Domenica 7 maggio 1989 - Pescara, stadio Adriatico - Pescara-Lazio 0-0

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7 maggio 1989 - 2410. Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1988/89 - XXVII giornata - Inizio ore

PESCARA: Gatta, R.Bruno (29' Di Cara), Bergodi, Ferretti (66' Edmar), Junior, Ciarlantini, Pagano, Gasperini, F.Marchegiani, Tita, Berlinghieri. A disp. Zinetti, Caffarelli, Miano. All. Galeone.

LAZIO: Fiori, Marino, Piscedda, Acerbis (68' Beruatto), Monti, Gutierrez, Di Canio, Dezotti, Muro, Sclosa (62' Greco), Sosa. A disp. Martina, Di Biagio, Rizzolo. All. Materazzi.

Arbitro: Agnolin (Bassano del Grappa).

Note: ammoniti 16' Gutierrez, 36' Marino, 62' Di Canio.

Spettatori: paganti 4.804, incasso di 113.385.000 lire; abbonati 15.633, quota partita di 316.273.944 lire.

Dal Guerin Sportivo: alcune foto della gara
Una fase della gara

Una Lazio assai più determinata rispetto alla squadra deludente di sette giorni prima ha imposto al Pescara il risultato di 0-0 che se si fosse tramutato in una vittoria per i romani nessuno avrebbe gridato allo scandalo. La formazione di Galeone, probabilmente troppo caricata dall'importanza della posta in palio, quasi mai è riuscita ad imporre un tipo di gioco che potesse gettare le premesse per il successo pieno. Junior si è visto solo a tratti. Pur illuminando la scena con qualcuno dei suoi classici suggerimenti, il brasiliano ha fatto mancare alla squadra una maggiore assiduità di iniziative. Spento il faro della formazione pescarese, sono rimaste in scena pallide comparse che inutilmente hanno tentato di diventare protagoniste. Il pallino è quindi passato per lunghi tratti nelle mani dei laziali. E questo, per la verità, è un fatto inconsueto per gli uomini di Materazzi, abituati a prendere punti fuori casa con condotte di gara assai più remissive.

Intendiamoci, nulla di eccezionale, ma almeno ieri la Lazio, in varie occasioni, ha dato l'impressione di avere nell'arco qualche freccia in più da mandare a bersaglio. Il riferimento chiama in causa principalmente Ruben Sosa il quale, trovando il coraggio di affrontare quasi da solo la difesa abruzzese, si è battuto con caparbietà tenendo costantemente in allarme i pescaresi. Ma è giusto assegnare i loro meriti pure a Dezotti, Muro e Di Canio del secondo tempo. Pure nelle retrovie, la Lazio si è fatta valere soprattutto con Monti e il portiere Fiori.

I romani devono pure recriminare per un dubbio fallo da rigore. L'episodio accadeva al 28': Muro indovinava un preciso allungo per Dezotti che si presentava solo in area. Sul tiro ravvicinato, respingeva Gatta, la palla carambolava sulla mano di Bruno, finendo oltre la linea. Agnolin, perfetto per tutta la gara, probabilmente coperto, optava per il calcio d'angolo. Ma proprio un minuto prima era stato il Pescara a sfiorare la marcatura attraverso un'ottima triangolazione fra Pagano e Marchegiani, con una gran fucilata di quest'ultimo parata dal portiere Fiori. La gara, non bella sul piano dell'estetica, è stata tuttavia assai vivace e vibrante.

Numerosi sono stati i capovolgimenti di fronte. Ma mentre la Lazio dava l'impressione di una più marcata consistenza, le azioni degli abruzzesi, pur partendo in bello stile con Tita, Marchegiani e a tratti Pagano, sfumavano per la mancanza di un uomo che sapesse assestare il colpo definitivo. il punto tutto sommato fa assai comodo alla Lazio, per i concomitanti risultati negativi delle dirette avversarie in lotta per non retrocedere. I pescaresi, invece, acciuffando la posta intera, avrebbero potuto fare un passo decisivo verso una zona più tranquilla. Ora dovranno rimboccarsi le maniche pure loro. Con un pizzico di fortuna in più, gli uomini di Materazzi avrebbero potuto festeggiare la terza vittoria del campionato. Tuttavia pesano i 17 pareggi che lasciano molte perplessità. Gli episodi che hanno consentito alle due squadre di avvicinarsi maggiormente al bersaglio in definitiva si sono registrati nel primo tempo in seguito a due incauti passaggi indietro di Monti e Junior, annullati dalla bravura dei portieri. Nella ripresa, la Lazio ha potuto contare su un Di Canio in più. Però al 76' Marchegiani, imbeccato bene da Junior, mandava la palla a sfiorare la traversa. All'82' erano i biancocelesti romani a farsi sfuggire un'occasione d'oro. Di Canio, che aveva ricevuto un invitante pallone da Ruben Sosa, scaricava una gran botta alla quale si opponeva Gatta con una parata strepitosa.

Fonte: La Stampa