Domenica 31 gennaio 1937 - Trieste, stadio Littorio - Triestina-Lazio 1-0

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31 gennaio 1937 - 501 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1936/37 - XVIII giornata

TRIESTINA: Umer, Geigerle, Loschi, Pasinati, Rancilio, Spanghero, Mian, Chizzo, Busidoni, Costa, Colaussi.

LAZIO: Blason, Zacconi, Monza (II), Baldo, Camolese, Milano, Paicci, Riccardi, Piola, Uneddu, D'Odorico. All. Viola.

Arbitro: sig. Bertolio di Torino.

Marcatori: st 26' Mian.

Note: cielo coperto. Campo fangoso e scivoloso. Angoli 7 a 1 per la Triestina. Alla partita hanno assistito l'onorevole Serena e tutte le autorità locali. Il Vice-segretario del Partito ha suscitato, al suo apparire, una calorosa dimostrazione all'indirizzo del Duce. All'inizio della gara e della ripresa, la Triestina si è presentata in campo spiegando uno striscione con la scritta Vogliamo il Duce a Trieste.

Spettatori: 8.000.



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La Triestina schierata

1 mattino. Poche volte si è assistito ad una partita tanto equilibrata. Hanno vinto i migliori, ma la Lazio si è battuta con indomito spirito ed ha mantenuto una netta prevalenza offensiva a varie riprese. Questo predominio che a malapena la superiorità triestina del primo tempo riuscì a bilanciare può indurre i laziali ad una obbiettiva riflessione sulle legittimità del risultato. Va precisato, però, che l'azione d'attacco della Lazio non è stata soltanto sterile di punti, ma anche povera di situazioni favorevoli, ed in proposito è sintomatico il fatto che durante il secondo tempo, durante il quale la Lazio attaccava, Umer non è stato impegnato neppure una volta pericolosamente; poiché le avanzate degli azzurri si sono infrante molto prima di giungere a impegnare fi portiere.

Per contro la Lazio deve a Blason se la vittoria triestina non ha assunto le proporzioni di un trionfo. Il guardiano laziale ha effettuato parate degne di un grande campione. Che la partita sarebbe stata una delle più emozionanti lo si comprese fino dai primi momenti. Il giuoco prese a svolgersi velocissimo, alternativamente nei due campi, condotto con estrema decisione ma pure con la massima cavalleria. Se le difese non avessero vigilato con grande attenzione, non si sarebbe atteso fino al 10' per registrare la prima azione favorevole. Allora la rete di Blason fu veramente in pericolo. Chizzo riuscì a sgusciare fra i terzini e a presentarsi davanti a Blason, ma nel momento di sferrare il tiro il triestino si vide bloccare la palla da un terzino che mandò in angolo: il primo dei sette complessivi a favore dei rossi contro uno per gli azzurri.

La manovra fallita per un filo dava il via ad una serie di avanzate triestine, la maggior parte delle quali concluse da tiri in porta. Blason lavorò energicamente. Egli riuscì ad evitare un punto quasi già fatto al 15' togliendo la palla dai piedi di Busidoni; un'altra volta ad alzare sopra la traversa una palla scagliata nell'angolo da Chizzo, e a risolvere alcune mischie. Al 26' Blason era battuto da una perfetta azione in linea e da un magnifico tiro di Mian. La palla giungeva all'ala destra in seguito ad un intelligente tiro di Busidoni. Era una palla molto difficile data la posizione di Mian che si trovava quasi sulla linea di fondo ma l'alabardato tiro senza esitazione infilando la sfera nel ristrettissimo spazio della porta che gli era consentito di scorgere.

Come giuoco la partita ebbe ancora un quarto d'ora di vita fino al riposo fino cioè a quando la Triestina mantenne l'iniziativa; scaturirono dal brillante susseguirsi di avanzate numerose situazioni critiche dalle quali Blason si liberò sempre egregiamente. Nella ripresa la Lazio prese le redini della gara e forzandone il ritmo costrinse i triestini ad abbandonare le posizioni e a retrocedere in difesa del tenue vantaggio, cosa che i rosso-alabardati fecero assai bene.

La Triestina ebbe reazioni, ma di brevissima durata, e per lo più limitate a saltuario incursioni di questa o di quell'ala. Invece la Lazio si trasferì in blocco in campo avversario ma, se si toglie un gran tiro di Piola, sferrato dal di fuori dell'area e che sfiorò la traversa gli avanti laziali si trovarono alla prese con terzini e mediani più pronti nello scatto, attentissimi e che non commisero alcun errore. Verso la fine Colaussi rudemente colpito da un calcio, rimase infortunato e quasi inutilizzabile.

Fonte: La Stampa