perani.

LAZIO: Cacciatori, Tassotti (80' Todesco), Citterio, Wilson, Manfredonia, Zucchini, D'Amico, Montesi, Giordano, Nicoli, Viola. A disp.: Avagliano, Pighin. All. Lovati.

Arbitro: Menicucci (Firenze).

Marcatori: 74' Chiarugi.

Note: giornata fredda. Ammoniti Tassotti, Colomba e Chiarugi.

Spettatori: 20 mila circa dei quali 6.731 paganti, incasso £. 34.158.000 oltre la quota abbonamenti.

Savoldi impegna la difesa laziale
Il Bologna assedia la Lazio
Tassotti evita una rete del Bologna
La rete degli emiliani
La cronaca della gara
Manfredonia esce sconsolato dal campo

Luciano Chiarugi è il giustiziere delle squadre laziali: segnò a Roma il secondo gol decisivo (2-1) all'Olimpico contro i glallorossi; si è ripetuto contro i biancazzurri laziali siglando la sola rete della partita. Con due gol-vittoria sui tre segnati (in 5 partite e mezzo) il vecchio Luciano si è ampiamente guadagnato l'ingaggio. Le squadre che l'hanno rifiutato sono servite. La classe, si sa, non invecchia: e proprio dalla classe è marchiato quel pallone subdolo, malizioso, tipicamente «suo» che ha dato al Bologna un successo meritato a poco più di un quarto d'ora dal termine.

Il primo tempo era stato assai confuso, seppure caratterizzato da un Bologna impreciso, è vero, ma ben più volitivo di una Lazio mollacciona che pasticciava nella zona nevralgica, balbettando con tutti quel centrocampisti che non affondavano i colpi in verticale e cercavano il punto. Poteva essere giusto lo zero a zero al momento del riposo, pur se Savoldi aveva sbagliato, nel primo minuto, un gol fatto da pochi metri. Nella ripresa, tuttavia, la scena cambiava radicalmente. Il Bologna si scatenava, sovrastava la Lazio a metà campo, pur con i non irresistibili Colomba e Mastalli, ma soprattutto con Dossena a Castronaro, i quali disinteressandosi del loro diretti avversari, Zucchini e Nicoli, si proiettavano sulle fasce.

Erano insomma propulsori di una vittoriosa offensiva. Per non parlare di Paris, nettamente più bravo di Viola, al quale, dopo dieci minuti incerti, metteva la mordacchia, impedendogli di dirigere il gioco. Lo stesso D'Amico era contratto dal diligente, tenace Zuccheri. La Lazio, insomma, sembrava ormai impotente ad arginare le sfuriate rossoblu che già prima della rete-capolavoro di Chiarugi ne avevano mancato due in maniera incredibile. Nemmeno la difesa era indenne da pecche: Tassotti e Citterio non tenevano Mastalli e Chiarugi: soltanto Manfredonia se la cavava su un Savoldi poco incisivo, ma sempre insidioso.

Alla lunga, soltanto lo stopper può essere salvato, assieme a Zucchini e magari a Montesi, seppure il «motorino» biancoblù non abbia approfittato della prolissità e dello scarso dinamismo di Colomba, il regista rossoblù. Un buon Bologna, a conti fatti, ottimo nella ripresa dopo avere registrato i suoi cursori, generosi ma sfasati prima. In particolare Dossena, le cui sgroppate sulla fascia sinistra non potevano essere contrastate da Nicoli. Oltre che sul piano del gioco, i rossoblu si sono affermati su quello atletico, crescendo alla distanza. Da tener presente che mancavano fra i padroni di casa Mastropasqua (squalificato) e Spinozzi infortunato. Ma contro una Lazio troppo sufficiente sono bastati gli uomini a disposizione. Dei centrocampisti rossoblù si è detto: Paris e Dossena sono risultati i migliori; in difesa è un superbo Bachlechner come ormai d'abitudine, che non ha lasciato mai spago a Giordano (se non in un'occasione). Ma il centravanti laziale ha sicuramente risentito della leggera contusione alla coscia sinistra, contusione rimediata poco dopo la mezz'ora. Scarso il lavoro per il libero Sali. La chiave di volta della partita è stato comunque Chiarugi: mai visto negli ultimi tempi il toscano così disciplinato e concreto. Modesto l'arbitraggio di Menicucci, tuttavia ininfluente ai fini di un risultato ineccepibile.

Fonte: La Stampa