Domenica 7 gennaio 1990 - Genova, stadio Luigi Ferraris - Sampdoria-Lazio 2-0

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7 gennaio 1990 - 2437 - Campionato di Serie A 1989/90 - XVIII giornata

SAMPDORIA: Pagliuca, Invernizzi, Carboni, Pari, Vierchowod, Lanna, Lombardo, Victor, Salsano, R. Mancini, Dossena (46' Katanec). A disp. Nuciari, Dall'Igna, Breda, Lupo. All. Boskov.

LAZIO: Fiori, Bergodi, Sergio, Pin G., Gregucci, Soldà, Di Canio (55' Beruatto), Icardi, Amarildo, Troglio, Bertoni. A disp. Orsi, Piscedda, Monti, Nardecchia. All. Materazzi.

Arbitro: Lo Bello (Siracusa).

Marcatori: 82' R. Mancini, 86' R. Mancini.

Note: ammoniti al 25' Sergio, 34' Di Canio, 70' Mancini, 71' Icardi.

Spettatori: paganti 7.266, per un incasso di lire 151.017.000; abbonati 16.545, quota di lire 322.329.283.

Pari e Di Canio
Mancini esulta dopo la rete

Lo Bello show: nega rete e rigore sacrosanti, non vede i fuorigioco sui 2 gol Mancini scatenalo concede il bis Seconda Mancini ha infilato la porta laziale dopo un monumentale fallo sul portiere di Katanec. La seconda poco dopo, quando Fiori ha steso in area Lombardo, partito in fuorigioco. In questo modo tutto è tornato a posto e niente in ordine. La Samp ha ottenuto la vittoria, legittimata pure da un palo di Pari in apertura di ripresa, Mancini ha messo in carniere altri due gol da dedicare ad Azeglio Vicini. E Lo Bello si è meritato un 4 in pagella. Archiviata la pratica Lo Bello, una dinastia che si perpetua nei decenni, va detto che la partita è stata piacevole e ricca. E' successo un po' di tutto. A parte i quattro episodi decisivi citati e il palo pieno di Pari, ci sono state almeno una dozzina di occasioni da gol, due parate sensazionali di Pagliuca - al 17' su insidiosissimo tentativo di autogol di Victor, e poi al 63' su legnata di Bertoni - e due comici lisci di Amarildo solo davanti alla porta.

E se Materazzi ha qualcosa su cui recriminare, più che con l'arbitro dovrebbe prendersela con il piazzista di bibbie brasiliano e con chi ha avuto la felice idea di portarlo in Italia e alla Lazio, al posto di Dezotti. Tanto per condire lo spettacolo c'è stata anche una bella scazzottata tra Pagliuca e Vierchowod, proprio allo scadere del primo tempo. Il difensore un formidabile rompiscatole, era retrocesso per redarguire il portiere, colpevole di non essere uscito su cross di Troglio. E Pagliuca per tutta risposta ha allungato al compagno un diretto destro. Vierchowod è recidivo: aveva già litigato con Vialli a Cesena, e con Pagliuca a Udine. Farebbe bene a prendere qualche ansiolitico. Tanto più che la Samp ha mostrato di saper concentrare bene sul campo la propria carica.

Sferzati dalla gelida tramontana, gli orfanelli di Vialli e Cerezo si sono avventati come furie sugli avversari, scoprendo uno spirito proletario e concreto troppe volte mancato. Come detto, la Samp meritava di andare in vantaggio già al 20' col rigore prima concesso e poi ritrattato da Lo Bello per un dubbio fuorigioco di Mancini, e al 70' quando il guardalinee di destra ha visto un altro discutibile fuorigioco prima dell'incornata di Mancini. Il bambino prodigio è finito ancora sugli scudi. Ma il vero salvatore della patria è stato Katanec. Entrato nella ripresa, al posto di un Dossena malconcio, lo slavo ha fatto le due cose più scorrette e decisive della gara: ha mandato all'ospedale Di Canio, migliore in campo, e per le terre Fiori al momento del gol. Ma era destino, in un pomeriggio di equivoci, che anche l'eroe fosse sbagliato. Conta il risultato, come direbbe Lo Bello, e la Samp continua la sua corsa senza Vialli e senza briglie verso il miraggio d'uno scudetto.

Fonte: La Stampa