Martedì 5 dicembre 2000 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Leeds United AFC 0-1

Da LazioWiki.

Stagione

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5 dicembre 2000 - 2924 - Champions League 2000/01 - Seconda fase gruppo D - II giornata - inizio ore 20.45

LAZIO: Peruzzi, Pancaro, Nesta, Fernando Couto, Favalli, Lombardo (82' Gottardi), Veron (70' Ravanelli), Simeone, Nedved, Salas, Crespo. A disposizione: Marchegiani, Negro, Colonnese, Mihajlovic, Pesaresi. All. Eriksson.

LEEDS UNITED: Robinson, Kelly, Harte, Radebe, Woodgate, Wilcox (76' Kewell), Bowyer, Bakke, Dacourt, Kewell, Viduka. A disposizione: Milosevic, Harte, Mills, Burns, Maybury, Huckerby. All. O'Leary.

Arbitro: Sig. Colombo (Francia).

Marcatori: 80' Smith.

Note: ammoniti Viduka, Bowyer, Veron. Recuperi: 1' più 3'.

Spettatori: 26.503 paganti.

Il biglietto della gara
Altra tipologia di biglietto della gara

Al 60° del secondo tempo la Lazio è già sparita del tutto dalla scena di una partita mai cominciata e l'unico passaggio che le rimane aperto è quello verso il tunnel della crisi. Ammesso che Sven Goran Eriksson arrivi a febbraio, passerà un inverno avvelenato dalla più che probabile eliminazione dalla Champions League: zero punti dopo due gare, ultimo posto nel girone dietro a Real Madrid (6), Anderlecht e Leeds (3). Alla ripresa (13 febbraio), la Lazio è attesa al "Bernabeu" proprio dal Real, campione in carica. Un altro tracollo sancirebbe la fine anticipata dell'avventura europea. Ad affondare i campioni d'Italia concorrono Alan Smith, autore del gol e, al pari suo, Marko Viduka, autore dell'assist di tacco. Viduka è erculeo, una specie di Christian Vieri venuto dall'Australia, dove peraltro il nostro ciclope è cresciuto e ha sviluppato quell'invidiabile struttura fisica. Lo si nota dopo appena tre minuti di gara: mette le mani in faccia a Nesta per procacciarsi la palla come fosse un morso di vita. L'arbitro francese Colombo lo ammonisce nel vano tentativo di fargli intendere che il calcio è anche altro. Marko non se ne dà per inteso e mostra, pur nella rozzezza dei movimenti, come riconquista e difesa della sfera siano beni preziosi nel calcio. I duelli che ingaggia con Nesta e Fernando Couto sono quanto di meglio esista nel primo tempo di Lazio-Leeds, naturalmente dopo i match di sumo.

Tuttavia anche gli osservatori meno avvertiti sanno che non è mai il caso di abbandonarsi alle spiritosaggini quando si tratta di censurare un giocatore di tal calibro. Tanto è vero che ad una manciata di secondi dall'intervallo, Viduka produce e confeziona a Bowyer un assist sul palo opposto rispetto alla sua esecuzione. Il pallone non chiederebbe tanto, solo di essere deviato in porta in maniera decente, come invece all'esterno di destra del centrocampo inglese non riesce. Fino all'intervallo la Lazio si vede due volte sui calci d'angolo di Veron (da destra, Crespo devia al volo accarezzando la rete; da sinistra, Pancaro mette la testa e la palla schizza all'incrocio dei pali) e due volte quando attacca da destra (Lombardo ed episodicamente Nedved). Una delle rare volte che lo sfondamento riesce a sinistra, e il merito è di Nedved, Salas incrocia di testa, ma Woodgate respinge sulla linea. Se però i biancazzurri non sembrano far meglio del Leeds neppure nel computo delle occasioni (anche Lombardo deve anticipare Peruzzi sul colpo di testa di Bakke), meno che mai si può dire che riescano sul piano dell'espressione di gioco: Veron paga il rientro affrettato in un centrocampo sfilacciato, Lombardo non cambia mai passo, Nedved fiammeggia solo con i tiri da lontano. La squadra è lunga e spaccata in mezzo, dove Favalli non sale e dunque non aiuta chi ne ha bisogno. Il Leeds ha maggiore ordine e, di conseguenza, maggior rigore.

Nella ripresa, prima cresce fino a imbarazzare la Lazio (Peruzzi salva su Viduka, Woodgate lo grazia), poi quasi la domina passeggiando indisturbato negli spazi regalati dagli uomini di Eriksson. Scrivere che gli inglesi meriterebbero di vincere non significa ricorrere alla provocazione. Infatti la realtà si incarica di dimostrarlo. Non c'entrano solo Viduka e Smith, ma la coralità di un'azione che banalizza la difesa laziale e colpevolizza Eriksson ben oltre le denunciate assenze: Nesta aveva chiesto il cambio pochi attimi prima del gol del Leeds, non averglielo concesso è stata una gravissima leggerezza.

Fonte: Corriere della Sera