Domenica 4 luglio 1937 - Roma, stadio del P.N.F. - Lazio-Grasshoppers 6-1

Da LazioWiki.

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4 luglio 1937 - 516 - Coppa Europa Centrale - Quarti di Finale - Andata - inizio ore 17:30

LAZIO: Blason, Zacconi, Monza, Baldo, Viani, Milano, Busani, Marchini, Piola, Camolese, Costa.

GRASSHOPPERS: Huber, Minelli, Weiler II, Springer, Vernati, Guttermann, Bickel, Artimovic, Rupf, Abegglen, Fauguel.

Arbitro: sig. Mienz (Austria).

Marcatori: 5' Fauguel, 14' Busani, 31' Marchini, 34' Piola, 75' Busani, 77' Piola, 84' Piola.

Note: terreno leggermente scivoloso per la pioggia caduta all'inizio dell'incontro.

Spettatori: 6.000.

La Stampa titola “LAZIO-GRASSHOPPERS 6-1 - Punteggio clamoroso a Roma - Gli “azzurri” iniziano in tono incerto ma poi trovano il giusto ritmo all'attacco e stravincono” e affida il racconto della partita a Vittorio Pozzo.

La Lazio ha battuto il Grasshoppers di Zurigo in una partita che è stata più combattuta di quanto il punteggio lascerebbe supporre. Pioveva quando la partita ebbe inizio. Una pioggerella fine e minuta che non durò a lungo, ma che bastò a rendere sdrucciolevole il terreno e viscido e difficile da controllare il pallone. Ambedue le squadre si mostrarono inizialmente impacciate ad adattarsi alle nuove condizioni dopo tanti giorni di sole; ma la prima a soffrirne tangibilmente le conseguenze fu proprio la compagine locale. Al 5' di giuoco il vecchio ma astuto Abegglen riprendeva un difettoso rinvio della difesa romana e lanciava prontamente Bickel. Questi sgusciava via a Milano e tirava diagonalmente basso in porta. Blason, sulla traiettoria del tiro, dava l'impressione di poter bloccare con relativa facilità: il pallone, bagnato, gli sfuggiva invece di mano, di modo che l'altra ala sopravvenuta in corsa altro non aveva da fare che sospingere da un paio di passi nell’angolo della rete.

Gli azzurri all'attacco. Avvantaggiato da questo punto, il Grasshoppers cominciò a giocare forte e deciso, tanto che per qualche minuto i laziali, scombussolati e innervositi, non ne imbroccavano una. Poi il punto segnato di finezza e di precisione da Busani venne a ridare loro animo, ristabilendo la situazione. Ben servita da un lungo passaggio in avanti, l'ala destra giungeva tutta sola fino alla linea di fondo, a qualche passo dalla rete. Busani eseguiva una finta, come se volesse passare a Piola che arrivava in corsa, e tutta la difesa si precipitava su Piola stesso. Busani, invece, sparava basso e batteva il portiere che più di ogni altro era stato ingannato dall'accorta mossa. A pari punti la Lazio prese subito a giocare meglio. Era la volta della difesa svizzera a dover lavorare alla disperata. Il pallone viscido, velocissimo, schizzava via incontrollato, faceva quel che voleva. Praticamente fu questa difficoltà a comandar la palla che accasciò gli elvetici e lanciò i romani sulla via della vittoria. Il portiere Huber avrebbe infatti potuto e dovuto parare i due tiri che, partiti dal piede di Piola e da quello di Marchini, in rapida successione, lo batterono verso la metà del tempo. In ambo le occasioni il pallone gli sgusciò via di mano e andò a finire nella rete. Specialmente il tiro che Marchini aveva eseguito di sinistro pareva facilissimo da parare. Ma il Grasshoppers, pur perdendo per 3 a 1, continuò, dopo come prima, ad avere la sua parte di giuoco. La sua prima linea sviluppava trame di giuoco non solo piacevoli a vedere, ma anche pericolose per gli avversari. Buon per la Lazio che, al momento decisivo dell'azione, il ritmo degli svizzeri si rallentava di colpo e la precisione veniva a mancare. A metà tempo si giungeva con la Lazio in vantaggio per 3 a 1, ma con un giuoco relativamente equilibrato.

È di scena Piola. Aveva cessato di piovere; rientrano in campo i giocatori dopo il riposo. La Lazio attaccava subito non appena ripreso il gioco e dominava e manteneva il gioco nelle vicinanze dell'area di rigore avversaria, anelando ad aumentare al massimo il vantaggio per garantirsi da ogni sorpresa dell’incontro di ritorno e assicurarsi così senz’altro il posto nella semifinale del torneo. Ma come spesso avviene quando troppo a lungo si domina - e questa volta la prevalenza dei romani aveva lunghi periodi di continuità - l'attacco giocava ogni volta più stretto, le azioni si svolgevano in un raggio sempre minore e l'energica difesa di uomini come Minelli e Veiler li rompeva, stroncava e impediva a lungo ogni aumento del punteggio. Da parte sua il portiere Huber, scomparsa l'insidia del pallone viscido, mostrava sicurezza, parando, fra l'altro, a pugni chiusi un forte e difficile tiro di Piola. Il portiere elvetico parò due botte; Weiler li lavorò di cervello per quanto gli fu dato; Minelli si difese disperatamente; poi tutti e tre capitolarono. Fu dapprima Busani che, venuto a trovarsi solo sulla destra della porta, infilò la rete con un tiro trasversale che non lasciò nessuna possibilità di salvezza a Huber. Poi fu la volta delle cannonate di Piola ad entrare in azione. Un urto durissimo a tre mandava Piola e i due terzini avversari a gambe levate; il vercellese si riprendeva per primo ed ancora mezzo a terra lasciava piombare sulla palla una tale mazzata da piegare indietro le mani del portiere che era giunto a tempo sulla palla stessa. Poco dopo una azione tutta a gioco largo faceva sì che Piola, ricevendo un centro di Costa, venisse a trovarsi solo davanti a Huber. Il portiere non tentava nemmeno di opporsi al potentissimo tiro che ne seguiva. Verso la fine, gli svizzeri ricorrevano a qualche cambiamento nella formazione della loro prima linea spostando Abegglen or qua, or là e giungevano anche a dominare per una decina di minuti. Senza alcun risultato pratico però. Il fischio finale trovava la Lazio sempre in vantaggio per una scorta di cinque punti.

Fu una Lazio migliore di quella che aveva lottato contro l'Hungaria questa che battè il Grasshoppers; una Lazio più vigile in difesa, più travolgente nell’attacco, più continua ed equilibrata nel complesso della sua attività. La squadra non è fatta per difendersi, ama l'attacco, è veramente sé stessa solo quando può distendersi tutta e andare all'arrembaggio. Ma ieri si mostrò più in vena in ogni suo settore. Marchini stesso, che sta attraversando l'inevitabile crisi dell'ambientamento, si ritrovò a un certo momento e lavorò bene. Ottima giornata di tutta una serie di altri uomini come Piola, Baldo, Milano, Busani per non citarne che alcuni. Il risultato della partita è un po’ un’ingiuria a una compagine come il Grasshoppers. Si tratta di una squadra che sa difendersi e sa attaccare, anche se non sa eccellentemente concludere. V’è coesione e sistema nell’undici. Emerge in esso Minelli, un terzino che l’irruenza compromette qualche volta, ma che la decisione e l'energia salvano assai sovente. A dar tono alla prima linea continua ad esserci Abegglen, un anziano che gioca ogni anno in un raggio più ristretto, ma che ha uria visione tattica del gioco superiore. E richiama l'attenzione nell'«undici» il giovane centro-mediano Vernati, di origine italiana, un elemento ancora in formazione, ma che ha buone doti tecniche. Il Grasshoppers è stato battuto dal superiore senso pratico del gioco italiano, ma è squadra di buona struttura e di buone qualità. La partita fu disputata con correttezza e fu priva di incidenti. Vi assistette una folla discreta.