Domenica 7 giugno 1981 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Cesena 2-0

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7 giugno 1981 - 36 - Campionato di Serie B 1980/81 - XXXVI^ Giornata

LAZIO: Marigo, Pighin, Simoni, Mastropasqua, Ghedin, Citterio, Sanguin, Bigon, Albani (69' Marronaro), Viola, Garlaschelli. A disp. Nardin, Piccinini, Manzoni, Cenci. All. Castagner.

CESENA: Recchi, Mei, Arrigoni, Bonini, Oddi, Perego, Roccotelli, A.Piraccini, F.Bozzi (19' Fusini), Lucchi (46' A.Bordon), Garlini. A disp. Dadina, Tondi, Babbi. All. Bagnoli.

Arbitro: Sig. Barbaresco (Cormons).

Marcatori: 74' Viola, 79' Mei (aut).

Note: giornata estiva, terreno in perfette condizioni. Ammoniti Sanguin, Roccotelli, Bigon, Bonini e Garlaschelli. Angoli 6-4 per la Lazio.

Spettatori: 40.000 circa, di cui 26.426 paganti.

Striscione dei tifosi a sostegno della squadra
Il Corriere dello Sport dell'8 giugno 1981
Viola abbracciato da Bigon dopo la marcatura
Bus presi d'assalto dai tifosi

Nel momento del pericolo, la Lazio ha fatto appello a tutto il suo orgoglio, che le ha consentito di battere per 2-0 il Cesena nello scontro diretto sulla strada della promozione. I biancoazzurri sono scesi in campo condizionati da un certo timore, per le assenze di Pochesci, Perrone, Spinozzi e Greco squalificati. Infatti la squadra di Castagner ha stentato a trovare il giusto equilibrio contro i romagnoli, decisi a portarsi via almeno un punto. Il Cesena, fortunato in qualche occasione, stava per riuscirci, potendo contare su una formazione più omogenea, forte in difesa e a centrocampo (con il solito Bonini), insidiosa in attacco con Roccotelli e Garlini. Gli ospiti, però, sono apparsi molto evanescenti nelle conclusioni a rete. L'allenatore Bagnoli aveva preferito schierare in partenza la mezza punta Bozzi al posto del centravanti Bordon, con il preciso scopo di infoltire il centrocampo dove in effetti i laziali raramente riuscivano a trovare il filo della manovra offensiva.

Citterio si impegnava nel solito lavoro sulla fascia sinistra, ma non trovava una valida collaborazione nei compagni di punta. Garlaschelli cercava di sfruttare la sua velocità portando avanti qualche pallone, però il giovane centravanti Albani, preferito a Chiodi, non dava l'impressione di possedere una sufficiente autorità, anche perché trovava sulla sua strada un uomo esperto come Oddi. Inoltre la difesa biancoazzurra, con il suo schieramento inedito, sembrava presa dal panico ogni volta che venivano avanti i romagnoli. Simoni, che non è un terzino, ha dovuto spesso ricorrere alle maniere forti per fermare il vivacissimo Roccotelli. Anche Pighin incontrava parecchie difficoltà ad arginare le iniziative di Garlini. Si andava avanti per tutto il primo tempo con la Lazio che tentava inutilmente di svincolarsi dalla stretta marcatura del Cesena. La difesa romagnola chiudeva energicamente i varchi. I centrocampisti rallentavano abilmente il gioco rendendo inutili gli improvvisati tentativi dei biancoazzurri. Tuttavia era la squadra di Castagner ad andare più vicina al gol, prima con Albani, che da corta distanza non riusciva a deviare in porta un ottimo passaggio di Bigon, poi con Viola, al 34', preceduto da una tempestiva uscita del portiere Recchi. Al 35' i laziali reclamavano vivacemente per un fallo di Bonini su Sanguin, che consideravano avvenuto dentro l'area di rigore.

Barbaresco decideva per un calcio di punizione dal limite, alimentando il vittimismo che da qualche tempo sbandierano i biancoazzurri nei confronti della classe arbitrale. A due minuti dalla fine del primo tempo, il Cesena sfiorava a sua volta la rete, evitata dalla bravura del portiere Marigo che deviava in tuffo una palla angolata colpita dal terzino Arrigoni. Le notizie che giungevano attraverso la radio, del Genoa in vantaggio sul Catania, infondevano una vigorosa scossa alla squadra di Castagner. Nel tentativo di portare il colpo a sorpresa, l'allenatore romagnolo Bagnoli, sostituiva Lucchi con il centravanti Bordon. Ma la mossa capitava nel momento meno propizio.

La Lazio, infatti, appariva finalmente più determinata a sbloccare il risultato di parità, che avrebbe potuto seriamente compromettere le sue aspirazioni di promozione. Gli artefici della metamorfosi biancoazzurra, erano Viola e Bigon, nettamente i migliori in campo. In sostanza era l'esperienza di due giocatori fra i più rappresentativi della formazione romana, a sferrare un deciso colpo al piatto della bilancia. Il Cesena si rinchiudeva nella sua area, ma non sembrava una scelta tattica. Era infatti la Lazio a premere sull'acceleratore intuendo il grosso rischio che stava correndo. Al 67' Bigon sfiorava il palo con un colpo di testa, dopo aver raccolto abilmente un cross di Citterio. Castagner sostituiva Albani con Marronaro, il quale contribuiva a rendere più dinamica l'offensiva laziale. Ma nel complesso la squadra romagnola, pur con qualche affanno, riusciva ad arginare gli attacchi dei padroni di casa.

Quando sembrava che i biancoazzurri, nonostante la loro pressione, non potessero riuscire a passare, è giunto improvviso il gol che ha fatto «esplodere» l'Olimpico: Mei atterrava Bigon al limite dell'area. Calcio di punizione «combinato» a tre: Sanguin, Citterio che fermava la palla per Viola, il quale azzeccava un bolide che Recchi sfiorava, ma non riusciva a fermare. Trascorrevano appena cinque minuti e la Lazio metteva al sicuro il successo con un'azione piuttosto confusa. Il difensore Mei, scontrandosi con il proprio portiere, tentava di respingere un tiro di Sanguin. La palla schizzava rotolando lentamente in gol. Bigon assestava alla sfera il colpo finale, però quando questa aveva già varcato la linea.

Fonte: La Stampa