Sosa Ruben (Sosa Ardaiz Ruben)

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Ruben Sosa Ardaiz
Foto S.S. Lazio

Attaccante, nato a Montevideo (Uruguay) il 25 aprile 1966.

Cresciuto nella squadra uruguayana del Danubio dove rimane dal 1982 al 1985 anno in cui viene ceduto agli spagnoli del Real Zaragoza, con cui vince la Coppa del Re nel 1986. Viene acquistato nell'estate 1988 dal presidente Gian Marco Calleri. Il suo esordio in Serie A è datato 9 ottobre 1988 nella prima giornata del campionato nella gara Cesena-Lazio conclusasi 0-0. Nei quattro campionati in maglia biancoceleste, colleziona 124 presenze e 40 reti in Campionato, e 16 presenze con 7 reti in Coppa Italia, divenendo, oltre che titolare inamovibile, un vero beniamino per i tifosi. Ancora oggi, il settore caldo del tifo biancoceleste di tanto in tanto gli dedica un nostalgico coro. Nel 1992 viene ceduto all'Inter dove si dimostrerà ancora un ottimo giocatore, vincendo da protagonista la Coppa Uefa 1994. Nella stagione 1992/93 in coppia con Schillaci gioca un ottimo campionato. Nel 1995 si trasferisce in Germania, nel Borussia Dortmund dopo 104 gare e 50 reti in nerazzurro. In Germania rimane solo un anno (17 presenze e tre reti) - si laurea comunque campione di Germania - per poi passare in altre squadre come il Logroñés, in Spagna, e dal 1997 al 2001 al Nacional Montevideo. Ha militato anche nello Shangai Shenua e Racing Montevideo. Dal 2009 lavora come collaboratore nel Nacional Montevideo, che lascia nel 2019.

Colonna della nazionale uruguaiana per oltre un decennio, Sosa ha conquistato due edizioni della Coppa America, nel 1987 e nel 1995. Attaccante mancino non di elevata statura, molto veloce, potente e bravissimo nel saper leggere le situazioni, Ruben univa senso del gol e spiccate doti di sacrificio.

Nota[modifica | modifica sorgente]

Il 30 aprile 2009 ha rilasciato una lunga intervista a Pietro Cabras del Corriere dello Sport di cui pubblichiamo un riassunto:

Oggi è di fatto un dipendente del club Nacional, che mette a disposizione la sua esperienza ai tecnici delle varie squadre, dai giovani ai grandi: è inquadrato come ayudante de campo di Gerardo Pelusso, attuale allenatore della prima squadra. "Lavoro quattro giorni con i grandi, la mattina, e un paio di giorni con i ragazzi. Ce ne sono almeno tre, hanno diciotto anni, dotati di un grandissimo talento: li porterei di corsa in Italia. Qui ancora, come capitò anche me, i giovani cominciano a giocare per la strada, ed è un'esperienza che ti forma molto, anche nel carattere: l'inquadramento tattico viene dopo. Ma chi si fa largo per strada, in campo è una garanzia". Abita a Montevideo, vicino all'aeroporto di Carrasco, a un quarto d'ora dal campo di Los Cespedes; ha anche una casa per le vacanze a Punte del Este, la zona chic della capitale. Con lui vivono la moglie Ana Gabriela, e cinque figli: Cecilia, 20 anni, nata in Spagna, che oggi lavora in banca; Pilar, 19, occupata in un negozio, e Isabel, 14, nate una a Roma e una a Como; poi c'è Angela, 6 anni, e infine è arrivato il maschio, Nicolàs, quattro anni: "E sarà lui il mio erede", ride Ruben che in patria chiamano ancora El Principito. Qualche tempo fa era a casa, e gli squillò il telefono. Un suo amico in viaggio a Roma, era sulle tribune dell'Olimpico. "Ascolta qui - mi ha detto - cantano una canzone con il tuo nome, mi pare". Lo ricorda bene, Ruben, il coro in suo onore è diventato negli anni un divertente tormentone che propone spesso il pubblico laziale: "A Roma ho talmente tanti amici che posso permettermi di non aver mantenuto una casa: quando sanno che arrivo, mi si aprono talmente tante porte...". Lo sa che nella Lazio c'è il giovane portiere uruguaiano Muslera che sta facendo molto bene, adesso? "Talvolta riesco a vedere la Lazio in Tv. Ero un anno fa a Roma, e mi parlavano di Muslera, mi dicevano che non era adatto, che aveva dei problemi. E io rispondevo: dovete solo avere pazienza: l'ho avuto al Nacional, lo conosco bene, Fernando". I laziali ritrovano tracce di Ruben Sosa anche in Mauro Zarate. "Mi hanno detto anche questo. Verrò a conoscerlo presto, Zarate, sono curioso anche io". La verità è che non vede l'ora di prendere l'aereo e sbarcare di nuovo in Europa, come fece quando il Saragozza lo prelevò dal Danubio, o come quando per 192 milioni di pesetas la Lazio lo portò a Roma. "Spesso ti apprezzano di più lontano dal tuo Paese" conviene lui con un pizzico di amaro. Spesso c'è chi è capace di farsi voler bene ovunque, Ruben, e non è da tutti.



Palmares[modifica | modifica sorgente]





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