Domenica 3 ottobre 1993 - Milano, stadio Giuseppe Meazza – Milan-Lazio 0-0

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3 ottobre 1993 - 2576 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1993/94 - VII giornata

MILAN: Rossi, Tassotti (70' Galli), Orlando, Albertini (31' Donadoni), Costacurta, Baresi, Eranio, Boban, Papin, Savicevic, Simone. A disp. Ielpo, Carbone, Massaro. All. Capello.

LAZIO: Marchegiani, Negro, Bergodi, De Paola, Luzardi, Di Matteo, Bacci, Doll (86' Marcolin), Casiraghi, Di Mauro, Winter. A disp. Orsi, Bonomi, Sclosa, Saurini. All. Zoff.

Arbitro: Nicchi (Arezzo).

Note: ammoniti Bacci e Negro. Angoli: 13-2 per il Milan. Sorteggio antidoping per Rossi, Papin, De Paola e Sclosa.

Spettatori: 60.279 (1.747 paganti e 58.532 abbonati).

Savicevic in azione
Negro sovrasta Tassotti
Simone al tiro
Uscita a vuoto di Marchegiani
Il biglietto della partita
Il palo di Simone
Duello Boban-Winter

Domenica di delusione e contestazione. Colpa dello 0-0 e colpa di un lungo striscione steso lassù, lungo la ringhiera del secondo anello della curva Sud, quella del grande tifo rossonero. Si legge chiaramente: "Mentre l'Uefa decide, la società si gioca lo stile per due finali immeritate". Firmato: Brigate Rossonere e Fossa dei Leoni. Da ricordare che già prima della trasferta del Milan a Washington per la Supercoppa con il Torino c'erano state, da parte del tifo organizzato, delle polemiche. Ieri il presidente Berlusconi, a fine partita, ha ingoiato il rospo, dicendo soltanto: "Non voglio rispondere agli striscioni, dovrei tirare in ballo ancora il Marsiglia e altri giudizi". Punto e basta. Chiaro che il tifo vero vorrebbe il Milan più brillante, meno disturbato dal pensiero di tanti impegni, capace sempre di vittorie. D'altronde, lo stesso presidente è d'accordo sul calo della squadra, che evidenzia segni di stanchezza. Ma Berlusconi non parla di riposo, dice solo che bisogna aspettare alcuni rientri importanti. Nell'attesa, il presidente sottolinea la buona prova del tanto discusso Savicevic. "Stavolta Dejan ha fatto tutto quello che poteva fare - dice Berlusconi. - Devo poi dare merito alla Lazio che ha saputo imbrigliare il Milan". Si riparla del primato, delle avversarie più quotate, del Parma e della Sampdoria. Lui ribatte: "Il grande vantaggio della Samp è dato dal fatto che non deve giocare partite europee infrasettimanali". Vero, ma allora offre ragione ai tifosi che si lamentano per i troppi impegni del suo Milan. In attesa dei famosi rientri, serpeggia oppure no questa stanchezza? L'allenatore Fabio Capello è di parere contrario, in sostanza non è d'accordo con il presidente. E' la verità ? Risponde che la verità non ha bisogno della retorica. "Io sono soddisfatto del risultato" dice l'allenatore. Zero gol mercoledì con gli svizzeri dell'Aarau, zero di fronte alla Lazio incompleta. Ma Capello insiste: "Io sono due volte soddisfatto: prima perché abbiamo passato il turno europeo e ora perché si è finito attaccando con molto vigore, nonostante la Lazio si sia chiusa bene. Poi ci sono i tiri sbagliati, le parate di Marchegiani, che è stato bravissimo, e i pali. Ripeto: sono soddisfatto". Ma il presidente non è del suo parere, ha parlato chiaramente di stanchezza. Capello replica: "Ognuno può vedere la partita come crede. Io, che vivo ogni giorno con loro, ammiro questi ragazzi. Facendo l'analisi della situazione di gioco, ho visto una squadra viva di fronte a una Lazio abile nella sua manovra di copertura. D'altronde, abbiamo aggiunto un'altra cifra all'imbattibilità che dura da gran tempo: non prendiamo gol e il portiere Sebastiano Rossi, vergine da ben 630 minuti, è vicino al record di Reginato, che è di 712 minuti. Alla prossima partita che giocheremo a Foggia, spero che il buon portierone abbia anche questa soddisfazione". Schegge di partita vista da due rossoneri. Il croato Boban: "Siamo un po' stanchi, gioverebbe un riposo". Simone non ha dubbi: "Un Milan discreto, niente di più. Tuttavia un successo per 2 a l'avremmo meritato". E' stato uno 0-0 con brivido. Albertini dopo mezz'ora ha dovuto lasciare il campo per un colpo alla testa. Ha spiegato Capello che il giocatore s'è avvicinato alla panchina, pensava di avere qualcosa all'occhio sinistro perché non vedeva bene. E' stato sostituito da Donadoni e spedito subito all'ospedale San Raffaele per accertamenti. Per qualche ora s'è temuto qualcosa di grave, poi una Tac ha escluso complicazioni all'occhio. Per precauzione è stato trattenuto a dormire in ospedale: oggi nuova Tac e, salvo complicazioni, ritorno a casa. Per Tassotti, pure lui sostituito, si è trattato invece di un colpo alla caviglia sinistra. Alcuni stanchi, altri - troppi - infortunati.

Il punto che la Lazio è riuscita a strappare al Milan per Pierluigi Casiraghi conta più di una vittoria. "Serve a cacciare i fantasmi di Cagliari - sottolinea l'attaccante. - E' importante per poter vivere dieci giorni tranquilli. Siamo venuti a San Siro convinti di strappare questo risultato, siamo riusciti a conquistarlo giocando anche una buona partita. Non bisogna dimenticare che la Lazio è scesa in campo con una formazione d'emergenza: mancavano uomini importanti, ma questa squadra è stata brava a puntar tutto su volontà e determinazione". Dopo le sconfitte e le umiliazioni, la lezione sembra imparata a memoria, ma per la Lazio il successo esterno continua a essere una specie di optional: non riesce a ottenerlo dal febbraio scorso. "Certo, vincere in casa del Milan non è facile - spiega Casiraghi. - I rossoneri non lasciano spazi per giocare, anche se non sono al massimo della forma". E dopo aver raccontato la felicità di Zoff al rientro negli spogliatoi, la punta della Lazio dice: "In fondo questo è un risultato giusto. Il fallo di Baresi su di me era da rigore? No, non stiamo a guardare queste sottigliezze; gustiamoci questo pareggio. Adesso dobbiamo soprattutto stare attenti a non rifare gli errori del passato, continuando a giocare con la stessa grinta". La stessa che sfodera Roberto Di Matteo, 23 anni, promosso libero da Zoff contro il Milan. Figlio d'emigrati italiani, cresciuto in Svizzera, un passato nell'Aarau, da due mesi questo ragazzo ha cambiato vita. "Mi sembra un sogno - rivela. - Sono soddisfatto della mia prestazione, ma soprattutto per la squadra. Lo stadio di San Siro, fino a ieri, l'avevo visto solo in televisione". Beppe Signori la partita l'ha guardata dalla tribuna; di Gascoigne, a Milano, neppure l'ombra. A un'infermeria già affollata s'è aggiunto anche Doll. Il tedesco ha una contrattura agli adduttori della gamba sinistra: salterà il turno di Coppa Italia.

Fonte: Corriere della Sera