Massese

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Il logo della Massese

Le gare disputate contro la Massese
Le gare disputate contro la Massese B

Il calcio viene giocato in Italia a partire dal 1898, quando non era ancora un fenomeno nazionale ma solo una realtà metropolitana del nord allargata al solo Piemonte e all'entroterra ligure. Nel 1913, per la prima volta quattro squadre toscane partecipano al campionato nazionale nel raggruppamento centro-meridionale ed anche a Massa si incomincia a giocare a calcio. Nel 1913 Massa è una cittadina di circa 32.000 abitanti e le cronache del tempo ci danno l’impressione di una comunità alla ricerca di momenti di svago e di divertimento. L'economia si basava principalmente sull'estrazione del marmo e sulla produzione agricola. In quell'anno, in città, sono presenti due società sportive: la "Società Sportiva Forza e Coraggio" e la Società "Sportiva Pro Massa". La Forza e Coraggio era strutturata in sezioni comprendenti ciclismo, nuoto, canottaggio e maratonina. La S.S. Pro Massa invece aveva sezioni di podismo e ciclismo di cui ne era il pezzo forte. Dietro l’ospedale, lungo il canale delle Grondini esisteva un enorme spazio denominato Piazza d'Armi; serviva, infatti, per manifestazioni militari, era un terreno pieno di ciottoli, ma dotato di fondo ghiaioso che assorbiva l'acqua come una spugna, permettendo il gioco anche dopo un acquazzone; non era livellato, al contrario presentava una leggera e percettibile pendenza, ma era già un lusso poterlo usare senza problemi e così diventò il primo campo da gioco del calcio massese.

I primi giocatori erano studenti e qualche borghese. Il calcio non era popolare come il ciclismo ed era ancora solo un fenomeno d'élite. La costruzione del campo da gioco era semplice e spartana; con tre legni erano montate le porte, ovviamente senza rete e righe di demarcazione e ci si spogliava al bordo del campo delimitato con la punta di un bastone. La prima partita giocata in quel di Massa risale al 15 febbraio 1914, quando in Piazza d'Armi la "Società Sportiva Forza e Coraggio F.B.C." incontrò lo "Sporting Club di Querceta", e quindici giorni dopo ci fu la prima vittoria della storia del calcio massese ai danni della "Giuseppe Cei" di Pietrasanta. Il 29 Marzo 1915 la "S.S. Forza e Coraggio" cambiò nome in "Massa Football Club" e poco tempo dopo la sua nascita ci fu una crisi a livello gestionale, i giocatori erano in sovrannumero tanto da portare ad una scissione della società: nacquero così la 'S.S. Pro Massa' e la "U.S. Massese". Il primo derby della storia calcistica massese si ebbe, invece il 5 Aprile 1915 quando la S.S. Pro Massa incontrò la Polisportiva Carrarese. Il pubblico era numeroso e turbolento, e nonostante la superiorità tattica della Massese la partita finisce in un triste pareggio che scatena gli animi dei tifosi. La storia delle due società continua senza particolari esiti sportivi fino al riposo forzato al quale la Prima Guerra Mondiale costringerà fino al 1919. Dopo il conflitto bellico la città è scossa, ma lo spirito sportivo massese non si è spento e nasce così la “S.S. Juventus Massa” che poi continuerà la tradizione calcistica cittadina. Nel 1921 la Sig.ra Banfi Claudina proprietaria del cotonificio al Forno, acquistò il terreno di Via Marina Vecchia dai Sig.ri Pelù per donarlo al Comune di Massa alla simbolica cifra di 1 Lira, affinché si destini quell'area a campo sportivo.

Il piccolo impianto venne denominato "Dina dalle Piane" in omaggio alla figlia del mecenate che lo volle. Nel secondo dopoguerra verrà recintato il terreno di gioco e saranno costruite alcune tribune, che sostituirono quelle in legno già esistenti. Nello stesso anno la S.S. Juventus Massa, colori bianco e verde, iniziò la sua attività ufficiale disputando sei campionati fino a quando nel 1926 venne radiata dai ranghi federali per incidenti verificatosi nella partita con il Pietrasanta. Nel 1927 il calcio era virtualmente sparito dalla scena cittadina, la compiacenza del regime fascista permise la costituzione di una nuova società sportiva la "S.S. Angelo Belloni", per onorare la memoria del terzino bianco verde morto per malattia in Libia. La squadra venne iscritta al Campionato Regionale di III Divisione e nel 1932 ottenne la seconda promozione della sua storia finendo in I Divisione. Ma nel 1935 la storia si ripete, e anche per la Belloni scatta la radiazione. Durante la partita interna con il Siena sul 3-1 per gli ospiti, l'arbitro onde placare l'ira dei tifosi massesi, inviperiti dalla sua direzione, concedette un calcio di rigore inesistente, suscitando l'ilarità dei presenti tanto da indurre a calciare platealmente fuori il rigore, e dando il via ad un invasione di campo ed alla caccia al direttore di gara ed agli avversari. L'ennesima radiazione di una squadra massese non permise di giocare al calcio fino al 1942 quando venne fondata l'Unione Sportiva Fascista Massese "Paolo Lorenzo Paladini". I colori sociali nelle intenzioni dei dirigenti erano nuovamente il bianco e il verde, ma la ditta Bigotti Archimede che doveva realizzare le maglie non aveva lana dei colori scelti e si optò per il grigio blu. Purtroppo i problemi non erano terminati, infatti mancava il campo sportivo, poiché il “Dina dalle Piane” venne destinato, dal fascio locale, a campo di atletica.

Arrivando ad un compromesso, con l'acquisizione di una percentuale sugli incassi da parte dell'amministrazione fascista, la città trovò nuovamente il suo stadio. Ma di lì a poco, un'altra sospensione forzata a causa della Seconda Guerra Mondiale vedrà l'ennesima fine di una squadra cittadina, per poi assistere alla nascita di una nuova società calcistica nel 1945. Si tratta dell'"Unione Sportiva MasseseJuventus 1919" in omaggio alla precedente S.S. Juventus Massa fondata nel 1919. L'amicizia tra uno dei fondatori della società e l'allora presidente della F.C. Juventus di Torino, nata su una cortesia offerta a quest'ultimo in tempo di razionamento bellico, portò a contraccambiare con l'invio di materiale sportivo da Torino, tanto da far diventare i colori ufficiali della Massese il bianco e il nero. Capitava anche frequentemente, nel dopoguerra veder indossata alla Massese la maglia nera con la grande J bianca, che i campioni di Torino usavano come indumento alternativo alla maglia zebrata. Gli anni passano e la giovane società calcistica cresce e dà ottimi risultati, in serie C nella stagione 1946/47 sfiorò la promozione nella serie cadetta e quella formazione fu definita da tutti la più forte di sempre, tanto da far cantare così la tifoseria: “Olio, olio minerale, per vincere la Massese ci vuol la Nazionale”.

I migliori elementi vengo presto ceduti alle toscane di A e questa fuga di talenti determina un passo all'indietro di categoria agli inizi degli anni '50. Bisognerà aspettare la stagione 1964/65 per vedere riaffacciare i massesi in serie C dove vi rimarrà fino alla storica promozione in B del 1969. Sembrava un sogno, invece era una splendida realtà, purtroppo sarà di breve durata per una serie di errori dovuti soprattutto all'inesperienza dell'ambiente. Così di nuovo nella serie inferiore, dove si avvicenderà più volte tra svariate stagioni di alti e bassi fino ad arrivare all'attuale Serie C1.